Come voterà il Senato per la Legge di Stabilità?

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A breve sapremo quale sarà il destino di Renzi e del suo governo che, secondo lui ed il suo gruppo, sembra sia al massimo della sua espressione.
Che farà la sinistra dem al Senato se il segretario-premier metterà la fiducia su punti critici della legge di stabilità ad iniziare dai tremila euro in contanti? Questo l’interrogativo che aleggia a Palazzo Madama dove è stata presentata una pioggia di emendamenti all’ex-finanziaria e molti anche dai seguaci di Bersani, Cuperlo, D’Alema e Speranza sì che su quei temi il governo potrebbe andare sotto visti i “sì” delle opposizioni.
Proprio  qui la neonata Sinistra Italiana attende al varco la sinistra dem, convinta di poter incidere nel partito, spostandolo su posizioni uliviste. Sino ad oggi, per la verità, quando si è arrivati al dunque  bersaniani e dalemiani si sono allineati ai renziani, accontentandosi delle briciole, di mini-concessioni  accettate anche dagli alfaniani di destra. Lo si è visto con il pasticciaccio brutto della riforma del Senato  che, di fatto, è rimasta quella che voleva Renzi, mentre la nuova legge elettorale prevede ancora il ballottaggio tra i partiti, se nessuno supera il prescritto 40%. Niente modifica tra le coalizioni, infatti, come volevano il Ncd, per motivi di sopravvivenza, e la sinistra dem per motivi costituzionali e democratici.
Forse il gretario-premier sarà, comunque, costretto a  fare questo cambiamento visto che tutti i sondaggi prevedono un testa a testa Pd-grillini  e sarebbero questi ultimi i favoriti perché la Lega e parte di Forza Italia  sceglierebbero i 5Stelle nel ballottaggio, non certo Renzi.  Per il momento, però, rinvia ogni decisione anche perché  può intravedere la strada  per le elezioni anticipate.
Molto dipenderà, quindi, dalla manovra economica, se, cioè, passerà indenne le Forche Caudine del Senato. Ho l’impressione che già in qualche voto segreto, se dovesse essercene, ne vedremo delle belle. Perché molti degli attuali senatori Pd si sono resi conto d’essersi suicidati nella speranza di protrarre la legislatura  e solo con un’elezione anticipata, prima del referendum sulla riforma di Palazzo Madama, potrebbero tornare in sella. Secondo voi la tentazione di mandare sotto il governo e andare alle urne a maggio  insieme al voto amministrativo in molte grandi città, quindi con una grande election day  non potrebbe suggestionare anche qualche renziano tiepido? Almeno questa sarebbe la speranza. E lo stesso Renzi, siamo sicuri che non ne trarrebbe vantaggio?
Non mi meraviglierei, infatti, se  perfino qualcuno del “cerchio magico” fiorentino facesse questo giochetto considerato che  le “politiche” a breve sia un’opzione di Renzi nella sua corsa verso il Partito della Nazione. Di certo c’è che, questa volta, bersaniani e dalemiani non possono fare marcia indietro se non ottengono qualcosa di concreto perché perderebbero del tutto la faccia nei confronti di una base ex-comunista sempre più inquieta e  fatalmente attratta dalla Sinistra Italiana se non ritrovasse la famosa Ditta .
Il segretario-premier sta, in sostanza, giocando la partita più delicata della sua travolgente carriera politica. O fa diventare  quasi filo-renziani i Cuperlo e gli Speranza , mettendo in conto qualche altra uscita a sinistra, ma avendo così il pieno controllo del partito per cercare di mantenere le non facili promesse fatte agli italiani  o gioca la carta delle elezioni anticipate anche considerando che è stato abbandonato da una parte degli sponsor Usa e che  la situazione socio-economica del Paese non è quella descritta ,con tanta enfasi, dai renziani  e da statistiche per alcuni un po’ taroccate, a mio avviso basate su aspetti parziali della realtà e tali da ignorare il molto di negativo che ancora deve essere affrontato. Sarebbe, così, agevole per Renzi sostenere d’essere stato bloccato nelle riforme che stavano rilanciando l’Italia  e migliorando la vita dei cittadini, chiedendo, quindi, il voto per riprendere un cammino positivo.
Se, come probabile, non ottenesse  la maggioranza al Senato, rimasto quello “vecchio”, ecco  il soccorso azzurro, ossia berlusconiano per un governo inizialmente forse di emergenza, ma in realtà propedeutico alla costituzione del Partito della Nazione. Secondo voi, a questo punto, i Cuperlo e gli Speranza, oggi contrari a quel partito, che potrebbero fare? A mio avviso o andarsene, ma più probabilmente fare come Orlando, “giovane turco” di sinistra andato al governo con i conservatori del  Ncd e di Scelta Civica, oltre ai centristi dell’Udc.
Sono, queste,ipotesi credibili, ma hanno una incognita: l’atteggiamento del Capo dello Stato. Oggi sta sostenendo a spada tratta il governo, sottolineando, in Italia ed all’estero, la positività delle riforme attuate  e dell’uscita dalla crisi .Per questo vorrà rischiare, con il voto anticipato (sino ad ieri negato), le reazioni negative dei mercati, o preferirà   indurre il premier a più miti consigli o   puntare su un governo tecnico guidato dall’attuale ministro dell’Economia Padoan che  garantirebbe proprio nei mercati e che  , guarda caso, è risalito nei sondaggi, avvicinandosi proprio a Renzi?
Non ci resta, purtroppo, che attendere.