SI SCOPRE, PER CASO, IL RITORNO ALLO SCONTRO TRA DESTRA E SINISTRA. MA IL GRANDE VUOTO AL CENTRO?

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C’è chi la chiama dietrologia, qualche volta lo è pure, spesso però diviene storia, sarebbe come dire “ve lo avevo detto”. Ora c’è chi scopre che, in Italia, si è tornati allo scontro tra destra e sinistra con la segreta (e non troppo) speranza che prevalga una rinata sinistra, magari che sia quella estrema, perché no, un ritorno a quel comunismo di marca staliniana di triste memoria. Si può cercare una ragione a tutto questo nei comportamenti rissosi e pericolosi del governo giallo-verde che fanno perdere le vere proporzioni politiche anche a persone intelligenti, ma, confondere il sogno con la realtà si trasforma non solo in chimera, ma fa anche ignorare quel che gli stessi sondaggi e i risultati delle varie elezioni regionali dimostrano: il grande vuoto al centro e la conferma che questo Paese può salvarsi solo con un centrosinistra tipo prima repubblica, ben diverso dall’Ulivo prodiano che, non a caso, è fallito per le interne e forti divisioni. Chi non ricorda lo scomparso (politicamente s’intende) il magistrato Antonio Di Pietro che era ministro del governo dell’Ulivo, ma manifestava in piazza contro la coalizione governativa della quale era autorevole esponente? Ed era solo un esempio delle profonde divisioni all’interno dell’Ulivo che comprendeva Rifondazione Comunista di Bertinotti e l’Udeur (cossighiano) di Clemente Mastella, ex-dc doc. Dunque, un’esperienza negativa che il nuovo segretario del Pd, Nicola Zingaretti (da non confondere con il, fratello, il bravo attore che impersona il Commissario Montalbano facendo record di ascolti in TV) vorrebbe ripetere sull’esempio di quanto ha fatto alla Regione Lazio.
Certo, il grande vuoto al centro non sarà coperto da un tipo come il governatore della Liguria Toti che, considerando moribonda Forza Italia che, stando ad alcuni sondaggi ,pare rilanciata dalla recente assise nazionale, vuol fondare un suo partito al” centro del centro”, lui ex-socialista toscano che voleva confluire con tutti i forzisti nelle braccia di Salvini, evidentemente non entusiasta , come non pochi big berlusconiani, dell’idea di un leader presunto, che aveva l’obiettivo di fare il vice del leader leghista quando i verdi del Nord hanno un co-leader come Luca Zaia che gli italiani considerano il miglior governatore regionale sulla piazza e, forse, con un futuro da premier. Sì, proprio con un futuro da premier perchè Salvini, nel suo delirio di onnipotenza, sta commettendo clamorosi errori politici, sia mantenendo la rissosa e devastante a alleanza governativa giallo-verde che otto imprenditori su dieci hanno clamorosamente sfiduciato con le dure critiche di tutti i presidenti confindustriali delle regioni del Nord, sia con quella sovranista europea insieme al partito quasi filonazista tedesco, agli estremisti finlandesi che vogliono distruggere l’euro ed all’estrema destra danese.
Una congrega politica, questa, contestata dai grillini, ma soprattutto ripudiata dai sovranisti al governo in Polonia che hanno detto, a chiare note, che Salvini sbaglia con queste alleanze. Aggiungere l’imminente tempesta economica che ha fatto passare in seconda fila il tema dei migranti nelle preoccupazioni degli italiani e che rischia di travolgere non solo Di Maio, ma anche il suo collega vice-premier .
C’è chi sostiene che il Matteo leghista vuole che la crisi di governo la facciano i 5stelle, ma continuando cosi saranno tutti i governati a venire travolti come ripete, invano, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giorgetti.
L’ultimo pesante allarme a Salvini è venuto dal mondo industriale, comprese quelle associazioni imprenditoriali della Lombardia, Del Piemonte e del Veneto grandi elettrici leghiste decisamente contrarie, ad esempio, a quel reddito di cittadinanza che vede a Napoli città numeri da record di domande superiori a quelle presentate nell’intera regione Lombardia.
Sul tavolo di Berlusconi -dicono le cronache- sono giunti sondaggi incoraggianti con Forza Italia che starebbe raggiungendo i livelli delle elezioni politiche e con Renzi, ricordate il famoso Patto del Nazareno, che sta preparando, dopo le “europee” il suo partito attraverso i Comitati Civici che, silenziosamente, sta organizzando in tutta Italia l’onorevole Rosato, partito non ancora nato, ma già accreditato tra il 7 ed il 12%. Se, poi, si mettono insieme le galassie politiche ex-democristiane e cattoliche (tipo il partito che monsignor Simoni, arcivescovo emerito di Prato, sta organizzando su imput del Presidente della Cei, beh! si sta muovendo molto in un’area politica (quella moderata) che secondo taluni osservatori sarebbe finita e che persino il, candidato dei socialisti europei alla presidenza UE, l’olandese Timmermans, considera in maggioranza in Europa ed in Italia: E mi pare significativo che non pochi renziani, nell’impasse del dopo-elezioni l’anno scorso, avessero detto che con un candidato premier come Zaia un’astensione per consentire il varo d’un governo sarebbe stata possibile. Stai a vedere che a forza di errori Salvini, senza volerlo, fa risorgere un antico centro-sinistra. Ossia un grande centro alleato di una sinistra moderata. Forse potrebbe piacere anche a quei giornalisti e scrittori di sinistra che, pentendosi delle passate critiche e talvolta anche derisioni, scoprono, oggi, che è “meglio democristiani”. Tutti questi movimenti, certamente non sono dietrologia e neppure storia ma, usiamo il condizionale, potrebbe essere il futuro non da scartare, forse auspicabile.