PAPA FRANCESCO PROSEGUE LA RIVOLUZIONE DELLA CHIESA

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Quanto sta avvenendo nel “nostro” mondo laico -i sindaci che registrano allo Stato civile matrimoni omosessuali, Berlusconi che riceve Luxuria, qualche improvvido conduttore rimprovera Renzi, lanciandogli l’accusa di essersi lasciato scavalcare dal Papa- mi ha indotto alla curiosità di approfondire quanto è avvenuto in sede sinodale, su un argomento così delicato e mai veramente affrontato pubblicamente da un Organo così importante della Chiesa.

Una rivoluzione, iniziata con i gesti, le parole e gli atti da Papa Francesco,seguendo le tracce di Benedetto XVI°, sta proseguendo, trasformando la Chiesa cattolica. Che apre le proprie porte ed accoglie, così, la sfida tra dottrina e vita, tra fede e società moderna. E’, inoltre, una Chiesa che sfugge –come ha detto il Pontefice nell’intervento conclusivo e non previsto del Sinodo straordinario dei Vescovi- alla tentazione “degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosìddetti tradizionalisti e anche degli intellettualismi”; a “trasformare il pane in pietra e scagliarla contro i peccatori, i deboli, i malati”; a “ trascurare il depositum fide, considerandosi non custodi, ma proprietari e padroni”. In sostanza, una “Chiesa che non si vergogna dei fratelli caduti e non fa finta di non vederli”, “che non ha paura di mangiare e bere con le prostitute e i pubblicani.., che ha le porte spalancate per ricevere i bisognosi, i pentiti, non solo i giusti e coloro che credono d’essere perfetti”.

Sono, queste, parole che pesano, inusuali in un Papa e tali da influire sul dibattito che, per un anno, si svilupperà tra i cattolici in tutto il mondo in vista del Sinodo ordinario che sulla base di tale dibattito e delle conclusioni di quello straordinario appena concluso dovrà “trovare soluzioni concrete a tante difficoltà e alle innumerevoli sfide che le famiglie devono affrontare e dare risposte ai tanti scoraggiamenti che circondano e soffocano le famiglie”.

Su punti particolarmente delicati, come, ad esempio, la comunione ai divorziati e i gay il dibattito sinodale è stato, certo, della “massima trasparenza, piena libertà d’espressione, fino a manifestare anche dure contrapposizioni. E’ stata non una scommessa ma un’intuizione profetica di Papa Francesco, non solo lasciare che tutti i vescovi parlassero con ordine e coerenza, ma sollecitarli al confronto, favorire l’approfondimento, la discussione “come ha scritto il priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi. Logico, quindi, si delineasse, poi, sui punti più controversi, quelli che ho citato prima, una maggioranza ed una minoranza . E poiché quella maggioranza non è stata, ad esclusione di un caso, qualificata, spetterà, ora, all’”anno di lavori per maturare, con vero discernimento pastorale, le idee proposte”.

Ad esempio sulle famiglie gay “non esiste fondamento alcuno ‘per assimilarle’ al disegno di Dio sul matrimonio”, ma “gli omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza”. Il futuro confronto dovrà dire come. La minoranza ha detto no con 62 voti e la maggioranza si’ con 118

Sulla comunione ai divorziati 104 si’ e 74 no all’affrontare la questione e per “un’accoglienza non generalizzata alla mensa ecclesiastica”, dunque prevale la tendenza ad ammettere chi è sinceramente pentito anche se si è risposato. Sullo stesso tema ci si é trovati dinnanzi al dilemma: i divorziati “possono ricorrere a una comunione spirituale” e “perché allora non possono accedere a quella sacramentale?”. Ne è uscita la proporzione “viene sollecitato un approfondimento” che, votata, ha registrato 122 sì e 64 no. In 155, ossia la maggioranza qualificata, e 19 contrari sulla significativa proposizione : “le situazioni dei divorziati risposati esigono un attento discernimento e un accompagnamento di grande rispetto, evitano ogni linguaggio che li faccia sentire discriminati e promuovendo la loro partecipazione alla vita della comunità”. E’, questo, un significativo passo avanti e la minoranza si è notevolmente assottigliata.

Certo, rimane sui divorziati risposati l’opposizione esplicita di autorevoli cardinali come l’arcivescovo di Bologna Carfagna, l’ex-capo del Sant’Uffizio Mùller, il prefetto della segnatura apostolica Burke, i cardinali De Paolis e Baudmiller che oltre ad aver presentato un loro documento sono anche andati a trovare il Papa emerito Ratzinger per tentare di convincerlo delle loro tesi e, quindi, ad intervenire su Papa Francesco. Missione fallita anche perché il capofila degli innovatori, il cardinale Walter Kasper è strettamente collegato a Benedetto XVI° che concorda con le impostazioni del suo successore, al quale avrebbe anche inviato un biglietto dopo l’incontro con i cinque cardinali ritenuti conservatori.

Comunque sia, tutto avviene alla luce del sole in un confronto aperto, erroneamente interpretato dagli osservatori esterni con una mentalità che prescinde dai fatti di Chiesa. E Papa Francesco l’ha fatto notare: “Tanrti commentatori hanno immaginato una Chiesa in lite, dove una parte contro l’altra, dubitando perfino dello Spirito Santo, il vero promotore e garante dell’unità e dell’amicizia nella Chiesa. Lo Spirito Santo che lungo la storia ha sempre condotti la barca, attraverso i suoi ministri, anche quando il mare era contrario e mosso e i ministri infedeli e peccatori”.

Credo abbia ragione il Vescovo di Roma venuto-come disse lui –da” un Paese falla fine del mondo”: lui è la conferma che lo Spirito Santo sa scegliere bene. Non a caso la Chiesa cattolica d’oggi si sta rafforzando, profondamente rinnovandosi.