IL CAPOLAVORO DI MATTARELLA, DRAGHI E QUALCHE ALTRO

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Se devo essere sincero ho provato una certa delusione, a caldo quei nomi snocciolati così con tono quasi impersonale mi hanno dato la sensazione che neppure chi li stava pronunciando fosse totalmente convinto di ciò che li stava chiamando a fare, i ministri della nostra Repubblica, eppure era il nuovo Presidente del Consiglio, colui sul quale una considerevole maggioranza degli italiani hanno riposto la loro fiducia per una vera rinascita del Paese: Di Maio, Speranza,Guerini, Brunetta, Franceschini, Gelmini, tutti nomi triti e ritriti. Un momento, rifletti fai un esame, cerca una logica, trova nel complesso un’idea di questo presidente che parla poco, cerca di capire tutto lo spazio che ha lasciato alla vecchia politica, leggi i ministeri, calmati, dai un senso a quelle nomine: Esteri – Di Maio ma non avevamo sentito da tutti gli osservatori che la figura di Draghi primeggiava più all’estero che nel nostro stesso Paese? Poi, un piccolo premio glielo vogliamo dare al ragazzo? In fondo il suo lavoro sotto traccia non è stato quello da far rimangiare a Grillo l’anti europeismo?

Partendo da questo presupposto quella sfilza di nomi assumono tutto un altro aspetto: approfondiamo e, cosa andiamo a trovare? Otto ministri tecnici sui quali, pur andando a cercare il pelo nell’uovo, nulla da dire, precedenti impeccabili, curriculum di tutto rispetto, di fiducia del Presidente tutti coscienti che nei prossimi mesi dovranno affrontare problemi scomodi per i quali saranno severamente giudicati, questo governo viene fuori proprio per garantire quella vagonata di miliardi che l’Europa ha deciso di dare con la premessa che vengano utilizzati per delle riforme vere. Ecco il discorso che si allarga vediamo di fare un po di conti, ai ministri della vecchia politica cosa è stato dato? Se li mettessimo tutti insieme con una denominazione comune potremmo ben chiamarli per “Gli Affari Correnti”: Per gli Esteri abbiamo detto che la politica estera la fa Draghi in prima persona, non tanto per accaparramento di posizione quanto per scelta degli interlocutori; Difesa: nessuna riforma da attuare, i nostri militari conoscono già molto bene il loro mestiere. A esaminare singolarmente ognuno, ci troviamo subito di fronte che il nostro nuovo Presidente ha messo i nuovi ministri tecnici nei punti chiave dove dovranno essere fatte le riforme, a valutare in soldoni, gira che ti rigira, dei duecento e poco più miliardi dei Recovery Fund che dovrebbero arrivare a nostro Paese solo pochi spicci arrivano al cumulo dei ministri politici, il resto ai tecnici.

Una furbata Quella del Presidente? Assolutamente no: capacità di analisi, previsione, programmazione, calcolo: l’improvvisazione in economia non esiste, ecco dove viene fuori Mario Draghi; vuole tutti nel suo Governo, non può permettersi sorprese in Parlamento, i vecchi nemici hanno dovuto firmare una tregua, non possono sorgere contraddizioni, la pandemia, lo stato economico del Paese, la crisi della politica non lo consente, bisogna navigare con la bonaccia, nessun contrasto per ora bisogna lavorare con serietà perché ai nipoti se non ai figli, venga lasciato un Paese nuovo, migliore dell’attuale, un Paese che smetta di essere cicala e torni con coscienza ad essere formica. 

Questa è l’analisi che mi è apparsa, costringendomi a rivedere la mia delusione iniziale. Pur non essendo un ottimista questa volta non riesco a vedere il peggio, penso positivo perché credo in alcuni uomini, credo in coloro che hanno fatto tanto per arrivare a questa svolta: mi viene in mente tutta l’azione di Berlusconi e Renzi per arrivare a quel tanto vituperato “Patto del Nazareno”: Il Vecchio e il giovane, protagonisti di un lavoro certosino, poco apprezzato, anzi, combattuto da un fronte unico di poco capaci, da una stampa faziosa più per incapacità di vedute che per lungimiranza, da coloro che mascherano la loro incapacità attraverso l’odio o l’invidia, coloro che del Paese non hanno alcun interesse e che il loro mestiere principale è la denigrazione.

Buon lavoro Presidente Draghi, Buon lavoro Governo

BT