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GOVERNO: E’ SCONTRO CON LE REGIONI E SUL MES I GRILLINI NON MOLLANO
MENTRE CONTE FA PONZIO PILATO E NON DECIDE PER EVITARE LA CRISI Quando sento parlare di ridurre il potere della burocrazia mi vengono le traveggole, vedo grigio, mi cambiano i colori. Ho raggiunto una certa età e si da quando mi tornano i ricordi, ho sempre sentito parlare di burocrazia e dei danni che essa crea: allora, in quei tempi, poteva essere anche indispensabile, ma, oggiè un controsenso, è contro natura, è possibile che la tecnologia che fra poco ci porterà su Marte, non riesce a trovare un logaritmo per evitare questa calamità? Altro che covid, pensare che si debba varare un decreto di ben 258 articoli con 438 pagine dattiloscritte e non so quanti periodi e frasi, sicuramente all’ottanta per cento incomprensibile buttate li in quel burocratese creato solo per mettere in difficoltà i destinatari di quel decreto. Sono arrivati giovani presidenti del Consiglio, ministri giovanissimi addirittura qualche sbarbatello, tutti muniti di smart-phon, di ipad, di tutte le diavolerie che la tecnologia sforna continuamente e, poi, 258 articoli per 438 pagine di poco o nulla.
D’altra parte, il premier Conte, sperando così di salvare il suo governo sfiduciato anche dagli italiani nei sondaggi, sempre più spaccato al suo interno con un fronte renziani-dem in scontro continuo, pensa a guadagnare tempo, facendo il Ponzio Pilato, ossia non decidendo, con i grillini che sembrano aver fatto un patto interno di non belligeranza tra le varie anime. Così, mentre il Paese va nel burrone con un milioni in più di bambini in povertà, la cassa integrazione normale o in deroga non decolla, gli aiuti non arrivano a famiglie ed aziende o se arrivano sono con il contagocce, la Federfarma lancia l’allarme sulla mancanza di mascherine, di guanti e di alcool, tutti generi introvabili e quando compaiono i prezzi sono triplicati con tanti saluti al supercommissario Arcuri, quello delle mascherine a 0,50 e che solo ora ha fatto una specie di bando internazionale per i kit dei tamponi, visto che senza reagenti ed annessi non servono e ne mancano qualche milione.
Oggi, dopo una lunga notte di confronto all’interno della maggioranza parlamentare con il premier ed i capi delegazioni c’era stato il nuovo rinvio del decreto sui 55 miliardi di euro, come dicevo, con una bozza di 258 articoli e di 438 pagine, con i problemi di interpretazione delle norme e, come se non bastasse non poche voci erano senza copertura, avendo superato i 55 miliardi previsti ed approvati dal Parlamento.
“La solita storia -aveva scritto il Corriere della Sera, fotografando la situazione- il governo annuncia come imminente il Cdm, questa volta per approvare il decreto dei 55 miliardi, poi, si incarta per via dei contrasti nella maggioranza.”
Si prevedeva la soluzione, poi, ancora discussioni con la previsione che i ministri si riunissero in serata. Invece ecco annunziato per il tardo pomeriggio un pre-consiglio dei ministri e chissà se, finalmente, si troverà la quadra per misure annunziate con grande conferenze stampa ed annunzi di Palazzo Chigi e ministri per fine aprile ed oggi 11 maggio si è ancora nell’incertezza, mentre troppi italiani stanno letteralmente morendo di fame e la rabbia nei più disperati aumenta sempre più con gravi rischi per l’ordine pubblico e grandi brindisi della criminalità organizzata non solo per i boss ancora fuori dal carcere, ma anche per sostituirsi allo Stato in alcune aree del Paese, offrendo pacchi viveri e addirittura aiuti economici senza usura, questa viene adoperata da altri approfittatori magari in doppiopetto.
In un altro Paese, in una vera democrazia un premier Ponzio Pilato è del tutto inadeguato, visto che è lì per caso come qualche suo ministro come ad esempio la ministra dell’Istruzione costretta a fare marcia indietro sull’esame di terza media dopo la rivolta dei Presidi, in una democrazia compiuta, dicevo, un presidente del Consiglio del genere si sarebbe già da tempo dimesso o parte della sua maggioranza gli avrebbe detto addio e se continua così anche Matteo Renzi rischia di far la parte del clan del “can che abbaia e non morde” come si usa dire.
Confesso che è sempre più penoso e moralmente pesante dover scrivere di una catastrofe annunciata e sentire tante notizie, tante interviste fatte sul territorio, di tantissime disperazioni, di famiglie precipitate da un giorno all’altro da una certa agiatezza al non avere mezzi per fare la spesa. La Caritas sta documentando, con grande sofferenza, questa drammatica realtà. E chi sta al governo continua a litigare, si scontra, si divide e molti degli aiuti pur varati non arrivano per la burocrazia, perché chi sta in banca non ha uno scudo penale nel consegnare un prestito ad una azienda e se questa poi fallisce è lui, il bancario, penalmente e civilmente responsabile.
Qualcuno ammalato di potere pagherà, alla fine, per quello che ha inflitto a tanti cittadini? Io mi auguro di sì se , davvero, si avrà il coraggio di fare una commissione d’inchiesta parlamentare su come è stato affrontato il Covid-19 come ha proposto Matteo Renzi .

NON FUNZIONA PROPRIO NULLA – IL GOVERNO SUL FILO DI RASOIO E GLI ITALIANI LASCIATI PIU’ CHE MAI NEL CAOS

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Qualcuno penserà che uno parla per partito preso ma, a questo punto credo che Conte con il la “Armata Brancaleone” sia veramente indifendibile, i suoi provvedimenti dubbi in odore di incostituzionalità: non v’è una cosa che fili liscia, senza contare che l’umore dei cittadini sembra sia arrivato al limite, tanto da mettere a repentaglio anche la salute. La polemica inutile con la Regione Calabria, poi la Sardegna, quindi, la Puglia e di oggi, l’Alto Adige che forte, come la Sardegna, dello Statuto Speciale, pretendono l’autonomia riconosciutagli dalla Carta Costituzionale e non intendono attendere oltre alle decisioni di un governo che fino ad oggi ha saputo fare solo chiacchIere, per non parlare poi della situazione, quanto meno, incresciosa in cui si messo un Ministro della Giustizia, non solo inadatto quanto inopportuno per un incarico di prestigio come quello di guardasigilli.
Capi mafia, capi camorra e capi ‘ndrangheta scarcerati e rimandati a casa dove possono di nuovo esercitare il loro potere, scontro Regioni-governo e perfino l’Alto Adige-ministro degli Affari regionali, decreto per la ripresa, annunciato per fine aprile ed oggetto di roboanti annunci con una pioggia di miliardi, ma ancora libro dei sogni oggi 8 maggio per la disperazione di famiglie, aziende, partite Iva, colf, badanti ed affini che si sentono sempre più abbandonati dallo Stato, in generale, e, in particolare, da un governo che litiga su tutto, proprio su tutto. Ed ha con un premier per caso e non pochi ministri per caso, per la verità soprattutto grillini che hanno rispolverato Latouche, non avendo nemmeno compreso bene che la “decrescita felice” è solo un’utopia come l’economista-sociologo francese aveva scritto nel suo saggio. Aggiungete le opposizioni che hanno chiesto al Senato le dimissioni del ministro della Giustizia Bonafede, tentando Matteo Renzi di votarle “sì” facendo cadere il governo visto che al diktat di Italia Viva di un “contratto” preciso sulle cose da fare per rimanere in maggioranza per ora il premier Conte ha risposto solo “parole, parole” come la celebre canzone di Mina. Ogni cittadino, inoltre, non comprende più cosa può o non può fare perché i decreti del Presidente del Consiglio sono spesso contraddittori, con il rischio di equivoci ed anche le forze dell’ordine si trovano in difficoltà nelle applicazioni, considerando che, poi, a livello regionale e locale le norme nazionali vengono spesso cambiate o ignorate. In sostanza siamo nel caos più completo ed ora s’aggiunge la certificazione anche del commissario italiano agli Affari Economici, ex-premier Pd a Roma, al Mes senza vincoli per le spese nella Sanità, quel Mes al quale i grillini hanno detto e ripetuto di no, ma che con ben 37 miliardi di euro ci consentirebbe di sistemare alla grande tutta la nostra sanità sul territorio con le necessarie innovazioni anti-virus.
Se pensate che la bozza di documento sul decreto che doveva arrivare a fine aprile ed era già tardivo a quella data, è composto da 770 pagine, dicasi 770, un tomo da archivio storico, ma su quelle pagine non c’è ancora intesa tra i presunti alleati.
Non vado avanti perché sarebbe troppo deprimente solo scrivere ciò che non va ancora. Il fatto è che qui non funziona proprio nulla. E di qualcuno dovrà pur essere la responsabilità, non dei milioni di italiani che, disciplinatamente e responsabilmente hanno accettato una quarantena prorogata troppo a lungo anche secondo non pochi scienziati. Forse il premier Conte in quel super Comitato tecnico scientifico che, alla fine, tutto decide avrebbe fatto meglio ad inserire, su 20 componenti, una buona parte di donne magari quelle big-virologhe che tutte le tv intervistano quotidianamente. Probabilmente non avremmo avuto tutto questo caos.
A questo punto lasciamo perdere i profeti di sventura per i quali se non c’è questo governo si va al voto anticipato. Non sta scritto da alcuna parte e la Costituzione, come s’è visto anche con la formazione di questo governo di contrari e di ex-nemici giurati, consente al Capo dello Stato di provare varie strade, comprese quelle di un governo di emergenza considerato che nell’emergenza siamo e dall’emergenza rischiamo di uscire per cadere nella catastrofe. Che Dio ci aiuti! Solo lui può.

SE LA SITUAZIONE PERMANE, EBBENE, E CRISI SIA

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Non si riesce più a contare quanti siano i bocconi amari che Conte ha ingoiato sino ad oggi e, almeno da quanto appare all’orizzonte, troppi ne incombono: un orizzonte cupo che lascia solo spazio ad un temporale di dimensioni inaspettate. Il momento, dicono in molti, compreso Berlusconi che ormai si differenzia in tutto da quel centro-destra che sostiene di essere asse portante, non sarebbe adatto per una crisi, ma è altrettanto vero che andare avanti con un governo che non governa, credo sia anche peggio.
Si scontrano su tutto nel governo e il nuovo decreto di aiuti a famiglie ed imprese non decolla anche a causa dei grillini che rispolverano assistenzialismo ed odio nei confronti degli imprenditori, ritornando anche in sintonia con la Lega sul no alla messa in regola degli extra-comunitari, indispensabili nel settore agricolo come sostiene la ministra dell’Agricoltura Bellanova che minaccia le dimissioni. A complicare ancor più la situazione il “caso Bonafede- Di Matteo” con il premier Conte che difende il ministro della Giustizia, sostenuto alla fine anche da Crimi e Di Maio, in grossa difficoltà perché a provocare l’incidente ed a fornire motivo alle opposizioni per dire: Bonafede si dimetta. è stato proprio un’icona del Movimento 5Stelle come il magistrato antimafia e consigliere del Csm Nino Di Matteo, che Grillo, nel 2014 incoronò come l’uomo dell’anno e degli onesti nella kermesse in onore del padre di Davide Casaleggio.
Non i tratta, quindi, di un “caso” da poco perché è tutto interno ai grillini, il cui programma sulla giustizia è tutto incentrato sul pensiero del magistrato, che ha dato lui il fuoco sulle polveri, dicendo papale, domenica scorsa durante la trasmissione di Giletti su La7, che Bonafede gli aveva chiesto se era “disponibile ad accettare l’incarico di capo del DAP o in alternativa quello di direttore generale degli affari penali, il posto che fu di Falcone.” “Chiesi -ha detto il magistrato- 48 ore di tempo per dare una risposta. Nel frattempo alcune informazioni trasmesse alla Procura antimafia ed al DAP avevano descritto la reazione di importantissimi capimafia: se nominano Di Matteo per noi è la fine.” L'”icona” dei grillini va a trovare il ministro , dicendo che aveva “deciso di accettare l’incarico al Dap”, ma -ha spiegato alla TV- il ministro mi disse che ci aveva ripensato e nel frattempo aveva deciso di nominare il dottor Basentini. Ci aveva ripensato o forse qualcuno l’aveva indotto a ripensarci”.
Affermazioni pesanti pronunziate da un personaggio di altissimo livello e molto stimato dai grillini. La reazione di Bonafede è stata altrettanto dura con un intervento telefonico da Giletti : “rimango veramente esterrefatto nell’apprendere che viene data un’informazione grave nella misura in cui si lascia trapelare un fatto assolutamente sbagliato che non sta né in cielo né in terra”.
Lo scontro non è finito così, Bonafede ha insistito sul web, con interviste alle quale Di Matteo ha risposto con altre durissime interviste, sottolineando: “io non faccio illazioni, cito fatti. Non posso accettare che si metta in discussione quanto da me detto: il ministro cambiò in 12 ore. Bonafede mi ha scaricato. Mi difenderò con il coltello tra i denti”.
Conte, che ha confermato fiducia nel suo ministro, ha una bella gatta da pelare anche perché Bonafede, alla Camera, ha ripetuto la sua tesi e, riferendosi alle polemiche per ‘avvenuta scarcerazione dei 376 boss mafiosi per il coronavirus, ha annunciato la marcia indietro e, comunque, anche da parte di alcuni dem si vuole un chiarimento della vicenda mentre il centrodestra chiede le dimissioni e Matteo Renzi vuole la verità “prima di parlare di mozioni di sfiducia voglio vedere se è un regolamento di conti ” e,comunque, “la vicenda rischia di essere il più grave scandalo giudiziario degli ultimi anni.”, capace addirittura, a giudizio di molti, di far cadere il governo al Senato se il leader di Italia Viva si convincesse delle accuse del supermagistrato.
Per questo mi sono dilungato sulla vicenda, pur se l’Esecutivo traballa ogni giorno di più ed i grillini sono all’offensiva su tutto e si scontrano in particolare con il ministro dell’Economia Gualtieri che non sopporta più l’assistenzialismo e le iniziative di alcuni minitri grillini ad iniziare dalla ministra del lavoro Nunzia Catalfo che, prima, voleva che lo Stato diventasse azione delle piccole e medie imprese alle quali andranno dei finanziamenti a fondo perduto ed ora addirittura propone di abbassare l’orario di lavoro a parità di salario, trovandosi il no deciso della Confindustria e dell’Associazione dei costruttori ANCE. Inoltre il capo politico del Movimento Crimi dice no alla sanatoria dei migranti che lavorano nel settore agricolo e come colf, come chiede la ministra Bellanova. “Le ipotesi in campo che prevedono la concessione di permessi di soggiorno temporanei a immigrati irregolari, non aiuta l’emersione del lavoro nero, tutt’altro.”. Replica la Bellanova: “Facciamo lavorare in modo regolare i cittadini senza permesso di soggiorno che sono in Italia oppure le aziende lasceranno marcire i prodotti, altrimenti le aziende li utilizzeranno in maniera irregolare, magari anche attraverso la criminalità: ” Ed aggiunge : “per me la questione mi pone di fronte ad una riflessione attentissima, per me è motivo anche di permanenza nel governo. Non sono qui a fare tappezzeria”. Se considerate che è anche capo delegazione di Italia Viva si comprende come questa ulteriore questione stia allarmando il premier Conte. Che ha bel dire: “La maggioranza e salda e coesa” quando è vero proprio l’opposto. Intanto chi attende gli aiuti promessi per fine aprile e che al 6 maggio ancora non si vedono e chissà quando arriveranno rischiano la disperazione. Il primo suicidio di un imprenditore campano che non poteva pagare fornitori e dipendenti, è un drammatico companello d’allarme. Non pare, però, che nel governo molti a rendersene conto.

MATTARELLA BACCHETTA CONTE E RENZI RIBADISCE: O IL PREMIER CAMBIA O ITALIA VIVA GLI DICE ADDIO. 70 SCIENZIATE ACCUSANO: IL GOVERNO CI DISCRIMINA

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Leggendo i vari post della giornata, ne ho trovato uni singolarissimo (in effetti non ne trovati altri su quel genere). Lo scrivente che lo aveva postato, riferito alle comunicazioni del presidente Conte ai due rami del Parlamento, anziché notare la sostanza, ha solo rilevato la maleducazione degli intervenuti dell’opposizione e la signorilità, l’educazione, la finezza del presidente, nella sua esposizione. Non voglio entrare nel dettaglio, mi corre però l’obbligo di far notare che, personalmente avrei preferito che se pur con parole grezze ci avesse messo a conoscenza almeno di quel che effettivamente saranno le cose che dovremo fare ed attenerci nei prossimi giorni, quando, speriamo, torneremo ad essere cittadini liberi di muoverci seppur con le dovute cautele. Ma, in questo strano mondo non sempre si può avere tutto ciò che si desidera, per ora accontentiamoci della buona educazione di Conte.
Consentite di partire con un antico proverbio: “Tanto tuonò che piovve”, ma nei confronti del premier si potrebbe addirittura dire: tanto tuonò che venne un’alluvione. Sì perché a Matteo Renzi che, ieri sera a “Porta a Porta” ha ribadito: o Conte cambia e la smette di fare il populista, l’uomo solo al comando o Italia Viva gli dice addio, s’è aggiunto il pesante monito del Presidente Mattarella col suo messaggio per il 1° maggio.
Il Capo dello Stato, infatti, ha ricordato che “non ci può essere Repubblica senza lavoro perché il lavoro è condizione di libertà, di dignità e di autonomia per le persone, consente a ciascuno di costruire il proprio futuro e rendere l’intera comunità più unita”. Sottolineato, poi, che “molto cambierà nella vita delle nostre società a causa del Covid-19,ha indicato che tale cambiamento andrà sapientemente governato affinché la nuova fase non comporti condizioni di ulteriori precarietà ed esclusione, ma sia occasione, al contrario, per affrontare antichi ritardi”. Ed ha citato il lavoro per i giovani e le donne, problema “particolarmente acuto nel Mezzogiorno” ed il lavoro nero ed irregolare”. Da qui un’affermazione che non sarà piaciuta ai grillini: “il ruolo degli imprenditori -piccoli e medi, lavoratori autonomi e grandi imprese- appare centrale, assieme a quello della ricerca, in questo progetto di riprogettazione delle filiere produttive e distributive. Questo nel medio tempo. Sul breve gli forzi vanno indirizzati alla ripresa”…ad essa vanno indirizzati in modo concorde gli sforzi di tutti senza distrazioni o negligenze. Va realizzato un equo, efficace, tempestivo sostegno alle famiglie e alle attività produttive, a quanto sono rimasti disoccupati o senza reddito”.
Mi pare, questo, un severo richiamo al governo dei tanti annunci e delle scarse attuazioni pratiche ed, in particolare, al premier Conte che, nella sua ultima comunicazione alle Camere ha ripetuto troppe volte “faremo”, “daremo”, “valutiamo”, “saranno”, ” stiamo studiando” “allo studio”, “prossimamente”.
No, “subito e presto” con gli aiuti è stato il motto di Mattarella che ha anche invitato il governo a dare “Indicazioni ragionevoli e chiare”, chiaro riferimento al pasticciato intervento di Conte alle Camere che tante proteste ha suscitato.
Come se non bastasse al povero Conte è venuta un’altra tegola, conseguenza della gravissima discriminazione delle donne da parte del governo nello scegliere i componenti del Comitato tecnico Scientifico (20 uomini su 20!), nelle varie Tax force e nei Comitati che avevo denunciato in un mio precedente articolo. Ben 50 mila donne di rilievo nella società italiana hanno sottoscritto una protesta e, in particolare, 70 big-scienziate, accademiche e ricercatrici di livello internazionale, hanno firmato un appello, nel quale pretendono “un equilibrio di genere”: “Vogliamo -scrivono- portare all’attenzione delle istituzioni e della pubblica opinione la mancanza di donne nelle commissioni tecniche nominate dal governo a supporto della gestione della pandemia di Covid-19. Che siano presenti entrambi i generi negli organismi che prendono decisioni rilevanti a livello scientifico, sanitario, sociale ed economico dell’intera popolazione, è una questione di democrazia e di civiltà. Ma riteniamo che sia ancora più importante porre in evidenza come la scarsa presenza femminile in tali commissioni denoti, in maniera più grave, una scarsa attenzione al merito e alle competenze. E’, infatti, evidente che la società italiana è ricca di competenze femminili di primissimo livello in tutti i campi, non ultimo quello medico-scientifico….E sono numerose le donne italiane ai vertici della ricerca bio-medica internazionale”.
In sostanza, l’esclusione delle big-scienziate è un danno nella gestione dell’emergenza Covid perchè si toglie da quei Comitati, commissioni e tax force “lo spettro completo di competenze ed esperienze che la nostra comunità medico-scientifica possiede ” “Da ora in avanti -conclude l’appello- pretendiamo che in equilibrio di genere negli organi di rappresentanza e nelle commissioni tecnico-scientifiche, sia una priorità assoluta ”
Hanno indubbiamente ragione le 70 big-scienziate, delle quali “Il Corriere della Sera” ha inserito i profili sul proprio sito. E , forse, se nel Comitato Tecnico Scientifico, ai vertici dell’Istituto Superiore di Sanità e del Consiglio Superiore di Sanità, tutti con presidenti uomini ci fosse stata qualche donna il premier Conte avrebbe evitato l’errore di spaventarsi per la previsione di 151 mila e passa ricoveri in terapia intensiva entro l’8 giugno se avesse riaperto anche chiese con messe, scuole, negozi, parrucchieri, bar e ristoranti. Sì, perchè il coautore di quella previsione, il dottor Stefano Merler, ricercatore della Fondazione Kessler, ha ammesso, in conferenza stampa all’ISS, “non era uno scenario realistico”, come dimostra sulla base di un altro studio l’intera pagina del “Corriere della Sera” di oggi dedicata all’argomento e dal significativo titolo “Per una previsione ben 98 scenari -Il rebus degli scienziati del governo” Nel soprattitolo: “I calcoli del Comitato su mortalità e terapie intensive -Nello stesso dossier si passa da 150 a 151 mila ricoveri: Cagnoli: la letalità rischia di non essere attendibile”.
E’ proprio un brutto pasticcio e sarebbe il caso che gli uomini oggi al comando di strutture così importanti della nostra sanità facessero chiarezza in modo da farci conoscere, con “indicazioni ragionevoli e chiare” per dirla alla Mattarella, lo stato esatto delle situazioni, delle quali siamo noi cittadini che paghiamo le conseguenze . E non avrebbe fatto meglio il premier Conte a consultare anche qualche big-scienziata prima di prender per oro colato quel che, probabilmente, non era?