ELEZIONI SANTA TERESA: DEMAGOGIA O POPULISMO?

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A scanso di equivoci, premetto che, in linea di principio, sono contrario all’accumulo di cemento armato ed inoltre, mi sembra che il Comprensorio  di Santa Reparata ma, aggiungerei, Santa Teresa, non sente certo la mancanza di novemila metri cubi di appartamenti, fatto salvo non si debba farlo per causa di forza maggiore nel precipuo interesse della Comunità.

Chiarita la posizione personale del sottoscritto, mi sia consentito di analizzare, avvalendomi del diritto di cronaca, l’aspetto politico della vicenda.

Non conosco la procedura comunale in materia di edilizia, devo però ritenere che un progetto di cambio di destinazione d’uso riguardante una ex licenza per costruzione ricettiva, prima di arrivare in Consiglio comunale, sia passata per l’Ufficio tecnico e successivamente dalla Commissione edilizia, questo come fatto dovuto.

Poichè siamo tutti a conoscenza come funzionano le cose nel nostro Paese, di cui Santa Teresa fa parte, della “faccenda” si sarebbe dovuto sapere tutto almeno da qualche anno. Certo, l’organo deliberante è il Consiglio, ma, non v’è alcun dubbio che per arrivare alla discussione, qualcuno ha dovuto predisporre  le carte. Questo mi fa pensare che non c’era bisogno, anzi, direi che l’opposizione, quella che si accalora maggiormente, abbia taciuto, forse consapevolmente, per arrivare ad un mese dalle elezioni e, quindi, sollevare il polverone. Strategia? Sono maligno? Chissà. Solo qualche giorno fa, forse quando gli è arrivata la convocazione del Consiglio con l’Ordine del giorno, un membro di quella “minoranza silente”, ne aveva fatto cenno sulla stampa. Prima nulla. Come mai?

Polemiche sterili che non servono a nulla se non a pensare a quanto avrebbero potuto fare, se solo avessero avuto la capacità di farlo e non lo hanno fatto. Quando dico di minoranza silente so bene io di chi parlo ma credo che lo sappiano anche i diretti interessati: oggi si viene a raccontare di “cambi di destinazione d’uso”, come ieri mi si parlava di Silene. Bene ha fatto il sindaco a portare numeri e, visto che i signori della “minoranza silente” erano parte propositiva di una “maggioranza vuota”, tanto che il paese possa richiamare alla sua memoria, forse meglio avrebbero fatto a tacere, magari pensando a presentare un programma fattibile, che porti nuova linfa per la rinascita, che faccia sperare i giovani, che dia prospettive di lavoro, che ci metta a conoscenza non di quello che “gli altri” non hanno fatto, ma di quello che sono disposti ad impegnarsi sul fare. Nulla di tutto questo: solo un infortunio al travel lift, certamente grave, seppur fine a se stesso e senza danni alle persone, comunque nella speranza sia irripetibile.

A fronte di tutto questo viene da chiedersi se veramente la malasorte ci mandasse l’amministrazione “degli angeli”, non si può mai dire, qualora succedesse quali sarebbero le prospettive? Si fa presto ad immaginarle.

Detto questo non vorrei che mi si accusasse di essere talmente cieco da non vedere anche le magagne dall’altra parte. Al signor sindaco mi piacerebbe dire che un tratto di fogna non compensa certo un passaggio da attività ricettiva a  abitativa: non lo fa sul piano pratico immediato e tanto meno verso il futuro,  tanto più, questo sarebbe l’assurdo, che, se ho ben individuato la zona, quel tratto di fognatura, motivo del contendere, il maggior beneficiario dovrebbe essere proprio quel complesso per il quale è prevista la variante di gestione.

Dall’attuale amministrazione mi sarei aspettato piuttosto un intervento vero, serio, che ponesse fra i primi posti delle cose da fare un qualcosa che portasse alla diminuzione graduale della pressione fiscale che, ritengo sia stata portata al massimo delle aliquote, per ragioni di forza maggiore ma, con piani economici di calmierazione graduale, ben definiti per riportare i prelievi dalle tasche dei cittadini a livelli accettabili. Chissà, forse chiedo troppo ma, per interesse della Comunità io intendo quello. Il mio è un pensiero utopico?