LE STELLINE DI GIUSTUSBLOG.IT RENZI METTE CONTE CON LE SPALLE AL MURO: O CEDE ALLE RICHIESTE DI ITALIA VIVA O DOMANI VOTA LA SFIDUCIA A BONAFEDE E FA CADERE IL GOVERNO

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E così siamo arrivati alla resa dei conti. Domani il Senato dovrà votare ben due mozioni di sfiducia nei confronti del Guardasigilli Bonafede, reo (si fa per dire ) di aver concesso i domiciliari ad un nutrito numero di capi mafia, la maggior parte in carcere nel 41/bis. Questo mette con le spalle al muro il premier Conte, quindi, temporeggiare non è più possibile e deve decidere, o nella giornata odierna accetta le richieste di Italia Viva o domani, al Senato, i renziani voteranno la sfiducia al ministro e capodelegazione grillina Bonafede. La tentazione per Matteo Renzi è forte perché lo scontro con Bonafede viene da lontano e sulla prescrizione è ancora presente, mentre i suoi sono stanchi di essere considerati come aggiuntivi pur essendo 17 senatori contro i 37 del Pd che primeggia in ministri e con dicasteri importanti ad iniziare dall’Economia.
Certo con la drammatica situazione socio-economica nella quale si trova il Paese, una crisi di governo potrebbe sembrare un suicidio politico soprattutto se, davvero, il Presidente della Repubblica insistesse, come sostengono i rumors, nell’andare al voto anticipato se cade Conte. Ma è proprio così? Ho qualche dubbio anche perché molti grillini e molti dem sanno benissimo che non tornerebbero in Parlamento ed il numero di “responsabili” aumenterebbe di molto per sostenere un nuovo esecutivo, circostanza che Mattarella non ignorerebbe.
D’altra parte se Renzi non ottiene fatti concreti, rifiutando per non essere accusato di poltronista, un rimpasto che Conte potrebbe concedergli, come fa a respingere le dimissioni di Bonafede perdendo del tutto la faccia? Oltretutto è da troppo tempo che critica il governo Conte che pur ha fatto nascere ed è stato sempre sul punto di farlo cadere, facendo, poi, marcia indietro con il risultato che Italia Viva non decolla nei sondaggi e lui stesso non risale la china dei consensi personali.
In sostanza, questa volta non ci sono mediazioni che tengano ed i due protagonisti non possono più andare avanti quasi facendo finta che tutto vada bene madama la marchesa quando, invece, tutto va male, anzi malissimo con quel decretone Rilancio che, forse, oggi -a sentire un paio di ministri grillini- vedremo in Gazzetta Ufficiale dopo gli ulteriori aggiornamenti e che ha sollevato valanghe di critiche persino tra gli alleati di governo che stanno preparando molti emendamenti. Né può confortare il fatto che Macrone la Merkel si siano accordati per 500 miliardi del Recovery Fund, con la prospettiva per l’Italia di prenderne un centinaio senza doverli restituire visto che già i Paesi del Nord Europa si son detti contrari.
Né, inoltre, giova al governo la polemica interna sul prestito di 6 miliardi e passa di euro per il prestito alla FCA (ex-Fiat)da parte di Banca Intesa con garanzia dello Stato sul 70%: Leu s’è messa di traverso ed anche il vice-segretario dem Orlando ha espresso pesanti critiche perché la Società automobilistica ha sede in Olanda, considerata un paradiso fiscale, mentre i grillini vogliono controlli più incisivi per impedire che quel prestito posa finire fuori d’Italia. Il ministro Gualtieri ha precisato che l’azienda utilizzerà il prestito per potenziare gli stabilimenti in Italia e fatto significativo i nostri tre principali sindacati, compresa la CGIL di Landini sostengono l’operazione come ha fatto Matteo Renzi in questo sulla stessa linea -altro elemento di rilievo- di Salvini e della Meloni .
A completare un quadro già molto complicato e incerto ci sono il governatore veneto Zaia, molto vicino al suo collega dem dell’Emilia Romagna, che spara a zero sul governo, dicendo “le Regioni fondamentali. Ci sono stati pasticci e li hanno fatti a Roma”; la Confindustria all’offensiva nei confronti dell’Esecutivo; il caos scuola con l’allarme lanciato dagli esperti sul rischio che non si trovino i presidenti delle commissioni per la maturità e la forte delusione dei componenti del Comitato tecnico-scientifico e delle altre task force per essere stati ignorati dal premier Conte con la grande riapertura da essi ritenuta pericolosa.
Riepilogando: domani al Senato sapremo se Renzi , che ha annunziato di parlare lui a nome di Italia Viva, avrà fatto un’altra finta o se è deciso a mandare a casa il premier Conte. Uno dei due perderà sicuramente la faccia, credo lo sappiano. Quale sia, invece, l’interesse di noi cittadini lo diranno gli sviluppi successivi.