LA MEDICINA PEGGIO DELLA MALATTIA

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Ieri il Governo e andato “sotto” per un voto, e li, salvati cielo. Per carità, i parlamentari sono pagati per compiere il oro dovere, quello di stare in Aula quando questa è convocata, maggiore è il loro dovere quando questa è convocata ed ancor di più quando ci sono votazioni. Questo vale per tutti, semplici parlamentari e componenti del governo, tanto più che i due Palazzi del Parlamento sono attrezzati per ogni esigenza. Sia la Camera che il Senato, dispongono di locali per i rappresentanti del Governo, adeguati per poter lavorare e nel contempo essere presenti per le esigenze dell’Aula, così come sono attrezzati gli uffici delle Commissioni e dei parlamentari che tutti dispongono di diffusori  acustici per seguire i lavori dell’Aula, inoltre, ogni votazione viene annunciata in tutto il palazzo, con il termine di tempo per raggiungere il posto di votazione.

Cosa significa questo? Presto detto: malcostume.

Chi conosce il Palazzo da dentro, sa bene che questi incidenti sono all’ordine del giorno. Desta meraviglia che editorialisti come Massimo Franco del Corriere della Sera o Marcello Sorgi della Stampa scrivano di “Implosione” della maggioranza, una votazione negativa per la maggioranza, oppure come Stefano Folli di Sole- 24 Ore che scrive: “Non era mai accaduto a memoria, che il rendiconto generale dello Stato, ossia il bilancio consuntivo, fosse bocciato dal Parlamento”.

E’ vero che l’articolo 1 è l’architrave del bilancio  ma è altrettanto vero che è tecnicamente rimediabile.

Gli si vuole dare un significato politico ed in parte lo ha. Quel significato nasce da quei personaggi che non avendo la forza e il coraggio di condurre le proprie battaglie nelle sedi che gli competono, fanno la fronda con azioni di disturbo senza rendersi conto del momento poco opportuno per farsi venire i mal di pancia.

Il riferimento è verso quel Sen. Pisanu che, chi lo conosce dai tempi del Giovanile DC, sa che ora sta dando il massimo dello squallore, seguito a ruota  da quel Scaiola che ha fatto si che ricevessero come distintivo politico quello di “malpancisti”.

Sembra ovvio, in questa situazione, che l’opposizione cavalchi l’incidente. L’ex democristiano  del PD, Francescini, urla; Cesa, parla senza sapere; Di Pietro, grida ma non capisce neppure se stesso. E’ la stampa che maggiormente sta montando la cosa anche se sanno bene, come lo sa il Capo dello Stato, che il solo fatto politico che si è consumato con quel voto, è quella forma di lassismo che si crea quando chi guida molla un po la briglia e consente all’asino di lasciare la strada maestra per percorrere un sentiero fra gli arbusti.

Ieri, la grande responsabilità dell’accaduto, è tutta del Capogruppo e del Direttivo del PdL che non hanno vigilato facendosi prendere in castagna, così come se ne fa vanto, da quel deputato Giachetti, che ha avuto così quel momento di gloria, spostando qualche rappresentante delle truppe cammellate dal Transatlantico all’Aula e viceversa, nel momento studiato.

 E non si vada a dire che quello di ieri, l’incidente, non ha precedenti. Balle. Gli atti parlamentari sono pieni di incidenti simili. Il governo è andato “sotto” su votazioni per provvedimenti di riforma tante di quelle volte e mai si è sentito dire che doveva dimettersi. Oltre tutto mai ci si è trovati in un momento come questo, nel corso di una crisi che non consente di commettere l’errore di rimanere neppure un’ora in vuoto di potere. Chi cita Goria e Andreotti, o lo fa per sentito dire, o è in perfetta malafede. Goria, aveva fatto un governo a termine e, quando fu scaduto il tempo, Goria presidente riteneva di dover  rimanere ed allora fu messo in minoranza dal suo stesso partito. Ad Andreotti accadde unfatto simile ma succedette a se stesso.

Che l’opposizione voglia la testa di Berlusconi, è cosa nota; quello che nelle interviste, nelle dichiarazioni, nei discorsi non si è ancora sentito, è quale nuova maggioranza ci viene proposta, visto che in Parlamento non ve n’è una diversa da quella che attualmente c’è. Quindi, di cosa stiamo parlando?

Ve lo immaginate un governo, sia esso pure di salute pubblica, al quale partecipino Casini con Di Pietro, Fini con i vendoliani e chi più ne ha, più ne metta.

Attenzione, seguendo questa strada c’è il rischio che la medicina sia più letale  della malattia.

 

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