DA BLOGGER A BLOGGER – Opinioni: Ognuno dica la sua.

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Ho letto l’opinione di Lorenzo Tosa ( dice di essere un blogger ma null’altro so più di questo) su Salvini in mutande, come le ha definite con vera eleganza femminile, la signora Lilli Gruber, ripresa dall’intervistato Salvini chiarendo che si trattava di costume e che si trovava in una spiaggia di Milano Marittima in compagnia del figlio. Ma, i chiarimenti dell’ex Ministro degli Interni non sono stati sufficienti per il blogger Lorenzo Tosa che ci ha fatto omaggio della sua opinione che da giornalista blogger e blogger, ho trovato quanto meno opinabile almeno sul piano della correttezza che richiede l’informazione, travisando. tra l’altro, lo stesso spirito della funzione di chi fa blog. Questa, però. È un’altra cosa.
All’amico blogger, chiedo, di spogliarsi, solo per un attimo, di quella spocchia tra il sostenuto e il radicale che mal si addice, accendendo sensazioni di quasi nausea, da puzzetta sotto al naso di chi si sente saccente e padrone del mondo intero, un po da atteggiamento alla “marchese del grillo, cioè, “Io sono Io e tu non sei un …”.
Il giornalismo è ben altra cosa che quella di denigrare, tanto per fare un lettore in più, i vecchi, purtroppo scomparsi, ci hanno lasciato ben altro insegnamento, mi riferisco, senza andare neppure tanto lontano ai Biagi, ai Montanelli ai tanti altri maestri e allievi dei sopracitati (questo vale anche per la signora Gruber, alla quale non mi permetterei mai di dare lezione di etica), mai si sarebbero permessi di andare a infastidire Aldo Moro (solo un esempio) per dirgli che dalla sua personalità non ci si aspettava di vederlo in mutande (costume) sulla pubblica spiaggia di Terracina, dove trascorreva abitualmente le sue vacanze con la famiglia. Ma, lui, Moro, non era Salvini, alla Gruber forse sarebbe mancato il coraggio di invitarlo ad 8 e Mezzo e , anche lo avesse fatto, pensa che si sarebbe rivolta nello stesso modo verso quel personaggio? Lo capisce, lei, che se a Salvini si chiede un’etica istituzionale, prima c’è quella professionale? Certo alla Signora, per titolo di cavalleria, tutto è concesso, anche scambiare un costume, usato su una pubblica spiaggia, con una mutanda.
Mi capisce, caro amico blogger, perchè non posso santificare una giornalista che pratica la professione, non con il dovuto distacco, come dovrebbe, ma in piena malafede, approfittando di quel suo ruolo, in un palcoscenico pubblico per denigrare e tentare di far apparire il suo “ospite”, minimo e imbarazzato, parlando di un tema che nulla a che vedere con il suo ruolo, presente o passato.
Di fatto bisogna dire che quegli atteggiamenti stanno a dimostrare che seppur siano passati tanti anni che danno a tutti la giusta stagionatura, la nostra Signora del giornalismo è rimasta quella “ragazzina di bottega” che nella Redazione Altoatesina della Rai di Bolzano, dove anche allora, come continua a fare oggi, andava a caccia di scandaletti di poco conto del tipo “mutande”, e, dopo aver scocciato colleghi e superiori costretti a dover parare le sue intemperanze, con estremo piacere riuscirono a liberarsene adottando il vecchio adagio latino: “Promoveatur ut moveatur”.
Caro amico e collega blogger, noi non abbiamo la fortuna di poter essere promossi, dobbiamo solo rendere conto a chi ci legge, quando ci legge, poi ci rimane solo il rispetto verso noi stessi e alla nostra educazione.