“DIGNITA'” QUELLA PAROLA SCONOSCIUTA -DALLA FARSA AL DRAMMA CON IL LIBRO DEI SOGNI EVOCATO DAL PREMIER E LA ROTTURA SUI CANTIERI

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Qualche giorno fa mi permettevo di scrivere che “la dignita sotto i piedi”, ovviamente la dignità invocata era riferita al ‘nostro’ Premier che ho sempre definito ‘di passaggio’. Non voglio certo arrogarmi qualità mediatiche, ma, lasciatemi la possibilità di presumere, su questi personaggi che, se non avviene quel qualcosa di indefinito che da la percezione di fatti non avvenuti ma che diventano ineluttabili.
Se si volessero collocare fatti inerenti a periodi pseudostorici che si susseguono, si potrebbe dire che la fine della prima Repubblica corrisponde alla fine dei partiti storici, quelli che la fondarono. Da quel momento abbiamo avuto di tutto e di più ed anche di peggio. Dal 1993/94 c’è stato di tutto: Buttiglione, Di Pietro, l’Italia dei Valori, Prodi, L’ulivo, La Margherita, Berlusconi, Barbareschi deputato, Napolitano Presidente della Repubblica, l’eccellentissimo Mario Monti, Beppe Grillo fondatore di un movimento politico, Il Trota, Renzi, Bersani ed infine Di Maio e Salvini. Credo di averli citati tutto: no, dimenticavo l’ultimo, il peggiore, Conte.
Alle volte mi chiedo: “cosa hanno fatto di male gli italiani per meritarsi tutto questo concentrato in un quarto di secolo”. Questa è una cosa che non sono mai riuscito ad immaginare, di una cosa sono certo: mai siamo stati governati da politici che tutto sanno se non usare la prepotenza tra loro senza rendersi conto dell’indifferenza del popolo, stanco delle pagliacciate quotidiane. Un altro po ancora e il bel paese finisce per essere aggregato all’Africa non per contatto, bensì per induzione.
Torniamo alla giornata di ieri. Ora siamo alla crisi virtuale del governo giallo verde, dalla farsa siamo, così, passati al dramma. Il premier Giuseppe Conte nella improvvisata conferenza stampa, nel tardo pomeriggio di ieri, ha elencato il libro dei sogni, ossia con presunte belle realizzazioni compiute in quest’anno di governo e un programma della seconda fase con un aut aut a Lega e M5Stelle (direi soprattutto a Matteo Salvini) affinchè la smettano di farsi la guerra e dicano se vogliono continuare ad attuare il famoso contratto.
E’ andato giù duro il premier nei confronti dei rissosi presunti alleati in perenne campagna elettorale e, riferendosi ai risultati delle elezioni europee, ha parlato, di choc dei grillini (dai quali ha preso le distanze annunciando di non averli nemmeno votati alle “politiche”) e di “sovraeccitazione” della Lega. Grandi ringraziamenti al Presidente Mattarella con sottolineatura del rispetto delle regole dell’UE, proprio il contrario di quel che sostiene Salvini, magari anche sperando in un incarico per un governo elettorale.
L’aut aut rivolto ai suoi due vice (o mi dite che si va avanti o mi dimetto) ha avuto l’ovvia risposta: “andiamo avanti”, sia pure con differenti motivazioni con Di Maio “noi leali, ma basta attaccare i ministri 5Stelle e temi divisivi” e il leader leghista: “andiamo avanti con il governo, la Lega c’è, ma basta con i no, ci vogliono i sì”, con chiaro riferimento ai grillini.
Conte ha fatto finta di non vedere le diversità di posizioni, ma ha preso per buone le due dichiarazioni dicendo: “allora possiamo vederci”. E chiusa la conferenza stampa con risposte vaghe alle domande dei giornalisti ha presieduto la riunione sul sblocca cantieri, che i leghisti vogliono modificare, per dare subito il via ai cantieri: Probabilmente Conte riteneva di poter mediare, ma dopo un’accesa discussione ha sospeso l’incontro perchè la rottura tra i due alleati era totale. E come se non bastasse ecco Salvini polemizzare chiaramente con il premier sul rispetto delle regole UE: “sui vincoli europei il voto di domenica è stato chiaro”, come a dire sono superati. E’, quindi, un dialogo tra sordi.
A parole Lega e 5Stelle hanno detto che vogliono andare avanti, nei fatti continuano a scontrasi su tutto: E l'”andiamo avanti” è stato pronunziato soprattutto per colpire l’altro e cercare di addossargli la responsabilità della crisi. Non a caso Salvini prima aveva detto, replicando alle critiche del premier “Noi non abbiamo smesso di lavorare, evitando di rispondere alle polemiche e anche agli insulti”, ovviamente dei grillini, “Gli italiani ce l’hanno riconosciuto con 9 milioni di voti domenica. Noi vogliamo andare avanti, non abbiamo tempo da perdere. l’Italia del sì è la strada giusta”. Più tardi a chi gli chiedeva se il governo andrà avanti ha risposto: “Lo sapremo entro il mese. “A sua volta Luigi Di Maio aveva detto: “La Lega? Chi tradisce il contratto tradisce il Paese”, per poi aggiungere : basta messaggi verbali. C’è da lavorare. Matteo venga al tavolo per un’agenda condivisa:”
I leghisti sono andati a quel tavolo per il confronto sullo sblocca cantieri, ma i no grillini non si sono trasformati in sì: Ed è stata rottura. Che farà ora Giuseppe Conte che s’è visto contestare da Salvini il rispetto dei vincoli europei e che sulla Tav ha detto ancora “ni” ?
C’è solo da sperare che, per interessi di parte e non certo degli italiani, si prosegua con l’agonia di un governo in crisi virtuale.
Io continuo a sostenere che la “dignità”, per chi è sordo e non lo vuole ammettere, è diventata una parola opzional rimasta solo per pochi eletti.