Brutte “nuove“ per Renzi

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Terminata questa breve pausa di agosto giustusblog.it torna ai suoi “25 lettori” manzoniani, purtroppo, non per essere portatore di buone notizie, ma, come fece allora il grande nel suo maestoso romanzo, per descrivere i vari, complicati, passaggi della politica italiana.

Non vorrei passare ne per una carampana portatrice di malocchio, ne per una Cassandra. Purtroppo, sì, è proprio un periodo difficile per Matteo Renzi, nonostante i suoi sorrisi e la sua sicumera. Ora ci si mettono anche suoi importanti ministri a creare difficoltà ed a mettere in dubbio quel che afferma e promette

Come abbiamo appreso dai telegiornali e dalla stampa dei giorni scorsi, è’ stato, per primo, il superministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, imposto, come ricorderete dall’allora Capo dello Stato Napolitano e mal sopportato dal premier, a dargli uno stop e questa volta addirittura pubblicamente. E’ andato anche lui al Meeting CL di Rimini e, dialogando con la vice-segretaria Pd Serracchiani, ha detto che, sì, il clamoroso taglio delle tasse annunziato dal Presidente del Consiglio si può anche fare, ma se, nel contempo, si riduce la spesa pubblica in modo “credibile e permanente per avere un impatto più efficace.” E si deve fare così, altrimenti si rischia di perdere la fiducia dei mercati e delle istituzioni, vedi UE e Fondo Monetario Internazionale.

Ora se non è uno stop poco ci manca perché visto che mancano le coperture non solo per l’abolizione di Imu e Tasi, ma anche per i rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti,, l’indicizzazione delle pensioni dopo la sentenza della Corte Costituzionale e per evitare l’aumento dell’Iva, fatto, questo, che da solo ha un costo di 16 miliardi di euro. Ora ammesso che dalla “Spending review” vengono gli attesi 10 miliardi per recuperare una parte degli altri necessari c’è la manovra per far salire il deficit pubblico nei limiti stabiliti dall’UE, 0.4 punti di Pil, ma Bruxelles ce lo concederà.? Il ministro Padoan sembra avere forti dubbi se, proprio a Rimini, ha anche detto : “Posso dire dalla mia esperienza all’Eurogruppo che in Europa c’è una grande mancanza di fiducia reciproca. Per questo occorre una politica finanziaria credibile e sostenibile nel lungo periodo.” Un modo elegante, questo, per far comprendere che non c’è da attenderci molto dall’Ue soprattutto con questi chiari di luna e l’onda lunga che viene dalla Cina.

Fin qui il titolare dell’economia, ma il giorno dopo, Renzi si è’ visto rifilare come una pugnalata dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ex-presidente delle Coop “rosse”, che è stato costretto ad ammettere che i dati sull’occupazione, sbandierati, con soddisfazione, in tutte le dichiarazioni dei renziani, erano falsi. Ovviamente è stato detto, con un comunicato, che erano inesatti, precisando, poi, per un “errore umano”. Ora ditemi voi se dichiarare ufficialmente che da gennaio a luglio di quest’anno i contratti a tempo indeterminato, ossai quelli a tutele crescenti e non più sottoposti al famoso articolo 18 che vale ancora per i vecchi occupati (!), erano 630.858 , mentre in realtà sono la metà, cioè327 mila, è qualcosa di più di un errore umano? Come se non bastasse anche i contratti cessati, dunque i posti di lavoro diminuiti, erano stata calcolati per difetto: 700 mila quando in effetti sono stati quasi un milione.

Ovvia l’ira, per la brutta figura fatta, di Matteo Renzi che nel Consiglio dei Ministri, nel corso del quale ha ,di fatto, commissariato il Comune di Roma e il suo sindaco Marino, di fatto sede vacante perché si trova ancora all’estero nonostante tutto quel che è successo, “caso Casamonica” compreso, ha rinviato l’esame di quattro decreti attuativi del Jobs Act.

A completare il quadro negativo c’è il caos della presunta “buona scuola”,”, la riforma del ministro Stefania Giannini. Già nel primo di assunzioni di insegnaanti precari c’erano state numerose rinunce perché nel provvedimento non sì è considerato il problema della residenza: come fa una docente della Sardegna sposata e magari con figli a lasciare l’isola perché gli è stata assegnata una cattedra a Bergamo? Ebbene questo fenomeno è ancora più acuito con la seconda ondata di assunzioni. Poche cifre per dimostrarlo ; il 70,7% delle cattedre è nel Nord ( escluse Val dì Aosta e Trentino-AA, per un totale di oltre 11 mila posti, ma le domande nordiste sono appena il 25,7% contro le 14.857 richieste dal Centro, Sud ed isole.

Direte: il Nord ha una popolazione maggiore. No, siamo al 46% e le cattedre sono.oltre il 70%. Possibile che a Milano le cattedre da scoprire siano 2290 contro le e 142 di Napoli e le 35 di Palermo? Non sarebbe , quindi, il caso di un’attenta riflessione sugli errori di un provvedimento che invece di potenziare la scuola italiana rischia di indebolirla ulteriormente?

Comprendo che Renzi non ha vita facile con un Parlamento eletto, per quel che riguarda il Pd, dai suoi oppositori interni, con una maggioranza che al Senato traballa sempre più e con qualche ministro che, sarebbe meglio cambiare, ma andando avanti così si rischia di fare poca strada. E, forse, sarebbe il caso che il premier ritrovasse quella cultura del dialogo e del confronto, nella quale è stato formato, riscoprendo, oltre a La Pira, De Gasperi e Fanfani, magari con un’aggiunta di Aldo Moro.