QUANDO LA STUPIDITà SUPERA IL BEN DELL’INTELLETTO

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In questa televisione che da mesi non trova altri argomenti che il coronavirus servito in tutte le salse, è di ieri che, in sordina, è saltata fuori la notizia che si aprirà a breve la seconda fase di quarantena con le aperture per un ritorno graduale alla normalità. Attenzione, non per tutti, quel graduale ritorno alla normalità non sarebbe per tutti, due categorie rimarrebbero fuori, i detenuti colpevoli di reati superiori ai cinque anni di detenzione (quelli che ne hanno meno di cinque vorrebbero liberarli), e gli anziani, dai sessantacinque in su.
Geniale: sembra che sia il pensiero di pseudo scienziati, che, non soddisfatti di aver conquistato il video, ora pensano di decidere della vita dei cittadini.
E’ abbastanza chiaro che la colpa non è loro, mettiamola in politica, la pocaggine della classe dirigente, per dirla in parole povere, del governo, ha assurto alla categoria degli immortali una pletora di personaggi che anziché stare sui libri e impegnare il loro tempo, tra l’altro, ben pagato, nella ricerca, nel caso specifico per trovare soluzioni scientifiche sul covid 19.
Non avendo meglio da fare, l’ultima travata è quella di mettere in domicilio coatto gli ultra-sessantacinquenni, dimostrando così la loro limitata visione sul piano umano.
V’è da dire che chi ha avuto questa bella pensata, così a spanne, mi viene da pensare che sia un sessantottino dal sei politico, che la sua scienza sia talmente limitata da non aver mai neppure pensato che la Repubblica Italiana gode di una democrazia compiuta, regolata da una Carta Costituzionale scritta dai nostri Padri Costituenti, molti dei quali ultra-sessantacinquenni, che hanno ben pensato di formulare un certo articolo 13, sconosciuto a questi attuali scienziati chiamati a fare da consulenti ad un governo anch’esso poco illuminato dalla Costituzione: “art. 13 – La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria”.
Un’idea saltata fuori da una mente limitata, buttata li nella maniera più stupida da un q.i. (quoziente di intelligenza) limitato, incapace di valutare tutto ciò che questo va a provocare. La mente eccelsa avrà pensato a quante persone andrebbe a toccare un simile provvedimento? Il Primo Cittadino d’Italia sarebbe il primo e non potrebbe certo svolgere il suo ruolo se fosse relegato dentro casa in quarantena sine die, si, mi riferisco al Presidente delle Repubblica; e anche nel governo qualcuno ne verrebbe a godere; ma, pensate alla magistratura, le più alte funzioni, gli stessi professori, per non parlare dei prefetti, ma pure la stessa politica attiva, quanti parlamentari ne verrebbero coinvolti, i sindaci, i consigli regionali, insomma una completa riforma dello Stato.
E’ veramente questo che si vuole? Quali e quante complicazioni implicherebbe un tale provvedimento?
Qualcuno leggendo questo mio pezzo dirà che io sono parte interessata. Ebbene, si, io sono interessato perchè ho abbondantemente superato la soglia ma, come moltissimi altri coetanei, non mi sento meno efficiente di quel deficiente che la vorrebbe proporre.
Noi vecchiardi siamo l’ultimo baluardo dei sopravvissuti dell’ultimo evento bellico, qualcosa per questo meraviglioso Paese abbiamo la presunzione di averlo fatto e lo abbiamo fatto non solo festeggiando quel 25 aprile, che appunto scade fra qualche giorno, lo abbiamo fatto prima di ogni cosa rispettando, come valore principale, gli anziani, non abbiamo mai pensato il richiamo alla Rupe Tarpea, noi siamo cresciuti nel valore del rispetto della persona ed ora che siamo arrivati all’età avanzata riteniamo di meritare, almeno, la libertà di scegliere come vivere.
Io credo che quella che ho sentito sia solo una boutade del cretino di turno, pertanto che abbia la considerazione che merita ma qualora così non fosse io sarò uno dei tanti disobbedienti convinti non fosse altro per vedere chi avrà il coraggio di condannare il mio gesto.
Non firmo mai i miei articoli, questa volta sento di doverlo fare.
Giuseppe Tusacciu