CONTE: DIO, QUANTO SONO BRAVO, QUANTO SONO BELLO. ORA VI DICO: NIENTE…

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Per scoprire che una conferenza stampa può essere tale anche senza una rappresentanza di qualificata di giornalisti, doveva nascere un certo Giuseppe Conte in terre sconosciute, rimasto sconosciuto per un po di anni, eletto al rango di Prof. Dal suo socio di studio, almeno così credo di aver letto da qualche parte, autonominatosi “avvocato degli italiani” e assurto al soglio di una Presidenza del Consiglio dei ministri con la santa benedizione di professionista delle buffonate, si, per chi non lo avesse capito, mi riferisco a Grillo verso il quale nutro qualche riserva personale sulla sua bravura anche come comico, convalidato da un Presidente della Repubblica, in un attimo di distrazione.
Giornalisti presenti: uno RAI, uno Canale 5, il terzo, non ho ben capito se de Il Fatto o Repubblica. Ho dimenticato qualcuno? Mi sembra di no, Va bhè, poco importa: per quello che c’era da ascoltare…?
Venti minuti del “nulla” per dire niente. Questa è stata l’apparizione tanto attesa di Giuseppe Conte. No, un attimo qualcosa l’ha detta e certamente non trascurabile: sono bello e piaccio alle donne, sono il più bravo, ho messo in riga l’Europa, ora i soldi arriveranno, ci ho pensato io.
Non voglio neppure entrare nel merito di ciò che non ha detto e che tutti ci aspettavamo, l’unica cosa comprensibile di quei venti minuti è stata che dovremo continuare a compilare un modulo se non vogliamo morire d’inedia e che se ci muore un familiare bisognerà fare una rifa per sapere chi potrà accompagnare il feretro al cimitero. Per il resto consentite di fare una mini-cronistoria della più gigantesca presa in giro politica: ne fa parte persino Beppe Grillo, divenuto all’improvviso filo-Bruxelles, per tentare di salvare la poltrona, sempre più traballante dei premier. Che si auto-elogia e viene complimentato da Zingaretti e Di Maio per il successo (quale ?) ottenuto al vertice UE con il Recovery Fund:.
Si tratta di una manovra che ha le gambe cortissime perché la proposta non è affatto dell'”avvocato del Popolo” Giuseppe Conte, ma di un signore che risiede all’Eliseo e si chiama Emmanuel Macron, lui, sì, direttamente eletto dal popolo.
Il nostro premier, infatti, sosteneva, come molti ricorderanno, gli eurobond, bocciati anche da un voto dell’europarlamento ed esclusi nella riunione dell’Eurogruppo (pochi giorni prima del vertice dell’UE), nella quale il nostro ministro dell’Economia Gualtieri, contravvenendo alle indicazioni del Presidente del Consiglio, ha portato a casa un risultato, accettando il Mes senza vincoli (?), comunque sempre bestia nera dei grillini, lasciando perdere li eurobond per sostenere la proposta francese di un Fondo per la ricostruzione legato ai bilanci pluriennali dell’UE. In aggiunta il fondo Sure per la Cig, quindi contro la disoccupazione, e sostanziosi prestiti della Banca Europea degli investimenti alle imprese. Il tutto con l’aggiunta dei molti miliardi di euro stanziati dalla Banca Centrale Europea che già hanno contribuito, con massici acquisti di nostri titoli di stato ad abbassare lo spread italiano in preoccupante risalita:
Giustamente il commissario agli Affari Europei Gentiloni si era detto soddisfatto e lo è ancor più oggi dopo ché nel vertice quelle proposte sono state accolte e quello che è il ricovery Fund è passato a ben 1500 miliardi di euro. Si dovranno meglio definire i particolari e, soprattutto, trovare un meccanismo, che per la verità la Merkel ha indicato, per anticipare da giugno gli aiuti. Tra le ipotesi che emergono c’è anche quella di una parte di euro a fondo perduto, oltre a prestiti a tasso zero e ad aiuti particolari ai Paesi più esposti al Covid-19, come l’Italia e la Spagna.
L’Europa questa vola c’è, come giustamente ha detto il presidente dell’europarlamento l’italiano Sassoli che ha anche ammonito, indirettamente, Conte dicendo che ora i soldi vanno spesi e non ci sono più alibi al non fare trincerandosi dietro l’Europa “matrigna e nemica”. Come, in realtà, appariva – ecco un po di cronistoria -nelle invettive del nostro premier che il 10 aprile minacciava Bruxelles: “o gli eurobond o non firmo…” tanto che il giorno dopo “La Repubblica” titolava in prima pagina a caratteri di scatola: “Conte all’Europa” Così non firmerò” “No al Mes: vogliamo i coronabond” Più sotto l’intervista a Sassoli con questo virgolettato “sbagliato bocciare il fondo Ue per la sanità”. A stretto giro la dichiarazione del capo politico del M5S Vito Crimi: noi non accettiamo il Mes perché le condizioni oggi non ci sono, ma ci saranno. Il testo dice di no,ma il Trattato dice di sì.”
A sua volta il Sole 24 ORE titola “Conte: l’Italia insiste sugli eurobond “Non firmo l’attivazione del Mes”, mentre “Il Corriere della Sera”, con un ampio resoconto sull’attacco in conferenza stampa a Salvini e la Meloni, titola: “Lo show di Conte in diretta TV: le opposizioni dicono falsità” sottotitolo “Il capo del governo lotterà fino alla fine sugli eurobond”
Tutto questo quando era già noto che l’Olanda, contraria come la Germania agli eurobond, lavorava -notizia Ansa del 3 aprile – “ad un Fondo di emergenza senza vincoli” ed il giorno prima il ministro francese dell’economia Le Maire aveva annunciato una proposta per la creazione di un Fondo temporaneo per finanziare il rilancio dell’economia, dizione questa che compare anche tra i pilastri indicati dal Sole”24 Ore dell’accordo trovato nell’Eurogruppo del 10 aprile.
Quando la strada verso il Recovery Fund, ormai era aperta, c’era stato anche un penoso tentativo di Conte di far rientrare in partita gli eurobond bocciati anche dall’europarlamento. Dopo aver detto in conferenza stampa, riferendosi al Mes” “io ho una sola parola: la mia posizione e quella del governo non è mai cambiata e mai cambierà”, via Tweet ha cercato penosamente di rientrare in partita: “uno dei quattro strumenti dell’ accordo è il “Recovery Fund” che l’Italia chiede di mettere in campo con la possibilità di farlo attraverso gli eurobond”:
Una insistenza del genere ha rischiato di far fare marcia indietro all’Olanda, mettendo in difficoltà la Merkel che aveva trovato la quadra con il Fund finanziato dai bilanci pluriennali dell’UE in modo che ognuno si teneva il suo debito e non la spartiva, come voleva Conte, tra i partners, vera e propria furbata che ha indispettito anche Macron che aveva cercato di aiutare l’Italia portando gli altri leader verso particolari aiuti nei confronti dei Paesi più esposti come la Spagna ed il nostro Paese:
Ora sulla base di questi fatti e della cronologia che non lascia adito a dubbi mi pare difficile sostenere che l’avvocato del popolo, provvisoriamente sulla poltrona di Palazzo Chigi, abbia riportato un successo al vertice UE. Di positivo, comunque, c’è che un supercritico di Bruxelles come Beppe Grillo ora abbia detto che con le misure delineate l’UE diventa una vera comunità. Un certo Principe De Curtis avrebbe detto: “Alla faccia del bicarbonato di sodio…”.