FANTAPOLITICA O GRANDI MANOVRE IN CORSO?

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Il PD con una situazione interna sempre più scoppiettante e con quattrocentomila tessere in fuga, non sta certo attraversando il miglior momento della sua storia. Sono lontano i tempi quando il PCI teneva legati con filo doppio i suoi seguaci, ora nessuno crede più nella forza dei partiti e la prova viene a galla con chiarezza nell’astensione dal voto.

Le liti interne tra minoranza del partito e il suo vertice; le accuse a Renzi di non essere “di sinistra”; la minoranza che continua a ricercare tutti i motivi per attaccare governo e maggioranza del partito, non favoriscono l’attamento che vi possa prolificare fede politica e partecipazione attiva alla vita politica di quel contesto che, attraverso le varie fasi, è passato dal quel monolite che è stato il vecchio PCI all’attuale PD.

C’è da dire che, “se Atene piange, Sparta non ride”. La situazione in casa Forza Italia se non è nella fase drammatica, vi è molto vicino. Berlusconi continua a perdere consensi e, nell’ultima Direzione gli viene rimproverato che l’emorragia sia tutta da attribuire all’appoggio ibrido che sta fornendo a Renzi facendogli da stampella. Fitto approfitta di questa situazione critica del Cavaliere e, pur senza sferrare l’attacco decisivo, si prepara come outsider per una ipotetica rottamazione del vecchio leader di FI, qualora si arrivasse ad una anticipazione elettorale, dove sarebbero indispensabile fare delle primarie per  la candidatura alla guida del governo.

Questa strana situazione ha una sola soluzione: sia Renzi che Berlusconi sono legati dalle difficoltà che hanno all’interno dei rispettivi partiti: Il primo deve fare continuamente i conti tra maggioranza bulgara nel partito e enormi difficoltà in Parlamento, il secondo ha, in primis il problema degli anni che passano, poi ci sono sempre i processi.

Gli osservatori polittici, in questi ultimi giorni, accennano ad un eventuale ricorso anticipato alle urne: secondo me direi che le elezioni anticipate sono ormai inevitabili. Siamo giunti allo showdown nello sviluppo del “patto del Nazareno”. Si stanno giocando, infatti, le ultime mosse di una strategia che dovrebbe puntare al voto a marzo. Non avendo votato una nuova legge elettorale, gioco forza si andrà alle urne con il sistema proporzionale uscito dalla Consulta. Poi, una successiva “grande coalizione” sulla strada del “partito della nazione” che tanto piace a Renzi e Berlusconi e ad aggregati internazionali.

Non fatevi ingannare dalle sceneggiate in corso sulla scena politica italiana, tutte funzionali al disegno prima accennato, e dalle presunte contorsioni europee del nostro premier, anch’esse collegate ai poteri forti esterni all’Italia nemici dell’attuale Ue, in generale, e dell’Angela Merkel, in particolare. Ed è da parte di quei poteri che si vorrebbe, ad esempio, che il nostro Paese uscisse dall’euro per gravitare nell’area del dollaro con una svalutazione attorno al 30% che migliorerebbe, certo,il nostro alto debito pubblico, penalizzando i nostri creditori ed aiutando le nostre esportazioni.

Non sono un esperto di finanza per dirvi se questa soluzione sia realmente la migliore, ma chi la sostiene afferma che, comunque, il solo minacciarla spaventerebbe la Germania che finirebbe per fare concessioni. Di certo c’è che le fosche previsioni sul futuro nostro e dell’Europa, il drammatico combinato disposto recessione-depressione, la disoccupazione a livelli record per i giovani, le dichiarazioni del ministro dell’Economia Padoan, che ha paragonato l’attuale situazione addirittura a quella del ’29, e il rischio di violenza emerso anche ieri a Caserta durante il board della Banca Centrale Europea, tutto questo, compresa la decisione francese di sfidare l’Ue sforando il tetto del 3% (e Renzi ha solidarizzato), può preparare la strada a fatti clamorosi. E qualcuno potrebbe vedere la salvezza persino in un cambio euro-dollaro svalutato al 30%.

Non fatevi ingannare, siamo al solito gioco delle parti e di certo c’è che Silvio Berlusconi ha messo in atto una manovra, meglio supportare il “patto del Nazareno” e colpire gli alfaniani. Così sta reclutando vari senatori NCD, sarebbe giunto a quota 13, ma non per inserirli in Forza Italia. Farebbero un gruppo autonomo a Palazzo Madama, deciso per la maggioranza a sostegno del governo. Così l’ex-cavaliere avrebbe in mano le sorti dell’Esecutivo senza esporsi troppo e un’ulteriore garanzia che Renzi mantenga i patti. Ovviamente anche alcuni deputati alfaniani potrebbero fare lo stesso, pronti, come i suoi colleghi senatori, a sostituire ministri e sottosegretari Ncd.

Intanto la situazione italiana peggiora giorno dopo giorno e il nostro premier continua ad aprire fronti per portare avanti la sua strategia dell’”uomo solo al comando”, che spacca il Pd , crea problemi all’attuale Ue, se la prende con tutte quelle lobby e quelle corporazioni sgradite ai cittadini, talvolta persino con settori “graditi” dall’uomo della strada, come i militari e le forze dell’ordine, attacca miti della sinistra come la Cgil, l’art.18, già depotenziato dalla Fornero, e il padrone-nemico, sostituito dall’imprenditore che dev’essere anch’esso rappresentato dal Pd.

Secondo voi tutto questo, il “patto del Nazareno con i suoi segreti ( si fa per dire) e il “cinguettio” con Verdini dove possono portare se non – per iniziare – ad un voto anticipato visto che il partito di Renzi perde una marea di iscritti, ma vola ancora nei sondaggi ? Non mi pare difficile dare una risposta , anche se qualche incognita sul Renzi “ultima spiaggia” permane come vorrebbero dimostrare Diego Della Valle e le ripetute voci su un’accoppiata governatore della Banca d’Italia a Palazzo Chigi- governatore della BCE al Quirinale.

Chi vivrà vedrà.