RENZI E SALVINI: SCONFITTI O PROTAGONISTI? (Se invece rappresentassero il futuro?)

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Opinioni: ognuno ha la sua, giustamente, ma non avere sguardo per l’evidenza, può essere un difetto di vista, allora, meglio gli occhiali. Non mi soffermerò su chi ha vinto nell’incontro-scontro tra Matteo Salvini e Matteo Renzi, non è quello ciò che, secondo me, interessa, è piuttosto ciò che i due rappresentano in questo momento nello scenario politico italiano. Non sono d’accordo con chi scrive che si tratti di “sconfitti che non se ne sono accorti”: non è un caso che Vespa abbia allestito uno scenario particolare per questi due uomini che fanno politica perchè l’hanno scelta come mestiere e così, ne dibattito si sono espressi. Esattamente come due protagonisti.
Capisco che molti possono non essere d’accordo con questa mia convinzione, ma, attenendomi agli atti anche ai recentissimi, traggo sempre più la certezza che si tratta dei due veri primo attori dello scenario politico.
I numeri: Renzi, con un tre per cento, tiene in scacco il Governo, lo lascia li finchè gli fa comodo poi, quando lo riterrà opportuno manderà nel dimenticatoio il povero Conte che da nano crede di essere diventato gigante mentre rimane un buon consulente e mai leader. Basti vedere la sua mossa per mettere in scacco un modestissimo Zingaretti, mettendolo in ridicolo nel lasciargli pronunciare il “mai con Di Maio” per poi fargli ingoiare il rospo di entrare nel governo in posizione di meschina subalternità e, sempre lo stesso Zingaretti, è lui a proporre un’alleanza perenne seppur innaturale: capolavoro del Matteo fiorentino.
L’altro Matteo, quello lombardo, all’opposizione, a sentire DiMaio e compagni di cordata, un uomo finito, Papete, mutande, attacchi di tutti i generi, mantiene il suo partito compatto, pochi mal di pancia, continua nella sua linea politica e, cosa di maggiore importanza, mantiene quel suo trentatre per cento che che impensierisce seriamente amici e avversari.
Ma di cosa vogliamo parlare se non della cronaca di questi ultimissimo giorni?
Zingaretti, nonostante lo scontro durissimo sulla manovra con i grillini, ha chiesto nella direzione del Pd il “via libera ufficiale alla ricerca di un’intesa stabile con il M5S”, lo hanno riportato i principali quotidiani e come ha chiaramente detto, lui stesso, il segretario dem. il rischio che corre è che Di Maio continui a dire ni e ripeta solo accordi civici, ma, soprattutto, apra una vera e propria fuga verso Italia Viva di Renzi. Povero ex partito di Berlinguer.
Le voci contrarie, infatti, non mancano: dicono no non solo i renziani rimasti nel Pd ad iniziare dal presidente dei senatori Marcucci, ma anche l’ex-presidente del partito Matteo Orfini. Abbiamo letto su “Il Tempo” l’elenco dei dem che hanno lasciato o stanno lasciando il PD. E sono in molti a ritenere che sia dopo il duello di Porta a Porta con Salvini e, soprattutto dopo la Leopolda a Firenze con il lancio ufficiale di “Italia Viva” ed un programma di governo più di centro che di sinistra l’addio al Pd sarà notevole e saliranno anche i sondaggi. Anche sul territorio ci sarà un terremoto tra i dem, considerando che i 2000 e passa Comitati d’Azione Civile si trasformeranno in sezioni del nuovo partito.
Tutto questo mentre Renzi fa da protagonista anche nella maggioranza parlamentare che ha voluto per evitare le elezioni anticipate e la vittoria, allora scontata, di Salvini , di volta in volta trovando a fianco il Pd e tal altra Di Maio, con il quale si scontra su Quota 100 che vorrebbe abolire per incrementare il cuneo fiscale che, comunque, anche i grillini ritengono insufficiente.
La manovra, è stata approvata, dovremo vederla e leggerla attentamente, dalle prime impressioni piace poco a tutti, poi dovrà passare al vaglio e all’approvazione del Parlamento: cosa faranno i due Matteo dai loro distinti fronti?
Sì, perchè Di Maio prepara gli emendamenti da presentare per cambiare la manovra, nei punti più caldi per i grillini. Reggerà l’urto il Pd probabilmente già depotenziato dalla fuga di altri parlamentari? E Renzi insisterà o no nelle sue richieste ?
Ha un bel dire il premier Conte (che è persino andato ad Avellino a prendersi l’applauso di De Mita e dei demitiani irpini ) d’essere il garante che “la manovra sarà nell’interesse degli italiani” considerato che alla fine, direttamente o indirettamente, ci sarà un aumento delle tasse come ha scoperto lo stesso Renzi indicando le sorprese tra le pieghe di taluni provvedimenti.
Così, mentre nella maggioranza parlamentare è rissa continua al centro si intensificano le grandi manovre e non mi meraviglierei che, alla fine, spuntasse di nuovo il Partito della Nazione, ma questa volta irrobustito dall’appoggio di Cairo, che secondo “Il Fatto” s’è incontrato con Berlusconi. Che smentisce così come smentisce contatti con Renzi,definito di sinistra . E se, invece, i tre, con il cemento dell’attivissimo Gianni Letta, fossero d’accordo nonostante le smentite berlusconiane e da Altra Italia, federazione lanciata dal Cavaliere a luglio e, dalla vicina anche nel nome Italia Viva si passare alla vecchia idea del Partito della Nazione punto d’arrivo del Patto del Nazareno?
Se se in questi sogni vi fosse anche l’approdo di Salvini, Di Maio e Zingaretti che hanno visioni che sanno di utopia quando immaginano e chedem e grillini saranno, almeno per dieci anni, saranno artefici anche dei futuri governi.