SIAMO ALLA FOLLIA PURA : CONTE IN PIENA CRISI DI NERVI SE LA PRENDE CON L’OPPOSIZIONE E DICE NO ALL’ACCORDO NELL’UE GOVERNO SPACCATO E AIUTI IN TILT

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Chiedo scusa non vorrei essere preso per grafomane: stamane, scocciato dai toni trionfalistici di alcuni di quelli che ottenebrati dalla figura del nostro premier al punto da prepararne la sua ‘resurrezione’ dimenticando di mettergli sotto un elevatore, mi sono sentito in dovere di fare alcune osservazioni con relativo richiamo alla realtà. Una cosa fine a se stessa. Ora, se mi è concesso vorrei tornare alle considerazioni, scopo del blog che seguo da anni, per esprimere il mio pensiero politico e di informazione che, poi, è quanto ho cercato di fare, non sono in condizioni di giudicare me stesso, con onestà intellettuale, esprimendo la mia opinione sulle vicende che toccano un po tutti noi.
Veniamo alla giornata di ieri: siamo alla follia pura, altro che caos! Il premier Conte , che sente il terreno franargli sotto i piedi, credo che se ne sia reso conto, è in piena crisi di nervi anche perchè i famosi 400 miliardi di euro, sbandierati in lungo e largo sembrano una chimera, causa ingorghi all’INPS e superburocrazia, per chi ci sperava. Le clamorose spaccature all’interno del governo su molti fronti e, soprattutto, sulle misure dell’UE lo costringono ad equilibrismo assurdo, dicendo no al Mes come chiedono ia gran voce i grillini e, quindi, a rischio di perdere ben 37 miliardi rifiutando il Salva Stati, senza vincoli, facente parte dell’accordo nell’Eurogruppo, dove ha partecipato in remoto come tutti gli altri componenti, il ministro dell’Economia Gualtieri, per il quale l’intesa è un “ottimo primo tempo”, mentre il commissario italiano a Bruxelles, Gentiloni, lo ritiene molto positivo. Le opposizioni non si sono fatte incantare dal no di Palazzo Chigi, sapendo bene che, alla fine della battaglia, magari persa, sugli eurobond, Conte non potrà rifiutare i 37 miliardi del Mes, dove oltretutto l’Italia ha messo 15 miliardi di euro. Cosi’ Salvini e la Meloni , da sempre contrari al Salva Stati con i vincoli, hanno sparato a zero sul governo e su Conte, con la big di Fratelli d’Italia che ha addirittura parlato di “alto tradimento”,
Conte, dopo queste accuse, ha perso la testa e, rindossando le vesti dell’uomo solo al comando, ha occupato la Tv nell’ora di massima punta dei Tg, accusando Salvini e la Meloni, (ha fatto esplicitamente i loro nomi) di dire il falso ed essere contro l’Italia, sottolineando che sono “falsità e menzogne che ci indeboliscono nella trattativa con l’UE”. Come se non bastasse, sempre in duretta tv, ha definito “irresponsabili”, aggiungendo che “Se il Mes è una trappola: chi l’ha confezionata se ne assuma la responsabilità pubblica. Io nel 2012 non c’ero, mentre Giorgia Meloni era ministro” Clamoroso errore questo perchè in quell’epoca c’era il governo Monti e non più Berlusconi.
Ovviamente i due interessati non sono stati zitti. Salvini: “noi cerchiamo di lavorare per i cittadini, ma se la risposta di Conte è occupare la Tv pubblica per insultare, mentendo, vorrà dire che chiamerò Mattarella per dirglielo (cosa che ha fatto anse non è dato sapere come sia andato il colloquio). “E la Meloni: “il premier Conte convoca una conferenza stampa pochi minuti prima dell’edizione più vista del TG1 per accusare l’opposizione di dire menzogne senza possibilità di replica e senza contraddittorio. Credo non si sia mai vista una cosa del genere nella storia della democrazia. La dice lunga sulla tracotanza di questo governo.”
Un governo ormai sull’orlo della crisi con ripetuti scontri durissimi tra i dem ed i grillini come l’ultimissimo, riferito dal “Corriere della Sera” tra il sottosegretario alla presidenza del consiglio Fraccaro(M5S) che ha detto “no al Mes, nè ora nè mai”, al quale ha replicato, sfidando apertamente il suo collega alla Giustizia Bonafede (anche lui grillino), il capo delegazione Pd nel governo Dario Franceschini, che è stato di una durezza estrema: “Del Mes non c’è più nulla, resta soltanto il nome. Ci sono in gioco 37 miliardi di aiuti senza condizioni per la Sanità, di cui 14,5 li abbiamo messi noi. Come si fa a dire “mai e poi mai. E’ una posizione ideologica”.
Tutto questo trova ampio risalto nelle aperture di tutti i quotidiani. Vale la pena citarne alcuni: “Scontro sugli aiuti europei”( Coririere della Sera); “Conte perde la testa -Meno soldi più tasse- Il Pd vuole la patrimoniale”( Il Giornale”); “Conte: l’Italia insiste sugli eurobond “Non firmo l’attivazione del Mes””” Conte all’Europa “Così non firmo -Si apre lo scontro con il Pd”” (La Repubblica); “Conte a reti unificate contro l’opposizione “Il bullo della diretta”(“Il Tempo”); “Conte: “Eurobond o non firmo”” – Il Messaggero); “Conte, solo una mini-riapertura per l’Italia -Il premier stretto tra M5S e Pd” (La Stampa); Tra rivolte ed Eurobond “Conte e i giochi di prestigio per liberare il governo dalla morsa del grillismo” (Il Foglio”; “Tassa solidale, il Pd ha una buona idea” -foto di conte con titolo James Bond-( Il Manifesto); “La disfatta di Conte -Governo umiliato in Europa- Il Pd si vendica derubando gli italiani “( La Verità); “Premier di guerra attacca Mes, Salvini e Meloni -Anche Conte nel suo piccolo s’incazza” ( Il Fatto Quotidiano”); “Altro che resurrezione -Pasqua di mortificazione-I soldi promessi dal governo non sono arrivati”( Libero).
Non è, questo, un panorama incoraggiante e lo rendono ancor preoccupante sia la nota odierna dell’INPS, sia,soprattutto, la circolare inviata ai prefetti dalla ministra dell’Interno Lamorgese contenente un vero e proprio allarme per gli effetti della crisi economica:
L’Inps testimonia l’alto numero di richieste presentate per avere gli aiuti promessi dal governo: 4,5 milioni di domande per 8,8 milioni di beneficiari ( 3,991,594 addirittura attendono i famosi 600 euro..). Secondo voi, quanto ci metterà l’Istituto a smaltire le pratiche e, soprattutto, ci sono le risorse necessarie visto che rifiutiamo i 37 e passa miliardi del Mes?
In questa situazione con il tempo che scandisce le sue ore di disperazione per molti che quegli aiuti attendono e che richiedevano risposte urgenti, non venute, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha inviato ai prefetti una nuova direttiva per mettere in campo una strategia complessiva di presidi di legalità: “Alle difficoltà delle imprese del mondo del lavoro -scrive, preoccupata la ministra- potrebbero accompagnarsi gravi tensioni “E aggiunge che sarà l’intelligence italiana ad accompagnare i prefetti in un’attenta attività di monitoraggio per “contenere le manifestazioni di disagio che possono verosimilmente avere risvolti anche sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Va, quindi,intercettato “ogni segnale di possibile disgregazione del tessuto sociale ed economico con particolare riguardo delle categorie più deboli”. In questo contesto “una particolare premura dovrà essere prestata, fra gli altri, al tema del disagio abitativo che nell’attuale scenario è destinato a subire un incremento significativo, a maggior ragione in quei contesti territoriali nei quali più alto è il rischio di tensioni”.
L’allarme della ministra è, ovviamente, legato alla criminalità organizzata che nel disagio sociale cercherà di insinuarsi per praticare l’usura, come cercherà di infiltrarsi negli appalti. Altra preoccupazione, infine, è quella legata al rischio che, sfruttando la crisi economica, organizzazioni estremiste possano pilotare atti di rivolta e di violenza. Il rischio è alto, secondo la Lamorgese. La direttiva, che ha indicazioni particolari anche nel monitorare “l’andamento delle misure di sostegno al bisogno e di liquidità delle famiglie e delle imprese adottate dal governo”.
Tutto giusto, ma c’è da chiedersi se le misure non arrivano o arriveranno,in parte, con gravissimo ritardo cosa possono fare i prefetti? Ed oltre al supporto dell’Intelligence con che mezzi potranno constatare criminalità ed il rischio di azioni sollecitate da organizzazioni estremistiche? Va considerato, infatti, che gran parte delle forze di polizia, anche dei vigili urbani, e dei militari è impegnata nel far rispettare gli altri quindici giorni del “tutti a casa”. In sostanza le intenzioni sono ottime, ma nella pratica ho l’impressione sia non facile attuarle. E, comunque, sono indicative, sia pure indirettamente, delle lentezze governative in tema di aiuti e tali da aumentare il nervosismo di un premier sempre più in difficoltà e sempre più tentano dall’uomo solo al comando” come dimostra con “io” faccio questo o non faccio questo, ossia sempre al singolare dimenticando la collegialità governativa e d’essere un premier non solo non eletto da quel popolo del quale si auto-proclama avvocato, anche buono per tutte le stagioni politiche, al punto che spesso, come sul Mes, si trova a far l’equilibrista sospeso sul baratro. Sì, perchè nel Conte -1 era decisamente contrario insieme a Salvini e i grillini ed ora era prima favorevole( intervista al Financial Times) perchè molto in sintonia con il Pd che il Salva Stati sosteneva. Poi dopo l’altolà del M5S tornato al “no” che lo fa scontrare con il Pd ed Italia Viva, ma non convince affatto il vecchio alleato Salvini.
Sì, siamo messi proprio male ad iniziare dalla politica che era nel caos, ma ora non si sa proprio dove sia.

QUANDO LE FAKE DIVENTANO BALLE – Il momento triste dell’uomo del nulla.

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Che tristezza leggere certi post dopo aver sentito l’uomo del nulla che ora è diventato talmente arrogante e tronfio da potersi permettere di sparare balle (parola che rende molto più l’idea che Fake) da quei, non più piccoli, schermi che rimbombano dentro le nostre case, in particolar modo in questi drammatici giorni di assedio da coronavirus.
Intanto è veramente superare ogni minima rappresentazione di educazione e buonsenso occupare spazi e approfittare per invadere le case dei cittadini con prepotenza, quelle case di quei cittadini che per poter tenere accesa la tv pubblica pagano profumatamente un canone che, sarebbe meglio definire “imposta” sulla TV di Stato.
L’uomo del nulla, ormai spavaldo, favorito addirittura dalla più grande disgrazia che ha colpito il nostro pianeta, è convinto che a lui tutto è permesso. Spesso i suoi sostenitori intervengono ovunque trovino un pochino di spazio considerando coloro che non la pensano come loro come “fascisti”: sciocchi, se avessero la facoltà di un briciolo di riflessione in quella loro mente ricorderebbero, o meglio, se andassero a vedere quella storia che tanto cara è al loro nuovo mentore, che il fascismo fu un partitino di minoranza in Parlamento e nel Paese, ed il suo capo, per elezione occupava uno scranno a seguito di un voto democratico e se riuscì a divenire ciò che è stato, lo si deve alla ignominia di coloro che divennero famosi come aventiniani.
Ma i nostri che tanto plaudono alla grande faccia di bronzo che ieri sera ha occupato circa mezzora del nostro tempo per, non solo raccontare pressochè nulla, ma addirittura insultare gli avversari raccontando quelle che pocanzi ho definito balle. Ma, la cosa più tragica è che alcuni, fra i tanti, che si dicono professori e giornalisti, si beano delle parole del nulla senza neppure andare fare un piccolo riscontro di date per verificare, sia l’uno che l’altro, che tutto corrisponda e non possano avere motivo di smentita.
Al giornalista che se lo è, consiglierei di leggersi almeno una volta velocemente il nostro codice etico, le notizie si verificano prima di divulgarle e per questo mi permetto, così, per suo uso esclusivo di riportare solo una piccola ricostruzione veloce dell’AGI (Agenzia Giornalistica Italia), augurando buona lettura.
AGI – Agenzia Italia
Qual è la storia del Mes e da quanti anni se ne parla
11:28, 12 dicembre 2019
di Pagella Politica Di Agi
Da quanti anni se ne parla? Abbiamo ricostruito la sua vicenda e come si è arrivati al dibattito di oggi. OIKONOMOU / AFP
L’11 dicembre il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto in Parlamento le comunicazioni in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre. Nel suo intervento (qui il testo integrale), Conte ha parlato della riforma del Mes (il Meccanismo europeo di stabilità, Esm nella sua sigla inglese) – criticata dalle opposizioni, e non solo – difendendo l’operato del suo governo.
Ma qual è la storia del Mes? Da quanti anni se ne parla? Abbiamo ricostruito la sua vicenda e come si è arrivati al dibattito di oggi.
La crisi del 2010
“Una nuova crisi economica, nata in casa, ha colpito l’Europa nel 2010, che già allora stava soffrendo l’agitazione finanziaria che era arrivata dagli Stati Uniti a causa della crisi dei mutui subprime del 2008-2009”. Esordisce così la sezione del sito ufficiale del Mes dedicata alla sua storia.
“I mercati iniziarono a dubitare di alcuni Paesi, chiedendo loro tassi di interesse più alti”, spiega il sito del Mes. “Alla fine, l’impensabile iniziò ad accadere nel 2010. Alcuni Paesi iniziarono a perdere l’accesso ai mercati. Avevano bisogno di un aiuto; la Grecia fu la prima a chiederlo. Lo Stato ricevette così prestiti bilaterali dagli altri Paesi dell’Eurozona”.
È quasi dieci anni fa, dunque, che si poggiano le basi di una delle questioni che sta agitando il dibattito politico italiano delle ultime settimane.
“I primi di maggio 2010, sull’onda dell’emergenza determinata dalla crisi del debito sovrano greco, l’Ecofin [il Consiglio europeo di Economia e finanza] delibera la creazione (…) di due strumenti temporanei di assistenza per gli Stati membri della zona euro in condizioni finanziarie critiche: il Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria (Efsm) e il Fondo europeo di stabilità finanziaria (Efsf)”, spiega un dossier del Senato di aprile 2012 sul disegno di legge per la ratifica del Trattato che, nello stesso anno, istituì il Mes e che analizzeremo meglio in seguito.
Vediamo prima brevemente che cosa erano questi due meccanismi temporanei, per capire meglio come si è arrivati alla creazione dell’attuale Meccanismo europeo di stabilità.
Gli strumenti temporanei pre-Mes
I due “strumenti transitori di stabilizzazione finanziaria” in questione – così come li chiama il dossier del Senato – sono stati istituiti in una riunione dell’Ecofin del 9-10 maggio 2010 per “preservare la stabilità finanziaria in Europa”, spiega il comunicato stampa dell’incontro avvenuto all’epoca a Bruxelles.
L’operatività di entrambi era stata pensata per durare tre anni, con risorse complessive pari a un massimo di 500 miliardi di euro.
L’Efsm (Meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria) era un fondo europeo con una capacità massima di prestito pari a 60 miliardi di euro, la cui struttura patrimoniale era garantita dal bilancio comunitario dell’Ue. Queste risorse non andavano utilizzate in modo indipendente, ma nell’ambito di un pacchetto di prestiti erogati insieme all’altro strumento transitorio, l’Efsf (Fondo europeo di stabilità finanziaria).
Quest’ultimo ha invece una struttura patrimoniale garantita dagli Stati dell’Eurozona e una capacità di prestito pari a 440 miliardi di euro.
Entrambi questi strumenti erano nati come temporanei e sono intervenuti per aiutare Paesi come Irlanda, Portogallo e Grecia. Sono stati sostituiti appunto dal Mes, pensato invece come strumento permanente (anche se l’Efsf continua a esistere come entità legale e condivide con il Mes sede e personale).
La nascita del Mes
Inizialmente, come ricostruisce il dossier del Senato, l’idea di creare uno strumento che sostituisse quelli temporanei per gestire la crisi economica dell’Eurozona è arrivata nel Consiglio europeo del 28-29 ottobre 2010.
Come si legge nelle conclusioni pubblicate dal Consiglio al termine dell’incontro, l’intenzione era quella di introdurre un meccanismo permanente verso la metà del 2013.
“Nel luglio 2011, al termine di una fase di trattativa tra gli Stati aderenti, si giunge ad un accordo”, spiega il dossier del Senato. “Un accordo successivo ha riguardato l’anticipazione di un anno l’entrata in vigore del Mes, stabilendo che questi inizierà ad operare dal luglio 2012 (anziché nel 2013)”.
Il Trattato che ha istituito il Meccanismo europeo di stabilità (il Mes, appunto) è stato firmato il 2 febbraio 2012 dagli allora 17 Stati membri della zona euro (a cui si sono aggiunti poi Lituania e Lettonia), per poi diventare operativo l’8 ottobre 2012.
Questa firma era stata però possibile dopo una riforma dei trattati fondamentali dell’Unione europea. Il Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011, infatti, era giunto all’accordo di cambiare il Trattato sul funzionamento unico dell’Ue (il Tfue), e in particolare l’articolo 136, a cui era stato aggiunto il seguente paragrafo: “Gli Stati membri la cui moneta è l’euro possono istituire un meccanismo di stabilità da attivare ove indispensabile per salvaguardare la stabilità della zona euro nel suo insieme. La concessione di qualsiasi assistenza finanziaria necessaria nell’ambito del meccanismo sarà soggetta a una rigorosa condizionalità”.
Come spiega un dossier della Camera dei deputati del 29 novembre 2019, “qui sta l’originalità del Mes il quale, pur avendo la natura di organizzazione intergovernativa, trova comunque la sua base giuridica nel Tfue”.
I voti sul Mes
Vediamo che cosa successe in Italia. Il disegno di legge intitolato “Ratifica ed esecuzione del Trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità (Mes)” (qui il testo integrale) è stato presentato in Senato il 3 aprile 2012, due mesi dopo la firma del Trattato.
Il voto favorevole di Palazzo Madama è arrivato poi il 12 luglio 2012, mentre l’approvazione definitiva è stata data dalla Camera una settimana dopo, il 19 luglio 2012. All’epoca era in carica il governo tecnico di Mario Monti.
A Montecitorio, come ha tenuto traccia Openpolis, il via libera alla ratifica è stato dato con 325 voti favorevoli, 53 contrari, 36 astenuti e 214 assenti. Tutti i 168 deputati del Partito democratico presenti votarono a favore, così come 83 parlamentari del Popolo della libertà, 30 dell’Unione di Centro e 14 di Futuro e libertà.
La Lega (con Roberto Maroni segretario) fu l’unica a votare contro (51 no), insieme a due voti ribelli all’interno del Pdl (Guido Crosetto e Lino Miserotti). Il giorno della votazione, la futura leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, all’epoca deputata del Popolo della libertà, era invece assente.
Il dibattito sulla riforma
Le spinte degli ultimi anni per riformare l’Unione europea e alcuni suoi meccanismi hanno interessato, negli ultimi anni, anche il Mes, e questo è il motivo per cui se ne parla di nuovo ora, parecchio tempo dopo la sua istituzione. Il 6 dicembre 2017 – cinque anni dopo l’istituzione del Mes – la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento per trasformare il Mes in un Fondo monetario europeo (Fme).
L’idea, spiega il dossier della Camera, rientrava “nell’ambito di un pacchetto di misure volto a riformare l’Unione economica e monetaria”, ma è stata poi accantonata. Il Consiglio europeo del 13-14 dicembre 2018 ha deciso invece di dare il mandato all’Eurogruppo (un organo informale in cui si riuniscono i ministri degli Stati membri della zona euro) per trovare un accordo di riforma del Trattato sul Mes.
L’intesa è stata raggiunta circa sei mesi dopo, il 14 giugno 2019: il giorno dopo il quale il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno – e ministro delle Finanze del Portogallo – ha mandato una lettera al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, con i principali contenuti della riforma.
Una settimana dopo – il 21 giugno – si è incontrato poi il Vertice euro (che riunisce i capi di Stato o di governo dei Paesi della zona euro per fornire orientamenti strategici sulla politica economica della zona euro) che ha chiesto all’Eurogruppo di proseguire i lavori per trovare a dicembre 2019 un accordo definitivo e complessivo sulla riforma del Mes.
Dopo le critiche nate in Italia nelle ultime settimane (analizzate nel dettaglio in un nostro fact-checking del 21 novembre scorso), l’Eurogruppo ha deciso di rinviare questa scadenza a gennaio 2020.
Conclusione
Il Mes è nato ufficialmente nel 2012, ma già a fine ottobre 2010 si erano mossi i primi passi in sede europea per creare un meccanismo stabile di sostegno ai Paesi in crisi, che sostituisse due strumenti temporanei avviati per affrontare le difficoltà finanziarie di inizio 2010e trist

CONTE SI SCHIERA CON IL M5S E RIPETE IL NO DEL GOVERNO AL MES CHE FA PARTE DELL’ACCORDO REGISTRATO ALL’EUROGRUPPO ( giudicato ottimo da Gentiloni e Gualtieri Più tardi conferenza stampa dl premier)

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Un caro amico mi faceva notare che in troppi parlano di MES senza neppure sapere di cosa si tratta. Credo che non possa esserci risposta più lapidaria di quella che mi è venuta spontanea: “Cosa sia MES te lo dico in pochissime parole: ricordi cosa è successo alla Grecia qualche anno fà, ebbene, è quanto, la Germania di Merkel e qualche altro staterello imbroglione (vedi Olanda e qualche altro) vorrebbero farne dell’Italia. Questo è il MES”. Il resto, chiacchiere. Sono sempre stato convinto che un’Europa unita, quella che voleva Spinelli, quella realizzata da DeGasperi e dagli altri membri fondatori, sarebbe stata il toccasana per essere competitivi ed avere voce in capitolo nei vari contesti internazionali. Certo nessuno allora poteva prevedere che un giorno in Germania arrivasse con l’unificazione, costata tanto cara a quell’Europa, una certa signora Merkel tanto egoista da consentire ad un paesucolo come sono i Paesi Bassi, intanto, di divenire un ‘paradiso fiscale’ e poi di voler condizionare, nei momenti di disgrazia i due Paesi fondatori di quell’Europa che hanno profuso tutti i loro sforzi per unificare e rendere grande quella Germania che ora vorrebbe, se gli si consentisse, di divenire proprietaria del Colosseo e, perchè no, anche di Versailles, magari come ha fatto con il Partenone.
Il M5S si scatena contro l’inserimento del Mes, pur senza vincoli, nell’accordo trovato all’Eurogruppo, giudicato positivamente dal commissario italiano Gentiloni (PD) e ritenuto un ottimo primo tempo dal ministro dell’Economia Gualtieri(PD) che quell’accordo ha accettato. Il capo politico del Movimento, Vito Crimi dice, a brutto muso: ” chiariamo bene una cosa : il Mes non è stato attivato. Chi lo dice fa male al Paese. E’ stata fatta solo una proposta. Noi non accettiamo il Mes”. E sul blog grillino la base è ferocemente all’attacco al punto che si è dato spazio ad un attivista che dice apertamente: meglio far cadere questo governo. Ovviamente il riferimento indiretto, ma addirittura di far del male all’Italia e Gentiloni e Gualtieri, due superbig dem, ha eccitato ancor più la base, oltretutto accomunando, di nuovo, gli stelluti a Salvini che ha parlato di “Caporetto italiana”, mentre la Meloni accusa addirittura il governo di “alto tradimento”.
Il premier Conte, che sull’argomento Mes ha cambiato spesso opinione dal sì iniziale al Fondo Salva Stati ( 25 miliardi spendibili per l’Italia nel settore della Sanità secondo l’intesa all’Eurogruppo senza i vincoli prima previsti), è intervenuto via web per sostenere il no grillino e l’ha fatto a nome di tutto il governo, annunciando una conferenza stampa a breve. Leggere alcune sue frasi: “Io ho una sola parola: la mia posizione e quella del governo non è cambiata e non cambierà.” Ossia vuole gli eurobond, non il Mes, pur liberato dai precedenti vincoli.
Il ministro Gualtieri, imputato numero 1 dei grillini, ha cercato di gettare acqua sul fuoco, sostenendo che l’accordo raggiunto nell’Eurogruppo “è un’ottimo primo tempo. Ora la battaglia si sposta nel Consiglio Europeo per gli eurobond” che l’Olanda e la Germania non vogliono e che ora anche Macron, abbandonando Conte e sostenendo l’intesa di ieri, non sostiene più. Tra i quattro cardini anti-crisi, infatti, oltre ai prestiti Mes per le spese sanitarie, ci sono i crediti della Banca Europea i degli Investimenti(BEI) per le aziende, un fondo per la disoccupazione (SURE) e un fondo per la ricostruzione legato al bilancio pluriennale europeo: di fatto la proposta francese di “creare un fondo finanziato da obbligazioni congiunte per finanziare il rilancio dell’economia” come ha specificato “Il Sole 24 Ore” , -ossia anche con “strumenti innovativi” può essere questo uno spazio per rilanciare gli eurobond ?
Non pare semplice se non accettiamo anche il Mes che, secondo Crimi, avrà per forza i vincoli perchè li prevede il Trattato, dimenticando, però, che, ad esempio, stiamo facendo debiti molto al di là delle norme esistenti che sono state momentanea sospese.
Da qui al 23, giorno nel quale si svolgerà il Consiglio Europeo, lo scontro politico italiano sarà, quindi, sempre più aspro. Già tra Di Maio e Gualtieri si è arrivati alle urla per la gestione dei fondi per l’emergenza e la mediazione di Conte, soprattutto i 5o miliardi di euro dati per Di Maio per sostenere il nostro export aveva momentaneamente calmato le acque. Ora, però, s’è aperto un fronte che rievoca il Conte giallo-verde e dai grillini, ma anche da una parte del Pd, Gualtieri viene considerato un accentratore che si consulta pochissimo con gli altri e va spesso per la sua strada forte della sua esperienza di europarlamentare e dei suoi buoni rapporti con i vertici di Bruxelles.
Se a questo si aggiunge la crescente insofferenza dei settori produttivi nei confronti del premier e dei suoi costanti “no” alla riapertura delle aziende e per i movimenti di manodopera in agricoltura necessarie alla raccolta dei prodotti che rischiano di marcire, beh, la situazione rischia di precipitare aggravata dagli altri 15 giorni di clausura che il Comitato tecnico-scientifico ha sollecitato, mentre l’insofferenza a rimanere chiusi a casa aumenta, aggravata dal bel tempo ormai primaverile e dai gravissimi ritardi negli aiuti a chi non ha risorse nemmeno per mangiare. Pasqua e Pasquetta saranno una dura prova per gli italiani, abituati al “Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi” ed alla gite fuoriporta per Pasquetta. La ministra dell’Interno ha adottato controlli severissimi sul “tutti a casa”, ma sono già aumentate le fughe dai grandi centri verso le casa di vacanza. In una famosa cittadina ligure sul mare molti dei locali si sono lamentati con le forze dell’ordine per l’arrivo di famiglie lombarde nelle abitazioni di loro proprietà su quel litorale con il rischio di portare contagi. La risposta è stata desolante: controlliamo le autostrade, devono aver preso strade di campagna.
L’ordine da Roma è ora, di fare controlli quasi casa per casa e comminare le multe previste e , magari, anche lo stato di salute degli occupanti. Non sarà facile e non sempre si potrà provare che il trasferimento sia avvenuto dopo il “tutti a casa”, né è possibile violare la privacy,senza un mandato della magistratura. Alcuni avvocati si sono già mobilitati per proporre a chi ha subito una multa o addirittura un arresto non motivato di far causa per abuso di potere e quant’altro.
Siamo proprio nel caos ed ora dovremo sorbirci un’altra mega conferenza stampa (ma sempre con solo 4 giornalisti 4 che pongono domande?) per ripetere: o l’UE fa come diciamo noi o faremo da soli, e per spiegarci perchè dobbiamo stare altri 15 giorni in clausura, mentre il governo non è in grado di superare le vecchie abitudini burocratiche e gli aiuti tanto sbandierati ad affamati, disperati, disoccupati, famiglie ed imprese tardano assurdamente ad arrivare.
Una crisi di governo in piena emergenza non è mai augurabile, ma se servisse ad evitare il baratro verso il quale stiamo velocemente andando forse è preferibile, non vi pare?

NON C’E’ PACE PER GLI ANZIANI: IL GOVERNO VUOLE LASCIARLI IN CASA SOTTO SORVEGLIANZA. (e per il Covid si è vecchi a 65 anni…)

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Alle affermazioni di un ministro il cui nome dovrebbe dare tranquillità oltre che speranza mi è venuto da riflettere, d’acchitto, sulle parole del premier inglese che ai primi accenni in quel Paese del coronavirus aveva premonito che questa catastrofe si sarebbe portato via una buona parte di anziani. Morale: quel signore , al quale, da buon cristiano, auguro ogni bene, si trova in terapia inensiva. Non vorrei mai ne augurare e tanto meno immaginare che possa capitare al nostro giovane ministro qualcosa di malcapitato. Attenzione però, come dicono a Roma; “ a chi tocca non s’ingrugna”.
A parte le battute, sono veramente indignato perchè mi sento come una persona inutile, ingombrante, in sostanza un peso per questa società in tempo di Covid-19: Sì, perché appartengo ad una categoria “fragile” ed a rischio ed anche quando gli altri potranno tornare a passeggiare e tutte le aziende saranno riaperte e perfino le scuole, per noi, cioè circa 25 milioni di italiani, forse di più, il futuro è fosco.
Ieri sera, da Floris in TV il ministro della Sanità Speranza l’ha detto papale papale, spiegando che con il coronavirus dovremo vivere a lungo e, quindi, gli anziani, categoria a rischio vanno protetti. Pare una buona intenzione, ma non è così perchè l’intenzione è tenerci ancora a casa, addirittura monitorati dai sanitari. Ora se il criterio della categoria a rischio è, come pare, quello attuale da 65 anni in là ne facciamo parte.
Non importa che tu abbia fatto il vaccino antinfluenzale, come ogni anno, ed inoltre addirittura il vaccino anti-polmonite (basta una sola volta nella vita), che, prima della clausura, rispettavi i consigli medici di percorrere, anche con ritmo un pò sostenuto un mezzo chilometro al giorno, meglio se in un parco, di aver anche smesso da tempo di fumare e di rispettare certe norme igieniche e, magari, di sentirti in buona forma. No, chiuso in casa, non devi uscire, sei in pericolo. Ma lo sono per me o il consigliere scientifico del ministro della Sanità pensa che possa esserlo per gli altri, un domani, come trasmettitore di contagi? Chissà? E, se poi, non sono mettiamo proprio un vegliardo e rientro nell’inizio della categoria, mettiamo 67 o 68 anni e dovrei rientrare al lavoro, ammesso che l’abbia ancora dopo la moria di negozi ed altre attività produttive, come farò a rispettare le misure governative senza morire di fame?
Non credo siano interrogativi solo ironici. Non sarebbe, quindi, meglio che i ministri, quando vanno in Tv, siano meno catastrofici ed annunci in anticipo possibili provvedimenti che deprimono ed agli anziani rischiano di far concorrenza al coronavirus? Egualmente tutto quel trionfalismo di Conte e dei tre ministri a suo fianco in una mega-conferenza stampa con quattro giornalisti quattro e con il premier che arriva a dire che grazie alle misure governative il dopo-Covid sarà una primavera di positività non potrà sembrare una presa in giro non solo per gli anziani, ma anche per chi attende gli aiuti annunciati con tanta enfasi, ma che i meccanismi di distribuzione funzionano male per un eccesso di burocrazia o per manifesta incapacità dei big che gestiscono i gangli pubblici della trasmissione di quegli aiuti?
Ieri sera, da Floris, due personaggi non sospetti di prevenzione anti-governativa, ossia Walter Vetroni ed il Procuratore Capo di Catanzaro, hanno detto che gli aiuti devono venire subito, subito, circostanza difficile a verificarsi come si è clamorosamente visto con i 6oo euro una tantum.
Un pò di umiltà non guasterebbe ai nostri governanti, ad iniziare dall onnipresente Conte che è stato clamorosamente smentito, ieri sera in un’altra trasmissione tv, da un assessore regionale lombardo che non solo ha respinto le accuse del premier nei confronti di Fontana per non aver deciso la seconda zona rossa in Lombardia, dove si sono verificati molti morti, ma ha addirittura replicato, documenti alla mano, quelle accuse proprio al Presidente del Consiglio. Ossia la Regione aveva inviato all’Istituto Superiore di Sanità la documentazione sanitaria e statistica, chiedendo la creazione di questa seconda zona rossa. Il Presidente dell’ISS aveva esaminato il tutto e, condividendo l’esigenza di procedere, comunicava alla Regione di aver avanzato la proposta al Presidente del Consiglio: Poi nell’area considerata era arrivati militari e carabinieri con varie attrezzature ed, ovviamente, si pensava fossero lì per circoscrivere la zona rossa: Per un giorno ed una notte quel piccolo continente rimase nella zona senza operare. Il giorno dopo il governo, cedendo ai ripetuti appelli del governatore lombardo,decretò tutta la Lombardia. Comunque per isolare il secondo focolaio lombardo, di virus, si era perso troppo tempo da parte di chi avrebbe dovuto farlo,,
Aggiungete,infine, che nella stessa trasmissione tv dove ha parlato l’assessore lombardo alla Sanità vi sono stati interessanti interviste, con in un caso una dimostrazione in diretta, di quel che si muove nella guerra al virus. Le notizie da centri di ricerca italiani ed un collegamento con uno scienziato italiano che lavora in una università americana,dove si sta per iniziare a sperimentare un vaccino sulle persone, appaiono confortanti. Forse, non era il caso di allarmare così noi anziani come ha fatto il ministro Speranza perché, con tutta probabilità, da laboratori e centri di ricerca italiani, statunitensi, tedeschi, cinesi ed australiani verranno buone notizie per mettere all’angolo il Covid-19 e consentire anche a noi anziani di ritornare alla vita ed essere, di nuovo, una risorsa per la società e non un peso.

IL TG1 SI E’ TRASFORMATO NEL TG DI PALAZZO CHIGI E CONTE SI CREDE DE GASPERI ADDIRITTURA PIU’ BRAVO DI LUI

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Pensare che ieri sera ho sentito la mancanza di Amadeus con il suo “I soliti Ignoti”. Ve bene che l’ignoto c’era anche se ha fatto di tutto per farsi riconoscere nel tentativo di “bucare” lo schermo con quel suo trionfalistico (ma de che!) annuncio fasullo almeno quanto lui. Questo signore crede che si sia tutti con l’anello al naso, non ha capito che agli italiani basta e avanza sapere la consistenza del debito pubblico per accettare con trionfalismo anche quello delle imprese e non solo, quello di artigianelli e partite iva in attesa più dei seicento, forse ottocento euro di contributo di sopravvivenza.
Ho addirittura ancora negli occhi le immagini di un Tg1 trasformato in un tg di Palazzo Chigi con una mega conferenza stampa del premier Conte con ai lati il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, dello sviluppo economico,il grillino Stefano Patuanelli e, accanto a Gualteri, la ministra dell’Istruzione, la grillina Lucia Azzolina, un tempo docente di scuola media superiore e, per un periodo, ex-sindacalista della scuola.
Altri TG, compreso quello più ascoltabile con conduttore-direttore Mentana, su L7 hanno dato solo parte di tale conferenza stampa divenuta un comizio governativo sia per la durata trionfalistica sia perchè avara di domande da parte dei giornalisti (solo quattro )
Iniziata a poco più di metà del principale Tg1 la pseudo conferenza stampa si è protratta sino alle 21,07, secondo più secondo meno, ed il premier nel dire e ripetere più volte “diamo liquidità immediata per 400 miliardi di euro alle nostre imprese”” s’è dimenticato di dire che si tratta di prestiti, in gran parte coperti dalla garanzia dello Stato, quindi danari da restituire, nessun contributo a fondo perduto. Certo, è un bel sollievo se la burocrazia non metterà, anche qui, i bastoni tra le ruote, fatto evitabile con procedure semplificate come ha fatto la Merkel in Germania. Da noi, com’è noto, i famosi 600 euro una tantum (quasi un’elemosina) attesi con ansia da chi è letteralmente alla fame in moltissimi casi, non sono ancora arrivati, causa il flop dell’Inps ed a precisa e secca domanda Conte ha detto, senza imbarazzo, speriamo prima del 13 aprile, ossia quasi certamente non a Pasqua. A Berlino la Merkel ha dato non 6oo euro, ma 5mila euro ai “sofferenti” e li ha dati subito con bonifici direttamente sui conti correnti degli aventi diritto: Non avremmo dovuto fare altrettanto, signori del governo ?
Auguriamoci che non accada altrettanto con i prestiti , che dovranno materialmente, dare le banche e non vorrei che un bel pò andassero ai soliti noti, mettiamo, tanto per iniziare, alla nazionalizzanda Alitalia od ai riottosi proprietari indiani dell’Ilva e così via come accadeva, non molto tempo addietro, secondo molte inchieste non solo giornalistiche con i prestiti del Monte dei Paschi di Siena ed abbiamo visto che disastro è stato::
Il premier Conte, contornato dai suoi tre ministri, non s’è accontentato di trionfalmente sottolineare tutto il bene fatto dal governo, quello che ancora sta per fare, ma ha voluto anche sottolineare che 400 miliardi di euro non s’erano mai visti esser messi a disposizione delle aziende nella Repubblica Italiana, altro che De Gasperi. Questo riferimento non l’ha fatto direttamente, ma era implicito, facendo sorridere quegli anziani, scampati al coronavirus che i tempi degasperiani li hanno vissuti, quando le tasse statali si portavano via solo il 6% di quanto un lavoratore guadagnava, (ma cosa ne può sapere Conte, lui non c’era) i finanziamenti per le cooperative edilizie funzionavano di pari passo all’Ina-Casa e la lira si prendeva l’Oscar per il boom economico che accompagnava la ricostruzione e che grazie al precedente Piano Marshall aveva portato dagli Stati Uniti all’Italia non garanzie sui prestiti, poi da rimborsare, ma soldi veri per aiutarci a ricostruire. Tutto merito di un signore che si chiamava Alcide De Gasperi che aveva al fianco un ministro del Tesoro come Emilio Colombo, che il FMI ancora ricorda per l’importante “bridge Colombo” e che si avvaleva della collaborazione di esperti ad iniziare dal “grande” Guido Carli, stimato perfino i sovietici.
No Giuseppe Conte, lei non è nemmeno una sbiadita fotocopia di uno statista come il Trentino e non è nemmeno un politico di sinistra come, ad esempio, Massimo D’Alema che sarà anche antipatico, ma a Palazzo Chigi sapeva il fatto suo, non a caso era stimato da Condoleza Rice, l’allora segretario di Stato Usa. A vedere quella lunga ripetitiva esultante conferenza stampa nel Tg di Palazzo Chigi a mio giudizio si salvava, un pò, Gualtieri, al quale l’esperienza di europarlamentare, ha fatto bene. Troppo enfatico anche lui , anche se non ha imitato il premier nel predire un grande futuro. Forse il ministro dell’Economia s’è ricordato quando il Conte-1, salvinianamente dipendente, annunciava che il 2019 sarebbe stato un anno favoloso. Sappiamo,invece, come è andata per noi cittadini; lui può sempre dire: ‘a me bene’. Ma domani, appena finita l’emergenza Covid-19? L’ombra di Mario Draghi incombe, portata anche da un bel pò di dem e di grillini, oltrechè da Renzi e Berlusconi con Salvini d’accordo. Se, poi, aggiungete la sollecitazione dei presidenti confindustriali di tutte le regioni del Nord e del mondo economico-finanziario internazionale e la fiducia che lo stesso Mattarella ha nell’ex-presidente della Banca Centrale Europea, beh!, fossi “l’avvocato del popolo” sarei meno trionfalista e, soprattutto, smetterei di imperversare sui teleschermi. Una vecchia e sempre valida regola è quella di non esagerare nell’apparire in video, è controproducente, figuriamoci per chi il video addirittura lo invade nelle ore di punta… Totò direbbe: “ Ma mi faccia il piacere…”

FORSE CON UN PO PIU’ DI ATTENZIONE SI SAREBBE POTUTO EVITARE ALMENO QUESTO TRISTE PRIMATO (Il 5 dicembre l’allarme del ministro della Sanità per una brutta polmonite che era scoppiata in Cina, ma Conte non se ne preoccupò)

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Certo è che se non si può dire che si sia trattato di colpevole distrazione, certo è che la presunzione di potenza e infallibilità, almeno quella c’è stata. Se tutto questo non fosse costato qualche migliaio di vite umane si poteva anche dire che il nostro Presidente del Consiglio preferisce decidere in solitudine, ma qui, è sotto gli occhi di tutti, la cosa assume una gravità tale, difficile da poter sorvolare. Come meravigliarsi, quindi, se un qualche giurista, almeno al pari del Premier abbia ventilato la possibilità di rimettere alcuni dati alla magistratura per un più attento esame.
Sembra ci sia la prova certa che il 5 dicembre il governo sapeva che in Cina era scoppiata una strana e pericolosa polmonite. In tv, infatti, è stato esibito un documento ufficiale del Ministro della Sanità, nel quale figurano disposizioni per chi opera nel settore e un allerta per la pericolosa polmonite comparsa tra i cinesi.
Perchè Conte adotta un primo provvedimento solo il 18 gennaio quando l’epidemia si era già sviluppata anche in Italia con il focolaio lodigiano e da vari giorni una regione della Cina era stata decretata zona rossa? Sottovalutazione o timore di creare allarme tra i cittadini, nel periodo natalizio, per un coronavirus (anche il Covid-19 appartiene a questa famiglia) non letale e, in generale, al livello, al massimo, di una polmonite “leggera” come aveva accertato lo studio degli scienziati cinesi sui primi 90 mila contagiati? Molto probabile: ambedue ed anche. Il premier non intendeva turbare la luna di miele con gli italiani che continuavano a darlo in testa nelle loro preferenze tra i politici. Così anche gli angosciosi appelli del governatore della Lombardia Fontana a chiudere tutto cadevano nel vuoto.
In sostanza (come hanno sottolineato scienziati e ricercatori di Harvard in uno studio sulla nostra emergenza virus) non venivano adottati i necessari provvedenti, scegliendo la via della gradualità, criticata aspramente anche in uno scontro notturno con Conte, con il ministro Franceschini, capo delegazione del Pd.
I risultati, purtroppo, sono quelli noti che ancora stiamo subendo. Per la verità anche nel mondo sanitario non s’erano levate molte voci a mettere sull’avviso dallo tsunami in arrivo. Solo,tra i virologi, era stato Burioni a dare l’allarme, ma era stato quasi zittito dalle accuse di fare il protagonista, seminando panico nel Paese. Altri scienziati erano stati più cauti perchè del virus cinese non si sapeva molto come dice il direttore del reparto Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, professor Roberto Cauda, che aggiunge: “oggi non sappiamo ancora tutto, ma sappiamo molto. Le prime informazioni le abbiamo avute il 30 dicembre quando la Cina ha dichiarato la diffusione nella zona di Wuhan di una polmonite con caratteristiche sconosciute.”
Già il 9 gennaio, però, i ricercatori sono riusciti ad isolare il virus per la prima volta: sono stati rapidissimi, se pensiamo che per l’Hiv c’erano volti due anni e per la Sars alcuni mesi: ” Il professor Cauda, in una intervista all’ottima rivista BenEssere spiega: “Quel che sappiamo è che il virus si trasmette per via aerea con le goccioline emesse parlando, con la tosse e gli starnuti e che è simile a quello della Sars, il Rna è uguale per l’80%, ma quel 20% fa una bella differenza. Infatti, rispetto alla Sars, si trasmette più facilmente, ma è anche molto meno letale Inoltre abbiamo scoperto che il Sars-Cov-2 (Covid-19 ) ndr) entra nell’organismo attraverso le muscose e si attacca a specifici recettori a livello polmonare, causando una polmonite interstiziale che colpisce, cioè, gli scambi aria-sangue e può provocare nelle forme più gravi insufficienza respiratoria.” Ancora: “possiamo dire che l’80% dei casi sono forme più lievi simili all’influenza. C’è, poi, una quota di soggetti del tutto asintomatici.” “Il 20% dei contagi si evolve in forma più impegnative di polmonite che necessitano di ricovero ospedaliero. Di questi casi una piccola parte presenta insufficienza respiratoria e richiede la ventilazione assistita. Infine c’è una piccola quota di decessi. Possiamo dire che la malattia è più spesso letale nei soggetti di 70 anni e più”. E la morte potrebbe essere ” l’epilogo di una serie di concause che il virus ha solo aggravato.” Tutto questo “non significa – precisa il professore- che un anziano con qualche acciacco non possa guarire.
Mi sono diffuso forse troppo lungamente su queste puntualizzazioni, ma mi è sembrata la prima volta di una esposizione chiara e comprensiva anche per noi profani di virologia di cosa significhi il Covid-19. Inoltre dalle notizie cronologiche sul virus emerge con chiarezza che il governo ha agito in ritardo e con una gradualità errata. Non mi meraviglio, quindi, che, come ha scritto Verderami sul “Corriere della Sera sia nel Pd sia nel M5S c’è chi pensa ad un cambio della guardia a Palazzo Chigi per affrontare la gravissima emergenza economica post-virus: con premier Mario Draghi.

CHI SBAGLIA NON PAGA IN TEMPI GIALLO-ROSSI: I “CASI” INPS, PROTEZIONE CIVILE E COMMISSARIO ARCURI.

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Ci sono cose in un periodo così complesso e difficile come quello che stiamo vivendo, passano in sottordine, cioè, che vengono si rilevate ma pochi sottolineano per il giusto valore. Certo, toccherebbe all’opposizione farle rilevare, darle il giusto peso che hanno, che non è certo poca cosa, così come andremo a vedere, neppure il Fatto Quotidiano del nostro travagliato Travaglio sembrerebbe non essersene accorto, lui sempre attento alle salvinate o anche alle melonate quotidiane: certe cose, quisquiglie, non hanno impatto (pensa lui?), eppoi, ormai certe cose si superano, in fondo, dove sta il problema? Si tratta solo di ritardare di una quindicina di giorni per liquidare pochi soldi. Si, ebbene, sono pochi soldi i seicento euro, forse ottocento, per chi come lui non ha problemi, ma, per chi deve mettere insieme un pezzo di pane e forse un piatto di pasta, potrebbe essere ragione di vita. Oppure, quelle mascherine fasulle che avrebbero dovuto indossare il personale sanitario che già tante vittime ha avuto: stupidaggini. Diciamo che un attimo di riflessione non solo chi le responsabilità le ha e dovrebbe tenere sempre gli occhi aperti su tutto, ma anche i media non dovrebbero tacere o passare sottogamba certe notizie, solo perché abbiamo ben altro da pensare, magari, il numero delle apparizioni in TV del presidente Fontana.
Altro che il gradimento di Conte, il delicato e fragile equilibrio politico all’interno del governo giallo-rosso impedisce di assumere provvedimenti nei confronti di chi, in posizioni di rilievo istituzionale anche provvisorio sbaglia e non paga, ossia non viene rimosso. La riprova viene da tre clamorosi casi: Il primo, assurdo perchè era prevedibile il numero eccezionale di richieste per avere i miseri 600 euro una tantum per le partite Iva ed altre categorie. Quel che accaduto al sito dell’INPS non ci porta nemmeno al rango di un piccolo Paese del Terzo Mondo ed il presidente Pasquale Tricarico, 44enne indicato dai grillini ha dato la responsabilità del clamoroso tilt agli hackers ed in seconda battuta ha fatto filtrare che la colpa era della direttrice generale Gabriella De Micheli senza portare alcuna prova e, giustamente, l’interessata si è risentita dichiarando in un’ampia intervista “vogliono fare di me il capro espiatorio”. Come se non bastasse il signor Tricarico, di professione economista, invece di scusarsi a nome dell’Ente ha avuto un’uscita più che infelice, dicendo rivolto alle centinaia di migliaia di persone che attendono le 600 euro, forse aumentate ad 800, per mangiare e darlo a moglie e figli se li hanno, “c’è tempo, le domande non scadono..”
Il risultato è che i più disperati, tra gli italiani, passeranno Pasqua senza questo aiuto di per sè già estremamente insufficiente, e, se va bene, dovranno probabilmente aspettare la fine di aprile per avere quei soldi semprechè ci sia il rifinanziamento considerato che l’attuale staziamento non è sufficiente per tutti gli aventi diritto.
Ora, in un Paese normale, un governo normale cosa farebbe? Facile a dirsi: sostituirebbe il presidente dell’Inps per manifesta incapacità manageriale. Da noi no perchè i grillini insorgerebbero. Inoltre un governo normale in un Paese normale non avrebbe gravato l’INPS di un impegno così difficile, ma avrebbe fatto come in Germania e Francia dove gli aiuti sono arrivati celermente perchè immessi nei conti-correnti di chi ne aveva diritto: (bonifici da 5 mila euro per i tedeschi…) Non potevano farlo anche da noi, lasciando,poi, all’Inps di fare i controlli se qualcuno aveva fatto il furbo ?
L’ altro “caso” è , a mio avviso,ancora più grave perchè poteva portare ad una strage. Come noto i medici, a partire da quelli di famiglia e, soprattutto coloro che stanno nei pronto soccorso, lamentano la mancanza di attrezzature per difendersi dal coronavirus. Spesso sono stati costretti a mettere mascherine di fortuna e una settantina sono morti per aver preso il Covid-19 (magari avevano anche loro, come la maggior parte dei troppi deceduti, altre patologie. Dopo polemiche, sequestri di spedizioni all’estero, la Protezione Civile invia trecento mila mascherine all’Ordine Nazionale dei Medici, ed il Capo Angelo Borrelli annuncia la buona notizia. Il commissario Arcuri controlla la spedizione perchè si erano verificati “disguidi”, ossia spedite mettiamo 100 arrivate a destinazione 80. Il presidente dell’ordine dei medici, Filippo Anelli, forse per i precedenti controlla le mascherine arrivate, ma le blocca subito, dando l’allarme: sono inutilizzabili, con quelle i medici sarebbero senza protezione reale, non avrebbero difese dal virus. Borrelli si scusa immediatamente. Arcuri, suo è l’ultimo “via”, no , sostiene che è “un incidente”, ma dimentica che poteva provocare una strage e devastare ancora, è più l’Italia con un mega- contagio.
Anche in questo caso un governo normale in un Paese normale dice al dottor Arcuri di tornare alla sua presidenza di un ente pubblico ed al suo posto avrebbe messo quel Guido Bertolaso, che era stato invocato da molti, ma Conte non ha voluto, e che in 10 giorni, nonostante contagiato dal Covid-19, è riuscito a tirare sù un ospedale, ossia il più moderno ed ampio reparto di terapia intensiva in Italia, un esempio ammirato in tutto il mondo e da noi addirittura elogiato anche da chi- come “La Repubblica” in passato aveva criticato Bertolaso: che essendo medico si sarebbe subito accordo che le trecentomila mascherine erano impraticabili.
Sì, proprio misteri (non troppo) di questa nuova nostra Italia, quella di DiMaio, Zingaretti e Conte.

LA COLPA E’ SEMPRE DEGLI ALTRI: UN PO’ D’UMILTA’ CONTE PERCHE’ LA GESTIONE DEL COVID-19 E’ STATA UN DISASTRO ALL’INIZIO (se insiste darà ragione a chi lo accusa)

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Meno male sembra stia cambiando: negli ultimi giorni, pur non perdendo l’abitudine di apparire,usa meno il suo ego ed anche il plurale maiestatis, forse qualche amico glielo ha fatto notare. Ma, il vizio è difficile da correggere.Lo afferma in tutte le interviste rilasciate a prestigiosi giornali europei (non al New York Times perchè alla testata americana ha negato l’intervista..): “se potessi tornare indietro rifarei quello che ho fatto”. Dunque il nostro premier Giuseppe Conte è convinto di non aver commesso errori ed indirettamente considera assurda la richiesta avanzata da Renzi al Senato di un commissione d’inchiesta sulla gestione dell’epidemia coronavirus. Immaginatevi cosa penserà delle critiche rivolte a lui, a Zingaretti e Di Maio dal NYT e, soprattutto, dallo studio dei ricercatori ed esperti della prestigiosa università di Harvard, secondo il quale occorreva fare tutto l’opposto di quel che , sino alla chiusura dell’Italia, il governo aveva fatto. Si sarà,inoltre, scandalizzato, ma anche un pò preoccupato, visto il precedente del processo a Salvini per aver tenuti in mare per alcuni giorni su una imbarcazione italiana gli extracomunitari salvati in mare, l’esposto contro di lui ed i ministri della Sanità e dell’Interno da alcuni avvocati, tra i quali un ex-magistrato con l’accusa di disastro .
Ora è evidente che un premier improvvisato, senza alcuna esperienza politica, istituzionale o manageriale , si sia trovato in grave difficoltà dinnanzi ad un evento imprevedibile come una epidemia per un virus sconosciuto, ancora tutto da studiare nei suoi comportamenti, non mortale secondo il primo esame su 90 mila di contagiati in Cina compiuto da scienziati cinesi e molto simile, nei casi peggiori, ad una influenza che può trasformarsi in una polmonite “lieve”. Certo, con una rapidità di diffondersi rapidissima e determinando indirettamente vittime se i colpiti avevano altre patologie e in effetti morivano, soprattutto, per queste come se visto, poi, anche in Italia.
L’allarme, comunque, era scattato, il 5 dicembre la nostra intelligence aveva informato del focolaio cinese del coronavirus, dei primi morti e dei possibili sviluppi. Informativa quanto mai opportuna,considerando i molti cinesi che vivono da noi, gli intensi scambi commerciali, i viaggi dall’Italia in Cina di nostri turisti e, in particolare, i ritorni provvisoria nella Madre Patria dei ” nostri “cinesi per il Capodanno della Cina, riabbracciando amici e parenti. In sostanza il rischio di trovare anche da noi contagiati non era escluso. E’ quello che fin dalle prime notizie da Pechino aveva detto un noto virologo come Burioni, lanciando l’allarme contagiato. Non fu preso sul serio, forse perchè amico di quel rompiscatole di Matteo Renzi, forse per gelosia di qualche suo collega a visto che lui operava in quel big-ospedale privato San Raffaele di Milano. Fatto sta che il segretario del PD Zingaretti va a Milano, dove a due passi, ossia nel Lodigiano era scoppiato il primo “caso” e si erano avuti altri contagi, mentre a Roma due turisti cinesi venivano ricoverati allo Spallanzani in gravi condizioni con contagio da coronavirus: e si siede ad un bar con amici a brindare, dicendo , come ha testimoniato un video pubblicato sul suo Facebook, “stiamo sereni, non c’è nessun allarme, nulla da temere”. A sua volta, all’aumentare dei contagi ed alle prime vittime, il premier Conte va in Tv, iniziando la nutrita serie di apparizioni televisive e di conferenze stampa, per dire che la situazione è sotto controllo, che il governo ha tutti i mezzi per bloccare il contagio. In sostanza, dichiarazione ultra-rassicurante, mentre il ministro della Sanità, avendo un consigliere scientifico d’indubbio valore ha altre informazioni ed altre idee.
Quasi contemporaneamente Zingaretti posto un altro video ed annuncia d’essere stato contagiato.
Il resto credo sia noto a tutti , compresi gli appelli non ascoltati da Palazzo Chigi dei governatori del Nord a chiudere tutto, la successione dei decreti ,lo scontro notturno tra il premier ed il capo delegazione del Pd Franceschini che lo invitava a chiudere tutto, infine le due conferenze stampa notturne, senza possibilità per i giornalisti di porre domande, l’impossibilità del Parlamento di conoscere il contenuto dei decreti prima di annunciarli, senza dare particolari, nelle conferenze solitarie.
Ora in questa progressione di eventi con l’aumento dei morti, con i camion militari che sfilavano nel buio, ma ripresi dalle tv, portando il loro carico di bare di persone morte senza nemmeno poter avere l’ultimo saluto di un parente, messe nude in un sacco contro il feretro, in genere anziani, molti dei quali di Bergamo, divenuta con Brescia città martire. In un clima di accentuata paura il premier avrebbe dovuto compiere un atto di umiltà, anche utilizzando l’alto grado di fiducia nei suoi confronti i da parte dei cittadini (fenomeno normale in una fase drammatica come sottolineano psicoterapeuti), dicendo la verità. Ossia, che tutti s’erano trovati impreparati ad affrontare un’epidemia del genere con un virus ancora poco conosciuta, con l’impossibilità di avere cure e così via: Si, all’inizio c’era stata una sottovalutazione, ma anche perchè il Covid-19 si presenta simile ad una influenza che, normalmente, in Italia colpisce 6 milioni di italiani e provoca dai 10 mila ai 15 mila morti.
In sintesi , l’ammissione delle difficoltà obiettive della situazione poteva anche giustificare qualche errore iniziale, e la gradualità delle misure derivava dalla volontà di non gravare troppo sui cittadini: Invece, il miraggio dell’uomo solo al comando ed i cattivi consiglieri hanno indotto Conte a scegliere un’altra strada: pericolosa per lui , dannosa per i cittadini.
Così Matteo Renzi può insistere sulla sua commissione d’inchiesta e può confidare ad Augusto Minzolini (che lo ha riportato su “Il Giornale”) “è incredibile. Lui, in una situazione così drammatica, poteva fare discorsi incredibili, come il governatore di New York Cuomo. Invece ha una narrazione tutta sua. Lo vedi nelle interviste: la colpa della crisi è dell’Europa, la colpa della fame è dei sindaci, la colpa della crisi economica è del virus. Insomma le colpe sono sempre e comunque degli altri.”: