Berlusconi chiama i suoi alla piazza: «Manifestiamo per il voto e la privacy».

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ROMA -18 marzo- Silvio Berlusconi chiama a raccolta i suoi dai microfoni di Studio Aperto, il tg di Italia 1, e scalda i motori per la manifestazione del 20 marzo a Roma: «Andremo in piazza: non lo facciamo mai, ma a Roma dicono “quando ci vuole ci vuole”. Lo faremo per reclamare il nostro diritto al voto anche a Roma e per difendere la nostra libertà di parlare al telefono e di non essere spiati». Sulle elezioni regionali Berlusconi si dice ottimista: «È il gioco pericoloso della sinistra quello di spingere all’astensione, ma sono sicuro che i moderati andranno in massa alle urne». Il premier parla dell’inchiesta di Trani e attacca i magistrati: «È un grave segno di libertà mutilata e offesa. Le reiterate azioni della magistratura sono volte a sottrarre tempo all’azione del governo, anzi viene da pensare che la finalità di tali azioni sia impedire al presidente del Consiglio di lavorare». E gli ultimi avvenimenti «confermano l’esigenza di una riforma radicale giustizia che invece viene usata a fini di lotta politica dalla magistratura».

«ACCUSE A OROLOGERIA» – Poche ore prima il premier aveva stigmatizzato quella che definisce l’alleanza tra sinistra e magistrati in un messaggio indirizzato ai militanti dei Club della Libertà: «Da quando sono sceso in campo, alla vigilia di ogni sfida elettorale, l’alleanza ormai scoperta tra la sinistra e una parte della magistratura interviene indebitamente nella campagna elettorale per influenzare il voto dei cittadini – scrive -. Ci hanno provato in Lombardia e a Roma dove non hanno consentito la presentazione delle nostre liste e hanno cercato di far credere a tutti che la colpa fosse dei nostri delegati. Ci provano anche con le ormai consuete accuse ad orologeria enfatizzate dai giornali compiacenti. Di fronte a questo ultimo attacco, non possiamo rimanere indifferenti, dobbiamo reagire. Per questo motivo vi invito a mobilitarvi per il 20 marzo, quando manifesteremo in difesa del nostro diritto a votare, in difesa del nostro diritto alla privacy».

DI PIETRO E BERSANI – Antonio Di Pietro (Idv) risponde al premier: «Sono le ultime battute del regime al crepuscolo. Lo sproloquio di Berlusconi diventa sempre più imbarazzante. Il copione è il solito: un’opposizione malvagia e i giudici comunisti che non lo lasciano lavorare. Comprendo il suo imbarazzo sulle intercettazioni visto che ancora una volta è stato sorpreso con le mani nella marmellata in palese abuso di potere. Si dimetta, si faccia processare e la smetta di continuare a stravolgere le regole democratiche con le sue leggi ad personam». Pierluigi Bersani (Pd) invita Berlusconi a «smettere di alzare polveroni e concentrarsi sulle cose che contano per gli italiani».

 

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