PD: l’opposizione sta facendo il gioco di Renzi

Standard

La legge di stabilità renziana ha, certamente, un sapore elettoralistico, ma le opposizioni al segretario-premier, compresa quella interna al Pd, commettono un grosso errore nel dire che la finanziaria è berlusconiana e  ad enfatizzare, nelle critiche, soprattutto questo dato. Sì,  perché in questo modo non fanno altro che valorizzare le misure governative presso quel ceto medio che, dopo l’entusiastica adesione a Renzi con il voto delle europee, si era allontanato dal Pd.  Ed era proprio questo recupero uno degli obiettivi di fondo del Matteo Renzi che, non a caso, sorride  ironicamente quando l’accusano di imitare Silvio Berlusconi come ha fatto dalla Gruber. E lì in Tv ha spiegato che lui l’Imu-Tasi l’ha abolita come fece il Cavaliere, ma la manterrà anche nel futuro e  quelle promesse berlusconiane  sottoscritte in TV ( da Vespa-ndr)  e non mantenute lui, Renzi, le ha attuate.

Più chiaro di così non poteva essere nel tranquillizzare i moderati, molti dei quali s’erano rifugiati nell’astensionismo. E tanto per coprire anche il fronte di sinistra ecco i 600 milioni per la lotta alla povertà ed i 400 milioni per garantire un futuro agli handicappati ; ecco il divieto a Comuni e Regioni di aumentare le imposte; ecco far uscire dal cilindro, come un prestigiatore, la  colomba della tassa che rimane per ville e castelli per  90 milioni di euro. Quest’ultima decisione è stato un colpo da maestro, facendo prima scatenare polemiche a destra e sinistra, con alcuni renziani a difendere la misura contestata per, poi, dire che nella manovra i proprietari di ville e castelli continueranno a pagare l’Imu. Pensate che l’altra sera, a Ballarò, il ministro dell’Economia Padoan continuava a spiegare il motivo per cui l’Imu-tasi veniva abolita per tutti e, poco dopo, Pier Luigi Bersani stava facendo una filippica contro questa impostazione e  veniva interrotto dal conduttore  che annunciava un twitter  a sorpresa di Renzi, nel quale annunziava che ville e castelli continueranno a pagare. E l’ex-segretario Pd ha incassato il colpo anche se ha detto :”le critiche servono”, ma dovendo, poi, ammettere che se anche Renzi non accettasse gli altri emendamenti che verranno proposti dalla sinistra dem  sarebbe, alla fine, costretto a votare la legge di stabilità soprattutto se su di essa venisse messa la fiducia così come il premier la metterà  su un altro punto criticato come l’aumento del contante a tremila euro.

Le notizie, inoltre, che vengono da Bruxelles danno maggiore forza ai renziani su una manovra economica che, come ha detto in Tv il presidente della BNL Abete, “innanzitutto non fa danno, non sarà rivoluzionaria, ma è buona”. Il recupero da parte del Pd, comunque, di quella parte di moderati cattolici passa anche dal disegno di legge sulle unioni civili, duramente criticato dal Vaticano e dalla Conferenza Episcopale Italiana perché considerato, di fatto, un simil matrimonio valevole anche per le coppie gay. In particolare  si contesta la possibilità per tali coppie di adottare un figlio di una  delle due donne  che aprirebbe anche la strada all’utero in affitto ammesso all’estero. Già è prevista una grande manifestazione a Roma del Family Day, mentre il” Comitato Difendiamo i nostri figli”  sta raccogliendo firme contro la proposta di legge. Renzi, rendendosi conto delle reazioni negative, testimoniate anche dai sondaggi, all’adozione da parte delle coppie gay, ha lasciato libertà di coscienza ai dem. In tal modo ha anche acquietato il Ncd-Ud che  minacciava quasi la crisi di governo se , essendo contraria al  provvedimento, su esso si fosse  formata una maggioranza diversa. Non mi meraviglierei, inoltre, se sul voto segreto  sulla legge o su un emendamento che elimina l’adozione comparissero quei cento franchi tiratori Pd  che impallinarono Prodi candidato al Quirinale. In sostanza, credo che Renzi riuscirà a salvare  capra e cavoli, per dirla alla toscana.

Il suo problema, a mio avviso, è un altro: la divisione che , secondo sussurri e grida, sarebbe  avvenuta tra i suoi sponsor d’Oltreoceano. Certi segnali lo confermerebbero, anche se, talvolta, di difficile valutazione perchè possono essere avvertimenti   di chi gli è rimasto amico affinchè non faccia colpi di testa. E, soprattutto, rimanga sulla linea mediterranea e, di fatto, anti-merkel che piace, ad esempio, ad alcuni big della Corte Suprema americana  presso i quali  si recò, all’inizio dell’avventura nazionale renziana,  

La mancanza di vere alternative giocano, comunque, a favore di Renzi . I suoi ex-sponsor avevano puntato su Alfio Marchini che, dopo vari rifiuti, aveva ceduto ed era andato anche in Tv a dimostrare la sua disponibilità anti-premier, ma la crisi al Comune di Roma l’ha fatto tornare indietro, essendo l’unico candidato in grado si vincere sui grillini. L’altra alternativa tenuta in frigo, ossia l’ex-ministro degli Esteri Frattini, potrebbe essere recuperata, secondo venticelli americani, ma occorrerebbe tempo per prepararla e negli ultimissimi tempi sarebbero affiorati dubbi.

Va, inoltre, considerato che negli States gli stessi poteri forti sono alle prese con la campagna elettorale presidenziale e, probabilmente, non ancora è stata compiuta la scelta definitiva  anche se Jeb Bush pare in pool-position. Comunque sia, molto dipenderà dallo stesso segretario-premier e, probabilmente, l’opzione del voto anticipato a maggio insieme al massiccio turno amministrativo è ancora  quella privilegiata, perché capace, sia di anticipare  le mosse degli ex-sponsor , sia di creare basi solide al progettato Partito della Nazione.