IL DILEMMA BERLUSCONI

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Non so se Berlusconi, alla fine deciderà di  scendere in campo o meno e, sinceramente la cosa mi lascia totalmente indifferente, di una cosa invece sono certo, con Monti sia le famiglie che le imprese italiane hanno peggiorato la loro situazione e di questo non vi è alcun dubbio. Berlusconi possiede la panacea per risolvere questo stato di fatto? Nessuno può dire: per quel che mi riguarda, ritengo sia molto difficile. Devo però constatare che Monti ha fallito. Un governo tecnico sostenuto da circa quattro quinti del Parlamento, non è riuscito ad incidere come tutti noi ci aspettavamo. E’ pur vero che oggi ci presentiamo diversamente ai nostri partners europei, ma, senza nulla togliere al prestigio di Monti, una buona mano gliela data la maggioranza quasi bulgara che lo sosteneva, inoltre vi è da considerare il cambiamento di clima che si è stabilizzato in Europa: la signora Merkel è sempre abbastanza forte, ma anche lei deve rispondere al proprio elettorato che sarà chiamato a decidere se riconfermarla o cambiare, tanto più che anche dalle sue parti si comincia a sentire una brezza di rallentamento economico.

Torniamo alle cose di casa nostra. Ormai ci troviamo di fronte tutte le nostre responsabilità: fra tre o quattro mesi dovremo andare ad esprimere il nostro voto: a sinistra Bersani, sicuro della sua vittoria almeno quanto lo era il suo omologo Occhetto una ventina di anni or sono, va avanti in coppia con Vendola e forse anche con Di Pietro; compito degli altri partiti è quello di ostacolargli la vittoria: vediamo chi può fermare questa corsa: l’ UDC di Casini con il suo centro? Cerchiamo di essere obiettivi, il centro, lo abbiamo imparato nelle elementari è quel piccolo nucleo, quel puntino che è equidistante dalla circonferenza e dal quale possono partire dei raggi che vanno ad occupare l’area del cerchio. In teoria sembrerebbe che tutto si diparte da esso, poi, in effetti, quei raggi vanno a determinare un’area la quale, dal loro distanziarsi fra loro si avrà una maggiore o minore occupazione di quell’area. Il puntino rimane li, al centro e, finchè rimane quello che è e non va ad occupare spazio attraverso i raggi, pur essendo importante, non sarà mai in grado di contrastare alcunché. Trascuro quei micro satelliti che gli girano attorno i quali addirittura vorrebbero andare ad occupare il puntino, inserendosi in qualche modo con la fantasia di ingrandire quel piccolo nucleo. Passiamo alla Lega: nei tempi d’oro della coalizione di centro- destra, ottenne il suo massimo splendore raggiungendo a malapena una percentuale a due cifre. Ora chi pensa che la vicenda Bossi non abbia recato danni di presenza si illude, sarei propenso a pensare che gli andrebbe bene se riuscisse a mantenere almeno il sessanta per cento del suo elettorato. A questo punto ci rimane il PdL: sfido chiunque a dimostrarmi che possa essere Alfano a smuovere quel quaranta per cento di voti che si sono collocato nell’area dell’astensione o che possano farlo coloro che lo attorniano, ed allora, cosa rimane? Berlusconi.

Chi ha interesse a che l’Italia non debba cedere ad una sinistra incerta è ovvio che si preoccupi, molti avevano sperato ed ancora sperano in uno spiraglio Monti, non quello attuale ma un Monti politico, all’interno o alla guida di uno schieramento moderato ed anche rispettoso della cultura cattolica, ma questo ancora non appare, pertanto, vista la grave carenza di uomini leader, la scesa in campo di Berlusconi, pur turandosi il naso, potrebbe essere la soluzione del meno peggio.

Certo la soluzione migliore sarebbe se nel PdL, tutti si mettessero  a remare nella stessa direzione, quel che è rimasto del Partito rimanesse compatto, Berlusconi lasciasse perdere le mire governative e si dedicasse a reclutare consensi guidando e rifondando il partito, nel contempo intraprendere una iniziativa indirizzata verso Monti o altro da indicare per la guida di un governo di moderati che si presenti con un programma di rigore ma anche e soprattutto di sviluppo non solo economico ma anche sociale, che si proponga di riportare il Paese nella giusta direzione, nel rispetto di tutte le Istituzioni che vivono nel rispetto del loro ruolo, riformando quelle che credono di poter occupare spazi che non gli competono.

La speranza è che ci sia ancora qualcuno che voglia pensare a questo nostro bel Paese collocandolo al di sopra di ogni interesse personale o di gruppo.

Oggi diventa indispensabile trovare la figura giusta, sia essa Berlusconi o chi altri, che abbia la capacità di competere con Bersani ma che, più che altro, riesca a muovere quella massa che ha deciso sino ad oggi di rimanere a guardare, in parte sfiduciata da quella classe politica che malgrado i brutti tempi che corrono, non è riuscita a compiere neppure qualche piccolo sacrificio personale.

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