“CHE CONFUSIONE” CANTAVANO I RICCHIE POVERI E RENZI VOTA COME IL CENTRODESTRA

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Se ce ne fosse stato bisogno, il caos che regna nella politica è ormai arrivato al culmine, gli unici a non volersene accorgere sembrano i partiti e partitini, minuscole appendici, e, quella specie di pseudo presidente del consiglio, che vanno talmente in confusione da non rendersi neppure conto che tale il danno che stanno facendo al Paese.
Quel che è accaduto in Commissione Giustizia alla Camera ne è la esatta fotografia. La coerenza non esiste chi ha votato una legge insieme nel Conte-1 si divide e cambia idea: Chi, durante il governo giallo-verde, stava all’opposizione e tuonava contro la stessa legge -ossia quella voluta dal ministro Bonafede (rimasto in sella nel cambio di maggioranza)- che abolisce di fatto la prescrizione, parlo del Pd, ora l’ha difesa votando insieme ai grillini., che hanno imposto al Conte-2 questa soluzione, con Matteo Renzi che se la ride, prendendo le distanze dai pentastellati, dai dem e dall’ estrema sinistra di Leu, rimanendo coerente nel dire NO alla legge Bonafede, addirittura votando insieme al centrodestra, parte del quale, ossia la Lega, quella legge aveva votato ed ora rinnegato.
Una bella confusione a dimostrazione di un caos politico che non trova eguali nella storia repubblicana d’Italia. Fatto aggravato dalla mancanza di rispetto delle regole perchè l’emendamento di Forza Italia che bloccava la legge Bonafede e votata anche da Italia Viva, che fa parte dell’attuale maggioranza, non è passata per il voto decisivo della Presidente grillina della Commissione che, normalmente, si astiene e che, se riproposta in aula potrebbe avere un’altra conclusione e, certamente, se presentato anche al Senato verrebbe approvato perchè a Palazzo Madama si assiste a ripetuti passaggi di pentastellati alla Lega o al gruppo misto.
Chi ne esce male, comunque, è il Pd che, proprio sulla prescrizione aveva varato con il Governo Renzi una legge presentata dall’allora ministro della Giustizia Orlando, oggi vice-segretario dem. Un voltafaccia dopo giorni e giorni di dichiarazioni, interviste, scontri in Consiglio dei Ministri e nei vertici di maggioranza con i grillini su questo tema con sottolineature tipo “questa legge non la vogliamo” al punto da aver presentato una proposta di legge che la bloccava in attesa di una vera riforma penale. I pentastellati, però, minacciavano la crisi ed allora il premier Conte ha trovato una peudo-mediazione che, oltretutto appare incostituzionale, con un emendamento da presentare con il quale la prescrizione si applica o no a seconda dell’assoluzione o della condanna dell’imputato.
Ha un bel dire il ministro Bonafede che Renzi è rimasto isolato, ma la battaglia sulla prescrizione la sta vincendo lui, forte anche dei giudizi fortemente negativi, nei confronti della legge entrata in vigore il 1° gennaio, di tre presidenti emeriti della Corte Costituzionale, non del fattorino di uno studio legale.
Nè, se fossi Zingaretti, starei tranquillo quando il leader di Italia Viva dice che il suo partito ha bisogno di tempo e, quindi, il governo durerà fino al 2023 se dipende da lui. Mi sembra, infatti, quasi una copia dello “stai sereno” detto in un incontro a Firenze al premier Enrico Letta, costretto poco tempo dopo a dimettersi. Dovrebbe ricordalo anche Conte perchè Renzi può far cadere il governo quando vuole e Mattarella può provare a fare, dopo una crisi, un governo di scopo, ma intanto s’avverte, per ora, un forte odore di voto anticipato in primavera. Un voto che con una legge elettorale proporzionale con lo sbarramento al 5%, non fa paura ad Italia Viva che ha lasciato non pochi parlamentari tra i dem, pronti a rafforzare i renziani al momento opportuno così come i big di “Azione” già pronti all’alleanza nelle regionali delle Marche e della Puglia per presentare un proprio candidato Presidente.
In sostanza, tutto è in movimento, tutto è in contraddizione nella politica italiana con il governo giallo-rosso che rischia di far solo danni a seguire i diktat grillini come dimostra l’esposto del colosso tedesco Allianz e le lettere di big-fondi di investimento all’Unione europea, per la modifica unilaterale del contratto di concessioni autostradali. Allianz ed i fondi sono azionisti stranieri della società Autostrade e contestano il decreto Milleproroghe. La prima ricorda che Bruxelles aprì una procedura d’infrazione all’Italia perchè il ministro Di Pietro modficò per legge i contratti in essere delle concessioni autostradali, come sta avvenendo oggi. Per I secondi ” questa misura è ragione di seria preoccupazione e per l’intera comunità di investitori in quanto compromette del tutto la prevedibilità normativa, scoraggiando gli investimenti e costringendo senza giustificazioni la libera concorrenza dei capitali.” Sono, queste, parole di fuoco ed annunciano tempi di tempesta economica se non si corre ai ripari. Meglio, quindi, una crisi di governo dal dover pagare una carrellata di miliardi di euro ad Autostrade, prendersi un’inizio di procedura d’infrazione e scoraggiare gli investitori dal venire in Italia.