Renzi: che brutti sondaggi!

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Pare aver compreso che così non va Non solo registra un ‘malissimo’ nei sondaggi con il centro-destra che supera il PD in un eventuale ballottaggio, autogol, quindi, con l’Italicum, ma anche il suo appeal non funziona come un tempo: meno di 30% nel gradimento dall’inizio dell’avventura a Palazzo Chigi. E, certo la notizia che è appena apparsa, quella di aver dato una consulenza al ‘guru’ della sinistra e non solo, Adriano Sofri, migliorerà le cose. Parlo ovviamente del segretario-premier Matteo Renzi che ha già detto di tornare al “Renzi 1”, quello che non media, non cerca compromessi all’interno del suo partito e si riscopre rottamatore, andando avanti come un treno, forte del fatto che la maggioranza dell’attuale Parlamento non intende andare a casa ed a questo governo non esistono alternative.

Io non giurerei sul fatto che l’ex-sindaco di Firenze vuol arrivare alla fine della legislatura, sperando, come dicono alcuni osservatori, sull’effetto positivo delle sue riforme. Sì, è vero, la schiera dei presunti “responsabili” si allarga ogni giorno di più, ma saranno sufficienti a sostituire il Nuovo Centro-Destra alle prese con le inchieste che toccano alcuni suoi esponenti e il ddl Cirinnà sui Dico, cioè le unioni civili comprese quelle delle coppie gay? Il provvedimento, infatti, è stato duramente contestato da un milione di cattolici scesi sabato nella storica piazza romana dei sindacati, ossia San Giovanni, con lì presenti parlamentari di Forza Italia e del NCD, compreso il coordinatore nazionale degli alfaniani Quagliariello che ha detto: ”noi quella legge non la votiamo, ora la maggioranza freni e rifletta. Su questi temi non ci sono vincoli:” E tanto per far capire l’antifona aggiunge :”con la manifestazione di sabato si apre una partita politica”.

E c ‘è chi, a sinistra, ricorda che il Family Day del 2007 fu fatale al governo Prodi che cercò di salvarsi cambiando i Pacs in Dico, ma fu costretto a ritirare anche questo secondo progetto. E aggiunge: “Renzi è avvertito: quella piazza è già un nuovo serbatoio di quella destra confessionale che sembrava polverizzata e invece risorge: E’ accaduto anche in Francia nel 2014.”

Renzi, però, pare non preoccuparsi del milione di persone a San Giovanni e delle dichiarazioni di Quagliarella ed insiste a dire che “Il ddl è in linea con la legislazione di altri Paesi europei e rispetta tutte le sensibilità”. Ha aggiunto la sua vice al Nazareno Deborah Serracchiani: “il percorso deve andare avanti e andrà avanti. E’ un impegno sul quale non si può tornare indietro. “Il sottosegretario dem Scalfarotto, poi, dimostra una strana concezione della democrazia e scende alle offese parlando di “manifestazione inaccettabile”.

Che la proposta firmata da Monica Cirinnà (è anche relatrice) provochi ampie reazioni negative è confermato dai 4230 emendamenti presentati nella commissione Giustizia del Senato, il cui presidente, l’ex-ministro forzista Nitto Palma è riuscito a ridurre a 1800 e che domani inizierà la discussione. La Cirinnà è talmente convinta dell’approvazione che addirittura sostiene: “sarà fondamentale far uscire dal Senato un testo blindato che sia poi approvato dalla Camera senza modifiche”.

Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, però, daranno battaglia insieme agli alfaniani che sono nella maggioranza e sul tema della famiglia potrebbe determinarsi, come dice Gasparri, il punto di ricomposizione del centrodestra. Quella ricomposizione alla quale sta lavorando Silvio Berlusconi che domani incontrerà il leader della Lega Salvini, forte anche del fatto che nel sondaggio commissionato da “Repubblica” Forza Italia sia al 14,2, di fatto alla pari con i leghisti e, dunque, in risalita. Il Cavaliere, in verità, sta giocando a tutto campo, rinnovando il suo partito e non escludendo di votare le riforme se verranno fatte alcune modifiche, tipo ballottaggio tra le due maggiori coalizioni e non, come ora, le due liste, oltre al Senato in qualche modo elettivo, guarda caso le richieste avanzate anche dalla sinistra Pd e condivise dal Ncd, dalla Lega, da Fratelli d’Italia, da Sel e per Palazzo Madama anche dai grillini, quindi da un ampio schieramento.

Il “Renzi 1” sarà disposto ad accettare queste modifiche? La partita (sempre sulla pelle di noi italiani) di gioca qui. Se il segretario-premier s’è davvero accorto che non ha un partito dietro alle spalle perché dominato da quei capibastone evocati, negativamente, dal sindaco di Roma Marino nella sua assurda resistenza alle dimissioni, allora dovrebbe cogliere la porta riaperta da Berlusconi sia per evitare rischi al governo sia per aumentare le alternative dello scenario politico futuro. Quel 32 a 35 a favore del centrodestra e quel 53,5 contro il 46,5, sempre a favore del centrodestra, in caso di ballottaggio dovrebbe far riflettere il premier, non vi pare?