LA COLPA E’ SEMPRE DEGLI ALTRI: UN PO’ D’UMILTA’ CONTE PERCHE’ LA GESTIONE DEL COVID-19 E’ STATA UN DISASTRO ALL’INIZIO (se insiste darà ragione a chi lo accusa)

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Meno male sembra stia cambiando: negli ultimi giorni, pur non perdendo l’abitudine di apparire,usa meno il suo ego ed anche il plurale maiestatis, forse qualche amico glielo ha fatto notare. Ma, il vizio è difficile da correggere.Lo afferma in tutte le interviste rilasciate a prestigiosi giornali europei (non al New York Times perchè alla testata americana ha negato l’intervista..): “se potessi tornare indietro rifarei quello che ho fatto”. Dunque il nostro premier Giuseppe Conte è convinto di non aver commesso errori ed indirettamente considera assurda la richiesta avanzata da Renzi al Senato di un commissione d’inchiesta sulla gestione dell’epidemia coronavirus. Immaginatevi cosa penserà delle critiche rivolte a lui, a Zingaretti e Di Maio dal NYT e, soprattutto, dallo studio dei ricercatori ed esperti della prestigiosa università di Harvard, secondo il quale occorreva fare tutto l’opposto di quel che , sino alla chiusura dell’Italia, il governo aveva fatto. Si sarà,inoltre, scandalizzato, ma anche un pò preoccupato, visto il precedente del processo a Salvini per aver tenuti in mare per alcuni giorni su una imbarcazione italiana gli extracomunitari salvati in mare, l’esposto contro di lui ed i ministri della Sanità e dell’Interno da alcuni avvocati, tra i quali un ex-magistrato con l’accusa di disastro .
Ora è evidente che un premier improvvisato, senza alcuna esperienza politica, istituzionale o manageriale , si sia trovato in grave difficoltà dinnanzi ad un evento imprevedibile come una epidemia per un virus sconosciuto, ancora tutto da studiare nei suoi comportamenti, non mortale secondo il primo esame su 90 mila di contagiati in Cina compiuto da scienziati cinesi e molto simile, nei casi peggiori, ad una influenza che può trasformarsi in una polmonite “lieve”. Certo, con una rapidità di diffondersi rapidissima e determinando indirettamente vittime se i colpiti avevano altre patologie e in effetti morivano, soprattutto, per queste come se visto, poi, anche in Italia.
L’allarme, comunque, era scattato, il 5 dicembre la nostra intelligence aveva informato del focolaio cinese del coronavirus, dei primi morti e dei possibili sviluppi. Informativa quanto mai opportuna,considerando i molti cinesi che vivono da noi, gli intensi scambi commerciali, i viaggi dall’Italia in Cina di nostri turisti e, in particolare, i ritorni provvisoria nella Madre Patria dei ” nostri “cinesi per il Capodanno della Cina, riabbracciando amici e parenti. In sostanza il rischio di trovare anche da noi contagiati non era escluso. E’ quello che fin dalle prime notizie da Pechino aveva detto un noto virologo come Burioni, lanciando l’allarme contagiato. Non fu preso sul serio, forse perchè amico di quel rompiscatole di Matteo Renzi, forse per gelosia di qualche suo collega a visto che lui operava in quel big-ospedale privato San Raffaele di Milano. Fatto sta che il segretario del PD Zingaretti va a Milano, dove a due passi, ossia nel Lodigiano era scoppiato il primo “caso” e si erano avuti altri contagi, mentre a Roma due turisti cinesi venivano ricoverati allo Spallanzani in gravi condizioni con contagio da coronavirus: e si siede ad un bar con amici a brindare, dicendo , come ha testimoniato un video pubblicato sul suo Facebook, “stiamo sereni, non c’è nessun allarme, nulla da temere”. A sua volta, all’aumentare dei contagi ed alle prime vittime, il premier Conte va in Tv, iniziando la nutrita serie di apparizioni televisive e di conferenze stampa, per dire che la situazione è sotto controllo, che il governo ha tutti i mezzi per bloccare il contagio. In sostanza, dichiarazione ultra-rassicurante, mentre il ministro della Sanità, avendo un consigliere scientifico d’indubbio valore ha altre informazioni ed altre idee.
Quasi contemporaneamente Zingaretti posto un altro video ed annuncia d’essere stato contagiato.
Il resto credo sia noto a tutti , compresi gli appelli non ascoltati da Palazzo Chigi dei governatori del Nord a chiudere tutto, la successione dei decreti ,lo scontro notturno tra il premier ed il capo delegazione del Pd Franceschini che lo invitava a chiudere tutto, infine le due conferenze stampa notturne, senza possibilità per i giornalisti di porre domande, l’impossibilità del Parlamento di conoscere il contenuto dei decreti prima di annunciarli, senza dare particolari, nelle conferenze solitarie.
Ora in questa progressione di eventi con l’aumento dei morti, con i camion militari che sfilavano nel buio, ma ripresi dalle tv, portando il loro carico di bare di persone morte senza nemmeno poter avere l’ultimo saluto di un parente, messe nude in un sacco contro il feretro, in genere anziani, molti dei quali di Bergamo, divenuta con Brescia città martire. In un clima di accentuata paura il premier avrebbe dovuto compiere un atto di umiltà, anche utilizzando l’alto grado di fiducia nei suoi confronti i da parte dei cittadini (fenomeno normale in una fase drammatica come sottolineano psicoterapeuti), dicendo la verità. Ossia, che tutti s’erano trovati impreparati ad affrontare un’epidemia del genere con un virus ancora poco conosciuta, con l’impossibilità di avere cure e così via: Si, all’inizio c’era stata una sottovalutazione, ma anche perchè il Covid-19 si presenta simile ad una influenza che, normalmente, in Italia colpisce 6 milioni di italiani e provoca dai 10 mila ai 15 mila morti.
In sintesi , l’ammissione delle difficoltà obiettive della situazione poteva anche giustificare qualche errore iniziale, e la gradualità delle misure derivava dalla volontà di non gravare troppo sui cittadini: Invece, il miraggio dell’uomo solo al comando ed i cattivi consiglieri hanno indotto Conte a scegliere un’altra strada: pericolosa per lui , dannosa per i cittadini.
Così Matteo Renzi può insistere sulla sua commissione d’inchiesta e può confidare ad Augusto Minzolini (che lo ha riportato su “Il Giornale”) “è incredibile. Lui, in una situazione così drammatica, poteva fare discorsi incredibili, come il governatore di New York Cuomo. Invece ha una narrazione tutta sua. Lo vedi nelle interviste: la colpa della crisi è dell’Europa, la colpa della fame è dei sindaci, la colpa della crisi economica è del virus. Insomma le colpe sono sempre e comunque degli altri.”: