SULLA TESTA DI CONTE UN GRANDE MACIGNO: RENZI. ( UE: Gentiloni “commissariato”)

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Ora (sembrerebbe) abbiamo un governo, rimane il problema dei sottosegretari, ma, Conte, una leccata di qua, un’altra di la, riuscirà a cucire anche questa. In ogni modo, poiché, sottosegretari o no, questo governo è operativo, si possono tirare le somme e anche azzardare qualche azione futura. Di una cosa possiamo avere certezza: la strategia di Matteo Renzi pesa come un macigno sul bis-Conte.
Già il governo giallo-rosso non piace agli italiani ( fiducia molta o abbastanza al 30″ i si, 48 % i “no”), quindi, il suo futuro, appena iniziato, è fortemente ipotecato dall’ex–premier ed ex-segretario dem: è bene sottolineare che è stato lui a proporre l’accordo con i grillini, nonostante Zingaretti fosse contrario e questo è un dato ufficiale, dunque è il vero vincitore della partita e, avendo la maggioranza dei parlamentari del Pd, può staccare la spina al governo quando vuole.
Renzi, partito per Tel Aviv dove terrà una serie di conferenze, ha spiegato il suo voltafaccia nei confronti dei “nemici” pentastellati con il fatto che le elezioni anticipate avrebbero portato una serie di conseguenze mortali per l’economia dell’Italia, ad iniziare dal fatale aumento dell’Iva: motivazione, certamente, valida anche se è altrettanto vero che i renziani stavano preparando il loro partito e non erano ancora pronti, come ho più volte scritto nei giorni scorsi, mentre il voto anticipato avrebbe falcidiato la sua rappresentanza parlamentare, perchè Zingaretti avrebbe fatto una vasta epurazione nelle candidature. Ora, quindi, è Renzi a distribuire le carte e non solo ha detto chiaramente che se entrano nel PD D’Alema e Bersani lui se ne va, ma ha anche accennato alla possibilità di fare un suo gruppo parlamentare alla Camera (al Senato non è possibile). Il fatto è che tutti i protagonisti dell’attuale politica si stanno riposizionando anche per il probabile arrivo di altri soggetti tentati dalla conquista di un centro oggi praticamente vuoto, mentre la maggioranza degli italiani è moderata e, di fatto, diserta le urne come confermano i dati delle varie elezioni regionali con il 52% di votanti, tra i quali esistono anche non pochi che esprimono scheda bianca o nulla.
Non è un caso, ad esempio, che il big-editore di giornali e televisioni Cairo, proprietario del Torino calcio e con la quota maggioritaria di Mediobanca, abbia fatto, il 26 agosto, una mega-intervista- addirittura tre pagine su “Il Foglio”- per illustrare un ampio programma politico. Non sarà, magari, lui a scendere in campo (“mai dire mai” ha,comunque, detto), ma può promuovere un nuovo movimento politico con candidata premier una importante manager come Maria Patrizia Grieco, ex-presidente dell’Olivetti e, poi, dell’Enel.
Di certo, inoltre, Matteo Renzi sta, da tempo, preparando il suo partito con i Comitati di Azione Sociale, circa 15 mila sul territorio, coordinati dal sen. Rosato e da Scalfarotto , e ritengo anche con i Karambè creati dal suo ex-portavoce Richetti che ha addirittura votato contro l’attuale governo ed è uscito dal Pd come Carlo Calenda che sta trasformando in patito il suo “Siamo Europei” e che è potenziale alleato dei renziani.
Sulla scena politica va anche annoverato il premier Conte che intende distinguersi anche dai grillini, forte delle sue grandi amicizie nel mondo cattolico e vaticano, oltre al sostegno di molti big internazionali. Un suo eventuale partito è, oggi, valutato al 6%
Se, poi, si arrivasse ad una legge elettorale proporzionale come vorrebbero i giallo-rossi e altri, ad iniziare da frammenti dell’ex-galassia DC, sarebbero tentati -come vari sintomi indicano- di organizzarsi, imitati da ex-Psi ed ex-liberali.
In sostanza tutto è in movimento, anche Salvini sta riaprendo le porte a Forza Italia ed intende incontrare un Berlusconi che, a parole, chiede il rilancio del centrodestra (ancora maggioritario al 48.1% nei sondaggi con la Lega al 33,3%), ma, nel contempo, guarda anche al centro, a quella legge elettorale proporzionale che preoccupa Salvini e la Meloni ed ai movimenti di Renzi, con il quale rimane un dialogo tramite Gianni Letta, perchè il famoso Patto del Nazareno può risorgere in ogni momento.
Intanto nel governo vengono a galla i contrasti, ad iniziare dai porti chiusi e porti aperti come chiede il Pd o la revisione della concessione alla società autostrade (i dem) e l’abolizione (Di Maio è tassativo in proposito). Nè va taciuta la rissa emersa tra i grillini sia per la scelta dei ministri (“io fatto fuori senza nemmeno un sms” ha detto furioso Toninelli), sia per i sottosegretari, la cui nomina è stata di nuovo rinviata proprio per i contrasti all’interno e dei pentastellati tra loro ed i dem.
Aggiungete altri due elementi non secondari: 1°) Gentiloni ha avuto, sì, gli Affari Economici nell’UE, ma, di fatto, è stato commissariato con il falco ex-premier lettone Vadis Dombrovshis, uno dei tre vice-presidenti esecutivi e titolare dell’economia, dell’euro e dei mercati finanziari. E’ stata chiara, in proposito, la presidente Ursula von Del Leyer che ha detto: “Gentiloni dovrà collaborare strettamente con Dombrovskis e ricordo che lo stesso ministro dell’economia Gualtieri conosce perfettamente le regole e quali sono le aspettative dei Paesi: Ha detto “se le rispetteremo staremo meglio tutti.”. Quindi, nessuna possibilità per il governo giallo-rosso di ottenere ampia flessibilità per attuare quelle chimere di promesse inserite nel discorso del premier, mentre la triarchia Conte, Zingaretti e Di Maio parla un linguaggio non univoco; 2°) Renzi non solo ha criticato aspramente l’inserimento di Di Maio al Ministero degli Esteri, ma ha espresso addirittura riserve sul premier, dicendo: “l’operazione è andata in porto, è il mio capolavoro. Sono strasoddisfatto: certo, se si fosse preferito Cantone, come avevo proposto, sarebbe stato tutto più facile, avrebbe avuto meno problemi.”. E tanto per mettere i puntini sulla i, ha aggiunto: ” Mi hanno raccontato che Salvini, prima di sfiduciare Conte, ha chiamato Zingretti per chiedergli se il Pd andasse sparato alle elezioni. Nicola ha risposto di sì. Non hanno, però, tenuto conto del sottoscritto. E’ stato tutto molto divertente.”
Vi sembra, questo, un buon viatico per il nuovo governo da parte di chi, se vuole, può staccare la spina quando gli pare?