RISCHIO SCISSIONE – SCONTRO TRA LE VARIE ANIME

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PD: Ieri postavo sul blog (www.santateresagallurablog.it) una mia personale analisi sulla tenuta del governo. Mentre scrivevo non ero ancora a conoscenza del caso Nitto Palma – presidenza Commissione Giustizia, risoltosi poi positivamente. Nel mio scritto volevo sottolineare sottoliniare lo stato di crisi del PD che potrebbe trasmettersi sul governo con il preciso scopo di abbattere Letta.

Da notizie che mi pervengono, sembrerebbe che si sia giunti alla prima resa dei conti  in un Pd, dove lo scontro totale tra le varie anime, in particolare quelle ex-pci ed ex-dc, evoca una scissione. Il fatto è che la sinistra interna, anche a causa degli errori di Pierluigi Bersani, è sempre più insofferente per la scelta di un governo a trazione berlusconiana. Lo stesso premier Enrico Letta , che oltretutto nel partito ha scarso seguito, viene visto non proprio come un corpo estraneo, ma certo qualcosa di simile anche  per la stretta parentela con il braccio destro del Cavaliere. Aggiungete il malumore per ministri e sottosegretari ,anche con esclusioni eccellenti, la rivolta della base con varie occupazioni di sedi ,i  sondaggi che registrano continue emorragie di elettori con corrispondente crescita del centrodestra   e l’incognita Matteo Renzi con il timore che voglia essere leader di un vero grande centro ed avrete un quadro approssimativo di quel che si muove tra i democratici.

La vicenda dell’elezione del Capo dello Stato ha lasciato strascichi pesanti e  le varie correnti non si fidano più le une con le altre, alimentando sospetti , rancori, spirito di vendetta anche per i troppi franchi tiratori che hanno  impallinato  i due candidati del Pd, prima Franco Marini, accettato anche da Berlusconi, e  poi addirittura, uno dei padri storici del partito come Romano Prodi la cui candidatura era stata persino accolta con un’acclamazione dei grandi elettori democratici. Il risultato è stato la rielezione di Giorgio Napolitano, sponsorizzata da Obama e rilanciata dal Cavaliere con conseguente governo PD-PDL, dovuto certo all’emergenza Paese, ma in aperta contraddizione con gli impegni assunti proprio dal Pd con i propri elettori e dalle ripetute dichiarazioni di tutti i dirigenti, Enrico Letta compreso,  che  ci hanno inondato , un’ora sì, un’ora no, di “mai con Berlusconi”.

Tutto questo troverà eco sabato prossimo nell’assemblea che dovrà ratificare le dimissioni della Bindi da presidente e di Bersani da segretario ,nominando un leader provvisorio( qualcuno vorrebbe una triade) che accompagni il partito al Congresso in autunno, E si dovrebbe decidere anche  di scindere la carica di segretario da quella del candidato premier, oggi unite con le primarie, soluzione che ha visto il deciso no di Walter Veltroni e il consenso di Massimo D’Alema e Matteo Renzi che   intende candidarsi solo alla premiership e non alla segreteria.

Sembrano, queste, questioni di  lana caprina, in realtà  rispecchiano differenti concezioni del partito, La divisione tra i due ruoli, infatti, rispecchia il voler perpetuare la diversità tra l’anima ex-Pci e quella ex-Dc, proprio quello che Veltroni scongiura di non fare altrimenti non esisterà un PD.  La tendenza, però, è proprio quella temuta dall’ex-sindaco di Roma  e lo dimostra il fatto che candidati segretario, sia pure pro-tempore, siano Guglielmo Epifani e Gianni Cuperlo, il primo ex-segretario CGIL, il secondo ex-segretario della Federazione giovanile comunista, ossia l’opposto del premier Enrico Letta che viene dalla DC.

Sarà, quindi, quella di sabato un’assemblea tumultuosa se rispecchierà le dichiarazioni  di partenza come quella di Pippo Civati che non  nasconde l’eventualità di una scissione  e di Walter Veltroni che boccia i due candidati alla segreteria provvisoria e mette in campo un Chiamparino, renzuano  ex-sindaco  di Torino e un Castagnetti, che è stato luogotenente di De Mita nella DC e segretario del Partito Popolare ,

A  farne le spese potrebbe essere il governo, non certo amato dalla maggioranza del Pd  e dove un vice-ministro della sinistra come Fassina  non perde occasione per fare sull’Imu dichiarazioni che nel Pdl considerano provocatorie . E’ vero che Silvio Berlusconi cerca di calmare i non pochi falchi di casa sua, sostenendo che il governo Letta durerà almeno due anni , ma  come potrebbe passare sotto silenzio decisioni per lui negative assunte dall’Assemblea dei democratici ?

Come appunto scrivevo ieri, ci troviamo di fronte ad una crisi latente, in piena burrasca e non è certo Napolitano ancora una volta ha mettere in campo tutta la sua autorità per sedare i facinorosi del suo partito di origine a più miti consigli e ad anteporre le necessità degli italiani a quelle, di più bassa lega, del partito

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