LA POLITICA NON TROVA UNITA’ NEMMENO PER FAR FRONTE AL CONTAGIO DEL CORONAVIRUS

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Certo, tornare a casa dopo una lunga mattinata in una anticamera di un “pronto soccorso” di un ospedale e questo dopo averlo fatto per lunghe giornate precedenti, accendere il televisore e apprendere che stiamo rischiando di ritrovarci in una situazione che somiglia molto a quella cinese con la differenza che da noi, pensare di isolare una regione per metterla in quarantena, non è affatto cosa facilmente raggiungibile e incoraggiante.
E’ così, il Ministero della Sanità che continua a ripetere: chi torna dalla Cina va messo in quarantena: e noi a continuare a far finta di nulla poi, purtroppo non sempre avviene e così il coronavirus ha colpito anche in Italia dove un 38enne lombardo di Cologno milanese è in gravi condizioni contagiato da un collega tornato dalla Cina dove lavora per una impresa italiana. Così il contagio si è esteso ed altre due cittadine lombarde, Castiglione e Casalpusterlengo sono nell’occhio del ciclone ed i loro cittadini sono stai invitati a rimanere a casa ed a Cologno sono state chiuse scuole, bar e ristoranti oltre all’ospedale dove il 38enne era andato, ieri, al pronto soccorso .
La paura s’è sparsa soprattutto in Lombardia, ma s’è diffusa anche altrove e la politica invece di far fronte unitario contro un pericolo reale si divide in una polemica assurda con al centro la mancata quarantena obbligatorio ai cinesi rientrati in Italia dopo essere stati nella Madre Patria per i festeggiamenti del capodanno cinese.
Secondo un’interrogazione parlamentare sarebbero ben 2500 , ai quali era stata solo consigliata la quarantena: Matteo Salvini ha addirittura dichiarato di denunciare, per questo, il presidente della Regione Toscana Rossi ex-Pd ora Leu-sinistra . prendendosi l’accusa di sciacallaggio da parte di un parlamentare dem:.. E su questa vicenda avremo dichiarazioni e contro dichiarazioni sino ad un dibattito in Parlamento, mentre, purtroppo, i casi di contagio aumentano così come si diffonde ancor più la paura per il coronavirus considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità un pericolo peggiore del terrorismo.
Non sarebbe il caso che, per una volta, i nostri politici si unissero per affrontare insieme quella che si profila come una emergenza. Non dico, ovviamente, di non considerare errori se ci sono stati, ma non mi sembra facile mettere in quarantena 2500 persone, solo, se ne discuta in un altro momento ed a mente fredda, senza l’emotività di una fase calda e, soprattutto, senza volerne trarre vantaggi politici.
Già dovevamo affrontare il rischio di una recessione economica e l’esigenza, annunciata dal premier, di una “cura di cavallo”, cioè, il solito “lacrime e sangue”: Non sappiamo se l’incontro, se ci sarà, la prossima settimana Conte-Renzi, sfocerà in un positivo compromesso o si aprirà una crisi di governo. Se ci aggiungiamo anche lo scontro sul virus cinese rischiamo la tragedia.
Si parla tanto, in questi giorni, di un gruppetto di “responsabili” per salvare il premier, ma non certo il Paese. Non sarebbe meglio un atto di responsabilità da parte di tutti i politici per tentare di salvare l’Italia?