UNA RISPOSTA AL SIGNOR PITEA GLI E’ DOVUTA

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Nei giorni scorsi vi è stato uno scambio di battute su un post su facebok con “l’amico” Antonio Pitea. Normale amministrazione, facebook c’è per quello. Lo scambio, almeno a me sembra, avrebbe bisogno di un maggiore approfondimento, cosa che faccio pur sapendo di correre il rischio di perdere “l’amico”. Spero di no, diversamente, pazienza.

Riporterò questa mia risposta, come sempre faccio per ciò che scrivo, sul mio blog (www.santateresagallurablog.it) per eventuali commenti e/o risposte sull’argomento.

 

Ch i  è Antonio Pitea?

Antonio Pitea, nasce a Reggio Calabria il 15 gennaio 1941. Laureato nella facoltà di scienze politiche di Messina.

Inizia la sua attività lavorativa  come funzionario di Polizia.

Questore a Mantova nel 1992 viene nominato Questore di Trapani nello stesso anno subito dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino. Poi Questore di Sassari prima e successivamente Questore di Cagliari

Infine promosso Prefetto viene destinato alla direzione dell’ufficio di governo di Nuoro sino al Gennaio 2008 data del collocamento in pensione.

Nel 2009 viene eletto nel Consiglio regionale della Sardegna nel listino del Presidente Ugo Cappellacci.

Proclamato consigliere in data 19/03/2009.

Fa parte del gruppo consiliare U.D.C. – Unione di Centro verso il Partito della Nazione – FLI dal 6 giugno 2012.

Il 24 settembre 2011, scriveva su “Sardegna 24” riferendosi al Presidente Cappellacci, suo ex mentore: “Non né prioritario né pregiudiziale contestare le ambizioni personali, smodate quanto si vuole, del Governatore in carica, posto che egli, con azioni e metodi forse discutibili, ma fin troppo chiari, non fa mistero – e tutto sommato dal suo punto di vista a ragion veduta – dei suoi intendimenti. Il problema invece si pone innanzi tutto all’interno del Partito che lo ha nominato e che è chiamato, senza ulteriore indugio, a definire metodi e ruoli nel rispetto delle regole di democraticità e senza trascurare la revisione dei rapporti con i partiti della maggioranza. E il PdL dovrà autonomamente decidere, anche se ho ormai imparato che in Politica tutto è possibile e, come sostengono molti maturi addetti ai lavori, il “mai dire mai” è regola purtroppo consolidata. A queste indifferibili e autorevoli decisioni, purché tempestive e trasparenti, non sarà lecito opporsi anche se poi sarà dovere di ciascuno pronunciarsi sull’adesione o meno al modello definito nel rispetto della coerenza e delle posizioni di ognuno.”.

Grande frequentatore del social-network Facebook, dove spesso pontifica senza risparmiare critiche a destra e manca, a proposito e, qualche volta, anche a sproposito.

Qui nasce l’antefatto: qualche giorno fa, scorrendo i vari post, mi cade lo sguardo su uno dei tanti del sig. Pitea. Esso riportava: “Alfano: tolleranza zero con chi infanga la bandiera del PdL.
Ma se non ne ha mai allontanato uno solo di corrotti. Forse inizierà a farlo……e rimarranno in pochi come la percentuale dei sondaggi.

Mi è venuto spontaneo, rivolto al Sig. Pitea, osservare: “Ma chi glielo fa fare a rimanere in Consiglio regionale? In fondo lei non è neppure stato eletto, bensì nominato. Dovrebbe ben sapere che, purtroppo, anche la Sardegna poco si scosta dalla Lombardia in quanto a poca correttezza (!!!) fatto salvo che  l’efficienza. Anzichè fare il moralista d’accatto, faccia lei il primo passo dimettendosi da consigliere, mi creda, la Sardegna non perderà troppo senza di lei”.

Al che il Sig. Pitea risponde: “Ecco, il Tusacciu, un Sardo che potrebbe salvare la Sardegna con la sua perspicacia e il suo moralismo ai limiti del favoreggiamento. Un commento il suo che sembra un inno al mantenimento di questo Sistema che, evidentemente, non gli dispiace.”.

Ed in un altro post aggiunge: “Da quando ho lasciato il PdL (e i motivi li avrò ripetuti e urlati centinaia di volte) alcuni amici di FB – di chiare simpatie politiche – mi attaccano per richiedere le mie dimissioni dal Consiglio Regionale:
– evidentemente sperano di sostituirmi con altra persona “più malleabile” e “omologato”,
– mi sorprende che non chiedano mai le dimissioni dei loro amici, quelli inquisiti, chiacchierati e abituati solo a spartizioni e nomine: attività che ho sempre disdegnato.
– non intendo recedere dalle mie posizioni: combatto dall’interno questo Sistema anzi mi convinco sempre più che forse è preferibile azzerare tutto tanto il cambiamento molti lo vogliono solo a chiacchiere.”

Caro il Signor Pitea, da lei mi sarei aspettato parole ben diverse come, ad esempio: “ non posso dimettermi perché non essendo stato eletto non mi potrebbe subentrare il primo dei non eletti”. Non so se questo corrisponda o meno alla legge regionale, comunque, sicuramente troverebbe tanti che ci cascherebbero, d’altra parte ne dice tante, una più una meno cosa cambia?

In ogni modo io non ho mai avuto la presunzione di salvare alcunché, posso solo vantare da sempre correttezza e coerenza. Certo per lei è difficile comprendere che vi possano essere persone che ancora rispettano questi principi. Chi dovrei favoreggiare io secondo lei? Quel brutto sistema che le ha permesso di entrare nella “casta” dalla porta di servizio? Lo capisce che ad essere omologato è lei che malgrado scriva di disdegnare, appunto, quel sistema, ci rimane dentro godendo di tutti i privilegi e le prebende che lo stesso gli fornisce e lo fa senza battere ciglio, da quel che si capisce. Vede da lei, ex dirigente integerrimo dello Stato, mi sarei aspettato una dichiarazione di questo genere: “Poiché non condivido più nulla di questa politica, ma, allo stesso tempo, visto che me ne stata data l’opportunità, voglio condurre una mia battaglia dall’interno e per questo inizio a dare, in segno di moralizzazione, convinto come sono di essere stato nominato in un incarico che nel suo complesso non condivido ed aborrisco, devolvo tutti gli emolumenti che da tale incarico mi provengono, ai lavoratori dell’ALCOA; continuerò a combattere questo sistema di corruttela e malaffare dal Gruppo misto del Consiglio Regionale”.

Era questo che da lei mi sarei aspettato, ma lei non è riuscito, tronfio delle sue esternazioni, non è riuscito neppure a rilevare lo spirito del mio intervento. Vorrei chiarire per chi mi legge che a voler mantenere il “ sistema” non sono io, bensì lei, lo fa tutti i giorni sostenendo con il suo voto, pur dopo aver cambiato casacca in corso d’opera, un governo regionale stracotto, incapace, inefficiente, nonché inutile, e lo fa senza denunciare quelle “virtù” anzidette, senza battere ciglio.

Mi spieghi, ci spieghi, cosa la distingue dai personaggi che oggi tanto critica? Cosa la distingue, da uno Scilipoti o da una Nicole Minetti, a parte il sesso per quest’ultima?

Stia sereno Signor Pitea, non sono certo io a mettere in discussione il suo posto, è lei che dovrebbe valutare l’ opportunità se mantenerlo. In quanto a spartizioni, non ho mai contribuito a creare bottini e quindi neppure ho concorso alla loro spartizione. Nella mia vita ho lavorato sempre e duramente, gli obiettivi che ho raggiunto sono sempre stati ottenuti per merito, non ho mai avuto scatti per legge ed ora vivo della pensione che ho abbondantemente pagato. Ho sempre dato a Cesare quel che era di Cesare e continuo a darlo malgrado la gestione di quegli emolumenti che verso continuamente nelle casse dello Stato, non mi piaccia. Ma questo è un altro discorso che andrebbe meglio approfondito.

Come ho anticipato, pubblicherò questo scritto sul mio blog www.santatereagallurablog.it perché anche i miei lettori sappiano, se ve ne fosse ancora bisogno, come la penso.

giustus

 

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