Buon Natale

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A tutti un augurio sincero  con le parole di San Francesco.
Dove è odio, fa ch’io porti l’Amore,
Dove è offesa, ch’io porti il Perdono,
Dove è discordia, ch’io porti l’Unione,
Dove è dubbio, ch’io porti la Fede,
Dove è errore, ch’io porti la Verità,
Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza,
Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia,
Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce.

Maestro, fa che io non cerchi tanto
Ad esser consolato, quanto a consolare;
Ad essere compreso, quanto a comprendere;
Ad essere amato, quanto ad amare.

Poiché, così è:
Dando, che si riceve;
Perdonando, che si è perdonati;
Morendo, che si risuscita a Vita Eterna.
<< San Francesco d’Assisi>>

Buon Natale

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La lezione da trarre dall’aggressione a Silvio Berlusconi

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No, non c’è da stare allegri a seguire il dibattito politico, a leggere certi giornali e a soffermarci su certe dichiarazioni. Si sperava che l’aggressione a Silvio Berlusconi, frutto di un clima d’odio che avvelena il Paese, consigliasse a tutti un ritorno a un civile confronto come, più volte, ha auspicato, invano, il Capo dello Stato. Invece lo spettacolo che viene offerto anche nelle trasmissioni televisive, va in direzione opposta, è veramente desolante. Peggio di prima, direi. Perché, tolte eccezioni che purtroppo esistono e condizionano negativamente, si parte con le buone intenzioni, ma poi prevalgono gli interessi di parte e ci si rinfacciano responsabilità per la situazione, preoccupante, che s’è creata.
Sia chiaro: nessuno schieramento politico è esente da colpe e l’uso improprio delle parole, che finiscono per essere davvero pietre, è negativo patrimonio comune dell’attuale politica, di alcuni giornali e giornalisti, di una minoranza di magistrati, nonché di personaggi diciamo “storici” sino ad ieri pacati e considerati moderati.
E’, altresì, vero che la demonizzazione, operata anche da alcuni PM, nei confronti del premier, ha assunto la caratteristica di una miccia perennemente accesa, contribuendo ad alimentare l’odio reciproco e, quindi, qualche responsabilità in più l’hanno avuta e l’hanno le sinistre. Anche perché gridare al delitto di lesa maestà , a minacciare la democrazia per il progetto di modificare una Costituzione vecchia di oltre sessant’anni e concepita per limitare i poteri di chi governa nel timore dei comunisti al potere, significa
inventarsi a tutti i costi un nemico che non esiste. Nè criticare la Corte Costituzionale per certe sue decisioni, com’è avvenuto in passato da parte di esponenti dell’allora Pci, può significare distruggere le istituzioni.
Detto questo, ho l’impressione che qualcuno, nel Pdl, voglia dimostrarsi più realista del re ,cadendo nella trappola di chi, come Di Pietro e compagni, ritiene di trarre vantaggi da uno scontro che spesso finisce in un’aggressione verbale. Questo impedisce di isolare gli estremisti e di aprire un vero dialogo con il Pd che, tolta qualche frangia minoritaria e una Rosy Bindi pentita a metà per le sue dichiarazioni e smentita dai suoi, sembra disponibile a un civile confronto. Come ha dimostrato la visita del segretario Bersani al premier in ospedale.
Non v’ha dubbio che la sanguinosa aggressione al Cavaliera e la sua demonizzazione, che continua (basta leggere certi giornali e certe dichiarazioni come, ad esempio, quella di Marco Travaglio che rivendica il diritto di odiare Berlusconi ) finiscano per far indebolire tutta l’opposizione e far aumentare i consensi a premier, governo e Pdl. Non è detto, però, che questo trend regga, considerando che chi è in maggioranza ha maggiori responsabilità e deve dare il buon esempio in una situazione così delicata che richiama alla memoria, per certi aspetti, drammatiche esperienze del nostro Paese.
C’è, quindi, da sperare che, passati i primi giorni di ovvia emotività e di comprensibile reazione ad attacchi che gli estremisti anche politici rinnovano, prevalga una più serena riflessione su ciò che accaduto e la lezione da trarne. E qui dovrebbe soccorrere il suggerimento che viene dalla filosofia di Martin Heidgger , ossia che la gestione di un evento si svolge nel tempo e non tutti gli effetti di tale evento possono essere misurati nell’immediato. In sostanza, limitarsi a gestire l’eccezionalità di quello che i filosofi chiamano un accadimento rischia di non comprenderne la complessità, soprattutto se si continua a ragionare secondo vecchi schemi come, purtroppo, spesso si fa in relazione alla indispensabile riforma di sistema. Ovviamente, non è questa la sede per approfondire la lezione di Heidgger che comprende la novità della tecnica, ossia delle nuove tecnologie che stanno sconvolgendo gli attuali equilibri di potere. Appare, comunque, opportuno iniziare a ragionare in modo diverso e l’occasione offerta da un drammatico evento appare importante. Anche perché può farci uscire da una spirale d’odio non più sopportabile e traghettarci, finalmente, verso una democrazia compiuta. Quella che speravamo dopo la caduta dl comunismo e il cui processo fu interrotto, guarda caso, proprio da alcuni Pm oggi trasformatisi in politici.

Fiducia in Silvio +3. Sale il PdL e va giù DiPietro

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Roma, 15 Dic – L’aggressione rafforza il premier. “La fiducia in Berlusconi sale di tre punti in un colpo solo, a 53, e anche quella nel governo sale di due punti”. E’ il risultato dell’ultimo sondaggio realizzato lunedì 14 dicembre (all’indomani dell’attacco di Massimo Tartaglia) da Nicola Piepoli e diffuso in esclusiva da Affaritaliani.it. Quanto alle intenzioni di voto il Pdl guadagna mezzo punto e sale al 38,5%, scende invece il Pd di mezzo punto mentre il segretario Bersani rimane stabile.
L’attacco al Cav non giova quindi alle opposizioni. Dopo diverse settimane in cui risuktava stabile, anche l’Idv di Di Pietro perde mezzo punto. Nessun cambiamento per Lega, Udc, Mpa, Sinistra e Libertà, lista cominista.
Il sondaggio è stato effettuato lunedì 14 dicembre (campione di 500 casi rappresentativo della popolazione italiana, metodologia C.A.T.I.).
“Berlusconi, temiamo nuovi attacchi”.
17: 10 “Poco prima che l’aggressore scaraventasse contro il presidente la statuetta ho visto che c’è stato dietro… come se lui si stesse dimenando per prendere qualcosa da qualcuno che ovviamente non ho visto. Mi è sembrato di vedere proprio questo gesto che lui stesse prendendo qualcosa e questo l’ho visto perchè avevo degli amici che erano lì alla sbarra e mi stavo preoccupando che potessero salutare il presidente del Consiglio”. È il racconto raccolto dall’Adnkronos di Andrea Di Sorte, coordinatore dei club della Libertà che domenica pomeriggio era a Milano, in Piazza Duomo, accanto al premier nel momento dell’aggressione.

17:00 La figlia del premier, Marina Berlusconi, e’ tornata nel primo pomeriggio a far visita al padre, ricoverato da domenica sera al San Raffaele di Milano. Pochi minuti fa, e’ arrivata anche l’altra figlia del premier, Barbara Berlusconi con il suo secondo genito. Subito dopo l’ingresso di Barbara, Marina Berlusconi e’ uscita ed andata via dal nosocomio milanese. Il presidente del consiglio ha passato una mattina tranquilla, a riposo. Dopo le numerose visite di ieri infatti oggi il presidente del consiglio ha ricevuto soltanto il ministro della giustizia Angelino Alfano e l’ad di Expo 2015 Spa Lucio Stanca.
16:45 Questa riunione poteva essere rinviata, ma il Presidente del Consiglio vuole che “si vada avanti anche con maggior vigore di prima”. Gianni Letta, secondo quanto si e’ appreso, avrebbe utilizzato queste parole per il suo intervento al tavolo con regioni e parti sociali sulla formazione. Letta avrebbe aggiunto che Berlusconi non vuole neppure che lui lo vada a trovare a Milano, per “non sottrarre tempo” all’attivita’ della Presidenza del Consiglio. “Nessuna attivita’ della Presidenza e’ sospesa” avrebbe sottolineato Letta.
16.29 Anche il ricordo dei “servitori dello Stato, molti dei quali hanno pagato proprio con la vita la loro fedelta’ e la loro passione per le istituzioni e la pace”, serve non solo “a dare testimonianza nel tempo al loro sacrificio” ma anche a “compiere un’opera altamente civile” e a “saper parlare al Paese e contribuire a tener vivo quel sentimento di coesione nazionale che oggi piu’ di ieri e’ necessario coltivare e diffondere”. E’ quanto scrive Gianni Letta nel messaggio fatto pervenire al direttore de ‘Il Sole 24 Ore’, Gianni Riotta, in occasione dell’iniziativa presso la sala del Mappamondo, a Montecitorio, con Gianfranco Fini per presentare il progetto ‘Trenta idee per il monumento ai caduti nelle missioni di pace’.
16:01 Tra le tante manifestazioni di solidarietà a Silvio Berlusconi è arrivata anche quella di Gheddafi. Il colonnello ha telefonato al presidente del Consiglio per esprimergli vicinanza per la “deplorevole” aggressione subita a Milano. Lo ha riferito l’agenzia “Jana”, aggiungendo che il leader libico “ha augurato a Berlusconi una pronta guarigione”.

15:42 “Ho incontrato il premier Berlusconi ieri mattina e, aldila’ del dolore fisico che pativa, l’ho trovato provato psicologicamente per il gesto compiuto contro di lui. Soffriva interiormente per la circostanza che ha portato un uomo preso d’odio ad aggredirlo rischiando di compromettergli la vista”. Lo ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, intervenendo in diretta telefonica alla trasmissione di Rai Radio 1 ‘Start. La notizia non puo’ attendere’. Poi la seconda carica dello Stato ha aggiunto: “Berlusconi mi ha detto che lui sta cercando di lavorare nell’interesse del Paese, mentre quest’uomo interrogato ha detto di averlo aggredito perche’ danneggiava l’immagine del Paese. Una contrapposizione cosi’ forte e violenta che a lui ha fatto molto male”.

15:02 E’ in atto una deriva politico-mediatica che non ha nulla a che fare con “il normale confronto politico, anche duro”, ma piuttosto con “la gogna, l’insulto personale, il disprezzo che tracima da ogni gesto e da ogni parola: il tutto avvolto nelle regole della società spettacolo, ora giunta al diapason con il volto insanguinato e dolorante del premier offerto in pochi minuti a tutto il mondo”. Lo denuncia Famiglia Cristiana in un editoriale sull’aggressione al presidente Berluscon intitolato “I frutti insanguinati dell’odio e del disprezzo”.

14:35 Vladimir Putin ha telefonato a Silvio Berlusconi e lo ha elogiato per il comportamento “da uomo vero” tenuto dopo l’aggressione a Milano. Il premier russo ha espresso “parole di solidarietà e sostegno e ha duramente condannato” l’attacco, ha riferito il portavoce Dmitry Peskov. Putin, legato al presidente del Consiglio da un’amicizia personale, “ha rimarcato che Berlusconi si è comportato da uomo vero in una situazione estrema”. Solidarietà al premier italiano è stata espressa anche dal collega spagnolo José Luis Zapatero, che ha “condannato” l’aggressione definendola “vergognosa”. “La violenza è orribile in qualsiasi situazione e la politica non è compatibile con l’aggressione fisica”, ha affermato a margine di un incontro con il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, “mi auguro che Berlusconi si riprenda presto da questo attacco vergognoso”.
14:00 Il gip Cristina Di Censo si è riservato sulla richiesta di un temporaneo ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario per Massimo Tartaglia, l’aggressore di Silvio Berlusconi. L’istanza è stata avanzata dai difensori dell’uomo durante l’udienza di convalida dell’arresto. Gli avvocati Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino hanno chiesto il ricovero del loro assistito, in arresa che il 4 gennaio si liberi il posto nella comunità terapeutica che hanno individuato. “Riteniamo necessario che venga curato”, hanno spiegato i legali.

13:57 Stop al clima di odio che pervade la politica: lo chiede il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia nell’intervento ai consigli generali di Cisl e Uil sulla riforma fiscale. “E’ importante che in un momento in cui il Paese ha vissuto un episodio gravissimo che mette in evidenza qual è la conseguenza di un clima di odio, di conflitti e personalismi, essere qui insieme sindacati e imprese, maggioranza e opposizione. Ha un significato importante; credo che noi come sistema di sindacati e imprese, che ha retto grazie alla vicinanza con i nostri iscritti, abbiamo il diritto di chiedere alla politica di smettere con questo clima di odio, conflitti e personalismi. Questo episodio”, ha detto riferendosi all’aggressione al presidente del consiglio, serva almeno a dire un ‘basta’ vero, per tornare tutti insieme a concentrarci sui problemi veri di questo Paese e progettare il futuro. Le parti sociali hanno diritto più di altri di chiederlo e pretenderlo. Da ora denunceremo ogni episodio di odio fine a se stesso. Il Paese non si merita questo clima di odio”.

13:28 “Avevo con me quegli oggetti per paura che ci fossero scontri”. E’ una delle dichiarazioni che nei giorni scorsi ha reso agli investigatori Massimo Tartaglia, 42 anni, l’uomo che domenica sera ha lanciato una miniatura del Duomo colpendo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al termine del comizio in piazza Duomo. Gli oggetti che gli agenti della Digos hanno trovato nella sacca sequestrata a Tartaglia sono: un crocifisso in legno, un portacenere da tavolo in quarzo, un’altra miniatura del Duomo. Tartaglia durante l’interrogatorio in Questura ha fatto riferimento in maniera confusa agli scontri che ci sono stati il pomeriggio del 12 dicembre in piazza Fontana durante le celebrazioni per i 40 anni dalla strage, dicendo che vista, quella situazione, sarebbe potuto accadere qualcosa anche il giorno dopo, ovvero domenica, il giorno del comizio.

13:16 Massimo Tartaglia interrogato oggi dal Gip, Cristina Di Censo, ha confermato le sue responsabilità durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto. Lo hanno dichiarato i suoi avvocati, Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino che hanno chiesto per il loro assistito il ricovero in un ospedale psichiatrico.

12:50 Tenere a riposo il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, cosi’ come raccomandato dal medico personale, professor Alberto Zangrillo, sara’, secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, “un’impresa difficile, gigantesca” per riuscire nella quale Bonaiuti addirittura ha detto: “dovremo legarlo”. “Cercheremo di farlo per il suo bene – ha spiegato il sottosegretario nuovamente in visita al San Raffaele di Milano -, ma la sua forza e’ proprio il contatto umano con la gente. Le sue due passioni – ha spiegato Bonaiuti – sono l’attivita’ lavorativa e il contatto umano con la gente, e proprio il contatto diretto con le persone e’ cio’ che lo rende lontano anni luce dai rappresentanti della vecchia politica”. Bonaiuti ha quindi confermato che il premier “ha passato una nottata piu’ tranquilla della precedente anche se persistono i dolori al volto”, precisando che “e’ andato a letto verso l’1.30, si e’ svegliato intorno alle 7 e ha letto la rassegna stampa di Palazzo Chigi. E’ un po’ stanco – ha concluso – ma siamo di fronte a un leone pronto a dare la zampata”.

12:32 E’ iniaziato da circa un’ora l’interrogatorio di garanzia di Massimo Tartaglia, l’uomo che ha scagliato una statuetta sul volto del premier Silvio Berlusconi, al termine di un comizio in piazza Duomo, a Milano. L’interrogatorio si sta svolgendo nel carcere di San Vittore davanti al gip Paola Di Censo. Ieri Tartaglia ha scritto una lettera di scuse al premier.

12:19 Massimo Tartaglia, il quarantaduenne responsabile dell’aggressione a Silvio Berlusconi, ha agito da solo senza volonta’ politiche. A confermarlo e’ stata un’audizione del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e del direttore del Dis, Gianni De Gennaro, al Copasir, il Comitato parlamentare sui servizi di sicurezza che si e’ occupato in gran parte dei fatti di Piazza del Duomo a Milano. ”E’ stato confermato – ha riferito ai giornalisti al termine dell’audizione il presidente dell’organismo parlamentare, Francesco Rutelli, – che si e’ trattato di un gesto isolato e scollegato da qualunque altro soggetto o volonta’ politica”.

11:35 La società italiana si mostra ”più forte e coesa” rispetto all’immagine di ”esasperato conflitto” che dà la nostra politica. Lo sostiene il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale gli atleti campioni in specialità olimpiche.

11:26 “Se volete rispettare il dettato del presidente della Repubblica non portate in Aula provvedimenti che servono solo a far sfuggire le persone alla giustizia”. Lo ha detto il leader Idv Antonio Di Pietro alla Camera durante il dibattito seguito all’informativa del ministro Maroni sull’aggressione a Berlusconi. Di Pietro ha manifestato “solidarietà” a magistrati e giornalisti indicati da Fabrizio Cicchitto come i responsabili del clima di violenza in cui è maturato l’episodio di domenica. Per l’ex pm “in nome di una maggioranza elettorale non si possono violare le leggi e la Costituzione”.

11:00 “Non ci faremo intimidire” è stata la reazione del leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, quando i deputati del Pdl hanno lasciato l’Aula di Montecitorio.
10:54 I deputati del Pdl sono usciti in massa dall’aula di Montecitorio non appena Antonio Di Pietro ha iniziato a parlare, dopo l’informativa del ministro Maroni sull’aggressione a Berlusconi.
10:53 “I discorsi sul ‘clima’ nell’immediatezza di questi fatti sono scivolosi. Il rischio è che qualcuno si vesta da pompiere per fare l’incendiario, e che cominci un gioco di criminalizzazione tra noi, che va oltre il segno”. Lo ha detto Pierluigi Bersani, intervenendo al dibattito seguito alle comunicazioni del ministro Maroni sull’aggressione a Berlusconi. Il segretario del Pd ha detto di non condividere le affermazioni del capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, e ha chiesto al governo di dare risposta al disagio del Paese.

10:45 Fabrizio Cicchitto punta il dito contro quelli che ritiene i responsabili della “campagna di odio inziata fin dal 1994” e che è “concentrata contro una sola persona: Silvio Berlusconi”. Per Cicchitto “la campagna è condotta dal network Repubblica-L’Espresso, da Il Fatto, dalla trasmissione di Santoro Annozero e da un terrorista mediatico di nome Travaglio”. Cicchitto, durante l’informativa di Maroni, ha indicato anche “l’Italia dei valori il cui leader di Pietro sta evocando la violenza” e “qualche settore giustizialista, onorevole Bersani, del suo partito”. E l’obbiettivo, ha detto, è il “rovesciamento del legittimo risultato elettorale”.
10:25 Le condizioni cliniche di Berlusconi, “non destano preoccupazioni” anche se “permangono i problemi legati alla sintomatologia dolorosa dovuta agli esiti del trauma subito e, in particolare, alla riacutizzazione della cervicalgia che nei mesi precedenti aveva afflitto il presidente in più di una circostanza”. E’ quanto riportato dal bollettino medico firmato dal professor Alberto Zangrillo del San Raffaele di Milano. Le dimissioni dall’ospedale del premier sono previste per la giornata di domani “con la raccomandazione – si legge – di astenersi da impegnative attività pubbliche per almeno due settimane.
10:20 Nell’informativa alla Camera sull’aggressione a Berlusconi, Maroni ribadisce che si sta “valutando l’oscuramento di siti che istigano a delinquere”. I tempi potrebbero essere brevi.
10:11 La premeditazione dell’aggressione a Berlusconi “risulta provata”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, riferendo alla Camera sull’episodio di domenica a Milano. “Nessun rilievo alle forze dell’ordine”, ha detto il ministro precisando che il sistema di gestione dell’ordine pubblico ha seguito le regole.
10:00 Silvio Berlusconi sarà dimesso domani dall’ospedale San Raffaele. Lo rende noto il bollettino medico. Il presidente del Consiglio dovrà tuttavia aspenersi dalle attività pubbliche per due settimane.

09:35 Il portavoce del premier Paolo Bonaiuti dice al Tg1 che si temono “altri attacchi al presidente del Consiglio, ma lui deve stare in mezzo alla gente. E’ la sua forza”.
08:50 Sui cancelli dell’ingresso principale del San Raffaele è stato appeso un grande striscione con scritto: “Forza presidente”, firmato dalla Curva sud Milano. Numerosi i cartelli, tra cui uno che recita: “La mia famiglia crede in te, presidente non darla vinta a quei balordi”.
08:00 Il portavoce del premier Paolo Bonaiuti ha detto che Berlusconi sta meglio ed oggi sarà sottoposto a nuove visite mediche. Quanto al contato con la folla Bonaiuti ha spiegato: “Sarà quindi una lotta titanica tra chi cercherà di dirgli ‘attento, prudenza’, e lui che invece cercherà sempre di parlare con tutti e di dare attenzione a tutti”.
Tartaglia scrive al premier: “Un atto vigliacco ed inconsulto”
Massimo Tartaglia ha inviato una lettera di scuse a Berlusconi in cui esprime il suo dispiacere «per un atto superficiale, vigliacco ed inconsulto». La lettera è stata inoltrata tramite i difensori di Tartaglia, gli avvocati Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino. Tartaglia, esprimendo il proprio «sentito dispiacere», come si legge in una nota firmata dai suoi legali – «ha dichiarato di non riconoscersi» in quello che lui stesso nella missiva ha definito come «un atto superficiale, vigliacco ed inconsulto». Nel frattempo sono in corso accertamenti sulle condizioni di salute di Massimo Tartaglia da parte di medici psichiatri nel carcere di San Vittore. Nella notte, l’uomo che ha colpito Berlusconi a Piazza Duomo, era stato trasferito nel carcere milanese, dove è in isolamento e guardato a vista.
Nelle oltre quattro ore di interrogatorio, prima del trasferimento nel carcere milanese, Massimo Tartaglia ha reso piena confessione. Davanti al pm e agli agenti della Digos, domenica sera, il 42enne che ha ferito il premier Silvio Berlusconi in piazza Duomo ha giustificato il suo gesto con motivazioni politiche: avrebbe parlato di una forte avversione nei confronti delle politiche del Pdl e in particolare della politica del premier. Nell’ interrogatorio davanti agli inquirenti ha dichiarato «di aver agito da solo» e ha escluso «qualsiasi militanza o appartenenza politica». Gli investigatori hanno trovato nella piccola borsa dell’uomo arrestato uno spuntone di plexiglas lungo 20 centimetri, un grosso accendino da tavolo, un crocifisso di 30 centimetri e un soprammobile di quarzo del peso di diversi etti. La contestazione della premeditazione è scattata anche perché due di questi oggetti (l’accendino e lo spuntone di plexiglas) Tartaglia li aveva presi dalla propria abitazione. L’uomo è stato in cura per problemi psichici fino al 2003 al Policlinico di Milano. Nel suo racconto agli inquirenti ha spiegato che era andato al Duomo per assistere al comizio del premier e che se ne era andato quando ancora Berlusconi era sul palco, dissentendo da quello che il presidente del Consiglio stava dicendo. Il grafico 42enne stava raggiungendo la metropolitana quando ha visto la macchina del presidente del Consiglio parcheggiata, ma soprattutto ha sentito le grida di alcuni contestatori che hanno attratto la sua attenzione. A quel punto si è infilato in una strada laterale per tornare indietro e si è trovato davanti Berlusconi a cui ha lanciato il souvenir che aveva comprato poco prima su una bancarella.
Sul tavolo del procuratore aggiunto Armando Spataro è appena arrivata intanto l’informativa della Digos relativa all’aggressione a Berlusconi. Spataro sta preparando la richiesta di convalida dell’arresto del grafico 42enne al quale sono contestate le lesioni volontarie pluriaggravate. Se la prognosi del premier dovesse superare i 40 giorni si aggiungerebbe anche un’ulteriori aggravante, quella delle «lesioni gravi». Il gip che dovrebbe occuparsi del caso, e decidere sulla convalida dell’arresto, è Alessandra Cerreti.
Gli inquirenti lavorano ora sulla rete di conoscenze e sulle frequentazioni dell’aggressore 42enne. Secondo alcune indiscrezioni, quello che preoccupa di più le forze dell’ordine è che, pur trattandosi apparentemente di un gesto isolato, Tartaglia, proprio perché psicolabile, possa essere stato manovrato da qualcun altro, anche se Tartaglia avrebbe ribadito anche agli agenti del carcere di San Vittore «l’ho fatto io da solo, non sono il killer di nessuno».
L.M., la psicologa che saltuariamente segue Tartaglia da quando l’uomo non è più in cura al policlinico, è irremovibile nel suo silenzio e chiarisce di essere fermamente intenzionata a non parlare con i giornalisti: «Quello che ho da dire lo dirò solo ed esclusivamente alla Procura della Repubblica e alla direzione sanitaria dell’ospedale per cui lavoro. Vedranno loro cosa fare».
A questo punto se Massimo Tartaglia sarà dichiarato colpevole al termine del processo del reato che gli è stato contestato con l’arresto avvenuto in flagranza – lesioni personali pluriaggravate da premeditazione e dalla qualifica di pubblico ufficiale della parte offesa – rischia una pena da cinque mesi e mezzo a cinque anni e mezzo di reclusione. Questo, tuttavia, senza tener conto di attenuanti o diminuenti di cui Tartaglia potrebbe beneficiare e a prescindere da un’eventuale querela del premier dal momento che la contestazione dell’aggravante della premeditazione rende il reato perseguibile d’ufficio. Il reato di lesioni personali è punito dal codice penale con una pena da tre mesi e tre anni di reclusione. Bisognerà poi tener conto degli aumenti di pena previsti dalle due aggravanti: metà della pena per la premeditazione, un terzo per la qualifica di pubblico ufficiale di Berlusconi. Sulla quantificazione della pena avranno poi incidenza eventuali attenuanti che potrebbero essere concesse a Tartaglia: prima tra tutte le «generiche», dal momento che, secondo quanto è emerso, l’uomo non ha precedenti penali. Inoltre, bisognerà valutare se i giudici riterranno di approfondire, attraverso una perizia (circostanza molto probabile visto i lunghi periodi di cure), gli aspetti psichiatrici della personalità di Tartaglia, dalla capacità di stare in giudizio dell’uomo all’eventuale vizio parziale di mente, circostanza, quest’ultima, che avrebbe l’effetto di determinare una riduzione della pena. Il processo, tuttavia, per ora appare lontano: il primo passo dell’indagine sarà l’udienza, che il gip ha già fissato per martedì, per la convalida dell’arresto di Tartaglia, il quale sarà assistito dal difensore di fiducia. Secondo fonti giudiziarie, nel caso specifico la convalida sembra scontata, mentre è ampio il ventaglio delle ipotesi sulle mosse successive del giudice. Questi potrebbe disporre la scarcerazione di Tartaglia se non riterrà sussistenti esigenze cautelari; diversamente, potrà emettere ordinanza di custodia cautelare, in carcere (come richiesto dal pm Armando Spataro) o agli arresti domiciliari. Il gip, peraltro, valutato il quadro clinico del paziente, potrebbe anche disporre che la detenzione cautelare di Tartaglia avvenga in un luogo di cura. (Affaritaliani.it)