ALLA FINE FORSE SI FARA’ – Crisi di governo e elezioni ad ottobre?

Standard

La notizia è dell’agenzia di stampa AGI, proprietà ENI, quindi di un ente pubblico, che conferma indiscrezioni di altre fonti: Matteo Salvini, alla fine si sarebbe deciso: “Con il M5Stelle è finita” a iniziare da quel tombale : “esterrefatto dalla mosse di Conte. Il premier non ha più la mia fiducia”. Se si aggiunge quanto riporta “La Stampa” quotidiano di casa Agnelli che indica addirittura la data delle elezioni anticipate ad ottobre (l’AGI parla addirittura del 1 o 8 settembre, assai improbabile, non si fa campagna elettorale in agosto quando tutti sono in ferie), riportando quel che Salvini avrebbe detto all’assessore leghista di Catania Fabio Cantarella che dava per scontato la sua candidatura alle “europee”: “No, gli ha detto il capo della Lega, mi servi come capolista al Senato, si vota in ottobre.”.
Si dirà: ma è possibile una crisi di governo per il “caso Siri”, considerato che il 62% degli italiani ritiene che il sottosegretario debba dimettersi? Il ministro dell’Interno, davvero, offre su un piatto d’argento a Conte-Di Maio la possibilità di fare una incisiva campagna elettorale anti-Lega? E, magari, con l’attuale premier che ha sfidato apertamente Salvini, annunciando che nel Consiglio dei Ministri ad inizio della prossima settimana farà votare la revoca del mandato al sottosegretario Siri accusato di corruzione, è pronto alle dimissioni se dalla Lega venissero “gesti considerati offensivi e provocatori” come la probabile assenza dei ministri leghisti?
Tutti, interrogativi ammissibili, ma non considerano la nuova strategia di Salvini, preoccupato dei segnali che vengono su un calo di simpatie nei suoi confronti (comunque sempre al 48%) e, soprattutto, alle movimentazioni che sono sempre più evidenti per coprire il grande vuoto che c’è al centro dello schieramento politico italiano e recuperare molti suffragi del primo partito italiano, quello del non voto. Il leader leghista, che ci piaccia o meno, è un politico di lungo corso che ha ben chiaro che un grande imprenditore come Cairo sembra deciso a scendere in campo come fece Berlusconi, divenendone il successore, anche puntando su una manager come l’ex-presidente della Olivetti e dell’Enel, ossia Maria Patrizia Grieco. Non può,quindi, dare tempo ai moderati, compresi i renziani e gran parte dei berlusconiani, di convergere con l’iniziativa di Cairo, facilitati ulteriormente anche dal logoramento della rissosa ed inconcludente alleanza con i grillini. Da qui il cambio di strategia, rimanendo l’obiettivo del voto ad ottobre, ma con possibili varianti per il dopo-elezioni politiche.
Salvini sa bene che con lui premier i problemi non mancherebbero soprattutto da parte dei famosi poteri forti a partire dai mercati e dalle agenzie di rating, dunque secondo alcuni fonti sempre ben informate, Lui intende giocare su due tavoli: uno nazionale, magari con un Giorgetti premier e lui ministro dell’Interno e vice-premier che, di fatto, guida il governo, avendo messo a Palazzo Chigi un suo fedelissimo, stimato dai mercati ed anche dai renziani. In alternativa punta al livello europeo, magari come vice-presidente e commissario di peso, grazie all’apporto che potrebbe dare, il suo amico Orban, al PPE che sarà, certamente, il primo partito europeo, ma per avere la maggioranza nel parlamento comunitario ed esprimere il presidente della Commissione UE ha bisogno di alleati.
Il recente viaggio in Ungheria, l’interesse, misto a curiosità, dimostrato dalla Merkel (che ha indicato Weber candidato presidente del PPE) nei confronti del leader leghista, gli ottimi rapporti con Putin (l’ha copiato nel citare l’esigenza di difendere le radici cristiane dell’Europa…) e, infine, il sostegno di Steve Bannon, uomo di Trump, lo confortano nel seguire la nuova strategia, che, ovviamente, non esclude la variante di Palazzo Chigi se arrivassero segnali positivi dai poteri forti che, sempre secondo fonti ben accreditate,, preferito sarebbe un Giorgetti o uno Zaia:
Di certo c’è che, questa volta, le assicurazioni che, comunque, il governo giallo-verde durerà tutta la legislatura sono chiaramente pinocchiate confermate da un naso lungo quanto il corso del Po.