CONTINUA LA CAMPAGNA DELL’ODIO NELLE DIFFICOLTA’ PER VARARE IL CONTE-BIS

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Vorrei aprire con una considerazione personale su un fatto concreto avvenuto ieri, lo faccio soffermandomi, non tanto sull’episodio che ha richiamato l’attenzione dei media e non solo, lo faccio, più che altro soffermandomi su tutte quelle persone che in questi ultimi tempi accusavano altri di seminare odio e allo stesso tempo esprimevano un maggiore sentimento nei confronti del prossimo, superando quella barriera dell’odio stesso che dicevano di voler combattere.
Il fatto: Il capo-redattore di Rai Radio1 Sanfilippo, nel suo Facebook ha invitato Salvini al suicidio e tirato in ballo persino la figlia del leader leghista. Qui siamo allo sciacallaggio ed è dir poco. Ha fatto benissimo Matteo Renzi ad esprimere piena solidarietà a Salvini, che ha reagito con grande dignità, citando massime del Vangelo.
L’ex-premier ed oggi senatore ha ricordato la sua battaglia per mandare a casa Salvini e di averla vinta “insieme a tante e tanti”, “ma -ha detto- proprio per questo rabbrividisco quando leggo il post di un giornalista Rai che parla di suicidio di Salvini entro sei mesi e tira in ballo la figlia del leader leghista.” Cosa farà ora la Rai? E l’Ordine dei Giornalisti, il sindacato dei giornalisti e l’Usigrai quali provvedimenti prenderanno? E coloro che hanno augurato la morte di quell’uomo, coloro che gli hanno preconizzato le peggiori disgrazie, cosa faranno? Si cospargeranno la testa di cenere? Potrò leggere di qualcuno che farà ammenda di tutte quelle porcherie che ha scritto, forse per scimmiottare magari senza neppure capirne il significato?
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Ma, torniamo al tema di cui si sta dibattendo , la politica, il governo, cose che riguardano non solo la sfera personale bensì la sorte del Paese.
Che il governo Conte 2 stia partendo in salita è cosa evidente basta vedere per giudicare le reazioni dell’opinione pubblica: infatti solo un 36% esprime un valutazione positiva contro il 52% di giudizi negativi. E’ quanto scrive il big-sondaggista Nando Pagnoncelli Sul “Corrire della Sera”. E ben il 45% degli intervistati prevede che l’Esecutivo giallo-rosso duri pochi mesi, un anno al massimo. per il 20% un paio d’anni e solo il 28% per tutta la rimanente legislatura. Quanto al provvedimento da realizzare con maggiore urgenza il 73% indica la manovra economica a favore dei ceti più deboli, stop all’aumento dell’Iva, rilancio del salario minimo e taglio del cuneo fiscale: per il 45% c’è al secondo posto il taglio dei parlamentari e per il 24% la sostenibilità ambientale.
In sostanza c’è scarso entusiasmo per il Bis-Conte e la previsione è che duri poco come teme, secondo il “Corriere”, lo stesso premier preoccupato per le mosse di Matteo Renzi. E dovrebbe esserlo -e da subito- per le provocazioni di Luigi Di Maio che ha convocato alla Farnesina tutti i ministri grillini invitandoli all’offensiva, di fatto a far la voce grossa con i colleghi PD ad iniziare dalla revoca della concessione alla società autostrade che, per la ministra delle infrastrutture Paola De Micheli non è prevista dal programma di governo, dove -ha detto, è scritto- a una parola molto diversa: “revisione”. A stretto giro di dichiarazione ecco la replica del senatore grillino Giarrusso: “la posizione del M5S è chiara: siamo per la revoca della concessione e non diamo la fiducia se si inizia a martellare l’accordo.”
Ne è piaciuta agli stellati l’affermazione della De Micheli: “la Gronda (contestata dai grillini-ndr) e la Tav si faranno” e men che mai le ripetute voci democratiche che citano i 62 miliardi di “grandi opere” bloccati dall’ex-ministro Toninelli” e per gran parte invise dai grillini. E non a caso Di Maio ha invitato i democratici “a non fare come Salvini”, contrario alla revoca della concessione ad Autostrade e ultra-favorevole alle “grandi opere” che, se attivate, darebbero lavoro -secondo stime confindustriali- a 300 mila persone.
In sostanza inizia male il viaggio del governo giallo-rosso, considerando che ci si scontra già ai primi passi e questo si riflette, inevitabilmente, insieme al repentino voltafaccia dei due alleati di oggi, ieri nemici per la pelle, nella scarsa fiducia degli italiani non certo aiutata dall’assurdità di spedire un Di Maio a guidare un delicatissimo Ministero degli Esteri. Ve lo immaginate come l’avranno presa nelle Cancelleria di tutto il mondo e, in particolare, i nostri ambasciatori, tutti titolati con ampi studi, la conoscenza di più lingue ed un non semplice percorso di carriera.
A complicare, poi, la situazione governativa ci si è messo anche l’unico esponente dell’indispensabile (per la maggioranza al Senato) Leu, alias estrema sinistra, nel governo, ossia il titolare della Salute Speranza che intende togliere il superticket di 10 euro sulle ricette, balzello indubbiamente odioso per i più deboli, ma necessario per il bel mucchio miliardi che procura, per pensare di eliminarlo. Come la penserà il nuovo ministro dell’Economia già alle prese con la battaglia per evitare l’aumento dell’Iva?