Nemmeno le elezioni bloccano la guerra nel PD

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Ho voluto pubblicare questo articolo di Sergio Bindi che ho trovato sul sito “comunicazioni” perchè corisponde a quanto io stesso valuto sui movimenti palesi e sotterranei che sono in corso nel PD. Nella parte finale ci sono alcune considerazioni sul Presidente della Camera dei Deputati. Bisogna dire in proposito che certi attegiamenti sono difficili da condividere, si possono solo comprendere se si considera la solitudine in cui è venuto a trovarsi dopo l’unificazione nel PdL. E’ sempre più evidente che i colonnelli di una volta non sono aumentati di grado, sempre colonnelli sono rimasti, ma, da buoni militari loro rispondono solo allo Stato Maggiore costituito. A mio parere, se acque agiitate vi sono certo non sono quelle agitate dal Presidente della Camera dei Deputati.

giustus

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Franceschini non riesce più a controllare la situazione: fa richiamare all’ordine, sull’immigrazione, Sergio Chimaprino che , però,risponde per le rime; offre solidarietà all’ex-sindaco di Firenze Domenici perché Lapo Pistelli non intende votarlo alle europee e l’ex-popolare rincara la dose. Rutelli contesta una gestione troppo a sinistra e anche lui approva i derespingimenti di immigrati clandestini, mentre D’Alema pare sempre più favorevole a creare un grande  partito socialista. Fini, intanto, agita le acque nel Pdl.

Dario Franceschini sperava in una tregua almeno in campagna elettorale, invece la situazione gli sta esplodendo nelle mani. E non riesce più a controllare un Pd, nel quale troppi sperano in un risultato estremamente deludente alle europee per giungere a breve ad una resa dei conti che può determinare anche scissioni.
C’è chi esce allo scoperto  contro la segreteria, come, ad esempio, Fassino, la Turco e Sergio Chiamparino e chi, come Massimo D’Alema, lavora più nell’ombra, ma pare lavorare alla creazione di un grande partito socialista di stampo europeo che recuperi anche coloro che se ne andarono dai Diesse alla vigilia di costituire il Pd.
A dimostrare come le tensioni interne sia ormai esplose ci sono due casi emblematici. Il primo si è verificato a Firenze, dove l’ex-sindaco Leonardo Domenici s’è candidato alle europee  e s’è preso un clamoroso :”io non lo voto” da parte di Lapo Pistelli che non l’ultimo venuto, bensì un big dell’ex-Margherita e addirittura responsabile del settore esteri del Partito. Franceschini è corso immediatamente ai ripari telefonando a Domenici ed esprimendogli la sua solidarietà , mentre il segretario dei democratici toscani,  Andrea Manciulli, dice che “Le posizioni di Pistelli non solo sono inaccettabili , sono dannose per i risultati elettorali.”  Il “reprobo”, però, non ci sta e invita addirittura gli altri a non votare Domenici, dicendo: “ c’è un’offerta politica contraddittoria. Come si fa, cioè, a candidare alle europee il sindaco uscente e, al tempo stesso, puntare sul giovane Matteo Renzi  che ha vinto le primarie chiedendo “facce nuove” e presentandosi proprio come l’anti-Domenici?” Renzi non è intervenuto, ma i suoi collaboratori, preoccupati per le polemiche che rischiano di favorire il candidato pdl, l’ex-calciatore Galli, si chiedono: vogliamo perdere il Comune di Firenze ?
Il “caso” più grave, comunque, è quello che vede a protagonista il sindaco di Torino e componente la segreteria Pd Sergio Chiamparino che ha preso decisamente posizione  a favore dei derespingimenti degli immigrati clandestini così come hanno fatto  altri big come Fassino e la Turco, anch’essi piemontesi.
Franceschini non ha voluto far passare sotto silenzio questa “rottura” e così ha fatto inviare una lettera di duro richiamo scritta dal presidente dei deputati Pd Antonello Soro, ex-popolare. E per dare risalto alla questione  è stato reso noto, ieri, il contenuto di una lettera che non era ancora giunta a Chiamparino, scorrettezza di non poco conto. L’interessato, però, è quasi andato a nozze nel replicare, addirittura attaccando la segreteria  e rivendicando il suo diritto-dovere a dire quel che pensa. Lo ha fatto con una lunga intervista a “Repubblica” , replicando innanzitutto all’accusa di slealtà mossagli da Soro. “ Io sleale? – ha detto – Non c’è stata nemmeno una riunione di segreteria sul problema dell’immigrazione clandestina così come su altri temi delicati.Ho il diritto, oltre il dovere, di esprimere la mia opinione, visti anche i ruoli  che ricopro, in attesa di avere un luogo nel partito dove poterla esprimere”.
Mi pare un vero e proprio atto di accusa a Franceschini e mossa da un personaggio che potrebbe anche candidarsi alla segreteria dei democratici e fa parte di quella schiera che comprende anche il sindaco di Venezia Cacciari(“un riferimento culturale ed esistenziale” lo definisce Chiamparino) ed è critico verso i vertici Pd.
“Non ho ancora ricevuto una lettera – spiega, ancora, il sindaco di Torino,-, nemmeno una telefonata, se riceverò qualche cosa risponderò , ma non ho nulla da precisare . la mia posizione è chiara, è quella espressa da Fassino.” Poi l’esponente democratico si toglie un altro sassolino dalla scarpa: la contrarietà a Cofferati capolista nel Nord –est alle europee.”Ero per candidati vicini al territorio, non avevo nulla contro Cofferati in quanto Cofferati, ma perchè non lo ritenevo radicato. Comunque, si è discusso  ed è passato un criterio diverso rispetto alla mia idea. Bene, Dopo non ho un “bè”. Almeno se n’é parlato. Sull’immigrazione nessun dibattito, così come su altre questioni , come la laicità.”
Vi risparmio il resto che è sempre in linea con quel diritto-dovere di parlar chiaro  che è tipico di Sergio Chiamparino e che, evidentemente,non piace a Dario Franceschini. Che si trova alle prese con problemi, probabilmente, piu’ grandi di lui, perso nell’inseguire Di Pietro in un antiberlusconismo che porta voti solo al Cavaliere, incapace di comprendere che le spinte disgreganti in atto all’interno del partito rispondono a precisi disegni politici. Con Rutelli che rema per creare un nuovo centro e Massimo D’Alema,  più coperto ed abile tessitore dietro le quinte,impegnato a costruire un nuovo grande partito socialista che recuperi anche coloro che uscirono dai Ds nel momento in cui si prepara il Pd. Nel caso più benevolo il segretario dei Democratici comprende tali spinte, ma non sa opporvisi e finisce per favorirle.
Di contro Gianfranco Fini agita un po’, ma solo un po’, il Pdl  con la sua ansia di smarcarsi da Berlusconi, di affermare la discontinuità dal Fini braccio destro di Almirante,al punto da fare l’antifascista lui che sfilava con il saluto fascista e da  attorniarsi di esponenti gay sorridenti, lui che sosteneva come un gay non potesse fare il maestro.L’ex-leader del Msi, prima, e di Alleanza Nazionale, poi, rischia, a mio avviso, di seguire la strada di Pierferdinando Casini che, ora, si trova nel guado, né carne né pesce, tentato, dopo le europee, di far la pace con il Cavaliere  , c’è chi dice : farà il superministro, lasciando libera l’Udc di tornare nel centrodestra , addio anche del segretario Cesa.  In sostanza Casini si riposizionerebbe pronto a sostituire Berlusconi quando fosse necessario. Mi pare, questa , un’ipotesi un po’ ardita e vedo, semmai, più probabile Francesco Rutelli in questo ruolo, aiutato da Enrico Letta  che ha ottimi rapporti con Giulio Tremonti. Fini vorrebbe inserirsi in questo gioco , ma ho l’impressione stia esagerando e gli eccessi, in politica, son sempre negativi. Inoltre, a mio avviso debbono stare attenti tutti a non forzare la situazione o a  renderla tesa. Perché il Cavaliere potrebbe avere la tentazione di  fare una grande pulizia attraverso elezioni anticipate , rinunciando a certe frange, ma rinsaldando l’alleanza con la Lega.  Non so se Mario Segni abbia fatto bene i conti, sostenendo che Berlusconi, con il 40% attribuito al Pdl dai sondaggi, avrebbe alla Camera gli stessi seggi di maggioranza assoluta che otterrebbe se passasse il sì al referendum.  In sostanza, se qualcuno ,  richiami Fini o Casini o  parte dei cosiddetti “poteri forti” estremizza le manovre, bèh!, il premier ha le armi per reagire e farla pagare a eventuali avversari  moderati. Quanto all’opposizione, vi siete accorti che esista davvero? E D’Alema , al di là di quel che appare, secondo voi è un nemico o un potenziale alleato del Cavaliere?

Sergio Bindi

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