Povero Marino costretto da Renzi alle dimissioni

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Certo, se l’è cercata, fa proprio pena Ignazio Marino, ormai ex-sindaco di Roma. Pena perché è stato scaricato in maniera brutale dal suo partito ad iniziare dal premier-segretario che gli ha imposto le dimissioni. Così un big renziano è anche andato in Tv, a “Piazza Pulita”, a mettere persino in dubbio la sua onestà con far risalire l’addio alla prima poltrona del Campidoglio a causa di quelle spese, ritenute dalle opposizioni e pare anche dalla Corte dei Conti personali, fatte con la carta di credito del Comune. Per gli stessi motivi, se accertati dalla magistratura, molti consiglieri regionali sono stati incriminati e qui, oltre al peculato, ci sarebbe il falso in atto pubblico.

Il fatto è che il Pd si rende conto d’essere nella tempesta per tutto quello che è accaduto a Roma, dove nello scandalo “mafia Capitale” sono stati coinvolti alcuni suoi esponenti romani al punto da costringere Renzi ha nominare un Commissario al partito locale, addirittura il presidente dei dem che ha difeso fino all’ultimo il sindaco. Molti, per la verità, gli errori commessi dai renziani. Il primo non aver sopportato, sin dall’inizio, Marino, vincitore delle primarie grazie a Sel ed alla sinistra Pd, non dimentichiamo che segretario era Pier Luigi Bersani ed incline ad una certa autonomia nella scelta degli assessori al punto da scontentare anche i “compagni”. Da qui l’inizio di un logoramento del sindaco dopo la scalata renziana alla segretaria e, successivamente, a Palazzo Chigi . Con la prova provata delle infiltrazioni mafiose in Campidoglio, iniziate e affermatesi con la precedente giunta Alemanno, ma proseguite anche sotto Marino senza che lui se ne accorgesse sino all’arresto di un assessore e l’incriminazione del presidente del Consiglio Comunale, la situazione s’è aggravata con il segretario-premier che non perdeva occasione per lanciare larvati inviti al sindaco di dimettersi. Sindaco che, con continue gaffe, con le varie dimissioni “pilotate” dal Nazareno di assessori , con l’abbandono della carica di vice-sindaco dell’esponente Sel, aggravava la sua posizione. Il commissario Orfini, però, lo difendeva a spada tratta nella preoccupazione di un voto anticipato che avrebbe messo in difficoltà il Pd. Così ecco l’altro errore di non aver sciolto il Comune di Roma per mafia, fatto,certo, non indolore, ma almeno si sarebbe bloccato il continuo degrado di Roma testimoniato anche dalla stampa internazionale e si poteva affrontare il prossimo Anno Santo straordinario in modo efficacie .Invece no , si è preferito far emergere il vecchio detto “ sbagliare è umano, perseverare è diabolico.” Quindi, ecco le “fughe” americane” di Marino, ecco la clamorosa smentita di Papa Francesco sull’invito a Philadelphia. ecco la gaffe di criticare il Pontefice per aver risposto alla domanda di un giornalista appunto sul sindaco, ecco quella dell’annuncio di un viaggio a New York insieme ad una delegazione di imprenditori romani il 6 novembre, annuncio registrato anche dai quotidiani e dall’interessato clamorosamente e sfacciatamente smentito dopo le polemiche provocate e la sottolineatura critica che il sindaco tornava negli States proprio quando il 5 di novembre iniziava il processo per”Mafia Capitale”, nel quale il Comune di Roma si presenta come Parte Civile.

Nonostante tutto questo Orfini lo difendeva ancora sino all’offensiva delle opposizioni sulle spese del sindaco.L’obiettivo era quello di prenderlo in castagna per la gita a Philadelphia e New York, dove era stato accompagnato da tre funzionari comunali. I grillini prendevano la palla al balzo per chiedere, come faceva la lista Marchini, di conoscere i dettagli delle spese compiute dal sindaco in generale. Così sul web venivano immessi tali dettagli sulla base degli scontrini e delle ricevute presentate da Marino. A quel punto è apparso che, forse, alcune di quelle spese , pagate con carta di credito del Comune, erano di carattere personale e , in alcuni casi, le ricevute erano catalogate su voci non corrispondenti al vero .A questo punto Renzi ha dato disposizioni ad orfini di far dimettere il sindaco e, per questo, si sono dimessi anche due bi-assessori. A questo punto Marino si è arreso e il suo partito, forse sperando di salvarsi sotto il profilo morale, lo sta trattando quasi come un criminale, commettendo,così, un atto anche politicamente sbagliato.

Ho l’impressione, inoltre, che i renziani commettano, in questo modo, un ulteriore errore perché l’ex-sindaco può creare al Pd non pochi problemi. “ Farò i nomi, tirerò giù tutti” avrebbe detto secondo il “Corriere della Sera” ed in una intervista a “La Stampa” s’è tolto molti sassolini e riferendosi a tutti gli attacchi , anche “amici”, rivoltigli per farlo dimettere e , a mio avviso, anche a come la ragionieria comunale ha etichettato gli scontrini e le ricevute delle spese effettuate ha sottolineato : “pur di cacciarmi mi avrebbero messo in tasca la cocaina”,, quasi a sottolineare una manipolazione su quei documenti contabili.

Di certo Ignazio Marino, ottimo medico ma politicamente ottuso, non si rassegnerà al silenzio e quel “ho venti giorni di tempo per ritirare le dimissioni” suona come una sfida a quel Pd che non l’ha mai sopportato e che ora dovrà affrontare un duro turno amministrativo, nel quale , insieme a Roma, si voterà a Milano, Torino, Napoli,Bologna. Ve lo immaginate che accadrebbe nel Pd con una sconfitta nella capitale politica e nella capitale economica d’Italia, fatto assai probabile?