GLI ESPERTI DI HARVARD: ECCO GLI ERRORI ANTICOVID NELLE MISURE ITALIANE E’UN DURO ATTO D’ACCUSA (mentre Sala lancia governo costituzionale)

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Qualcuno dice che io ce l’abbia con il Presidente Conte, solo per antipatia personale o per partito preso: detto tra di noi, a me non è simpatico, ma, per correttezza professionale non mi permetterei di denigrarlo solo per dare sfogo alle mie antipatie, per questo cerco sempre di andare alla ricerca dei vari pareri, documentando quanto sostengo da sempre su un personaggio arrivato, non si sa bene da dove, al vertice del Paese, dove cerca di fare la sua malcelata fortuna su una disgrazia che ha investito il mondo intero, dimostrando, ogni giorno di più, la sua inadeguatezza e approfittando della cecità di chi lo ha voluto ad occupare quella poltrona.
“La storia mi giudicherà ” ha detto in Parlamento il premier Conte, ovviamente sostenendo di aver agito per il meglio, dunque positivamente, nell’affrontare il Covid-19. I ricercatori e gli esperti di Harvard, una delle più prestigiose università del mondo, hanno, però,anticipato la storia già giudicando l’operato del governo. E ne è emerso un giudizio fortemente negativo. Lo riassumo in poche battute: ha affrontato ostacoli “nel riconoscere l’entità delle minacce rappresentate dal Covid-19, nell’organizzare una risposta sistematica e nell’affrontare cosa fare dai primi successi ai fallimenti”: Si è registrato, quindi, “un fallimento sistematico nell’assorbire e nell’agire rapidamente in base alle informazioni esistenti”: ossia ” c’era l’esempio della Cina.” Il fatto è che “nell’inizio la minaccia non è stata considerata in modo adeguato”.
Mi fermo qui per amor di patria ed anche se ci possono essere nello studio-ricerca, pubblicato sulla importante rivista scientifica Harvard Business Rewiew, qualche eccesso critico, non si può non ricordare le cautele del premier, il suo insistere sulle gradualità delle misure, i suoi scontri, anche notturni,con il capo delegazione del Pd, il ministro Franceschini che voleva chiudere tutto come proponevano, invano, anche i governatori del Nord, primo fra tutti quello lombardo.
Questa impuntatura del premier per non allarmare troppo i cittadini, in realtà già ampiamente impauriti, il suo imporre Palazzo Chigi, facendo parlare autorevoli giornalisti di emergenza sanitaria che va in parallelo dell’emergenza democratica, ha reso impossibile la vera unità, anche se in extremis Conte, per intervento di Mattarella, è stato costretto a fare marcia indietro dopo il totalmente deludente intervento alla Camera, facendo, al Senato, un mezzo invito al’opposizione che, comunque, ha presentato molti emendamenti al decreto che stanzia 25 miliardi.
Inoltre, proprio al Senato, Matteo Renzi non ha risparmiato al premier una battuta critica e, soprattutto, ha proposto una commissione d’inchiesta su come è stata affrontata l’emergenza coronavirus. Ora il severo giudizio degli esperti e ricercatori, unito, ad esempio, alle critiche del grande farmacologo Silvio Garattini (“siamo arrivati tardi sul’epidemia, non arriviamo tardi sulla ripresa”) hanno portato fascine al fuoco innescato da Renzi che insiste, nonostante le risposte negative di chi non ha letto bene la sua intervista ad “Avvenire” sulla riapertura delle aziende chiuse per evitare di “passare dalla pandemia alla carestia.”
Ho l’impressione che nei prossimi giorni, su questi temi, compreso quello dell’esiguità degli stanziamenti governativi lamentato da sindaci e governatori regionali, si accentuerà lo scontro politico sia all’interno del governo, sia per le richieste di Lega e Fratelli d’Italia e ritengo cadrà nel vuoto l’appello di Berlusconi a sostenere, comunque, in questa fase drammatica il governo.
Nè sarà facile che i partiti accolgano l’invito del Capo dello Stato all’unità superando gli steccati maggioranza ed opposizione ed anche le frizioni interne ad un governo improvvisato e messo in piedi contro. Ossia contro Salvini e la sua tendenza ad essere l’uomo solo al comando. L’ideatore dell’Esecutivo oggi in campo con un premier inventato dai grillini e per un anno capace di approvare tutte le leggi volute da Salvini è stato proprio Renzi che, però, sta a metà nella maggioranza pur con due ministre e non certo in sintonia con il premier: il quale, a complicar le cose, offre l’impressione -e per alcuni anche qualcosa di più- di voler impersonare, anche lui, l’uomo solo al comando. Gli ultimi suoi decreti, annunciati di notte, senza possibilità che il Parlamento ne conoscesse i contenuti e proibendo le domande dei giornalisti, hanno aumentato questa convinzione dei suoi critici. Non a caso un ex-presidente della Camera, come Bertinotti, ha detto chiaramente che si sta andando verso un neo-autoritarismo.
In tempi di allarmi e di pericolo, in qualche caso di terrore, per la pandemia provocata dal coronavirus, il cittadino finisce per accettare tutto da chi è al potere perchè -come sostengono i psicoanalisti- “torna ad una forma regressiva e prepolitica e, se ne ha l’occasione resuscita una figura genitoriale, la proietta su una leadership e si attiene ai dettami di questa”. In sostanza i cittadini “sono portati a regredire -afferma la professoressa Costanza Jerusum- al rango di figli sotto un primo ministro che ci dice cosa si deve fare e introiettano tutti i nuovi ordini con uno zelo incredibile”.
E’ quello che avviene e porta Conte a livelli di accettazione impensabili: il 71% hanno testato sia Pagnoncelli che Diamanti, i quali , però, dicono che quando il pericolo cessa si torna alla normalità e, quindi, ognuno recupera la una dimensione critica e democratica e -come dice la Jesurum- ritorniamo “al tipo di psicologie che ha cresciuto la nostra storia culturale e politica: siamo italiani, siamo europei, abbiamo teorizzato e messo in pratica le democrazie parlamentari, ci siamo abituati a votare e decidere, e anche nei nostri microorganismi associativi: dalle scuole, ai condomini, alle famiglie abbiamo fatto tramontare i padri e siamo entrati in un regno dello scambio di pareri , delle discussioni interne delle nostre scelte:” In questa ritrovata cittadinanza , aggiungo io, come si può accettare l’uomo solo al comando. Fossi Conte farei un pensiero al modo di uscirne prima che parta, dopo le ferie ha detto Renzi, una commissione di inchiesta con giornali di estrema destra che hanno evocato una nuova Norimberga, mentre un sostenitore dell’attuale maggioranza come il sindaco di Milano Giuseppe Sala propone una nuova Costituzione ed un governo di tutti per prepararla, ricordando addirittura Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio di un governo dove erano presenti tutti i partiti. E , guarda caso, Berlusconi, sulla scia di Renzi e sulla scorta degli elogi di Macron alle proposte dell’ex-presidente della BCE, propone Draghi a Palazzo Chigi per risollevare l’Italia dalla recessione.