L’aut -aut di Renzi Italicum o Elezioni

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 Mattarella sarà d’accordo?

Il sospetto, tra i leaders della sinistra dem, sta sempre più prendendo corpo , ossia il sospetto che Matteo Renzi voglia liberarsi di loro, via dal Pd, una bella scissione degli ex-comunisti e via con il Partito della Nazione. Che nella sigla ricorda, stranamente, il Patto del Nazareno e, forse, non è un caso. Sì, perché il premier, per attuare la sua strategia, ha bisogno di Silvio Berlusconi .

L’obiettivo pare chiaro: costringere i Bersani, i D’Alema, i Cuperlo e compagnia ad andarsene, dopo aver modificato l’Italicum a Montecitorio, consentendo a Renzi di dare le dimissioni da Palazzo Chigi, quindi andare al voto anticipato con il Consultellum, leggere proporzionale con preferenze e sbarramento, ma senza premio di maggioranza alla Camera, mentre rimarrebbe al Senato rimasto elettivo: Nessuno vincerebbe e si dovrebbe, quindi, fare un governo con un Pd, epurato da molta sinistra, quindi spostato verso il centro e facilmente alleato con Forza Italia, offrendo a Berlusconi il ministero degli Esteri. Dalla maggioranza parlamentare-governativa al Partito della Nazione il passo sarebbe, poi, breve. Saremmo, quasi, ad una nuova Dc, non è un caso che l’ex-sindaco di Firenze venga dalle file democristiane come altri big dem, ad iniziare dal vice-segretario Guerini e dal ministro Del Rio.

Tutto programmato, allora? Per il segretario-premier forse sì, ma esistono due grosse incognite. La prima, e forse la più pesante, è quella del Capo dello Stato. Mattarella,infatti, darà il via a cuor leggero alle elezioni anticipate, in una fase così critica, senza tentare un passaggio, mettiamo un tradizionale governo balneare presieduto dal suo ex-collega nella Suprema Corte , Giuliano Amato, o dal Presidente del Senato? Un tale esecutivo otterrebbe sicuramente la maggioranza in Parlamento sia per l’emergenza nella quale ancora viviamo, sia perchè molti deputati e senatori sanno benissimo che non saranno ricandidati.

La seconda incognita è data da Silvio Berlusconi che potrebbe preferire lanciare un possibile candidato-premier come l’ex-ministro degli Esteri Frattini, capace di ricompattare un centrodestra che, stando agli attuali sondaggi , sarebbe a soli 2,3 punti dall’attuale Pd ed aprirebbe scenari ora imprevedibili .

Valutando la situazione e prendendo sempre più corpo nella sinistra dem che Renzi intende, comunque, andare alle elezioni anticipate, anche se venisse approvato l’Italicum, non credo che l’aut-aut renziano faccia, poi, tanta presa, anzi rischia di sortire l’effetto opposto. E la prossima settimana, quando in aula, a Montecitorio, si affronteranno la riforma elettorale e gli emendamenti, a scrutinio segreto con buona pace della ministra Boschi che vorrebbe il voto “aperto”, tutto può accadere.

La maggioranza può contare, sulla carta, su 393 voti (310 del Pd), le opposizioni su 237. I dissidenti, tra i dem, sono stati nell’assemblea dei deputati 120 che non hanno partecipato al voto. Se anche solo 90 votassero a favore di un emendamento e contro una decina di deputati amici di Verdini l’Italicum verrebbe modificato.

Cosa farà Matteo Renzi se riterrà di non aver recuperato un numero sufficiente di dissenzienti? Potrebbe mettere la fiducia sulla legge, oltretutto duramente contestata dalle opposizioni ed anche da vari esponenti del Pd, ma non sarebbe, comunque, al sicuro perché gran parte della sinistra dem la voterebbe, ma il voto finale sull’Italicum sarebbe a scrutinio segreto.

Il premier è sicuro di avere la maggioranza e continua a dare sberle ai suoi oppositori interni, al punto che, dopo aver sostituito in Commissione Affari Costituzionali a Montecitorio, i dieci componenti dem dissidenti con deputati di sua fiducia,ha fatto in modo che Bersani, Cuperlo, la Bindi non venissero addirittura invitati alla Festa dell’Unità di Bologna, proprio nella Regione dell’ex-segretario. Secondo voi l’interessato , già fortemente negativo su legge elettorale e riforma costituzionale, come l’avrà presa presa? E non avrà, forse, qualcosa più d’un dubbio sul fatto che la sua “Ditta” , come definisce il partito, stia, ormai andando da un’altra parte?