I POTERI FORTI PREPARANO RIVOLUZIONE DELLA POLITICA : REPUBBLICA PRESIDENZIALE E DRAGHI AL SUPER-QUIRINALE

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Mentre sto scrivendo è in corso un vertice di questa pseudo maggioranza di un governo inesistente che oltre agli insulti a Salvini poco altro sa fare. Ma, andiamo a vedere la situazione ed i suoi eventuali sviluppi, ammesso che ve ne possano essere.
Zingaretti, nella sua lungimiranza, si sposta a sinistra con Prodi che vuole il ricambio dei dirigenti e Gualtieri e di non perdere i moderati. L’ex-ministro forzista Brunetta vede un governo presieduto da Giorgetti con dentro anche Renzi, mentre Calenda rilancia il Terzo Polo, aprendo a Gori sindaco dem di Bergamo e Carfagna big campana di Forza Italia. Dario Franceschini, capo delegazione Pd nel governo, è convinto che siamo al bipolarismo tra Pd-5 Stelle e la destra salviniana, mentre Silvio Berlusconi sostiene che senza Forza Italia il centrodestra perde. E per finire i grillini rinviano il loro congresso (chiamato in altro modo ma sempre quello è) perchè non sanno quel che fare e che Di Maio pare stia preparando la riscossa anti-Conte ed anti-alleanza strategica con il Pd.
Potrei proseguire con questi esempi che dimostrano una dura realtà: siamo al caos della politica italiana e, mentre gran parte degli attuali protagonisti, compreso il premier ormai diventato super-progressista, pensando anche al futuro, si agitano, dichiarano, polemizzano, spesso si insultano, i veri poteri forti, italiani ed internazionali, preoccupati da questo insopportabile spettacolo preparano una vera e propria rivoluzione istituzionale: repubblica presidenziale (non è un caso che Salvini stia predisponendo una raccolta di firme per proporre l’elezione diretta del Presidente della Repubblica), Mario Draghi al super-Quirinale e bis di quello che venne fatto in Francia con la vittoria di Macron, qui da noi un grande centro forse anche alleato con una sinistra moderata o una riedizione moderna e socialmente avanzata della DC alleata con i liberaldemocratici.
Fantapolitica? Credo proprio di no perchè tutto indica che si stia seguendo questa strada anche per evitare che, alla fine, spunti di nuovo un big-imprenditore che segua le orme di Silvio Berlusconi, mettiamo un Cairo.
La prima mossa è venuta -guarda caso- proprio da chi è strettamente collegato con poteri forti americani (e non solo) che lo invitano spesso a fare conferenze ben pagate, ossia Matteo Renzi che determina una scissione nel Pd, pur lasciando tra i dem non pochi parlamentari, compreso il presidente dei senatori ed un ministro della Difesa, creando Italia Viva. Di seguito ecco Calenda (che fa finta di litigare con l’ex-premier), il quale insieme all’ex-portavoce di Renzi Richetti, uscito per primo dal Pd , fonda Azione e, poi, ricuce con i renziani nel costituendo Terzo Polo al quale si collega più-Europa . Non dimentichiamo che Calenda è stato anche segretario generale della Confindustria, i cui residenti regionali di Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria ed Emilia-Romagna hanno assunto un’iniziativa riservata per incidere sulla politica, delusi come sono anche di Salvini. Aggiungete le dichiarazioni, ripetute, in Tv da Della Valle (un tempo aveva fondato anche un partito) sulla volontà di un gruppo di imprenditori di destinare una parte degli utili ad aiutare la crescita, creando lavoro, visto che la politica fa ben poco. Nè è da sottovalutare quel che hanno fatto Del Vecchio, diminuendo in una sua fabbrica l’orario di lavoro a parità di salario sì da assumere nuovi 15 mila dipendenti o la decisione di FCA di inserire nel cda un rappresentante dei lavoratori, due esempi, questi, che richiamano l’insegnamento di Adriano Olivetti.
Ultimo tassello, questo politico, il resoconto apparso domenica scorsa sul quotidiano dei Vescovi italiani “Avvenire” di una riunione tenutasi il giorno prima a Milano da Politica Insieme ed altre organizzazioni cattoliche per dar vita ad un movimento politico cattolico “aperto a credenti e non credenti”, e tale da dire no al centrodestra guidato da Salvini ed al Pd, aperto invece ad una coalizione che, dunque, non può che essere di centro.
A dare una mano a questa impostazione, pur forse senza volerlo, e magari nell’illusione di essere lui il beneficiario di una tale riforma istituzionale, ecco Matteo Salvini che ha avviato la raccolta di firme per l’elezione diretta del Capo dello Stato. Intendiamoci: in politica tutto è possibile, anche che il leader della Lega faccia parte di questa strategia dei poteri forte (dei quali fa parte anche Putin..). E chissà che nel futuro con la Repubblica Presidenziale potremmo vedere anche un premier tipo Giorgetti ed i due Matteo nella stessa cordata. A russi ed americani interessa, soprattutto, che la portaerei europea “Italia” sul Mediterraneo, sia stabile, affidabile e non in preda ad un caos provocato da politici improvvisati o ben lontani dai leader d’un tempo.