LA MANOVRA DI BILANCIO SARA’ CAUSA DI CRISI DI GOVERNO? I Gialloverdi, in fondo, auspicano un Governo Cottarelli

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Credo non sia necessario l’oracolo per sapere e vedere che il Paese sta andando al disastro, con un record di debito pubblico registrato nel 2018 -ci supera solo la Grecia- ed in continuo aumento grazie agli attuali governanti che il famoso professato cambiamento lo interpretano nel far peggio dei precedenti governi.
L’obiettivo dei giallo-verdi si direbbe essere uno solo: evitare la manovra di bilancio che, inevitabilmente, comporterà, per gli italiani, lacrime e sangue.
Attacchiamoci a vicenda è ormai Il giochino scoperto per le elezioni “europee”, se manteniamo questo patto non scritto,prenderemo più voti tutti e due, ma, attenzione, ora sta degenerando perchè non v’è certezza per il “dopo” ed il rischio sempre più evidente che qualcuno finisca, il 26 maggio, per coprire, almeno in parte, quel grande vuoto politico che esiste al centro. Attenti, se i renziani, in previsione di un prossimo Partito della Nazione, tanto caro al Patto del Nazareno, facessero un loro giochino facendo votare non il Pd di Zingaretti, ma, mettiamo, una Forza Italia verso la quale potrebbero dirigersi le simpatie dei Vescovi italiani che non sono ancora riusciti a varare un partito tipo DC , nè mancano segnali dai giornali targati Cairo di simpatie forziste con l’alibi che difendono l’Europa, da riformare, certo, ma non da distruggere come vorrebbero populisti e sovranisti soprattutto di casa nostra.
Stai a vedere che dalle urne, a dispetto dei sondaggi taroccati in partenza per quel quasi 50% che dichiara di non andare a votare e di non sapere per chi farlo, possono venire clamorose sorprese? Certo che la situazione attuale fa sorgere dubbi concreti: un Salvini che ufficialmente dice di non volere la crisi mentre poi fa spargere voci sottobanco dai suoi che al voto si andrà ad ottobre aggiungendo che ci sarebbero in atto contatti tra i grillini e Zingaretti che per evitare le elezioni anticipate potrebbero mettersi d’accordo per fare una maggioranza di sinistra. Sono giochi equivoci che non si sa bene dove possano andare a parare. Solo una cosa è certa, se la voce viene accolta come possibile Di Maio e Zingaretti rischierebbero, alle imminenti elezioni europee, un vero travaso di voti verso altri lidi.
In sostanza il gioco degli equivoci è ormai esploso e nemmeno gli autori sanno dove si andrà a finire di questo passo. Di certo lo sanno gli Italiani. In questa situazione, con la ridda di voci, supposizioni, indiscrezioni, uffici stampa che soffiano sul fuoco, venti che provengono da ogni spiffero, alimentati ampiamente anche dall’estero, tutto può accadere: una cosa, però, è certa o salviniani e grillini non se la sentono di sobbarcasi una manovra di bilancio che porterà ad uno tsumani politico sommergi voti. Il problema, per loro che sono già un grosso problema per noi italiani e per gli europei in genere per il rischio di contagio ( duixit Bruxelles ), è che nè Salvini nè Di Maio si vogliono prendere la responsabilità della crisi di governo. Sì perchè la storia politica del nostro Paese dimostra che chi si assume la responsabilità di mandare a casa un governo lo paga in termini di molti voti in meno.
Qualche dubbio, sicuramente, sarà sorto a Salvini, tempestato da tutti i big leghisti affinchè mandia al diavolo Di Maio e soci, senza la certezza che il Presidente Mattarella non pensi a varare un governo di tecnici, per esempio, un Cottarelli, che è lì in stato di attesa, per varare la manovra, magari con astensioni, fughe al Senato e parlamentari grillini che se vanno a casa difficilmente verranno ricandidati o, comunque, rieletti, andando così, ad ottobre, al voto anticipato. E se, invece, optasse, come dice insistentemente una vocina, per le elezioni anticipate a breve termine, ci sarebbe già la data , probabilmente a fine giugno, massimo primi di luglio?
Sì, d’accordo, i sondaggi danno una Lega salvianiana in grande spolvero, addirittura il 36%, ma quel 50 % che non sceglie o non vota? Renzi, con i suoi Comitati Civici e gli incontri con migliaia
di persone in ogni angolo d’Italia per presentare –dice lui- il suo libro, nei fatti per mobilitare un bel pò di elettorato, ha ormai teso la tela di un nuovo partito, mettiamo quasi una riedizione, ovviamente con altro nome, della DC morotea-basista (sarà un caso, che i suoi amici del Nord hanno svolto manifestazioni per ricordare Marcora, gran capo basista ed ottimo ministro dell’Agricoltura). E, se questo nuovo partito si alleasse, elettoralmente, con i forzisti ed altri centristi e con i cattolici collegati ai Vescovi italiani , allora si che verrebbe il vero tsumani politico, considerando il probabile appoggio, anche di candidature, di amici di Cairo! E in questo caso gli Zaia, leghista moderato, di certo più centrista che di destra, cosa faranno? Chissà che l’estate non ci porti le risposte a questo dilemma!