CHE BOTTA PER I NOSTRI GRILLINI – IL TURNO ELETTORALE GLI HA GIRATO LE SPALLE

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Che i grillini abbiano preso una sberla solenne è cosa fuor di dubbio, anche se DiMaio, che sembra aver imparato la vecchia lezione dove tutti hanno vinto. Delle città di una certa consistenza sembra che nessuno abbia voluto rischiare di ritrovarsi una Raggi o una Appendino che, sicuramente sono delle brave ragazze ma… di amministrazione è meglio lasciar perdere, meglio un usato sicuro che un nuovo priva di garanzia.
Pensare che potessero fare un clamoroso flop pure nei due Municipi di Roma erano in pochi a crederci ed invece. E non c’è stato “reddito di cittadinanza” che tenga, questa volta non ha funzionato, eppure non è che si siano risparmiati nella campagna elettorale, basti pensare a Calenda che imbufalito ha richiamato il nuovo ministro DiMaio che non ha ritenuto opportuno presentarsi neppure per ricevere le consegne come prassi vorrebbe.
Non dico che il fuoco di paglia si stia spegnendo, è troppo presto per dirlo, di una cosa sono certo, se questo specie di governo accoccato solo con l’intento di non tornare la voto regge ancora almeno sino all’autunno, se Salvini avrà lo stomaco per digerire gli attacchi di un Fico che starebbe benne in ben altro partito, se l’Europa sorvolerà ancora sulle giravolte del nostro Premier, se capiranno che sono frutto di inesperienza, allora andare ad elezioni sarà cosa ben evidente il risultato che sortirà dalle urne.
Certo che, il silenzio assordante di DiMaio sulle mosse di Salvini non è solo un fanno di non ingerenza fra dicasteri, il Vice Premier penta stellato ha paura che certi atteggiamenti potrebbero farlo cadere nella trappola di Salvini che continua a rafforzarsi insieme al centro-destra ed un ricorso ad elezioni potrebbe essergli fatale. Non sono solo i risultati elettorali a rafforzare la lega e la coalizione, è il braccio di ferro che sta combattendo sull’emigrazione a portare voti di una Italia, quella stanca di vedere il resto d’Europa insensibile agli sforzi che il nostro Paese è sottoposto da uan autentica invasione. Salvini, credo, abbia ben chiaro il quadro che gli si prospetta, ha bisogno ancora di poco tempo, quello necessario alla riorganizzazione di Forza Italia per poter concorrere al quel quorum che gli consente di governare con la sua coalizione naturale, quella che gli ha permesso di avere quella crescita che sembra ormai inarrestabile.
La partita è tutta aperta e non si gioca solo sul nostro campo: un governo populista e sovranista a capo di un Paese fondatore dell’Unione Europea, strategicamente collocato come è l’Italia non va certo bene ai poteri forti e a molti Paesi, e non è il caso di illudersi, neppure il Presidente Usa potrà essere dalla nostra parte visto appunto la giravolta fatta dal Premier Conte quando, lasciando Trump si è affrettato ad allinearsi con Macron e la Merkel.