I “CASTRONISTI” DELLA POLITICA

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Guardando le prime pagine dei quotidiani italiani e non, mi è venuto spontaneo pensare alle varie castronerie buttate li non a caso. Non vi è dubbio che la politica la fa da padrona, quindi, perché non fare una classifica?

Come sbagliare per il primo posto?

Matteo Renzi: Segretario del PD eletto attraverso quelle primarie il cui risultato lo stiamo apprezzando proprio in questi giorni; Premier per autonomina, a prescindere dalla volontà popolare, si appropria del potere su elezioni vinte da Bersani. Uomo dalle tante “bufale” espresse attraverso chiacchiere vaghe e prive di fondamento.  Il primo posto in classifica se lo è meritato tutto quando, per l’ennesima volta ci ha annunciato, con piglio quasi mussoliniano, l’apertura dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.

Al secondo posto, oggi, obbligatoriamente, dobbiamo mettere la onorevole Michaela Biancofiore, pasionaria ‘fondamentalista berlusconiana’, come lei stessa si definisce, di origine pugliese-roman-altoatesina, esprime alta preoccupazione per la possibilità che una consistente fetta di profughi/clandestini, tutti maschi giovani e con gli ormoni in subbuglio, superino il Passo del Brennero e, attraverso le valli dell’Alto Adige arrivino a Bolzano ad insidiare “le giovani belle, bionde, eteree, religiosissime” altoatesine. Occhio, stia attenta, è bionda.

Il terzo posto lo farei occupare al principe del foro, nonché professore, ex parlamentare, Carlo Taormina. Il celebre avvocato, da un po di tempo, si lascia andare con dichiarazioni che definire un pò avanzate sarebbe un eufemismo. Questa volta,  stuzzicato dal giornalista Giuseppe Cruciani, di Radio 24, è entrato a gamba tesa sul mondo gay. Nelle sue elucubrazioni Carlo Taormina alla Zanzara ha detto: “Riconosco un frocio dai movimenti, come i delinquenti” e prosegue: “I gay sono difettati, nascono con un difetto fisico”. E attacca: “Mi danno fastidio fisico”. Non so a voi, a me è lui che fisicamente mi inibisce, mi fa provare uno stato di ripulsa, non solo per li dichiarazioni sopra riportate, ma, sempre e comunque.

Il quarto posto, in sicura ascesa, è riservato al deputato di Scelta Civica On. Gianfranco Alibrandi, posto assicurato per le autentiche idiozie che esprime tanto appassionatamente verso chi ha dovuto reagire a rapine e violenze subite entro la sua proprietà e spesso dentro la propria abitazione.

Il personaggio si qualifica da solo per la sua appartenenza politica in quell’area liberal-montiana di triste memoria. In effetti, la colpa non è tutta sua, nella responsabilità di averlo in Parlamento vi è una alta partecipazione di chi lo vota. Tra lui e l’On Razzi, noto disacculturato, il divario è breve e questo la dice tutta.

Quinto, con un ex-aequo, Barak Obama. Chi si sarebbe aspettato dal presidente della più grande potenza del mondo, dichiarazioni così aperte su argomenti di estrema delicatezza internazionale. Ebbene, in una intervista ‘a tutto campo’, il presidente USA si è, come si suol dire, lasciato andare: …alcuni alleati americani nel Golfo Persico, e in Europa, sono degli “scrocconi che mi infastidiscono”, Tra questi Paesi inserisce l’Arabia Saudita, ma anche la Francia e il Regno Unito desiderosi, secondo lui,di trascinare gli Stati Uniti in conflitti settari, come è avvenuto nella Libia di Gheddafi. “L’abitudine degli ultimi decenni in queste circostanze è spingerci ad agire, ma poi mostrano una mancanza di volontà di mettersi in gioco. Sono scrocconi”. Il riferimento a Cameron e Sarkoz è puramente casuale: di quest’ultimo aggiunge “ che voleva vantarsi di tutti gli aerei abbattuti nella campagna, nonostante il fatto che avessimo distrutto noi tutte le difese aeree”.

L’ex-aequo lo diamo a Giorgio Napolitano, si, l’ex Presidente della nostra Repubblica, colui che inneggiò alle truppe russe che invasero l’Ungheria. Sono passati tanti anni da allora, così come vi sono stati ripensamenti sul suo pensiero di allora. Ora, invece, sembra tornato ai vecchi albori. Che sia la sindrome del novantenne? Leggiamo le sue dichiarazioni dopo l’informativa sulla Libia del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, “Dare l’illusione che non ci sia nel futuro del nostro Paese la possibilità di interventi militari in un mondo in ebollizione – osserva il senatore a vita – sarebbe come ingannare l’opinione pubblica e sollecitare un pacifismo di vecchissimo stampo che non ha ragione di essere nel mondo di oggi”. Napolitano si augura che in attesa di capire se si formerà un governo legittimo in Libia, è necessario evitare equivoci e “ci si prepari a quel che bisogna fare nei nostri limiti, in Libia e altrove”. Non è un Napolitano “guerrafondaio”, ma sicuramente neanche pacifista.

Chiedo scusa a chi mi legge, forse mi sono fatto prendere la mano, credo che chi scrive di politica in questo periodo, debba ogni tanto lasciarsi andare, purtroppo stiamo assistendo a delle grandi sceneggiate, prenderla nel faceto serve a strappare un sorriso seppur amaro.