DODDORE MELONI: DUE PESI DUE MISURE – in totale assenza di buon senso

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Se vi fossero tanti altri motivi, la morte di Doddore Meloni sarebbe stata più che sufficiente per divenire convinto indipendentista.

Mi chiedo se i magistrati siano degli esseri umani o dei marziani che, come la loro casta professionale, abbiano anche l’indipendenza tra loro anche nell’applicare le leggi che, bisogna pur dirlo, qualche volta, il Parlamento emana poco chiare, lasciando al buon senso dell’uomo la loro interpretazione.

Il caso: la morte di Doddore Meloni, mi porta a pensare che la parte umana dei magistrati li porta a vedere i casi che trattano, a seconda dell’umore con cui ci si sveglia la mattina: oggi è scirocco, ho un umore umido, lento, scontroso, loffuscato; è tramontana, mi sento frizzante, brioso, pimpante, decisionista, attento. Certo, il mio discorso non trova una logica sull’applicazione della Legge che, dovrebbe, a quanto pare, solo nella teoria, essere uguale per tutti.

Leggendo della morte di questo sardo, personaggio oscuro e sconosciuto alla massa degli italiani anche perché lui, tanto italiano non sentiva di essere, mi sono posto alcuni interrogativi: esistono veramente i due pesi nel Giudizio? Purtroppo e, consentitemi la ripetizione, purtroppo sono propenso a dire si. Perché il magistrato, uomo di grado altissimo, ha intravisto, nelle pieghe della legge, le necessità di riconoscere al sig. Reina, già condannato ad un certo numero di ergastoli, erogati per, non so, quanti omicidi eseguiti direttamente o indirettamente e commissionati, l’esigenza di riconoscerle una “morte dignitosa” nella sua casa e, perché l’altro magistrato uomo anch’egli, non ha pensato alla dignità del povero sardo, quel Doddore che aveva solo un  sogno, quello di vedere un giorno la sua terra con un governo che decidesse per la sua terra? Forse, era stato proprio quel sogno a portarlo nelle galere non sue per una condanna comminatagli  per delle imposte non pagate perché, secondo il suo pensare, non dovute in quanto emesse da uno Stato che non ha mai accettato come suo.

E qui che mi vorrei appello al buon senso che ogni essere umano dovrebbe avere e mettere in essere quando deve essere usato nei confronti di suoi simili, ed a maggior ragione quando ne va della vita degli stessi, che vengano trattati almeno alla pari anche quando manifestamente, parità non vi è.

Ma, se lo Stato italiano non volesse riconoscere o ritenga un’infamia l’aspirazione di un indipendentista, macchiato della colpa di evasione fiscale, abbia almeno la compiacenza di rivedere qualche vitalizio di cui altri indipendentisti stanno tranquillamente godendo alla faccia di quello Stato e dei suoi contribuenti, che non hanno mai voluto riconoscere.

Signori magistrati cercate di coordinarvi nelle vostre decisioni, la dignità è una e dovrebbe valere per tutti per Doddore come per Totò o almeno come quegli altri più fortunati. Non mi sembra giusto far morire un essere umano in quel modo, avrei preferito scrivere di un indipendentista utopista, piuttosto che di un vero martire sardo, Doddore Meloni.