Grazie ai soldi degli immigrati Porto Pozzo evita di sprofondare

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Non posso crederci, eppure la notizia era già apparsa qualche tempo fa, allora l’avevo presa così come una bouttade messa lì per qualche credulone, raccolta da un cronista in giornate di stanca, una di quelle dove non accade nulla ma rimane l’esigenza di riempire quello spazio che la redazione esigente pretende. No, non era così. Allora avevo sorriso, figurarsi, adesso c’è bisogno dell’immigrazione per riparare le buche delle strade cittadine: roba da ridere. Infatti per qualche mese non se ne è sentito parlare, è di ieri la notizia, corredata con tanto di lunga dichiarazione ufficiale: “Santa Teresa, contributi per i migranti reinvestiti in opere pubbliche”. Attenzione, nessuno vuol togliere nulla ai migranti: chiariamo, quei quattrini sono il premio dell’accoglienza concesso ai “comuni virtuosi” che hanno permesso a qualche struttura volontaria con spiccata propensione alla beneficienza, di accogliere coloro che scappano dalla guerra e dalle sue brutture.
Una di queste strutture con vocazione benefica si trova a Porto Pozzo, frazione di Santa Teresa Gallura, frazione che, da qualche dato ricavato da un sito web, avrebbe 258 abitanti, di cui 136 maschi ed i rimanenti, 122 femmine (“novantotto individui celibi o nubili (cinquantotto celibi e quaranta nubili) , centoventi individui coniugati o separati di fatto, e undici individui separati legalmente, oltre a sette divorziati e ventidue vedovi”).
Quando arrivarono i primi immigrati, tutti giovani che, almeno nelle apparenze nulla aveva dei segni lasciati dalle sofferenza di una guerra, ci fu qualche lieve protesta ma, nulla di che, sarebbero dovuti essere circa ottanta e, la prima considerazione dei protestatari fu dettata dalla sproporzione tra numero abitanti residenti e ospiti, ma, tutto si fermò li e nulla successe, salvo qualche piccolissima scaramuccia di protesta da parte di questi nuovi ospiti, e nulla successe quando gli ottanta divennero centoventi e poi superarono i duecento. I pozzesi sono gente mite ed accogliente e nulla hanno trovato da ridire anche se erano ben coscienti che era stato superato abbondantemente la soglia della compatibilità residenti ospiti. Ma, mi ripeto, i residenti sono gente mite ed ospitale,non si aspettavano ne encomi ne premi. Invece, la magnanimità di Renzi ha voluto premiarli con ben centomila euro (500 euro per ogni migrante presente nella comunità). Uno pensa: “è arrivato un premio, siamo stati bravi, ora ci fanno un palazzetto dello sport, una piscina, un campo sportivo, un bellissimo campo giochi per i duecento quarantacinque ragazzi in età scolare, sempre residenti nella piccola e graziosa frazioncina di Santa Teresa Gallura”.
No, le cose sono andate diversamente. Annuncio del Sindaco, testuali parole: quei soldi piovuti dal cielo saranno utilizzati per “«Gli interventi di messa in sicurezza di alcune zone – spiega il sindaco Stefano Pisciottu -, la pavimentazione dei marciapiedi nel tratto della statale che da Santa Teresa si collega all’ingresso della frazione e la riqualificazione del parco giochi, sono stati concordati con l’associazione Cittadini di Porto Pozzo. Con la somma non riusciamo a ultimare gli interventi necessari per questo tratto di strada, servirà un ulteriore finanziamento, che l’amministrazione intende reperire» (fonte, La Nuova Sardegna)”.
Vien da dire: meno male che ci sono gli immigrati e, meno male che c’è stato un referendum che ha permesso a Renzi di poter, in qualche modo, essere magnanimo, altrimenti Porto Pozzo sprofondava nelle sue stesse buche.
E’ assurdo. Una amministrazione lascia andare in degrado alcune opere primarie come le strade ed aspetta che arrivino dei finanziamenti, a dir poco, strani, per riparare quello che dovrebbe essere di routine. Evvia, se devi, fallo, ma almeno si salvi il pudore di non esporlo come vanto. Cosa pensano gli abitanti della Ficaccia, di Capotesta o di altre frazioni? E, San Pasquale? Cosa fanno, chiedono che gli mandino un paio di cento immigrati per ogni insediamento per poter ottenere che le loro strade siano sistemate? Oppure devono considerarsi di una serie inferiore a Porto pozzo solo perché da loro non vi è stata nessuna “struttura benefica” dedita all’accoglienza?
Fermiamoci senza nulla aggiungere, rimaniamo ognuno nelle nostre personali considerazioni in religiosa riflessione pensando al tempo passa portando il futuro al presente, quando arriverà il momento della resa dei conti.