IL MATTEO RENZI DICE UNA COSA NE FA UN’ALTRA , CIOE’ ESSERE IL MACRON ITALIANO

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Ho sempre sostenuto che Matteo Renzi era ormai uno dei pochi che interpretavano la politica, quella vera, quella che dettava scuola non solo nel nostro Paese, quella che ci aveva reso visibili e rispettati non solo nel nostro continente ma anche in quei luoghi dove pochi erano ben visti come noi. Basti pensare che pure un periodo di guerra fredda l’Italia godeva, almeno in taluni settori, financo l’Unione Sovietica. Ebbene, varie circostanze mi avevano indirizzato in tal senso, e ritenevo che tale conferma stesse per arrivare a quel traguardo anche a breve scadenza, poi, una specie di doccia fredda: c’è chi ancora sostiene che certi atteggiamenti altro non sono che “strategia”, sta di fatto che se si devono seguire le parole  -in politica sono fondamentali-, ciò che dice nella lettera odierna a Repubblica per il dibattito “La nuova via progressista” ha commesso, a mio avviso, un grave errore politico. Il più marcato è fare un inno alla sinistra che a nominarla fa solo perdere voti perché rievoca personaggi in maggioranza ex-comunisti, buona parte inconcludenti come certifica un esponente socialista come il vice-presidente della Commissione UE ed ex-premier belga Frans Timmermans che più volte ha detto che in Europa ed in Italia la maggioranza è moderata e non accetta la sinistra spesso eccessiva.

Ora sostenere, come ha fatto nella lettera. che “contro i populismi la sinistra vince al centro.”, citando l’esempio di Biden, a mi avviso, significa non aver compreso la lezione che lo portò a perdere, come segretario Pd e premier, oltre il 20% di voti moderati, ottenuti nelle “europee” per aver portato i dem nelle braccia del socialismo europeo, ossia a sinistra.

Prendere come esempio ciò che è successo negli usa e farne paragone con il nostro Paese mi sembra quanto mai azzardato: intanto Biden fa parte di un certo schieramento che definirlo di sinistra, quella come la nostra Lui è un cattolico democratico come era lo stesso Renzi democristiano con tanto di tessera, la controprova la ha avuta proprio in quelle elezioni che lo vide sconfitto in malo modo.

Eravamo in molti convinti del passo avanti lo stava facendo nel momento della fondazione di Italia Viva era convinzione di molti che quel salto lo portasse, anzi lo avesse fatto come suo riferimento al “riformismo”, altrimenti che senso aveva quella scissione? Tenendo presente che se quel suo ragionamento originario avesse un senso, il controsenso era proprio inutile visto che i dem una scissione l’avevano già subita nel momento che, proprio quell’ala sinistra che si era spostata ritenendo la posizione dem abbastanza morbida in quella direzione. No, lui, se come pare improbabile, non avrebbe lasciato i dem  solo per antipatie personali bensì, almeno così sembrava, per andare ad occupare quello spazio moderato che di giorno in giorno si stava rendendo libero per spostarsi verso quella destra che è avanzata proprio grazie alla rinuncia di quel centro moderato che prima era DC e poi aveva individuato in Berlusconi la propria salvezza.

Quella lettera pone delle domande che facciamo prima di tutti a noi stessi: ci chiediamo appunto dove siano finite le critiche a Conte ed al governo se addirittura l’ex-premier , ha scritto: “il nostro è stato un capolavoro tattico che ha permesso all’Italia di governare la pandemia con un esecutivo che si fidasse della scienza e del buon senso e non seguisse le farnetiche assurdità dei populisti.” ?

 Sono parole indelebili e sono assurde perché la cronaca che sta lentamente diventando storia dimostra il contrario come sa bene lo stesso Renzi quando sottolineava le gravi carenze del governo proprio nell’affrontare la pandemia ad iniziare dalla scuola per l’incapacità della ministra Azzolina che Italia Viva voleva mandare a casa.

 E vada pure il senatore fiorentino raccontare la bravura del Conte-2 alle partite Iva senza ristorni, a chi ha chiuso negozi, bar ristoranti, alberghi , a chi ha perso il lavoro, ai 5 milioni di  italiani che, secondo il Censis non riescono a mettere insieme colazione e cena, ai 600 mila cittadini che negli ultimi mesi si sono aggiunti a quelli che erano in povertà. E potrei continuare , purtroppo, con l’elenco, aggiungo solo il vero e proprio delitto commesso nel non attingere a giugno al Mes che ci avrebbe salvato in questa seconda terribile ondata con altri morti che, in parte, potevano essere evitati, soprattutto quelli deceduti non per il Covid, anche se spesso, inseriti in quell’elenco, ma per infarto ed altre malattie del cuore per mancanza di cure come testimoniamo i cardiologi.

Renzi, bontà sua, dopo aver detto le sue sciocchezze, ed uso un eufemismo, ha ammesso: “oggi, però, questo non basta….c’è bisogno di uno sguardo diverso e più profondo sul mondo. Se come dice Barber il rischio è quello di una sfida finale tra democrazia-liberale e populismo l’Italia deve esserci con forza ,senza paura di sporcarsi le mani”. Quindi una conclusione alla renziana ( dici una cosa per farne un’altra ed esserci anche tu): “toccherà a Conte, Zingaretti e agli altri leader se essere protagonisti della nuova pagina che la vittoria del presidente Biden apre anche per l’Italia e per l’Europa: oppure se passare il tempo che ci separa dall’elezione del successore di Mattarella in uno stanco litigio quotidiano senza visione.” Se al posto di Conte mettete Draghi e, nella maggioranza parlamentare Berlusconi ecco fotografato il terremoto politico al quale anche Renzi sta collaborando. Di fatto un centro-sinistra vecchia maniera che, in previsione del ritiro annunciato tra un anno della Merkel, per l’Unione Europea ed al suo leader guarda a Macron, vecchia idea renziana rilanciata oggi su “La Repubblica”. Chissà se ,ancora una volta, il Matteo fiorentino, nel fare scintille e ammantarsi di equivoci, avrà anticipato i tempi.