Standard

Berlusconi: una cena con Telese, una pizza con Parenzo

Qualcuno dirà che il caldo mi sta dando in testa, no è successo veramente, Berlusconi, quel signore tutto azzimato, sempre allegro-andante quando appare nel piccolo schermo ha voluto fare una scommessa con i due conduttori del Talk-Show de La7, unico che resiste con onore alla selezione di questa calda (in tutti i sensi) estate: la sete per la mancanza d’acqua, gli incendi che devastano non solo il nostro Paese ma, l’intera Europa, quegli sbarchi di clandestini più che migranti, la politica che sembra essere sempre più ingarbugliata. Insomma, alla fine l’unica a conciliare il sonno agli italiani, sembra sia La7 con la sua “In Onda”.
Infatti, Non hanno più grandi ascolti i talk-show di informazione, e quantaltro,  in prima serata,forse influisce il distacco dei cittadini dall’attuale politica, più probabilmente per il troppo bla-bla-bla senza costrutto, per le risse verbali che non fanno comprendere alcunché ai telespettatori invogliati, così, a cambiar canale, ed, infine, per i troppo lunghi faccia a faccia, oltretutto spesso mal condotti. Il risultato è che i direttori di rete son ben felici se, d’estate, questi programmi vengono tolti dai palinsesti.
Come dicevo fa eccezione L7 che mette in campo “In Onda”, unica che funziona benissimo, rende comprensibile anche la politica ed ha un efficace formula dei due conduttori che sono anche molto bravi. E’ giusto sottolinearlo perché Luca Telese e David Parenzo sono complementari, il primo più sornione, ma certo incisivo e, nel contempo, accattivante: il secondo spumeggiante, pronto alla battuta, talvolta volutamente irridente come farebbe l’uomo della strada davanti ad un big politico di oggi. In sostanza, ecco un talk-show che può essere anche divertente ed affronta i vari argomenti trattati senza tabù, senza riverenze ai potenti.
Certo, d’estate non ha concorrenti, forse  funzionerebbe anche in altre stagioni per la sua formula e, ripeto, per quel riuscito mix dei due conduttori, Telese un po’ Biagi ed un po’ Vespa, quindi, meno condizionato del passato dal suo essere di sinistra ed un Parenzo spumeggiante che ricorda gli Arbore-Boncompagni radiofonici, non caso lui è anche bravo alla radio.
Le interviste che hanno fatto, ad esempio, ad icone politiche sono state esemplari e meriterebbero d’essere proiettate in qualche scuola televisiva. Anche Silvio Berlusconi è passato sotto i riflettori di “In Onda” , dove avantieri s’è esibito D’Agostino, baffi, lunga barba ed orecchini; parlando del “rieccolo ”, un ottantenne che, nel deserto attuale della politica, finisce per essere il più credibile anche perché, per l’età, non avrebbe più le distrazioni provocate dalle belle donne. Vi risparmio il resto,ma credo che quest’analisi non sia dispiaciuta al Cavaliere che lì, in tv, è apparso in grande spolvero, pronto a rispondere a tutte le domande dei due conduttori ed alla fine , sempre sorridente ha addirittura previsto un 30% di Forza Italia alle prossime elezioni politiche, profezia, certo, un po’ azzardata ed oggetto di una scommessa: una cena con Telese, una pizza con Parenzo . E anche questo fa spettacolo, capta audience.
Ecco, se facessi parte di una giuria per dare un premio ai talk-show d’informazione lo darei proprio ad “In Onda”. Per carità, non pretendo d’essere un docente di televisione, ma qualche anno da buon spettatore e, vista l’età, qualche piccola esperienza di giornalista qualcosa mi sarà pur rimasta, non vi pare ?

CHI SONO I POTENTI DEL MONDO? I LEADERS DEL G10 O I “SIGNORI DEL WEB ?

Standard

 

Alcune sere fa, su La 7, la trasmissione di Rampini e Freccero, “In Onda”, alla quale hanno partecipato sociologi, filosofi economisti, per affrontare il tema del riconoscimento di chi sono i veri “potenti”  del mondo.

L’analisi che ho ascoltato in televisione è raccapricciante. Sì, perché tutto il potere sarebbe nelle mani di padroni del web che ci avrebbero trasformati quasi in robot al loro servizio. Sarebbero loro, i capi di Apple, Google, Facebook, Amazon, forse anche di Twitter a manipolarci. Sanno tutto di noi, delle nostre angosce, delle nostre gioie, delle nostre speranze, aspirazioni, passioni. E ci indurrebbero a fare quel che vogliono con l’aiuto dei loro algoritmi.

E’ la repubblica dei social network, del web che comanda ed ha cambiato il nostro modo di vivere, persino di pensare e, quindi, di agire? Ecco il “grande vecchio” molto spesso evocato, ecco l’ideologia della globalizzazione che trionfa e ci domina, riducendoci a vassalli, rendendo superati gli Stati nazionali, la politica, inutili anche le istituzioni internazionali perché il vero potere è, ormai, in altre mani. Putin, Trump, Xi Jianping , la Merkel ed i loro colleghi del G7 o G20 credono di avere in mano le leve del modo; ma così non è. A comandare sono i pochi “grandi fratelli “ del web.

Questa l’analisi fuori dal coro. Forse è fondata, forse esagera il potere di pochi tecnologi supermiliardari. Di certo, è estremamente preoccupante perché l’ideologia del globalismo esiste e si crede inarrestabile grazie ai progressi della scienza E della tecnologia. Perchè i robot sono già tutt’intono a noi, li abbiamo persino nei nuovi tipi di orologi o nella nostra cucina e, spesso, non ce ne rendiamo conto. Perché, inoltre, siamo videoregistrati dal basso e dall’alto, sanno tutto di noi, dei nostri conti correnti, di cosa facciamo .

Non c’è, dunque, salvezza da questo destino di sudditi addirittura “condizionati”? Spero e, soprattutto, credo di sì. Innanzitutto, i “signori del web” sono anche in guerra tra loro per l’egemonia e le guerre determinano sempre distruzioni oltre al fatto che in questo caso difficilmente ci sarebbe un vincitore. Inoltre, un Putin, un Trump, un Xi Jianping, penso, non se ne staranno, certamente, con le mani in mano ad assistere alla loro disfatta. I Componenti il dibattito, sostenevano che, secondo notizie riservate in loro possesso, avrebbero già trovato il modo di influire sulle menti umane e addirittura trasmettere comandi mentali a distanza. E pare che sia stato messo a punto anche un nuovo sistema per sostituire internet e rivoluzionare, così, il web e, nel contempo, avere gli strumenti per colpire i patrimoni dei big dei social network prima che essi possano imporre la moneta elettronica.

In questo quadro, che offre qualche concreta speranza, c’è un grande assente : l’Unione Europea. Anche l’asse Merkel-Macron appare fuori dalla nuova geopolitica del mondo che stanno disegnando Usa-Russia-Cina e che può contrastare i disegni dei “grandi fratelli” del web.

La domanda che mi sono posto al termine della trasmissione è: sapranno gli europei ritrovare la strada di una vera unità per inserirsi autorevolmente nei nuovi scenari globali? Mi pare, purtroppo, difficile, ma è necessario tentare. E l’Italia può giocare un ruolo estremamente positivo anche per la sua posizione strategica di “portaerei” su un Mediterraneo che interessa molto russi ed americani.

DODDORE MELONI: DUE PESI DUE MISURE – in totale assenza di buon senso

Standard

 

Se vi fossero tanti altri motivi, la morte di Doddore Meloni sarebbe stata più che sufficiente per divenire convinto indipendentista.

Mi chiedo se i magistrati siano degli esseri umani o dei marziani che, come la loro casta professionale, abbiano anche l’indipendenza tra loro anche nell’applicare le leggi che, bisogna pur dirlo, qualche volta, il Parlamento emana poco chiare, lasciando al buon senso dell’uomo la loro interpretazione.

Il caso: la morte di Doddore Meloni, mi porta a pensare che la parte umana dei magistrati li porta a vedere i casi che trattano, a seconda dell’umore con cui ci si sveglia la mattina: oggi è scirocco, ho un umore umido, lento, scontroso, loffuscato; è tramontana, mi sento frizzante, brioso, pimpante, decisionista, attento. Certo, il mio discorso non trova una logica sull’applicazione della Legge che, dovrebbe, a quanto pare, solo nella teoria, essere uguale per tutti.

Leggendo della morte di questo sardo, personaggio oscuro e sconosciuto alla massa degli italiani anche perché lui, tanto italiano non sentiva di essere, mi sono posto alcuni interrogativi: esistono veramente i due pesi nel Giudizio? Purtroppo e, consentitemi la ripetizione, purtroppo sono propenso a dire si. Perché il magistrato, uomo di grado altissimo, ha intravisto, nelle pieghe della legge, le necessità di riconoscere al sig. Reina, già condannato ad un certo numero di ergastoli, erogati per, non so, quanti omicidi eseguiti direttamente o indirettamente e commissionati, l’esigenza di riconoscerle una “morte dignitosa” nella sua casa e, perché l’altro magistrato uomo anch’egli, non ha pensato alla dignità del povero sardo, quel Doddore che aveva solo un  sogno, quello di vedere un giorno la sua terra con un governo che decidesse per la sua terra? Forse, era stato proprio quel sogno a portarlo nelle galere non sue per una condanna comminatagli  per delle imposte non pagate perché, secondo il suo pensare, non dovute in quanto emesse da uno Stato che non ha mai accettato come suo.

E qui che mi vorrei appello al buon senso che ogni essere umano dovrebbe avere e mettere in essere quando deve essere usato nei confronti di suoi simili, ed a maggior ragione quando ne va della vita degli stessi, che vengano trattati almeno alla pari anche quando manifestamente, parità non vi è.

Ma, se lo Stato italiano non volesse riconoscere o ritenga un’infamia l’aspirazione di un indipendentista, macchiato della colpa di evasione fiscale, abbia almeno la compiacenza di rivedere qualche vitalizio di cui altri indipendentisti stanno tranquillamente godendo alla faccia di quello Stato e dei suoi contribuenti, che non hanno mai voluto riconoscere.

Signori magistrati cercate di coordinarvi nelle vostre decisioni, la dignità è una e dovrebbe valere per tutti per Doddore come per Totò o almeno come quegli altri più fortunati. Non mi sembra giusto far morire un essere umano in quel modo, avrei preferito scrivere di un indipendentista utopista, piuttosto che di un vero martire sardo, Doddore Meloni.