La giornata dei paradossi

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Leggendo qua e la, sugli avvenimenti e sulla politica, mi sembra oggi la giornata dei paradossi. lanuovasardegna.gelocal.it in un reportage da Castelsardo, dove si teneva il festival “Un’isola in rete”, riporta alcuni brani dell’intervento di Flavio Briatore, invitato per parlare del turismo nella nostra isola. Nel suo intervento, il manager della Formula 1 e non solo, ha detto: “Vivete in una terra bellissima, ma vi posso assicurare che in giro per il mondo ci sono altrettante terre meravigliose disposte a investire nel turismo. Per vincere la sfida bisogna sapersi vendere, e voi siete ancora molto indietro”.  Ed aggiunge: “Qui per avere un’autorizzazione bisogna aspettare mesi in cui i funzionari ti dicono forse sì o forse no e così si perde la voglia di investire perché un imprenditore, soprattutto se straniero, ha necessità di chiarezza”. “Io consiglierei agli amministratori di andare per due giorni a Ibiza e Saint Tropez, in modo che possano imparare”.

Parole crude queste ultime che non sono molto piaciute a qualcuno dei presenti, parole che leggendole con un po di autocritica, rispecchiano abbastanza la realtà non solo isolana. Ma, a noi interessa quanto accade in casa nostra e purtroppo dobbiamo dolorosamente ammettere che la situazione poco si discosta dall’analisi Briatore.

La prima risposta che sa più di campanile che di obiettività, arriva dall’Assessore al Turismo Luigi Crisponi, che, concorda si ritardi della burocrazia ma poi si risente sul resto. Le sue parole: “Penso che non ci sia bisogno di imparare da altri. Da noi ci sono imprenditori che sudano dalla mattina alla sera ed è a loro che bisogna guardare”.

Il Prof . Germano Paini ha impostato il suo intervento verso un diverso obiettivo, dimenticando, forse, che al termine di una stagione il cui saldo si presenta disastroso, ponendosi dei limiti all’offerta di Briatore dice: “Il turismo non è solo il territorio, ma anche la cultura del luogo. In altre parti del mondo la cultura non è stata considerata e i danni sono sotto gli occhi di tutti. Basti pensare che Sharm El Sheik nei prossimi anni verrà abbandonata perché l’intero territorio è stato consumato”. Il  Prof credo abbia confuso il nostro problema che è di ‘presenze e non di cementificazione.

La vera ciliegina, cioè, ‘il paradosso’, viene dal giornalista del Corriere della Sera, Beppe Severgnini, noto frequentatore delle nostre spiagge galluresi, dice – sempre riportato da lanovasardegna.gelocal.it – “Io e Briatore, prima di suggerire ricette, ci dovremmo ricordare che siamo ospiti in Sardegna. Con una differenza. Io non ho interessi nell’isola, lui si”:

Sarebbe come dire: Io faccio la spesa al discount e Flavio investe in impresa.

Più dura e forse fuori luogo la battuta di una imprenditrice su fb: Briatore, come gli ospiti, al terzo giorno puzza. Un bel richiamo al turista…non c’è che dire.

La politica. Ignazio Marino, che disquisisce sull’inchiesta Penati su Affari Italiani, dice:Si tratta di accuse molto gravi per un politico impegnato nella Sinistra da molti anni e che ha avuto responsabilità apicali come il coordinamento della segreteria nazionale del Partito Democratico. Questo significa che, per il ruolo di primo piano che Penati ricopre, il suo eventuale crimine sarebbe più grave, proprio per il modello che Penati dovrebbe rappresentare. Il Pd deve (dico i, dovrebbe) essere il partito dell’onestà e della trasparenza, ma non solo a parole, deve essere credibile nei fatti. Deve avere una rigorosità che non deve essere esercitata caso per caso,  ma con una rigorosità di condotta uniforme”. “Nel caso di Filippo Penati non è importante che il partito lo espella o non lo espella. E’ importante che Penati dica: io voglio il massimo rigore, la massima trasparenza, credo nella magistratura e rinuncio alla prescrizione perché voglio l’assoluzione poiché il fatto non sussiste. Tutte le altre strade sono secondarie che lasceranno un senso di dubbio gravemente lesivo per il decoro e la dignità del Pd”. “Questo comportamento è l’unico modo per marcare una netta differenza con il Pdl. Lasciano sbigottite le accuse del Popolo della Libertà che ha il fondatore del partito rinviato a giudizio per corruzione e sfruttamento della prostituzione minorile e questo non crea nessuno scandalo. Berlusconi non ha detto: io voglio essere rinviato a giudizio e difendermi davanti ai giudici. E’ una differenza netta”.

Il paradosso. Secondo Marino,le accuse a Penati sarebbero del PdL, Errore: Le accuse provengono dalla Magistratura e riguarderebbero mazzette per importi che da sole superano tutto ‘mani pulite’, ed ancora non è finita.Altro paradosso. Marino non si rende conto che a poco vale sostenere poiché tu hai commesso peccato, anche io posso avere licenza di peccare, sarebbe come dire: ‘il bue dice cornuto all’asino’.

giustus

 

Se Penati è un problema per il Pd (e lo è) lo è anche Bersani?

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Michele Fusco

Il caso Penati ha una potenza devastante in termini di immagine per un partito già fragile come il Partito Democratico. Al netto del garantismo che si stringe e si allarga come una fisarmonica si impone una domanda, semplice ma certamente pesante: se Penati è un problema per il Pd (e sembra proprio esserlo), lo è anche Bersani? E ovviamente la domanda non allude minimamente a collusioni giudiziarie, ma più semplicemente (ma anche drammaticamente) alle scelte fondamentali della propria classe dirigente.
Capita così nel calcio, quando l’allenatore “impone” alla società il suo eterno secondo, capita nei giornali, dove il direttore sente la necessità quasi fisica di condividere un progetto con un amico, bravo professionista, in grado – come disse una volta Marcello Mastroianni, definendo cos’era un amico – di rompergli i coglioni. Insomma, di non essere d’accordo con lui. E capita, purtroppo in modo distorto, in politica dove poi quella fastidiosa diffidenza che si deve alle divisioni ideologiche, costringe gli uomini spesso a cercare cloni senza capacità critica, piuttosto che bravi dirigenti.

Abbiamo sotto gli occhi il caso Penati con tutta la sua potenza devastante in termini di immagine per un partito già fragile come il Partito Democratico. Al netto del garantismo che si stringe e si allarga come una fisarmonica, è certamente un caso di scuola per definire compiutamente ciò che volevamo sottolineare all’inizio. Si impone una domanda, semplice ma certamente pesante: se Penati è un problema per il Pd (e sembra proprio esserlo), lo è anche Bersani? E ovviamente la domanda non allude minimamente a collusioni giudiziarie, ma più semplicemente (ma anche drammaticamente) alle scelte fondamentali della propria classe dirigente.

Tra i tanti, tra i molti, moltissimi dirigenti di cui disponeva il Partito Democratico, il segretario, come suo secondo di assoluta fiducia, aveva pescato – evidentemente – la persona ch’egli riteneva più meritevole per quel ruolo così delicato. Penati. I due fanno politica da quando vestivano alla marinara e non c’è dubbio che la sincera provenienza da quel fertile Pci costituisse un bonus e non un minus. Ma al tempo della modernità, altri meccanismi di selezione avrebbero dovuto ispirare l’indirizzo di Pierluigi Bersani. Cosa dovremmo pensare, oggi, di quella scelta: che il segretario non aveva la più pallida idea di chi fosse il suo uomo di fiducia?

E qui è certamente utile fare uno sforzo di separazione di sentimenti e sensazioni, giacchè le responsabilità di Bersani non hanno nulla a che spartire con le orridezze giudiziarie di cui è accusato Penati, ma vanno intercettate in quel territorio di assoluta sensibilità che è la valutazione dei propri collaboratori in termine di stile, comportamenti, parole, eleganza umana, dignità, decoro, fedeltà ai principi. Possiamo dire che il signor Penati rispondeva perfettamente a tutti questi requisiti, che anche un banalissimo impiegato di un qualsiasi ufficio personale di media azienda avrebbe certamente tenuto in gran conto prima dell’assunzione?

Se Pierluigi Bersani ha risposto con un convintissimo sì a questa domanda semplicemente complessa e dunque ha portato Filippo Penati al suo fianco nel cuore decisionale del Partito Democratico, allora ha commesso non tanto un banale errore di valutazione sulla persona, quanto il più grande peccato che può toccare a un politico importante: l’essere totalmente avulso dalla realtà. A un dirigente così poco avveduto di psiche umana, e che è stato colpito da un contrappasso che non avrebbe mai potuto immaginare, come possiamo chiedere di operare quella scrematura fondamentale sulla futura classe dirigente del partito, quale sarà per i giorni a venire la sua stella polare nell’esame dei “candidati”?

Da l’inkiesta

CARO PROFESSORE (AMATO) MA COSA DICE…?!

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C’era bisogno di andare a Rimini per raccontare la storiella del moralista e farlo con poco buon gusto e basso profilo, a spese di una regione che, certamente, non ha bisogno di essere portata ad esempio di dissolutezza.

Il riferimento è alle parole pronunciate dal Prof. Amato che, nel corso di un intervento a Meeting, ha buttato li una battuta: “Troppa Sardegna nella politica italiana”, quasi si fosse presente ad una nuova e moderna Sodoma.

E’ pur vero che quella frase è stata detta in un contesto ampio del quale, per dovere di chiarezza è bene riportarne qualche stralcio. Amato riprende una parte del discorso con cui il presidente Napolitano ha aperto il Meeting, domenica scorsa. E punta il dito sul “trionfo dell’individualismo immemore” determinato a suo dire dal governo di centrodestra. “Quando il massimo obiettivo della vita – spiega – è che tua figlia sia invitata su uno yacht a Porto Rotondo o diventi una velina, o vedi che un padre è orgoglioso perché la figlia di 16 anni ha vinto il concorso per ‘miss lato B’ resti sconcertato…. Insomma, ci sono delle responsabilità, troppa Sardegna nella vita politica italiana“.

Eppure, l’esimio prof. Amato poteva risparmiarsi quella frase ad effetto buttata li solo per strappare un applauso di maniera. Il nostro professore avrebbe fatto meglio a tacere, lui, che proviene dalle file del miglior PSI di Craxi del quale è stato per alcuni anni, quelli d’oro, vice segretario vicario e, in quella funzione ha guidato quel partito sostituendo degnamente Bettino. Lui, il professore, allora, di moralità non ha mai parlato, benché Porto Cervo e Porto Rotondo già esistevano, e non mi riferisco alla moralità sui numeri ma a quella del citato lato “B”, cui diversi esponenti di spicco del suo partito facevano buon uso in barba a quella morale che il nostro tanto auspica nella classe politica di oggi.

Il nostro Governatore ha subito replicato con molto garbo  al professore: “le dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, secondo il quale ci sarebbe troppa Sardegna nella politica italiana, intendendo puntare il dito contro il cosiddetto ‘velinismo”. “Amato – ha aggiunto Cappellacci – conosce bene i valori dei Sardi ed è consapevole di quanto siano lontani dalla metafora utilizzata. Peraltro, tra i ‘velini” e le ‘prime donne” della politica nazionale non rientra certo alcun esponente della nostra Isola. Penso che sia vero l’esatto contrario di quanto sostenuto dal presidente Amato: infatti – ha argomentato il governatore -, non vedo dei Cossiga, dei Gramsci, dei Berlinguer né vedo delle Grazia Deledda e neppure delle figure politiche portatrici dei valori della gloriosa Brigata Sassari. Insomma – ha concluso Cappellacci – nella politica italiana c’è poca, pochissima Sardegna e si vede”. E vorrei aggiungere Antonio Segni, Velio Spanu, Emilio Lussu e tanti altri che a quella Sardegna delle ‘veline’ hanno dato lustro.

Certo, quelli erano altri tempi. Oggi le cose sono cambiate, l’illusione di essere vicino al sole e, l’insipienza dei nostri attuali politici ci ha portato ad essere orfani nel paradiso del potere. A rappresentare la Sardegna ci hanno fatto mandare Luca Barbareschi che, parlando con poco rispetto, di Sardegna ne capisce un…nulla. Nel Governo, dove a rappresentarci si era impegnato il Presidente del Consiglio, c’è rimasto solo il povero, dico povero, On. Cossiga, che del padre ha solo la parte genetica perché per il resto, poco gli rimane. Sfido se più del dieci per cento dei sardi conosce chi è e cosa fa Giuseppe Cossiga. Ha quindi buon gioco il nostro Prof. Amato con le sue metafore chi gli può rispondere? La voce dei sardi è troppo bassa, anche se il concetto della morale è molto alto, così come è l’orgoglio di appartenere ad una terra dove Porto Cervo e Porto Rotondo così come tutto il resto dell’Isola rappresentano degnamente la bellezza dell’Italia nel mondo.

giustus

 

A PROPOSITO DI COMPENSI AI PARLAMENTARI

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A PROPOSITO DI COMPENSI AI PARLAMENTARI

Scorrendo il Corriere della Sera di ieri, la mia attenzione e stata attirata dall’editoriale di Sergio Romano dal titolo “Coraggio dimezzate Deputati e Senatori”. Nel corpo dell’articolo, prendendo spunto dalla seduta del Senato dell’altro giorno, scrive: “(una seduta di Palazzo Madama a cui hanno partecipato soltanto 11 senatori) è probabilmente uno dei peccati più veniali. In altre circostanze avremmo sorriso e perdonato. Oggi fatichiamo a capire. Il problema non è la maggiore o minore presenza di parlamentari per una occasione puramente procedurale. Il vero problema è quello della totale insensibilità di una larga parte del ceto politico per i sentimenti e gli umori del paese.”. Prosegue: “La classe politica chiede ai suoi connazionali di stringere la cinghia, ma si limita a qualche modesto sacrificio. Non ha capito che non esistono soltanto i conti del bilancio statale. Esistono anche quelli della democrazia, vale a dire del rapporto fra gli eletti e gli elettori.”. E conclude: “Se il problema maggiore, come sembra,è quello del Parlamento, converrebbe cominciare, il più rapidamente possibile, dal numero dei parlamentari”.

Il pezzo scritto da Romano mi ha fatto ricordare un’intervista rilasciata all’ASCA dall’On. Santo Versace nei giorni scorsi. Anche lui come Romano è per la riduzione del numero dei parlamentari, con una variante. Secondo Versace, intanto i parlamentari non appartengono a nessuna ‘casta’ e quindi è tempo di finirla di considerarli straricci “guadagnano troppo poco se fanno veramente il loro mestiere responsabilmente. Non credo affatto che i politici italiani siano superpagati. Anzi, per chi prende sul serio questo mestiere, partecipa a tutte le sedute, e’ impegnato fino in fondo, va in commissione e sul territorio, i soldi sono pochi…se uno lavora seriamente. Con questo ribadisco il mio netto sì al taglio dei parlamentari. Il mio slogan è: meno politici ma pagati meglio e vincolati a un rendimento molto alto. Per me dovrebbero essere un terzo, quindi tagliati drasticamente, ma pagati di più.”.

Che il numero dei parlamentari sia troppo elevato, è fuori discussione. Stabilire quale debba essere il quorum per essere eletti non è cosa che si possa stabilire molto facilmente. Ma è sicuramente vero che se si vuole un parlamentare libero, rappresentante del suo elettorato, che possa svolgere il suo mandato senza condizionamenti, ha bisogno di due requisiti fondamentali: 1) deve essere scelto dal suo elettorato sulla base della personalità, dei programmi che si impegna a realizzare non solo nei confronti dell’intera nazione ma anche verso il suo territorio. Quindi bisogna tornare al voto di preferenza. 2) perché il parlamentare possa rappresentare quanto espresso nel punto uno, ha bisogno di una tranquillità economica che non può e deve provenire da altre fonti che non siano quelle istituzionali. Il parlamentare deve, in modo assoluto, impegnarsi rinunciare, al momento della candidatura, a tutti gli interessi professionali, imprenditoriali, di mestiere ed incarichi politici ed amministrativi di qualsiasi provenienza,  per poter esercitare in piena libertà il suo mandato. Il compenso parlamentare, che allora si, dovrà essere lauto, non gli consentirà di accedere a finanziamenti  non regolari e trasparenti, che privati cittadini possono fare solo verso il partito che il parlamentare rappresenta e mai direttamente , causa questa di condanne severissime, senza possibilità di appello.

Tagliare ora lo stipendio dei parlamentari, significa solo esporre gli stessi alla corruttela ed a trascurare il loro esercizio.

Io ritengo che i cittadini italiani non vogliano questo.



 

Lasciatemi dire la mia

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In questa lotta agli sprechi ho la sensazione che si sia voluto tagliare senza cognizione di causa. Eliminare alcune province, credo sia poca cosa per dimostrare i tagli alla politica. Pur cosciente che le mie considerazioni avranno ben poco ascolto, mi permetto di esprimerle almeno per uno sfogo personale.

Le province che si dovrebbero chiudere sono solo 36 ed il risparmio che se ne trae è cosa trascurabile, tant’è  il massacro che viene fatto successivamente.

Cerco di seguire una logica: stabiliamo se le province hanno una loro utilità oppure no. Se hanno una loro utilità, allora non si capisce il criterio usato per stabilire perché alcune sano più utili di altre. Il numero degli abitanti non può rappresentare l’unità di misura per stabilirne l’utilità. Ben altri dovrebbero essere i motivi di valutazione per stabilire  se su quel territorio ha motivo di autonomia in confronto ad un altro, oppure se si tratta solo di un fatto amministrativo.

Se invece si stabilisce l’inutilità dell’istituto, allora avrebbe un significato cancellarle tutte.

Eliminare 36 province ha un significato meschino in relazione al taglio sulle politica tanto decantato. Si avrebbe un nesso logico se invece si eliminasse dal nostro vocabolario la parola “provincia” e si sottolineasse la parola “risparmio”; più logico sarebbe se si andasse a cercare altre fonti ben più remunerative, se si andasse a chiudere alcuni rubinetti aperti da sempre e senza alcun controllo e facessimo fluire quell’acqua nel grande lago del nostro “Tesoro”: allora si potrebbero fare i conti sul risparmio vero, effettivo.

Il Ministiro Tremonti, al quale è stato rimproverato di aver fatto più il ragioniere che l’economista, potrebbe, fornirci qualche numero per poter fare i relativi confronti, per esempio:

  • Le varie “Autorità” a cosa servono se non a pagare stipendi d’oro ad uomini che provengono in massima parte dalla politica?
  • Perché eliminare le Province e non le inutili Comunità Montane e tutti quegli enti che vivono a latere di Regioni, Province, Comuni, come ZIR (Zone industriali regionali), Zone artigianali, Zone Commerciali?
  • Perché non privatizzare tutte le società regionali e comunali, molte delle quali addirittura quotate in borsa?
  • Perché non vendere, e non svendere come è stato fatto nel passato, gli immobili degli enti dello Stato e del parastato che, tra l’altro anziché produrre utili creano passivo?

Una volta, quando si presentava la necessità di fare una “manovra” per reperire fondi, si ricorreva all’aumento dei carburanti, ai tabacchi ed ai generi di monopolio; ora, ai carburanti non è più necessario ricorrere, ci pensano le compagnie petrolifere a metterci del loro, aumentano indiscriminatamente alla pompa e lo Stato anziché intervenire ne approfitta perchè gode del progredire delle accise.

Altro che eliminare 36 province per buttare polvere negli occhi del cittadino con un taglio fasullo alla politica.

Al prof. Tremonti, che viene accusato di fare il ragioniere, mi piacerebbe poterle consigliare di farlo veramente il ragioniere o, magari, di chiamarsi un ragioniere sottoposto del Provveditorato del suo ministero, forse gli servirebbe per farsi una cultura sugli sprechi che vengono fatti con le spese per acquisto di arredi, suppellettili, contratti di manutenzione e pulizie, cancelleria  ed altri acquisti vari, poi, se trova ciò che cerca (e lo trova), quello stesso servizio lo imponga a tutti i Ministeri, alla Camera dei Deputati, al Senato, alla presidenza della Repubblica e a tutte le Istituzioni.

Un esempio che vale per tutto: La Camera dei Deputati, fa una rassegna stampa quotidiana di circa 300 pagine, che viene distribuita a tutti i deputati ed agli alti funzionari e che poi mette in rete. Identica cosa fa autonomamente il Senato e la Presidenza del Consiglio, eguale cosa per la presidenza della Repubblica e per tutti i ministeri, nonché per le Autorità e Istituzioni. Questo, oltre al lavoro di centinaia di addetti, rappresenta quintali di carta, fotocopiatrici, inchiostro, distribuzione e quant’altro possa necessitare per l’abbisogna. Non sarebbe  più semplice dare in appalto il servizio, metterlo in rete alle sette del mattino in modo che tutti potessero usufruirne ad un costo minimo?

Si, il Ministro Tremonti farebbe bene a parlare con i veri ragionieri , quelli che hanno presso il diploma presso i vari ITC pubblici, forse riuscirebbero a fargli capire che operando da “buon padre di famiglia”, il sangue del Presidente Berlusconi potrebbe continuare a scorrere tranquillamente nelle sue vene, dando prova al cittadino che se sacrifici si devono fare, sono giustificati da una necessità vera e comunque, si avrebbe la coscienza di  una sana amministrazione.

Santa Teresa Gallura. La VI edizione della Mostra Concorso “ArteCeramica Sarda” si terrà dal 10 al 25 settembre a “Lu Brandali”.

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Questa VI edizione , la Mostra Concorso “Arteceramica” si presenta con un nuovo ed interessante tema: “Il vino! Riti sacri Pagani Quotidiani”.

 A proporre la manifestazione è l’associazione di S: Teresa Gallura, “Lu ‘Entu” che la

presenta nei giorni dal 10 al 25 settembre prossimo nel suggestivo sito archeologico di “Lu Brandali”.

L’ incontro, ormai tradizione, è diventato  un punto di riferimento per tutti gli artigiani sardi della ceramica e rappresenta uno strumento di promozione della loro creatività.

La novità di questa VI edizione  è rappresentata dalla presenza delle produzioni vitivinicole dell’Isola alla quale parteciperanno diverse aziende sarde che faranno degustare i propri vini.

La manifestazione, arriverà al suo culmine attraverso varie rappresentazioni artistiche, teatrali e musicali che riprenderanno il tema, e con linguaggi artistici differenti sarà sviluppato il valore sacro, profano e quotidiano del vino.

 

 Programma:

10 settembre dalle ore 16,00:

inaugurazione 6ª Mostra Concorso  ArteCeramica Sarda.  Premiazione opere vincitrici, alla presenza della giuria presieduta dalla Prof.ssa Orietta Rossi Pinelli, docente di Storia dell’arte all’Universita La Sapienza in Roma.

Inaugurazione Mostra ospite “ idoli sacri e pagani” di Mirta Morigi artista faentina di fama internazionale, una serie di piccole figure rappresentano delle dee madri che con severità condannano i sopprusi che l’uomo ha fatto sulla natura. La serata sarà presentata dal giornalista-attore Luca Losito, con i nterventi artistici legati al vino.

Sarà presente la Direttrice della rivista “La Ceramica in Italia e nel Mondo” Silvia Imperiale, che incontrerà gli artigiani sardi della ceramica.

11 settembre ore 16,00: 

inaugurazione Mostra Fotografica “Carrasecare Riti pagani in Sardegna” di Fausto Ligios, una serie di foto in bianco e nero , racconta dei carnevali tradizionali sardi.

Convivio: “il Saper Fare: Storie di Lavori intellettualmente Manuali. Prospettive” in collaborazione con l’antropologo dell’Università di Cagliari Marcello Carlotti, con la partecipazione di antropologi (dell’artigianato e dell’alimentazione), sociologi , filosofi e artigiani, aperto al contributo di tutti per una riscoperta dei saperi per una de-crescita etica ed economica delle piccole comunità. A seguire degustazioni olfattive, tattili, papillari e oniriche del Vino a cura dell’Associazione Taribari (Antonio Canu).

12_16 settembre:

laboratorio Ludico creativo per ragazzi “CerAmici LaboratoriAle” con Alessandra Pala, già docente nei laboratori organizzati al museo MAN di Nuoro. l laboratorio, rivolto a ragazzi dagli 8 ai 13 anni,  gioca sull’effetto sorpresa. Il fatto di proporre il percorso in modo dinamico e improntato sul gioco, dona una nota di mistero e non chiede di misurarsi con capacità particolari di precisione o conoscenze pregresse. Le lezioni sono modulate in modo da favorire l’apprendimento per scoperta, facilitare la memorizzazione dei passaggi e l’interiorizzazione emotiva dell’esperienza.

15 settembre ore 19,00:

“Divinazioni” spettacolo teatrale di e con Antonella Puddu , musiche di Riccardo Pittau.  “Secondo Mircea Eliade “la vite era l’espressione dell’immortalità appunto come il vino è restato nelle tradizioni arcaiche il simbolo della gioventù e della vita eterna”. Si preparino dunque gli spettatori, più che ad assistere a una performance, a partecipare ad un Rito.

La vite simboleggia  il rapporto fra l’uomo e le energie nascoste della natura che hanno il potere di trasformare e rinnovare la vita. Accompagnati dalle parole di Antonella Puddu l’“Officiante” sostenuti dalle note del “Musico” Riccardo Pittau. A seguire degustazioni olfattive, tattili, papillari e oniriche del Vino a cura dell’Associazione Taribari.

 

16 settembre ore 16,00 convegno “Artigiano: un mestiere antico in un mondo nuovo!” in collaborazione con CNA Sardegna e CNA Gallura. Partecipano: Francesco Squintu CNA Artistico e Artigianale Sardegna, Franco Salvato FinSardegna, Maria Antonietta Dessì CNA Artistico e Artigianale Sardegna, Massimo Bonacossa CNA Gallura, Mirta Morigi Ceramista di Faenza, Stefania Taras Artigiana della Ceramica.

 

17settembre 0re 19,00 Concerto a Lume di Candela. Omaggio a Mercedes Sosa” Mercedes Sosa è stata una delle più importanti cantanti Argentine di tutti i tempi, simbolo della sua terra e della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura; si definiva una cantora popular. Carlo Doneddu: chitarra e voce, Andrea Lubino: percussioni.

 

18 settembre ore 19,00 “Storie di Vino” di Gianluca Medas, musiche di Andrea Congia. Un percorso di racconti musicati legati al vino. A seguire degustazioni di vini.

 

23 settembre ore 16,00 convegno “ le origini antiche del vino in Sardegna e i vitigni autoctoni” con  Gianni Lovicu ricercatore LAORE, ricercatori dell’orto Botanico di Cagliari, e archeologi (angela Antona e Mauro Perra) , in collaborazione con la Cantina Gostolai di Oliena. A seguire degustazione vini della Cantina Gostolai.

 

24 settembre dalle ore 16,00:  “Festa Internazionale della Ceramica” con esposizioni e dimostrazioni . animazioni per bambini con laboratori creativi. Spettacolo musicale.

A seguire degustazioni olfattive, tattili, papillari e oniriche del Vino a cura dell’Associazione Taribari.

 

25 settembre dalle ore 10,00:  “Festa Internazionale della Ceramica” con esposizioni e dimostrazioni. Laboratorio per Bambini “fatto coi piedi vendemmia creativa in collaborazione con aziende agricole locali.

Durante le giornate della “Festa della Ceramica” saranno presenti gli stand dei comuni di antica tradizione Ceramica Assemini e Oristano, un info point della CNA Sardegna, uno Stand dell’Associazione La strada del Vermentino, Uno stand dell’associazione Tarbari, uno stand delle citta del vino in Sardegna.

 

Le domande di iscrizione al concorso scadranno il 25 agosto. Nelle giornate in cui ci saranno spettacoli, verrà messa a disposizione un servizio navetta gratuito per portare gli spettatori. Diverse strutture alberghiere e ristoranti locali adotteranno prezzi speciali per chi viene a visitare la mostra.

La mostra delle opere in concorso, la mostra dell’artista faentina Mirta Morigi, la mostra fotografica di Fausto Ligios, sono visitabili tutti i giorni dal 10 al 25 settembre dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 21,00.  L’ingresso alle mostre e agli spettacoli è gratuito.

 

 

Lu ‘Entu

Associazione Culturale Sarda

Via Prete Sanna 6/a Santa Teresa Gallura  OT

Tel. 0789623718 mob. 3386065802 (Stefania Taras)  e-mail luentu@tiscali.it

 

Stefano Pisciottu chiarisce la chiusura del Campeggio Arcobaleno di Porto Pozzo

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COMUNE DI SANTA TERESA GALLURA

  Provincia di Olbia Tempio

-Ufficio del Sindaco-

Piazza Villamarina – 07028

tel 0789 740900 fax 0789 754794

                                 info@comunesantateresagallura.it

 

 

 

La vicenda, spiacevole, della chiusura del Campeggio Arcobaleno nella località di Porto Pozzo e la clamorosa protesta della popolazione che lì vi abita, campeggiatori compresi, merita alcune necessarie ed indispensabili ulteriori precisazioni.

Con questo non intendo sottrarmi alle responsabilità, mie e dell’Amministrazione comunale che ho l’onore di capeggiare ma anzi, proprio in virtù di tali responsabilità che intendo rispettare fino in fondo, mi rivolgo all’opinione cittadina tutta affinché la vicenda venga riportata alla sua giusta dimensione e, chi vuole capire, capisca.

E’ necessario pertanto, al fine di raggiungere tale obbiettivo, che alcuni punti fondamentali vengano chiariti.

 

1)      Il camping è ubicato all’interno di una zona che il P.A.I. (Piano di Assetto Idrogeologico) regionale del 2005 classifica come Hi4 (area a pericolosità idraulica molto elevata) quasi totalmente e, in minima parte, come Hi3 (area a pericolosità idraulica  elevata) e come Hi2 (area a pericolosità idraulica media).

 

2)      Secondo la disposizione dell’art. 22 delle Norme di Attuazione del PAI, i complessi ricettivi all’aperto esistenti, ubicati nelle aree di pericolosità idrogeologica molto elevata ed elevata, sono comunque sottoposti, entro un anno dall’approvazione del PAI, a cura e a carico dei soggetti proprietari, ad uno studio di compatibilità idraulica o geologica e geotecnica ai sensi degli artt. 24 e 25 e sono rilocalizzati in caso di conclusioni negative dello studio”.

Alla scadenza di tale termine, salvo precedente provvedimento di urgenza, gli organi competenti per le concessioni e le autorizzazioni di esercizio sospendono cautelarmente l’efficacia degli atti di assenso e le attività di tali complessi ricettivi”.

 

3)      Nel caso del “Camping Arcobaleno” l’efficacia dell’autorizzazione è stata sospesa di validità a decorrere dal 19 febbraio 2010.

  Tuttavia – nelle more della presentazione, da parte della Campsarda Due Srl (proprietaria del campeggio e titolare della relativa autorizzazione sospesa), del progetto delle opere definitive di mitigazione del rischio e della valutazione della sua adeguatezza – con atto 18 giugno 2010 Prot. 10972 il Comune ha rilasciato un nulla osta allo svolgimento dell’attività di campeggio “per la sola stagione estiva 2010.

 

4)      La Campsarda ha trasmesso detto progetto e il Comune, in data 14 settembre 2010 lo ha subito inviato al Genio Civile di Sassari che, nella riunione del 9 febbraio 2011, alla presenza dei rappresentati della Società, ha espresso l’avviso che “gli interventi proposti non sono tali da garantire la messa in sicurezza dell’area adibita a campeggio”.Trasmessa successivamente con nota del 7/3/2011

 

5)      Solo il 21 giugno 2011 la Campsarda ha presentato uno studio di sistemazione idraulica del rio “Lu Banconi”, affermando comunque, nella relazione, che “le simulazioni hanno permesso di verificare come l’inizio dell’allagamento avvenga dopo circa 1h 30’ dall’inizio dello scroscio di pioggia di intensità critica”.

 

6)      Pur in mancanza di autorizzazione, la Campsarda, secondo quanto poi si è espresso, ha ritenuto di poter svolgere ugualmente l’attività di campeggio.

  In particolare, in seguito ad un controllo effettuato il 19 maggio 2011, la Polizia Municipale ha accertato e contestato la violazione dell’art. 86 T.U. leggi P.S., in quanto veniva esercitata un’attività “ricettiva all’area aperta della tipologia campeggio in mancanza della prescritta autorizzazione amministrativa”.

 

7)      Pur nella piena consapevolezza della mancanza di autorizzazione, il campeggio ha continuato nella sua illegittima attività finchè, con ordinanza 28 giugno 2011 n° 114, il Comune è stato costretto ad ordinare formalmente la chiusura del campeggio abusivo, peraltro con decorrenza 15 luglio 2011 al fine di consentire la “sistemazione” degli ospiti.

     È appena il caso di notare che, poiché si trattava di un campeggio non autorizzato, l’ordinanza di chiusura costituiva un atto dovuto.

 

8)      La Campsarda Due ha impugnato davanti al TAR l’ordinanza n° 114/2011, chiedendone l’annullamento previa sospensione dell’efficacia, anche in via d’urgenza mediante decreto presidenziale inaudita altera parte.

Con decreto 14 luglio 2011 n° 304 il Presidente della Sezione Seconda del TAR ha respinto la domanda cautelare provvisoria.

Con ordinanza collegiale 27 luglio 2011 n° 341, la Sezione Seconda del TAR ha definitivamente respinto l’istanza cautelare.

 

Questa la cronologia dei fatti documentati e documentabili a richiesta di chiunque  abbia interesse a conoscere la verità e non le opinioni.

Chi, come il Sindaco di qualsiasi Comune d’Italia, assume la responsabilità di governare un territorio e gli interessi di quanti lo popolano, deve assumersi soprattutto quella di farlo nel pieno rispetto delle leggi che regolano la vita civile e a garanzia della sicurezza dei cittadini. Anche se ciò fosse impopolare! Questo è fondamentale che venga recepito dall’opinione pubblica perché il Sindaco non può essere ritenuto una controparte ma il massimo tutore della sicurezza pubblica del territorio.

Naturalmente, come sempre avviene nelle situazioni di “crisi”, anche gli sciacalli vanno ad abbeverarsi alla fonte inesauribile dei problemi della gente!

Vorrei rivolgere un invito alla “responsabile” consigliere Lina Crobu: chieda ai parenti delle 13 vittime dell’alluvione che, il 10 Settembre 2000 alle 4:30, investì il Campeggio “Le Giare” di Soverato (Catanzaro), quale Sindaco “responsabile” avrebbero preferito e quale “pubblico interesse” avrebbero voluto tutelato. In quell’area, si diceva, “non era mai accaduto nulla”.

Si chieda il consigliere Crobu perché dal 2005, la società Campsarda Due e l’Amministrazione del tempo non abbiano fatto nulla per porre rimedio ad una tale situazione di pericolo.

Attualmente il campeggio ricade, come già detto, in un’area ad alto rischio, a meno che non si pensi che chi ha studiato il PAI, per il nostro territorio, sia un incompetente o in malafede!

 Un incarico di progettazione si può sempre affidare, l’unico interesse pubblico che si otterrebbe nell’immediato sarebbe tutto da “esplorare!”

Infine, cara “responsabile”consigliere Crobu, è mia opinione che il coraggio di un amministratore pubblico si misura nella qualità degli atti che compie, nel rispetto della legalità sempre e comunque, nel rispetto dell’autonomia operativa dei Dirigenti che lo assistono nell’esercizio delle sue funzioni.

Eludere le leggi e strumentalizzare i problemi della gente non aiuta a migliorare la qualità della vita e a garantire la pubblica incolumità.

 

 

 

                                                                                              IL SINDACO

                                                                              STEFANO ILARIO PISCIOTTU