POVERO SALVINI, QUESTA VOLTA E’ TOCCATO A LUI: sotto schiaffo dai nipotini del rublo e, come non bastasse dai suoi amici di cordata. “schiaffo”dai nipotini del rublo che dal fuoco amico degli alleati

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Mi viene difficile pensare ad un Salvini sprovveduto, possibile che possa esserlo? Uno che fa il Ministro degli Interni a tempo pieno, il vice premier a mezzoservizio, il capopartito quando gli capita. Ma, d’altra parte, tutto lo lascia pensare, quando dimostra di non aver ancora ben compreso quali debbano essere i difficili equilibri internazionali, perché non si può essere -come era convinto di poter fare- essere d’accordo con gli Usa al 93% e, nel contempo, essere amico di Putin come ha dichiarato il leader del Cremlino. In questo momento storico ci sarebbe voluto un esercizio di grande equilibrismo politico,a livello internazionale nel quale, diamogliene atto, era maestro Silvio Berlusconi, dal quale, forse, avrebbe fatto meglio ad accettare qualche consiglio.
Altro errore, il mio è solo un parere del tutto personale, benché possa vantare di avere le spalle forti, sembra abbia voluto esagerare con quel suo voler essere l’uomo solo al comando, salvo poi lamentarsi d’essere lasciato appunto solo dai ministri grillini. Nè ha compreso bene Salvini di non possedere le doti diplomatiche e le sottigliezze o, come nel caso di Trump, la forza d’essere a capo di un grande Nazione dei leaders linternazionali e s’è trovato, probabilmente, coinvolto in un giuoco più grande di lui.
Ha certo esagerato nella convinzione delle spalle forti il leader leghista, ma ha esagerato
sul “caso Gianluca Savoini”, affarista, ex-giornalista della “Padania”, incarico alla Regione lombarda e presidente di Lombardia- Russia e leghista della prima ora, per qualcuno pare una scena tratta da un film di spionaggio, ma a mio avviso pare uscito
da una parodia di quel genere filmico: sì perchè, prima, secondo un’inchiesta de “L’Espresso”, insieme ad altri due italiani incontra al bar dell’hotel Metropole di Mosca, durante la visita del vice-presidente del Consiglio italiano, del 17-18 ottobre, con tre russi emissari di Putin. E lì, in mezzo a rumorosi avventori, propone: “noi guidiamo l’alleanza dei partiti pro-Russia: sostenete una campagna politica utile per i 2 Paesi”. In sostanza si chiedono soldi per la Lega per affrontare la campagna elettorale per le “europee”. La controparte conviene su questa circostanza e addirittura, lì in mezzo agli altri avventori che affollano il bar dell’albergo propone: tre milioni di tonnellate di petrolio con uno sconto del 4%, pari a 65 milioni di euro che gli italiani possono fornire a prezzo pieno all’Eni. Stretta di mano ed accordo fatto.
L’inchiesta del settimanale fa un pò di scalpore, la Lega querela non per il fatto specifico , ma per un’altra serie di articoli ritenuti diffamatori e, poi, tutto si acquieta:
Salvini compie, poi, il famoso viaggio negli Usa, viene definito “amico” da Putin , alla vigilia del suo recentissimo viaggio-lampo a Roma (e Savoini è presente al party offerto dal premier Conte al leader del Cremlino con invitati imprenditori italiani).
Ora ecco la bomba mediatica del noto sito web americano Buzz-Feed, non certo nemico di Trump, che riporta l’audio di quella riunione al Metropole.
La procura della Repubblica di Milano apre immediatamente un’inchiesta, i presidenti dei gruppi parlamentare del Pd annunciano una proposta di legge per istituire una commissione d’inchiesta e il M5s si limita, con Di Maio a dire, prima scherzosamente: “meglio Putin che i petrolieri” e, poi, più seriamente: “sempre più orgoglioso del M5Stelle, Noi abbiamo sempre ricevuto risorse solo dalle donazioni volontarie:” Ed il premier Conte accetta la smentita di Salvini (“mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia. Non ho mai chiesto alcunchè nè fatto chiedere alcunchè”) e dice la magistratura deve fare il suo corso, lui ha fiducia -“sino a prova contraria”- nel ministro dell’Interno. Che, comunque, ha anche avuto in questi ultimi giorni un’altra dura serie negativa come: a)il “cordone sanitario” fatto intorno a Lega e Le Pen, il cui gruppo all’Europarlamento non ha preso nulla, proprio nulla, dove persino Fratelli d’Italia ha avuto un vice-presidente di Commissione; b) il liscia e busso del premier Conte sull’immigrazione con annesso cicchettone per i mancati rimpatri e la sottolineatura dei troppi sbarchi “fantasma” che provocano gravi problemi e le critiche degli altri Paesi europei; c) il nuovo clamoroso fallimento del vertice sull’Autonomie, interrotto proprio dalla Lega la quale, quasi per ripicca, ha ribadito il no al salario minimo.
Come reagiranno, ora, i big leghisti come Fontana e Zaia a tutto questo con l’aggiunta della mancata solidarietà grillini, a quello che il sottosegretario Giorgetti, in predicato d’andare a Bruxelles, ha definito attacco a Salvini, dicendo, riferendosi a Savoini: “qualche fanfarone le spara grosse e qualcuno in modo opportunistico e chissà per quali fini ora approfitta del fanfarone per gettare discredito su Salvini?”. Il guaio che il discredito viene gettato su tutta la politica italiana che si sta dimostrando incapace di reagire come dovrebbe a difesa dei veri interessi dell’Italia.