CRISI DI GOVERNO – I PRIMI PASSI

Standard

Si inizia a vedere qualche indirizzo sulla soluzione della crisi, accenni alle risposte da dare alle problematiche principali poste da Draghi come interventi urgenti da affrontare: Pandemia, piano vaccinazioni, rilancio del Paese, nel pieno rispetto del Parlamento.

Di fronte alla chiarezza di intenti di Draghi , costretto dai suoi Zingaretti deve dire ‘Si’, pronto però a compiere qualsiasi sforzo pur avere vicino grillini e Leu. Anche Crimi così è costretto ad ammorbidire la linea dei pantastellati dicendosi disponibile  a ricorrere alla piattaforma Rousseau con Di Maio che rompe il suo silenzio dicendosi favorevole a Draghi purché il governo che dovrà nascere abbia una impronta politica (ministri politici). Sempre in campo cinque stelle, Carelli porta avanti la sua linea sciscionista indirizzata verso il centro. Nel campo opposto, anche la Meloni ammorbidisce la sua posizione e propone alle altre forze che compongono il centro-destra di procedere verso l’astensione. Per il momento a questa posizione sono contrari sia Berlusconi che Zaia a cui piacerebbe un governo Draghi Salvini e, pur preferendo le elezioni, non pongono pregiudiziali.

Quello che in questa crisi risalta è: contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, Piazza Affari da un segno positivo molto chiaro andando ad un più due, così come lo spread che di punto in bianco ha avuto un calo di circa trenta punti, superando di gran lunga le altre borse europee.

In attesa che il Presidente Incaricato inizi le sue consultazioni che potranno chiarire meglio quello che potrà avvenire nel futuro prossimo in campo nazionale, mi viene spontanea dare uno sguardo alla nostra Sardegna.

Mi è totalmente incomprensibile l’aver catalogato la nostra regione in regime da quasi tragedia, quando noi che viviamo in questa terra tutto possiamo dire ma nulla che porti ad una vita diversa dal solito: certo non è estate, non vi è l’afflusso turistico di quella stagione indubbiamente siamo tutti un po più attenti, più a causa della cronaca che sui fatti. Credo che molto dipenda dal fare di tutta l’erba un fascio, Milano, la Lombardia, Roma, il Lazio, tutte le regioni ad alta densità abitativa non possono essere paragonate a noi, eppure, veniamo classificati come gli appestati di turno, potenziali untori per il Paese. 

Ridicolo, uno sguardo ai numeri ma, ancor meglio agli spazi, dovrebbero inventare un colore che ci consideri immuni per noi e per gli altri, i pochissimi focolai (si fa per dire), hanno origini esterne e, guarda caso, sono immediatamente circoscritti.

Le proteste del Presidente della Nostra Regione, composte, forse anche troppo, nei confronti di un governo che spesso non si capisce se ne faccia una ragione politica, sicuramente privo del minimo buon senso continua a penalizzare una regione su quasi tutte le sue iniziative. Ciò che sorprende è che spesso ha trovato sponda tra i conterranei che anziché solidarizzare per chi difende la sua terra, contraddicono, solo per posizione di militanza politica le iniziative che vengono intraprese, tanto da riempire le colonne dei social. Una vera contraddizione alla quale vi è ben poco da fare se non prenderne atto.

BT