IL SUPER-GIUSTIZIALISMO DI UN AVVOCATO E UN GIURISTA (ministro della giustizia e premier) CHE IGNORANO LA COSTITUZIONE

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Nel tepore di questa anticipatissima primavera, è quanto mai bollente il clima politico, in particolare in quella maggioranza che pian piano si sta assottigliando anche in Parlamento oltre che nel Paese reale. Si tornerà a parlare con serietà dei grandi problemi dell’Italia ora che Salvini andrà a processo, e non certo per merito dei pentastellati e dem, che hanno tentavano di coprire le loro crisi interne, e la quasi impossibilità di stare insieme con i mezzucci degli argomenti pretestuosi come l’occupazione dei media con le bizze di Morgan, il coronavirus, e lo stesso dibattito su Salvini? Ora il campo è sgombro, il cielo è terso, pensare che improvvisamente si è ripulito anche della seconda Compagnia aerea italiana, la Airitaly, messa in liquidazione, con il sistema aumm-aumm, in un’ora di riunione di assemblea straordinaria, con una ministra Micheli che nulla sapeva e nulla poteva fare. Ora si può ben parlare dell’allucinante vicenda di una riforma -quella sulla prescrizione- criticata duramente da tutti gli avvocati italiani e dalla maggioranza dei magistrati (l’ultimo è stato il presidente uscente della Corte di Appello di Roma) rivela il super-giustizialismo del ministro Bonafede e del premier Conte: che la norma vollero come emblema grillino. Ma c’è di più: il primo, avvocato e, quindi, si suppone, con una certa esperienza di codici e diritti costituzionali, il secondo addirittura docente universitario in una Facoltà di giurisprudenza, dunque giurista non si sono affatto preoccupati dei profili di incostituzionalità che in molti esperti hanno visto su quella riforma tantoché su essa è pendente un ricorso alla Corte Costituzionale: che -ecco un’altra circostanza clamorosa- ha dichiarato incostituzionale una parte di un’altra legge, fiore all’occhiello dei due aspiranti statisti, ossia il famoso “spazzacorrotti” , la cui approvazione fu salutata dal premier Conte e da entusiasmate manifestazioni del vice-presidente del Consiglio Di Maio e dal ministro Bonafede, i tre big allora in maggioranza con la Lega
Ora vi pare possibile che un giurista che insegna ai giovani il diritto, ed un avvocato che lavora nei tribunali non sappiano che non stanno rispettando i diritti costituzionali dei cittadini e c’è voluto una sentenza della Consulta per riparare i danni fatti?
Non ci venga Bonafede a dire, come ha fatto, che è stato solo un fatto interpretativo perché allora dovrebbe spiegarci perchè hanno respinto l’emendamento del forzista Costa, lo stesso che vuol eliminare la riforma sulla prescrizione, il quale rimediava proprio alla mancanza di costituzionalità dello”spazzacorrotti” per la retroattività del divieto di misure alternative al carcere per i reati contro la Pubblica Amministrazione sotto i 4 anni di condanna. Ora dalla galera usciranno alcuni ingiustamente detenuti e quasi certamente faranno causa allo Stato. Sta valutando questa azione anche l’ex-presidente della Lombardia Formigoni costretto al carcere a 7 anni il 22 febbraio dell’ anno scorso ed ora ai domiciliari.
Fu il supergiustizialismo grillino (non dimentichiamo che Conte premier era stato indicato dai pentastellati proprio su segnalazione di Bonafede, che esercita l’avvocatura a Firenze dove insegna il giurista indicato agli inizi come ministro) a far commettere un errore che uno studente di legge al primo anno avrebbe evitato.
Oggi il premier, sempre più preoccupato per la tenuta del suo governo e sempre più infuriato con Matteo Renzi perchè coerentemente dice no alla riforma sulla prescrizione, cerca di mediare, ma Bonafede non molla. Addirittura ha cambiato il lodo Conte-bis (del parlamentare di Leu), il cui testo ha fatto sobbalzare i dem e Leu che hanno definito irricevibile la nuova elaborazione già respinta da Italia Viva, al punto che il presidente dei senatori Marcucci ha presentato un suo Lodo con la prescrizione che si blocca dopo il secondo grado di giudizio sia per i condannati che per gli assolti. La formula incontrerebbe i favori anche dei renziani, ma Bonafede, che guida anche i ministri grillini, ha risposto picche. Al momento ancora non si sa se al Consiglio dei ministri si parlerà di riforma del processo penale con annessa prescrizione o si rinvierà tutto anche perchè i renziani sarebbero assenti alla riunione.
Ma, alla fine, non è che sono i pentastellati a volere la crisi, considerando che con il 14-15% che i sondaggi attribuiscono a loro potrebbero ritrovare lo smalto che avevano stando all’opposizione?