Cosa non si fa per un voto!

Standard

Cosa non si fa per un voto? Prendiamo il nostro Premier: pressato dalla sua minoranza è costretto a rimettere in discussione quella legge elettorale che più insulsa non potrebbe essere definita; i sondaggi che gli sono contro e tutti vanno verso una sconfitta sul referendum per le riforme costituzionali; la situazione economica impazza e lui non ha più alcun ascendente sui suoi partners europei, aveva il pallino in mano e se lo è lasciato sfuggire convinto di poter giocare le sue carte sulla testa di una Merkel e di un Holland in apparente difficoltà, riuscendo ad ottenere come risultato quello di isolarsi; parlare di immigrazione è un azzardo: Così, cosa pensa il nostro? Una bella tournèe negli States (costi a parte). Mister Obama, con lo sfratto in mano e con il rischio di perdere la Casa Bianca in favore di mister Tramp accetta un incontro, anzi una cena ufficiale con cuoco italiano, “l’ultima cena” nella sua residenza presidenziale, dove, lo gnomo italiano, accompagnato da Benigni, cade nella trappola di tentare i nostri ex connazionali a votare per quella signora, anche lei vittima dell’uomo abbronzato, che la sta lanciando come esca convinto che dopo di lei possa toccare alla signora Michelle. Lui in cambio, nella conferenza stampa, si lascia andare ad un consiglio, disinteressato, agli italiani in Italia, di votare Si a quel referendum che è panacea per tutti i mali, teoria secondo Renzi.
Si capisce bene come stanno le cose: due personaggi in difficoltà (ovviamente il nostro in pole position), per un voto sarebbero disposti a sottoporsi pure all’ultima barzelletta di Benigni.
Ebbene chi sia il “nostro” credo che lo sia sia imparato tutti a conoscerlo, ogni aggiunta forse diventa superflua. Ma su Mister Obama qualcosa potrebbe esserci sfuggita, certo non di secondaria importanza. Forse non ci siamo ancora resi conto di quanto potrebbe risultarci scomoda la sua politica estera ultima. Purtroppo, allo stato delle cose, così non va proprio con Obama che impone  all’Occidente, di conseguenza a noi,  una nuova “guerra fredda, facendoci tornare indietro di quasi 30 anni , quelli dell’”equilibrio del terrore”: Allora, però, gli Stati Uniti ci difendevano dal comunismo  aggressivo  dell’Urss, oggi la Russia è nostra alleata contro il terrorismo, contro  l’Isis. E il suo leader, Vladimir Putin,  rilancia i valori cristiani dell’Europa  da noi europei troppo spesso dimenticati e continua a inviarci il gas che alimenta le nostre industrie e riscalda le nostre case, nonostante l’errore di aver seguito gli Usa nelle assurde sanzioni contro la Russia, sanzioni che ci danneggiano anche economicamente.
Certo,noi dobbiamo molto agli yankees: sono venuti tre volte a salvarci, sia dal nazismo, sia dal comunismo e sia dalla fame e distruzione dopo una guerra devastante. E dobbiamo continuare ad essere loro alleati, ma in una vera partnership, non subendo le conseguenze dei clamorosi che ha commesso Barack Obama e che continua a commettere nello scacchiere geopolitico del Mediterraneo-Medio Oriente. E noi ora paghiamo in missioni militari pseudo-pacifiche imposteci dalla Nato in aree del mondo ben distanti da quelle, per noi strategiche ( come dice il “libro bianco” del Ministero della Difesa) del  Mediterraneo. Lo ha ben documentato Gianluca Difeo su “La Repubblica”, sottolineando che, ad esempio, per il nostro contingente in Afghanistan abbiamo già speso 6 miliardi di euro, avendo 53 caduti, mentre l’anno scorso per “difendere” la frontiera UE in Lituania  i nostri aerei militari per intercettare quelli russi che violavano tali frontiere ci sono costati 4 miliardi in otto mesi. Ora, mentre Obama ordina alla Cia un attacco informatico alla Russia, provocando le giuste ire di Mosca, ecco che la Nato non trova di meglio che aggravare la situazione annunciando per il 2017  la presenza di una forza militare dell’Alleanza in Lettonia, lì al confina con la Russia, compresi 140 alpini italiani. Non solo: gli Usa vogliono altre sanzioni contro Mosca, spalleggiati in questo dagli inglesi usciti dall’Ue, aggravando il clima di tensione. Il tutto con l’alibi di interventi di hacker russi  per appoggiare Trump, rubando informazioni alla Clinton ed ai Democratici americani.  “State scherzando con il fuoco” ha detto Putin, il cui portavoce ha rilevato che “la politica della Nato è distruttiva. L’Alleanza è impegnata a costruire nuove linee di divisione in Europa”.
La situazione, dunque, è preoccupante anche perché, per favorire la Clinton nelle elezioni presidenziali americane, Obama  fa la voce grossa con Putin e costringe la Nato a far manovre ed inviare truppe ai confini con la Russia, soprattutto in quella penisola baltica, dove si trova la Lituania , ossia il Paese dal quale partirono emigranti che ora sono anche grandi industriali negli States  ad iniziare da Chicago e la California, realtà dove la potente lobby lituana può muovere molti voti.
No, così non va proprio,forse sarà opportuno chiedere a  Papa Francesco ancora una volta aiutarci,  come fece quando, insieme proprio a Putin, bloccarono il duo Obama-Hollande che volevano bombardare Damasco per cercare di far fuori Assad  così come avevano fatto con Gheddafi.
Proprio così: cosa non si fa per un voto.