IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI UN’OFFESA ALLA DEMOCRAZIA. DI MAIO PONE UN NUOVO ULTIMATUM: ORA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA O CRISI

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Lo dicono i più grandi costituzionalisti: “il taglio dei parlamentari è un vulnus alla democrazia se non si apportano in breve tempo i necessari correttivi con un nuovo regolamento delle Camere, una nuova legge elettorale, ridisegnando anche i collegi al Senato, riequilibrando le regioni danneggiate ed operando altri aggiustamenti che rendano il taglio accettabile”. Anche se appare eccessivo e demagogico se confrontato alla consistenza dei deputati dei maggiori Paesi europei, con i Senati che non sempre hanno il diritto a dare la fiducia al governo come voleva fare la famosa riforma Renzi bocciata dagli italiani, con il referendum. Referendum che ora si avrà anche per il taglio di deputati che ha avuto un plebiscito alla Camera sia per ricatto grillino: o la riforma passa o il governo va a casa, sia perchè l’opposizione aveva anch’esso proposto il taglio in passato. Ora, però, viene il difficile come ha scritto Massimo Franco sul “Corriere della Sera” perchè non sarà facile, ad esempio, varare una nuova legge elettorale e accettare, nel nuovo regolamento delle Camere, il “no” grillino al cambio di casacca politica, considerato che il presidente dei senatori dem Marcucci ha detto “mai”.
C’è, inoltre, chi come un magistrato di altissimo rilievo, oggi in pensione, cioè Carlo Nordio, che nell’editoriale sul “Il Messaggero” ha fatto una vera requisitoria contro il taglio. Leggete alcune frasi: “il Movimento 5 Stelle ha imposto ai suoi riluttanti alleati il gravoso e umiliante pedaggio della riduzione dei parlamentari. Gravoso perchè ne ridurrà la rappresentatività e persino le entrate…Ed umiliante perchè li ha costretti a ripudiare quell’indirizzo conservatore che si era manifestato nelle precedenti votazioni contrarie ..”. Ed ancora Nordio scrive di “un ostinato capriccio di Di Maio di cui nessuno capisce la ragione, perchè i soldi risparmiati saranno pochi e i problemi sollevati saranno molti.” Ed un altro commentatore dello stesso giornale rileva “in una Repubblica parlamentare quando si toccano gli equilibri alla Camera si incide sulla democrazia.”. E quanto alle Camere sapete che in Germania il Bundestag ha 709 parlamentari, in Gran Bretgna la Camera dei Comuni 650, in Francia l’Assebea Nazionale 577, in Spagna 355.
Da noi, dopo questo capolavoro di demagogia in Molise avremo due soli deputati(-1), in Abruzzo 9(-5),nelle Marche 10(-6),in Sardegna 11(-6), nel Trentino Alto Adige 11(-4), in Calabria 13 (-7)in Basilicata 4(-2):
Il premier Conte lo ritiene un fatto storico e si sente blindato perchè per tre mesi, periodo nel quale si possono raccogliere le 500 mila firma per il referendum su questa riforma o lo possono chiedere cinque regioni o un quinto dei membri di una Camera. Se, come appare probabile, scatterà il referendum saranno altri tre mesi nei quali non si potrà andare al voto anticipato. Ma una crisi di governo si può sempre verificare e l’ultimatum lanciato da Di Maio o varo della riforma della giustizia, quella ovviamente preparata dal ministro grillino Bonafede o addio al governo giallo-rosso è solo la prima fase di una escaletion del capo politico del Movimento che oggi si sente vincitore (come si sentiva quando andò a manifestare dal balcone di Palazzo Chigi e tutti sanno che fine fece, poi, quel governo ..) e per risalire, anche personalmente tra i suoi, la corrente sta preparando un’escalation soprattutto per imitare Renzi e mettere in difficoltà il premier Conte. E non mi sembra un caso la colazione riservata che ha avuto, nel ristorante sul Tevere del Club del Ministero degli Esteri con Zingaretti. Che patto avranno fatto i due? E se Zingaretti, per poter poi rivendicare la discontinuità con il governo giallo-verde preferisse mandare a casa Conte, sempre più ingombrante anche politicamente? Direte, non si può in questi tre mesi più tre di “bianco” andare alle elezioni. Sì, ma si può fare un nuovo governo, concordandolo anche con Renzi ed inserendovi anche alcune truppe berlusconiane. E proprio il Matteo fiorentino nel dichiarare che non risponderà agli attacchi del premier ha detto: noi sosteniamo questo governo e la crisi la farà Di Maio. “E se a Palazzo Chigi andasse uno come Cottarelli che tranquillizzerebbe ancor più i mercati ed un feeling con il ministro dell’Economia Gualtieri che a Bruxelles stimano molto? Tutte ipotesi non suffragate da prove tangibili ma, la votazione sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, di ieri alla Camera dove il è passata con solo tre voti sarà stata una prova generale o, se vogliamo, un avvertimento?