Le scuole paritarie e la sanità

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E’ stato un clamoroso autogol per i laicisti accogliere con tanto entusiasmo la discussa e discutibile sentenza della quinta sezione civile della Cassazione che ha stabilito che due scuole religiose di Livorno dovranno pagare con gli arretrati l’Ici , oggi sostituita dalla Tasi-Imu, per un totale di 422 mila euro. Sì un’autogol perché la polemica che n’è sorta ha fatto emergere che le scuole paritarie non solo garantiscono libertà di educazione,ma anche fanno risparmiare allo stato italiano ben 6 miliardi e mezzo di euro a fronte di contributi per 494 milioni.

Tranquilli, non intendo entrare in conflitto con il mondo laico, con quello che si è spellato le mani per applaudire ai signori della consulta che hanno voluto ‘far pagare le tasse‘ ai preti. Se poi vai a vedere, per la maggior parte sono proprio quelli che mandano i figli in quelle scuole parificate perchè consapevoli che acquisiscono una educazione, magari, superiore alla loro.

No, ho voluto riportare il periodo riguardante la sentenza della Consulta nei confronti delle scuole paritarie, in maggior parte gestite dal clero cattolico, per affrontare il discorso della sanità e dei risparmi che vorrebbero ammannirci i soloni illuminati renziani.

E’ necessario trovare coperture per diminuire le tasse, dice Renzi, come si fa? Allora: rivediamo le accise sui carburanti, no li è meglio non toccare. Poi, se dovesse capitare il cataclisma? un Terremoto, una eruzione vulcanica, un incidente ferroviario, dove andiamo ad attaccarci? No, l’accise no. Una tassa sugli alcolici, anche quì come si fa? e arriva la grandine ed la vendemmia va male, altro che tassa, bisogna trovare i soldi per i viticultori. Allora, perché no? Andiamo a vedere il Servizio Sanitario Nazionale. In effetti, si può affondare tranquillamente il coltello in quella piaga: lo sanno tutti che li gli sprechi si sprecano e, forse, i cittadini saranno pure contenti che finalmente si va a mettere ordine. Vediamo un pò: le siringhe Crocetta le paga troppo care, non c’è proporzione tra quelle usate a Palermo con quelle comprate da Zaia. Si, ma bisogna reperire un bel po di miliardi e, dalle siringhe ricaveremmo molto poco, bisogna andare più in profondità. I medici di famiglia ordinano troppe analisi, sarebbe ora che comincino  a fare delle diagnosi e la smettano di intasare i CUP con le visite specialistiche, basta con Tac e risonanze, bisogna smetterla con i ricoveri scarica barile. Dal SSN dobbiamo recuperare almeno due miliardi e mezzo di euro tanto più che le proteste, alla fine da parafulmine ci sono le ASL e le Regioni. A questo punto riformuliamo le strutture ospedaliere, declassiamo gli ospedali, riduciamo i posti letto, in fondo chi vuole curarsi deve pur fare qualche piccolo sacrificio e contribuire alle spese.

Credo di non essermi allontanato molto dal Renzi-pensiero: Renzi ormai gli è scappato di eliminare le tasse sulla prima casa ed ora tocca ai suoi provvedere al reperimento dei fondi. Io credo però che c’è modo e modo. Siamo tutti d’accordo, anzi quasi tutti: in disaccordo sono solo coloro che in questo marasma ci sguazza bene, per il resto è abbastanza ovvio che nella sanità vi sia da affondare, per restare in tema, il bisturi profondamente. Farlo nella maniera che ci è stata prospettata ci sembra troppo banale nonché dannosa per una utenza debole alla quale nulla si dovrebbe togliere.

Io qualche idea l’avrei, ma  chi sta a sentire un piccolo bloggher? Ci sono tantissimi studi privati che danno prestazioni convenzionate e che svolgono egregiamente i trattamenti, le analisi, e tante altre specialità sanitarie ad un costo per il SSN bassissimo e lo fanno sempre con la spada di damocle della vessazione dei servizi ASL che li taglieggino ad ogni piè sospinto. Quelle stesse prestazioni che fatte direttamente dal SSN che gli uffici delle ASL prediligono, costano almeno il cinquanta per cento in più.

Ma questa è un’altra storia. Per ora l’augurio che una grande maggioranza, almeno stando agli ultimi sondaggi, si augura e che questo governo si tolga di torno e permetta agli italiani di trovarsi una guida più valida che si faccia rispettare in casa e fuori. E, comunque c’è, almeno, da augurarsi che il governo, invece di fare il Ponzio Pilato e accelerare sui Dico, si decida ad intervenire subito. Qui non servono più tavoli di discussione, ma fatti concreti.

SANTA TERESA GALLURA: LA LEGGE E L’OPPORTUNITA

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Forse è giunto il momento che chi viene eletto dal popolo faccia valere il potere dell’elezione. Si, ritengo, e credo di non sbagliare, che il popolo sovrano, in democrazia, sia la massima espressione del potere temporale.

Chiedo scusa per il ‘pistolotto’ di apertura.

Già un anno fa, il popolo sovrano ha dovuto andare a far la pipì negli anfratti o, peggio ancora, a farla in mare con buona pace degli eco-natural-igenico-ambientalisti, wweisti compresi.

Un giorno del 2014, non uno qualsiasi, esattamente il 13 di agosto (non vorrei che la memoria mi faccia cilecca), un signore bempensante, ha ritenuto opportuno, forte del diritto di proprietà del suo terreno, ha ritenuto opportuno di sbarrare lo scorrimento di una fogna esistente e costruita su sua esplicita autorizzazione, privando così non solo un esercizio che opera nel settore alimentare  e di mescita,   ma anche, e principalmente, tutti quei cittadini cosmopoliti che normalmente, da anni (almeno cinquanta) godevano e godono della balneazione nella spiaggia di ponente dell’istmo di Capotesta.

Ieri. 27 luglio, nel pieno della stagione balneare, cosa succede? Il bis signori. Lo stesso proprietario ben pensante, con tanto di ordinanza di un magistrato e accompagnato da cotanto Ufficiale giudiziario, si, avete capito bene; si uno di quei signori che, se capita di dover eseguire uno sfratto, ha tanti di quegli impegni che bisogna, appunto mettere impegni, per disporre della sua presenza, ha di nuovo chiuso la condotta fognaria, lasciando coloro che hanno scelto Santa Teresa e che, ovviamente, contribuiscono abbondantemente alla vita dello stesso paese, senza la possibilità di poter almeno disporre del minimo della decenza.

Complimenti. A chi?

Al Proprietario del terreno che per anni, da quel che risulta, ha usufruito e tuttora usufruisce di un lauto compenso per il terreno dove poggiano i bagni privati a disposizione gratuita, di circa 3 mila persone? Lui, male, ma sta tentando di fare i suoi interessi. Non è facile capire quali, ma, poichè non è possibile entrare nella mente delle persone, bisogna lasciar fare, fatto salvo porsi delle domande e sulle stesse fare, non giudizi, ma le proprie supposizioni;

Al sindaco e all’Amministrazione comunale tutta per aver preso sottogamba, non voglio dire ma lo penso, e trascurato il problema come non fosse cosa che li riguardasse, dopo quanto era accaduto l’anno precedente? Capisco che vi è stata una campagna elettorale ma questo non avrebbe dovuto distrarre tanti signori dal fatto che il problema spiagge è fatto vitale per un paese che vive solo ed esclusivamente di balneazione, che significa turismo, che vuol dire vita e sviluppo, nonchè benessere e motivo di vita.

Se qualcuno riuscisse a spiegarmi cosa sarebbe Santa Teresa se domani si dovessero chiudere tutte le spiagge e si tornasse agli anni quaranta. Ve lo dico io: bisognerebbe tornare a coltivare gli orti di Buoncamino, trovare imbarchi sulla marina mercantile, concorrere per la carriera militare nei vari corpi. Quindi aspettare la pensione per tornare al paesello e morirci. Non era forse quella la vita di allora? Ebbene, c’è qualcuno che riesce ad immaginare qualcosa di diverso?;

al Magistrato che ha scritto l’ordinanza? Lo so la magistratura deve applicare e far rispettare la legge, per farre questo gode di totale indipendenza ed emana le sentenze con giustizia. Ma sono e rimangono esseri umani. Mi pongo la domanda: cosa sarebbe cambiato se la stessa ordinanza fosse stata resa operativa il 30 settembre? Non conosco la legge, ma poichè le leggi sono fatte, almeno dovrebbero, in favore dei cittadini (e più sono meglio è) il magistrato deve applicare la legge ( spostando i tempi di applicazione non contravveniva a questo principio) l’essere umano avrebbe potuto pensare al danno che, per un fatto di tempi, causava ad una moltitudine e regolarsi di conseguenza.

E si, la fretta, dettata non si capisce da quale infausto processo psichico, ha partorito tanti gattini ciechi. Ed ora chi paga le conseguenze? Lo sapete molto meglio di me: i primi sono i cittadini di Santa Teresa che dovranno sorbirsi le proteste di coloro che hanno speso i loro soldi per venire a trascorrere una vacanza serena e tranquilla, in una località amena, con un mare meraviglioso, in una spiaggia che potrebbe essere un fiore all’occhiello e che non lo è grazie ai tanti disservizi che vi incombono, l’ultimo dei quali è il divieto di fare pipì.

Mi piacerebbe aprire un “forum” su quest’argomento ed invito chiuque voglia farlo a non esitare, in fondo questa cosa interessa tutti.

Siamo ormai al gioco delle tre carte

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E’ un vecchio gioco quello delle tre carte. Si usa ancora nelle fiere paesane o su qualche tavolino, in un marciapiede di città, per fregare i gonzi. Sembra, infatti, facile vincere, indovinando dove viene messa la carta prima mostrata scoperta. Invece vince quasi sempre il banco o quando perde è a vantaggio di un compare.

Ho l’impressione che il segretario-premier ed i suoi compagni più vicini abbiano studiato questo sistema per dare, nella speranza di qualche voto in più, e, poi, togliere senza che il povero cittadino se ne renda sempre conto.

Prendiamo, ad esempio, i famosi 80 euro andati non alle pensioni minime ed gli oltre quattro milioni di poveri totali, ma a chi sbarca il lunario. A chi, cioè, è sembrato gratificato. Invece con l’altra mano ecco che lo Stato si riprende, in buona parte”il caval donato” con l’aumento delle tasse comunali e regionali, addizionali pesanti, senza contare gli euro che il fisco prende in più da chi, con quella elargizione ha superato un’aliquota, pagando più tasse.

Non aumenteremo l’Iva, garantiscono i governativi renziani, ma per mantenere la promessa debbono trovare oltre 12 miliardi di euro, mica una bazzecola. Il rischio che quell’aumento finisca per gravare su tutti noi è reale, ma Yoram Gutgeld, deputato Pd, commissario alla spending review e già noto per voler tagliare le pensioni rassicura: con i tagli alla sanità  risparmieremo dieci miliardi di euro. Ma come? Risponde il consulente economico di Renzi: con misure che saranno inserite nella legge di stabilità.

Sì, ma quali? Costringendo gli ospedali in rosso ad una gestione economica, mettendo un limite alle analisi e con un unico centro per gli acquisti.

Tutto a posto, dunque? Proprio no, perché se l’operazione riuscisse, ammesso e non concesso il sì delle Regioni, saremmo, comunque, noi cittadini i penalizzati perché dovremmo pagarci parte delle analisi e rivolgerci alla sanità privata per i servizi in meno offerti da quegli ospedali costretti a tagliare. Questo senza contare che le stesse regioni, per mantenere almeno in parte le offerte sanitarie pubbliche odierne, sarebbero costretti, probabilmente, ad aumentare le addizionali. Ha un bel dire, a proposito della sanità, l’on. Gutgel “vogliamo dare servizi di maggiore qualità, non vogliamo fare macelleria sociale”, ma il risultato minaccia d’essere proprio l’opposto: Appunto il solito gioco delle tre carte.

E che dire delle promesse renziane di tagli sostanziosi delle tasse ad iniziare dall’abolizione della Tasi, che comprende l’odiata Imu sulla prima casa, per ben 3 miliardi e 800 milioni di euro? Sarebbe proprio una bella notizia, compresa quella sull’abolizione dell’Imu agricola e sui macchinari per un miliardo e 400 milioni di euro. Il guaio è che non si conoscono le coperture e di miliardi, l’anno prossimo, il governo ne deve trovare in tutto quasi 30. Leggete questa sequenza: 12,(per evitare aumento dell’Iva; 3,3 per evitare l’accisa (clausola Letta), 0.5 indicizzazione pensioni (sentenza della Consulta), 16 sblocco contratto statali (sentenza Consulta), 0,7 cancellazione Robin Tax su energia e petrolio(sentenza Consulta), 0,7 cancellazione reverse charge Iva, 1.5 proroga decontribuzione nuovi assunti, 3,8 cancellazione Tasi, 1,6 cancellazione Imu macchinari, capannoni e terreni agricoli.

Scusate il lungo elenco, ma offre l’idea di cosa ci aspetta, altro che taglio delle tasse. E se anche l’operazione abolizione Tasi si facesse, immaginatevi le conseguenze per noi poveri cittadini con Comuni e Regioni ad aumentare le imposte, mentre tante altre tasse e tassine per coprire i buchi le scoverebbe anche il governo.

Sì, siamo proprio al gioco delle tre carte, altro che ripresa!

Stato, Regione e trasporti

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Che si continui a fare “fuffa” è fuori dubbio. l’apertura di una trattativa, tra Regione ed Tirrenia Cin, con un tavolo bilaterale, pure se codificata, segue lo stato di sudditanza dei nostri amministratori nei confronti di una Compagnia di navigazione che non è più una partecipata e, quindi, privata e, addirittura, con grave odore di monopolio.

La cosa è ancor più strana, se si tiene conto che a presentare il ricorso al Garante per l’Antitrust è lo stesso esecutivo regionale che ora siede allo stesso tavolo per trattare servizi e tariffe con la Compagnia che fa capo al gruppo Onorato che ne detiene il cento per cento del capitale, motivo del ricorso.

Mi chiedo se non sarebbe stato più logico intervenire sul Ministro delle Infrastrutture, nel pieno diritto della nostra autonomia, perché, anziché trattare con un armatore, si procedesse ad una garadi appalto specifica, aperta a tutte le compagnie  di navigazione europee, nel cui capitolato di gara, oltre alle ovvie garanzie di servizio e di sicurezza, vi fosse la clausola di tariffe calcolate al ribasso, per tutti i passeri?

A cosa serve la “continuità territoriale se questa vale solo per una utenza in uscita? Mi si deve spiegare perché questa cosiddetta continuità deve escludere, a prescindere, i nostri ospiti? In fondo, chi viene nella nostra isola ha il nostro stesso diritto, quello della libera circolazione sul territorio e deve poterlo fare con gli stessi costi calcolati per noi residenti. Tanto più se si considera la vocazione turistica della nostra regione le cui presenze di ospiti rappresentano quello che si chiama sviluppo.

Certo, questo discorso non calza con quella continuità territoriale che produce, per le Compagnie, lauti contributi compensativi, che, oserei dire, sarebbe ben ora di eliminarli ovunque promuovendo la libera circolazione in tutto il territorio nazionale, per tutti, nessuno escluso.

Mi rendo conto che questa vera “rivoluzione copernicana” potrebbe trovare qualche resistenza in certi ambienti politici, sicuramente presso le Compagnie di navigazione interessate, quelle che hanno operato su certe tratte e ne hanno fatto motivo della loro esistenza, così scatterebbero i sindacati di categoria che, in ragione di una difesa di maestranze male abituate si presterebbero a fare il gioco degli armatori. Ma, se il mercato si apre alla libera concorrenza, al giusto ed onesto guadagno dell’impresa, corrisponderebbe anche un giusto  risparmia per il cittadino e per la stessa utenza.

Chi avrà il coraggio di una simile azione?

Il degrado di Roma

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IL N.Y. Times ci degna, ma, che brutta figura!

Ve lo immaginate. il N.Y.Times si occupa di Roma. Per caso, mi è capitata sotto gli occhi una notizia dove, appunto, la nostra capitale era assurta agli onori della cronaca newyochese. Approfondisco la ricerca e trovo l’articolo originale che regolarmente traduco con i potenti mezzi di traduzione on-line e, cercxando di interpetrare quanto mi è stato tradotto, entro nel corpo del pezzo. Ebbene, il sindaco Marino viene descritto come un “Forrest Gump” , incapace di affrontare “una crisi che più che politica è morale, culturale, sociale.” Una crisi che sta devastando Roma, la capitale d’Italia, sì che i romani ,”nonostante l’abituale cinismo, sentono che la loro città sta crollando”. Questa è la sintesi di come, uno dei più prestigiosi quotidiani internazionali, il New York Times, descrive Roma, non risparmiando nulla sull’intreccio perverso tra mafia e politica, sul degrado constatato in vari quartieri e nulla risparmiando a Ignazio Marino. Un buon uomo, il sindaco, certamente onesto, ma un debole, di fatto un incapace, non adatto al posto che ricopre e, quindi, nell’impossibilità di arginare la clamorosa decadenza di un ex-nobile. Una decadenza visibile – scrive il giornale Usa – nei mezzi pubblici che non funzionano, nella “monnezza” per le strade, negli episodi di microcriminalità che investono anche quartieri un tempo “in”.

No, non ne usciamo bene da queste descrizioni che tratteggiano una metropoli che è all’angolo, cioè una vecchia matrona stanca e sfiduciata. E non mi pare, questa, una bella pubblicità per una città che vive molto di turismo e che si appresta ad affrontare i milioni di fedeli che verranno per il Giubileo.

Intendiamoci, le colpe di questo degrado risalgono su nel tempo, non gettiamo la croce solo sul sindaco Marino. Che ha, però, la responsabilità di non essersi accorto di quel che accadeva di losco, di illecito, di mafioso sotto di lui, impregnando di illegalità vari strati del Comune. Ed ora ha quella di voler stare a tutti i costi al suo posto , sfiduciato di fatto dal suo leader di partito e premier Renzi e difeso ,assurdamente, dal presidente del Pd Orfini che non vuole un voto anticipato perché, probabilmente, vincerebbe le elezioni un grillino o, più probabilmente, Marchini.

Questa volta il decisionista Renzi, forse anche alle prese con troppi problemi, sta smentendo questa caratteristica e non riesce a rottamare un sindaco che, rimanendo, fa male a sè, a Roma, ai romani e al Pd. Né il segretario-premier si riscatta facendo sfiduciare il governatore siciliano Crocetta. Qui si prende addirittura dei sonori schiaffoni perchè il presidente della Regione Sicilia , nonostante anche la vice-segretaria nazionale del Pd Serracchiani gli abbia detto di dimettersi, rimane al suo posto perché si rifiuta di fornire le sue carni a “famelici carnefici” e parla di “poteri occulti “ che distruggono la democrazia. Sarebbe interessante sapere che tra questi carnefici e questi anti-democratici inserisce anche i big del Pd nazionale che, a più riprese, gli hanno detto di andare a casa: Se lo facesse, non è tanto ma sarebbe un fatto.

 

LE ELEZIONI PER RENZI SAREBBERO LA SALVEZZA

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E’ una carta elettorale , quasi disperata, quella giocata da Matteo Renzi all’assemblea del suo partito , là all’Expò. Il crescente calo di consensi ,la situazione socio-economica sempre critica, il rinvigorirsi della “tribù dei musi lunghi”, che comprende anche la sinistra dem, e l’addio degli antichi sponsor d’oltreoceano l’hanno convinto a puntare definitivamente sul voto anticipato già da tempo accarezzato.

Il segretario-premier deve fare i conti con un partito che sta disgregandosi in Sicilia, dove gli scandali sono all’ordine del giorno ed il presidente della giunta regionale Crocetta non intende dimettersi , pur essendo sfiduciato dal partito nazionale ,mentre a Roma c’è quasi un bis con il sindaco Marino, difeso dal presidente dei dem Orfini, ma non da Renzi che non mette in dubbio , come tutti, la sua onestà, ma sottolinea la sua incapacità ed il fatto di non essersi accorto di “Mafia capitale.” Sono grane, queste, non di poco conto anche se lui, il segretario, all’Assemblea ha detto : “A chi dice che siamo in crisi, dico che l’unica spiegazione è il caldo”.

Tutto l’ottimismo-trionfalismo delle riforme nella relazione del segretario-premier , quasi fosse un taumaturgo, un miracolista, fino alla trovata del finale del “patto con gli italiani” con il clamoroso taglio delle tasse per miliardi e miliardi in tre anni, ma senza dire dove trova i soldi, costituisce la base per appellarsi, nella prossima primavera , agli italiani: E dirci : le mie prime riforme avevano già determinato un cambiamento come dimostrano le resistenze e,quindi, le critiche di chi perde vecchi privilegi; volevo continuare con il “patto fiscale “ che comprendeva anche le pensioni e le imprese, 45 miliardi di euro, una “rivoluzione copernicana” che la vecchia sinistra aborriva , non mi è stato consentito , datemi, quindi, il voto per darmi la maggioranza necessaria a completare l’indispensabile cambiamento ed a determinare una duratura ripresa.

Suppergiù questo l’appello al popolo, spostando ancor più al centro il Pd per farlo diventare quel partito della nazione che era nei suoi propositi dopo averlo depurato di un altro pezzo di sinistra dopo gli addii dei Civati (“Renzi non è più figlio di Berlusconi, è Berlusconi” ha commentato) dei Fassina , di Cofferati e , presto, dei D’Attorre. Credo che i due attuali leader dell’opposizione interna al Pd , ossia Speranza , che ha fatto un duro intervento, sia Cuperlo, che egualmente ha rilasciato dichiarazioni critiche abbiano compreso il gioco di Renzi e siano passati all’attacco , forse pensando di giocare d’anticipo e sperare in un incidente di percorso al Senato per il governo , non a caso il primo ha chiesto ufficialmente di rifiutare , a Palazzo Madama, i voti, che possono essere determinanti, degli amici di Verdini e di Consentino (“sarebbe una vergogna, un film dell’orrore” ha detto Speranza) . E lì al Senato si giocherà, presto, una partita decisa sulla riforma costituzionale e se il premier non farà un passo indietro per ritornare all’elezione diretta il rischio, per il governo,è reale. Nè è sicuro che la maggioranza di governo tenga sulle unioni civili che Renzi ha detto saranno varate entro la fine dell’anno al punto che il sottosegretario Scalfarotto ha sospeso lo sciopero della fame. Il Nuovo Centro Destra, infatti,è deciso a dar battaglia , mentre i Vescovi italiani hanno duramente criticato il premier con il segretario generale Galantino, molto vicino a Papa Francesco, sottolineando anche che il governo non ha fatto alcunché a favore della famiglia, quella regolare, quella prevista anche della Costituzione. Una famiglia – dicono le organizzazioni cattoliche- difesa dal milione di persone di recente giunte a Roma per manifestare contro i nuovi Dico, sui quali cadde il Governo Prodi.

I fatti, però, mostrano una situazione diversa , del resto i risultati del recente turno regionale e amministrativo lo confermano e, per questo, molti nel Pd temono l’eventuale voto anticipato in Sicilia ed a Roma,dopo il clamoroso flop in Veneto e in Liguria.

In queste condizioni , con i sindacati ancora sul piede di guerra,con le proteste di varie categorie con la Confindustria che vede un futuro incerto, con i conti che non tornano e si devono trovare 10 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva, beh! , c’è da meravigliarsi se Matteo Renzi, che deve anche tener testa ad una di nuovo agguerrita sinistra interna, cerca di giocare la carta delle elezioni anticipate? Credo proprio di no. Il guaio è che tutto si gioca sulla testa di noi italiani e, in particolare, di quasi 5 milioni di poveri assoluti , cittadini che stanno peggio di tanti disperati migranti.

Lo shopping Greco della Cancelliera

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Ora è proprio il caso di dire: basta! La Germania sta facendo affari d’oro con la Grecia, alle nostre spalle e sulla nostra pelle. Lo scrive Riva su “L’Espresso ed

ha ragione perché Angela Merkel, la Cancelliera , sta facendo un vero e proprio shopping in territorio greco, mettendo in atto un neo-colonialismo che ha sapore d’antico, riportandoci a tempi non del tutto dimenticati, perché era largamente praticato da molti Paesi europei in tutto il mondo. Anche noi italiani eravamo, in ritardo nei tempi ed in misura limitata, della partita, ma almeno portavamo anche strade e altre infrastrutture e costruivamo palazzi che sono lì ancor oggi. Eppoi eravamo così sfruttatori da non accorgerci che là, in Libia, c’erano gas e petrolio.

La Germania è, certo, una potenza economica e lo è diventata anche grazie al boom derivante dall’equiparazione marco del Nord  (quasi mille lire) e marco dell’est (circa 300 lire) con un potere d’acquisto triplicato per l’area ex-comunista che si è rivolta, per gli xacquisti, ai prodotti dell’area occidentale. Oggi sta perdendo qualche colpo e la sua Banca centrale, che ha nei cassetti troppi derivati, attraversa un pericoloso “ stato di salute – come scrivono alcuni analisti “finalmente ha ammesso di aver bisogno di un aumento di capitale” annunciando “un piano per raccogliere 8 miliardi di euro.” In sostanza la Deutshe Bank sarebbe “il grande malato d’Europa”. Forse ora l’austerity imposta all’Ue e criticata da fior di Premi Nobel per l’economia trova, in questo, una delle possibili, motivazioni visto che impoverisce molti Paesi e fa progredire Berlino.

Quel che è, certo, comunque che la Grecia è stata di fatto commissariata come hanno scritto molti mass media e la Merkel potrà continuare a fare shopping visto che già s’è comprata, dall’inizio della crisi, aziende, vari scali aerei ed addirittura, con la Deutche Telecom il 60% della compagnia telefonica di Stato. Inoltre ha venduto ad Atene due sommergibili per un miliardo e 200 milioni di euro e 70 carri armati Leopard, poco importa se quei due sottomarini sono lì fermi ad arrugginirsi perchè non armati, quindi, non ancora funzionanti.

In cambio di un’altra robusta dose di “lacrime e sangue” per i greci e della rottura nei due partiti di governo, la Cancelliera, con la mediazione di un Hollande che, magari in buona fede, ha fatto, come del resto il nostro Renzi, il gioco della Germania, ha garantito aiuti per 82-84 miliardi di euro. Tanta generosità, condivisa anche dal ministro delle finanze tedesco, impersonificazione della durezza, appare, però pelosa sia per l’interscambio al top Berlino-Atene, sia perché tutti quegli euro verranno dal “fondo salva Stati”, al quale contribuiscono anche gli altri Paesi dell’eurozona, compresa l’Italia (con il 17,9% ) che ha già dato alla Grecia, per questa via, 37,5 miliardi, oltre ai 10 miliardi di prestito bilaterale ed ora ne dovrà elargire altri 15 ,400. Il che significa 385 euro a testa per i circa 40 milioni di contribuenti attivi, cifra che alla fine arriverà ai 2 mila euro. Tutti soldi che usciranno dalle nostre tasche e che, in parte cospicue, andranno a finire nelle casse tedesche. C’è da meravigliarsi se, poi, in molti Paesi europei aumentano i movimenti anti-europeisti o populisti e perfino in Austria rispunta la voglia di neutralità con 261 mila cittadini che chiedono il referendum per uscire dall’euro. Tutto questo, mentre l’austerity continua ad imperversare, la crescita è un illusione, Renzi viene ormai snobbato dai big europei e, da noi, nonostante le tante sbandierate riforme renziane. il debito ha toccato un nuovo record: ben 2218 miliardi di euro con un aumento, nel 2015, di ben il 3,9%.

D’accordo, la Grecia è messa proprio male , ma siamo proprio sicuri che noi potremo stare meglio se non determiniamo una vera inversione di tendenza? Credo proprio di no anche perché l’attuale sistema non funziona più e non si vede ancora l’alba di un vero cambiamento. Ad iniziare da un’Unione Europea che si sta autodistruggendo.

 

Renzi la smetta di fare trionfalismo

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I fatti non parlano in quel senso. Non si ignora l’offerta Brics

 

Qui si sta proprio esagerando, finendo per prendere in giro noi cittadini. Inneggiando al varo della riforma della scuola Renzi, la maggioranza del Pd , il Nuovo Centro Destra e i resti di Scelta Civica con la sua pattuglia di parlamentari, ma scomparsa nei sondaggi .fanno solo del trionfalismo quasi questo governo faccia miracoli ed i suoi componenti vivano nel mondo dei sogni, non in mezzo agli italiani . Quegli italiani che non vedono l’uscita dal tunnel; che in alta percentuale non arrivano alla terza settimana del mese; che in molti sono disoccupati con percentuali assurde se si guarda ai giovani, i quali non vedono un futuro nel nostro Paese.

Vedendo, in Tv, il ministro della Pubblica Istruzione Stefania Giannini- m’è venuta in mente la sua ex-collega Fornero autrice della famosa riforma delle pensioni oggi da tutti rinnegata. La Fornero, almeno, aveva pianto per le norme che aveva fatto, per gli esodi che ancora oggi attendono giustizia. No, lei la Giannini,convertita al renzismo e al Pd dopo la scesa in politica perché folgorata da Monti e da Scelta Civica, della quale è stata anche segretaria, lei, dicevo, sorrideva felice per il varo di una riforma contestata non solo dai diretti interessati e in odore di incostituzionalità. Una riforma che , oltretutto, potrebbe avere vita breve se , davvero, si farà un referendum abrogativo che stando ai contrari di oggi potrebbe avere valanga di sì.

Non voglio entrare nel merito della legge anche se in un Paese dove le raccomandazioni e parentopoli sono all’ordine del giorno ditemi voi se sia opportuno dare tutto questo potere ai presidi, ma che ci sia nella riforma qualcosa di sbagliato lo dimostra il fatto che i sindacati, Cobas compresi , precari, docenti e studenti ( hanno impagliato le statue a Roma) non erano contrari, ma si stanno ancora mobilitando per protestare, non dando ancora per persa la battaglia. Né è senza significato il fatto che la legge abbia avuto alla Camera il più basso livello di voti da quando c’è il governo Renzi e risultino mancati ben 120 voti della maggioranza , quasi la metà del Pd(alcuni hanno votato addirittura contro) con assenti personaggi come Cuperlo, Speranza, Bersani, Epifani, Rosy Bindi .

Possibile, poi, che tutte le opposizioni, ossia M5Stelle, Lega, Sel, Forza Italia( esclusi 3 Virdiniani ed uno convintosi della bontà destrorsa della legge), Fratelli d’Italia e Alleanza Libera , fossero e siano contrarie solo per partito preso pur trattandosi di forze anche politicamente distanti tra loro ?

Non credo che abbia convinto gli italiani , ad esempio, anche il trionfalismo di un Tg1 , sempre più ossequiente alle direttive del gurù della comunicazione al servizio di Renzi come ha ampiamente testimoniato una recente inchiesta de “Il Fatto”. Un tg del servizio pubblico che  s’è dimenticato eventi come i due vertici organizzati da Putin nella cittadina russa di Ufa e conclusi proprio ieri: E non si è trattato di incontri di poco conto; Pensate, infatti, che erano presenti i Paesi dei Brics che hanno varato la loro Banca di Sviluppo alternativa al Fondo Monetario Internazionale , che il leader russo e quello cinese hanno fatto un patto d’alleanza; che erano presenti altri Paesi asiatici , ma era assente l’Occidente. Una cosetta da nulla, insomma, mentre noi ci preoccupavamo della Grecia, ma in concomitanza dei vertici di Ufa la Borsa cinese superava la crisi e si rilanciava.

Ovviamente i Paesi del Brics, ossia oltre la Russia la Cina, l’India, il Brasile e il Sudafrica , hanno solidarizzato con Putin per le sanzioni euro-americane . L’ha detto in Tv la presidente brasiliana Dilma Rousseff , sostenendo che con le sanzioni “viene punita la popolazione , non un governo e ciò è inammissibile: La Russia può contare sul nostro pieno sostegno.”

A commento di quel che è avvenuto ad Ufa l’agenzia Sputnik, trasmessa in numerose lingue, titola :”Confronto Nato con Russia e Cina pericolooso, srve cooperazione tra Occidente e Brics : “ E scrive : “Dalla cooperazione tra l’Eurasia e Occidente può nascere un nuovo ordine economico mondiale favorevole a tutti i Paesi: Il corso aggressivo della Nato contro Russia e Cina potrebbe essere deleterio e degenerare con una guerra che potrebbe spazzare via l’umanità” Per questo non ci potrà mai essere , nonostante la follia degli uomini , e ,quindi, i toni sono, ovviamente, eccessivi come quelli contenuti nell’intervista di Helga Zepp-LaRouche, presidente del movimento tedesco “Solidarietà” e fomndatrice dell’Istituto Schiller. La sottolineatura, però, del fatto che serve cooperazione tra Occidente e Brics è fondata e il nostro governo dovrebbe farsi portatore di questa esigenza , consigliando alla Mogherini una maggiore cautela nella sua attività di alta rappresentante dell’Ue, di fatto un ministro degli Esteri senza reale potere. Ha preso, infatti, tropo sul serio l’impegno di dar battaglia ai media russi nelle lingue dell’Unione addirittura pensando ad una Tv europea in lingua russa: “Lavoriamo –aveva detto a gennaio – a mettere in atto una strategia di comunicazione per far fronte alla propaganda russa.”

Non sarebbe meglio se la Mogherini lavorasse non per servire la Merkel, ma per fare anche gli interessi dell’Italia e recuperare il rapporto tra Russia , quindi anche gli altri Paesi del Brics, e l’Unione Europea ?

Il messaggio venuto da Ufa è chiaro : è una mano tesa, un’offerta , cioè, di collaborazione nell’interesse comune . Va raccolto perché insistere con sanzioni e manovre Nato ai confini russi non porterà ad una guerra classica, ma a quella cibernetica ed economica sì: E il danno sarebbe egualmente enorme.

PARLIAMO DI EURO

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L’introduzione dell’euro il 1°gennaio del 2002 in 12 Paesi dell’Unione Europea dimezzò, di fatto, il potere d’acquisto delle famiglie italiane per 3 motivi:

1) l’errato cambio con la lira accettato dai governanti dell’epoca – Prodi presidente del Consiglio, Ciampi ministro del Tesoro – con valutazione troppo alta dell’euro;

2) il diverso potere d’acquisto dell’euro nei vari Paesi dell’eurozona che ha suggerito anche la dislocazione di nostre imprese nei Paesi dell’Est Europa aderenti all’UE, nei quali il costo della vita era molto basso rispetto al nostro e i salari dei lavoratori in vari casi l’80% in meno circa rispetto all’Italia ; e non è un caso l’esodo di non pochi pensionati italiani verso la Bulgaria e il Portogallo , dove si vive bene anche con 5-6oo euro al mese e dove le pensioni (così come in Gran Bretagna) non sono tassate;

3) l’aumento immediato dei prezzi sino al raddoppio, ad esempio, del costo del biglietto sui mezzi pubblici a Roma e in altri Comuni da mille lire ad un euro.

Il risultato fu che una famiglia di 4 persone che aveva un’entrata di 4 milioni e mezzo di lire al mese poteva fare una discreta vita, anche dovendo pagare un mutuo o l’affitto per una abitazione, all’improvviso si trovò nella necessità di tagliare spese, ad iniziare dalle vacanze.

A questo si è aggiunto , con la crisi economica, l’errore di una politica economica di austerity, imposta dall’Ue e criticata anche di vari Nobel dell’economia , che ha portato a stagnazione , deflazione e depressione , dalle quali non riusciamo ad uscire con la caduta, non solo in Italia, di vari indici economici.

Per questo tutti i sondaggi dimostrano una crescente sfiducia dei cittadini nell’UE e fanno crescere, in vari Paesi dell’eurozona, movimenti politici anti-Bruxelles. Anche in Italia un tale fenomeno si sta accentuando e nei sondaggi i partiti antieuropei superano il 64% senza considerare una parte della sinistra dem.

Il problema non è, però, tanto, l’uscita dalla moneta unica per tornare alla lira , quanto una diversa modulazione dello stesso euro : quello del Nord Europa, considerato forte, quello euro mediterraneo svalutato del 30% rispetto al primo: Ciò consentirebbe una diversa politica monetaria ed economica , quindi, regole anche diverse nelle due zone euro, facendo riprendere all’area mediterranea lo slancio per la crescita la considerazione delle potenzialità e delle realtà regionali , con un consistente aumento delle esportazioni grazie all’avvenuta svalutazione e un più equilibrato rapporto tra i singoli Paesi aderenti per quel che attiene il potere d’acquisto dell’euro mediterraneo .

Recentemente, la Federazione dei partiti e movimenti dc “I Democristiani”,  pubblicò  sul suo sito questo appello :

“Noi eredi della tradizione europeistica dei De Gasperi, degli Adenauer e degli Schumann, profondamente convinti che l’attuale struttura dell’Ue ostacoli lo sviluppo dell’Europa e impedisca di raggiungere, com era il sogno dei nostri Grandi condiviso da quel grande europeista che era Altiero Spirinelli, l’unità politica del Vecchio Continente. Un’unità che preceda tutte le altre e superi il prevalere degli interessi finanziari che, spesso, nascondono interessi nazionali.

Lanciamo, quindi, un appello per una momentanea e diversa articolazione dell’Unione Europea affinchè chi ha realmente a cuore il futuro dell’Europa si unisca nel chiedere, innanzitutto al Parlamento Europeo, una concreta iniziativa verso una diversa articolazione dell’euro e, quindi, una migliore capacità di uscire da una crisi che devasta le famiglie, provoca disoccupazione, nega un futuro ai giovani , rischia di provocare violenza, distruggendo quella speranza che Papa Francesco esorta a non lasciarcela rubare.”

E, nello spirito del Papa perché non ricorrere. Al’insegnamento della storia?

Nel 1789 Ferdinando IV di Borbone firmò lo Statuto di San Leucio o Codice Leuciano, la famosa raccolta di leggi che , nel Regno di Napoli, regolamentava la Real Colonia di San Leucio , sorta sull’omonima collina acquistata 39 anni prima da Carlo di Borbone, adibita alla lavorazione su scala industriale della seta.

Il testo , in 5 capitoli e 22 paragrafi, interpreta gli ideali di eguaglianza sociale ed economica e pone grande attenzione al ruolo della donna tanto da sancirne l’eguaglianza con gli uomini, per la prima volta nelle cultura occidentale italiana.

Per dare un’idea della semplicità di tale codice, ma anche della sua efficacia, riporto di seguito i titoli dei cinque articoli:

Cap. I – DOVERI NEGATIVI

Cap. II – DOVERI POSITIVI  – doveri generali  – doveri particolari

Cap. III- DEGLI IMPIEGHI

Cap. IV- DEGLI ARTISTI ESTERI

Cap. V – DELLE PENE GENERALI CONTRO I TRASGRESSORI

Consiglio a tutti di fare una piccola ricerca e questa breve lettura per avere un’idea di ciò che si riesce a fare quando vi è la volontà.

Mi viene spontaneo chiedermi: perché Matteo Renzi,e non solo lui, sempre così favorevole al cambiamento, all’innovazione , ossia a quella che alcuni suoi sostenitori definiscono “creatività politica”, non si intesta una iniziativa come questa di San Leucio ? Sarebbe il modo di dimostrare, con i fatti , d’essere un vero leader.

 

Per la sinistra Dem gli scogli di Renzi

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Il “giugno terribile” di Matteo Renzi, anticipato dai sussurri e grida d’Oltreoceano, si è concluso con la partenza della “caccia al Royal Baby” come l’ha definita Giuliano Ferrara sul “Foglio”. Lo confermano a denti stretti, cioè tra il dire e non dire, i renziani, mettendo insieme, come ha indicato il “Corriere della Sera”, Corte Costituzionale, i vari Tar e le Procure. Queste ultime, in particolare, starebbero portando avanti il “tentativo di associare l’illegalità al governo”, mirando soprattutto – è la tesi di Gianfranco Rotondi ex-dc, oggi deputato forzista – “a quel ramo del Parlamento (il Senato ndr) dove la maggioranza di governo regge per pochi voti. “Il riferimerimento alla richiesta dell’arresto per ben tre senatori Ncd. due addirittura sottosegretari, mi pare evidente. Da qui la conclusione tranchant di Rotondi, dalle simpatie renziane: “Si chiama golpe, ma non lo si può dire”. Su questa linea Fabrizio Cicchitto, Nuovo Centro Destra, l’anello più debole della maggioranza governativa: “sembra di stare come a Dresda”, riferimento ai  bombardamenti a tappeto fatti dagli Alleati nella seconda guerra mondiale con una strage nella città tedesca. E significatamente ha aggiunto: “inusitati interventi della magistratura” stanno determinando “un processo di destrutturazione della maggioranza, pezzo per pezzo”. Di fatto, per alcuni renziani, saremmo alla ripetizione del clima vissuto con “Tangentopoli” che spazzò via un’intersa classe dirigente.

Ovviamente lascio a loro la responsabilità di certe affermazioni e mi pare forzata la teoria complottista a fronte dei troppi casi di illegalità e corruzione. Né esiste alcun paragone con “Tangentopoli perché quella classe dirigente spazzata via risultò, poi, in gran parte innocente e alcuni big del famoso pool “mani pulite” scesero addirittura in campo politico ad iniziare dal più famoso Antonio Di Pietro, divenuto capo di un partito da lui fondato.

Qualche forzatura da parte di alcuni PM può anche esistere come vari esempi dimostrano, ma certe intercettazioni sono talmente chiare ed esplicite nel dimostrare il malaffare e i politici corrotti al punto che il presidente della cooperativa rossa al centro di “Mafia Capitale”, ossia il Buzzi, ha potuto dire ai magistrati durante un interrogatorio: “mi fermo qui, altrimenti cade il governo.”

Sia chiaro Matteo Renzi non ha responsabilità negli scandali ed ha agito bene imponendo, ad esempio, al presidente Pd della Regione Basilicata di mandare a casa tutti gli assessori inquisiti e nominare una nuova giunta e, indirettamente, il sindaco di Roma Marino, che ha avuto un malore ed è stato ricoverato in ospedale e che, certo, è onesto, ma al quale anche parte del Pd chiede di dimettersi per l’incapacità di governare la Capitale ed una situazione che mostra inquinamenti a più livelli e richiede il bisturi ed una totale discontinuità.

Certo, al premier qualche sospetto è indubbiamente venuto su una possibile ritorsione nei suoi confronti di alcuni Pm. E appare singolare anche il nuovo accanimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi, dopo la disponibilità a rivotare le riforme purchè lievemente modificate e l’impressione di una possibile sostituzione di NCD, nel caso crollasse, all’interno della maggioranza di governo in una fase così difficile per il Paese. E’ parso quasi un monito a dirgli: stai da parte e non appoggiare Renzi.

Comunque sia la spada di Damocle degli interventi della magistratura pesa sul governo che deve anche superare lo scoglio dei Dico, ossia la legge che consente le unioni civili , quindi anche tra le coppie gay, legge fortemente ostacolata dal Nuovo Centro Destra e contro la quale si sono, recentemente, radunate a Roma tante persone, un milione o giù di lì. Una legge,però, che Renzi ed i suoi sostengono a spada tratta e che è addirittura giudicata insufficiente dalle organizzazioni gay dopochè la Corte Suprema Usa ha consentito, con una sentenza 5 a 4 i matrimoni tra le coppie gay. Risultato, questo, grazie al voto di un componente la Corte considerato conservatore ( era stato nominato da Regan), il quale ha detto sì con la singolare motivazione che lui è per la famiglia e,quindi, anche con il matrimonio gay si creano famiglie: Sì, proprio così, facendo irritare fortemente un suo collega, l’oriundo siciliano Scalia, che ha parlato, invece, di distruzione della famiglia.

Il provvedimento ora all’esame del Senato è avanzato perchè consente anche l’adozione del figlio o figli di una delle componenti della coppia gay, ma non prevede il matrimonio. Siamo alla ripetizione dei Dico, sui quali cadde, nel 2007, il governo Prodi. Renzi è sicuro di farcela, sia perché c’è l’entusiastica adesione della sinistra dem, che è all’offensiva su tutto, compresa la riforma costituzionale ed ha ritrovato l’unità tra Speranza (Bersani) e Cuperlo (D’Alema), sia perchè spera nei voti dei grillini e di Sel tra le opposizioni in sostituzione di quelli del Ncd. Ma non sarebbe un cambio di maggioranza ? Ed Alfano, così netto nel dire no alla legge, accetterebbe di rimanere al governo?

Non c’è bisogno di scomodare i posteri per l’ardua sentenza: Sarà, infatti, sufficiente attendere il voto al Senato per verificare se la coerenza e la fedeltà ai valori professati valgono più di una poltrona governativa.