LE MUCCHE DI “ZIU ANGJULEDDU” COME I CAVALLINI DI LA GIARA

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by giustus
Nei giorni scorsi leggevo dei cavallini di La Giara che, grazie alla solidarietà di alcuni benefattori, hanno risolto il problema immediato della sopravvivenza.
La vicenda dei cavallini va avanti ormai da lungo tempo non senza difficoltà. Il Comune di Gesturi con quelli della Marmilla sono impegnati nel mantenimento di questi magnifici esemplari, unici nel mondo, che sono l’orgoglio dell’intera isola così come lo è l’altipiano che li ospita.
E’ esemplare lo sforzo che viene fatto per mantenere sia il territorio che le mandrie di cavallini. D’altra parte, gli stessi comuni ne traggono un certo beneficio che gli proviene dalle visite che una certa corrente turistica, quella amante della natura, riserva a quel luogo, grazie anche alla presenza dei cavallini.
Ma, in Sardegna, non vi sono solo i cavallini di La Giara. Santa Teresa Gallura, ha una situazione che potrebbe identificarsi a quella sopra descritta ed è emersa a causa di una brutta storia gestita maldestramente dal sindaco di Palau.
Del comune di Santa Teresa fa parte l’isola di Coluccia, già di proprietà di Angelo Sanna, dove ha vissuto sino alla fine dei suoi giorni, allevando allo stato brado, un certo numero di mucche. Alla sua morte, per testamento, la proprietà dell’isola e quanto vi era sopra divenne di proprietà di un ente per la lotta ai tumori che mai si è curato di gestire quella proprietà. Sia l’isola che il bestiame si sono inselvatichite e, poiché nessuno si è preso cura del bestiame, questo ha procreato aumentando e formandosi in mandrie, alcune delle quali hanno lasciato l’isola sconfinando in territorio in comune di Palau.
È superfluo soffermarsi su quanto è avvenuto allora. Quello che invece sarebbe opportuno riprendere è la situazione di Coluccia e del bestiame che in essa vive.
Si è parlato e scritto sull’opportunità di abbattere le mucche, di trasferirle in altra regione, insomma, di liberarsene (pagando). La campagna elettorale ha portato ad una riflessione, qualsiasi decisione fosse stata adottata allora avrebbe danneggiato colui che se ne sarebbe assunta la paternità. Così il sindaco uscente, candidato, ed ora eletto, ha preferito soprassedere a qualsiasi decisione.
Siamo, ormai, in piena stagione estiva e, come è facile immaginare, ogni attività extra-mare viene sospesa e per questo mi viene qualche timore, non vorrei che tra una giornata di afa ed un’altra. a qualcuno possa venire in mente che bisogna risolvere quel problema sospeso, delle mucche e che le stesse vengano a trovarsi su un camion per una involontaria transumanza verso qualche macello o, comunque, verso un altro territorio.
In apertura ho preso spunto sulla vicenda dei cavallini di La Giara ed a loro vorrei riferirmi: se quei belli esemplari vengono, qualche volta anche faticosamente, conservati e curati per soddisfarela curiosità e l’interesse di non pochi visitatori, perchè non pensare la stessa cosa per le mucche di “Ziu Angjuleddu”? Santa Teresa ha ben poche cose da far vedere e una visita all’Isola di Caluccia, magari in una giornata ventosa forse sarebbero in tanti a volerla fare. Per molti bambini cittadini, fare una escursione per vedere qualche mandria di mucche allo stato brado ed un po selavtiche, potrebbe essere interessante. Se vanno al circo per vedere degli animali, anche e, principalmente domestici, sottoposti a dover fare esercizi spesso innaturali per la loro indole, credo e ritengo che mostrare, senza forzature di alcun genere degli animali liberi nel loro abitat, potrebbe essere quanto di meglio un bambino, e perchè no, anche molti genitori possano farsi un’idea di quanto fosse bello prima quando a quegli animali era riservata il massimo dell’attenzione in quanto sussistenza della vita di ogni giorno.
Caro Sindaco, non dico di farti completamente carico delle mucche di “Ziu Angjuleddu” ma promotore si, di una campagna di tutela e di promozione per la formazione di un comitato, di una associazione, di un qualcosa che possa prendere l’iniziativa di tutelare, di salvaguardare quelle mandrie ed allo stesso tempo fare si che il turismo teresino possa usufruire di questo bene piovuto dal cielo.