E’ PRE-CRISI DI GOVERNO SUL MES SCONTRO M5S-PD. CHE FARA’ ORA IL PREMIER SCONFESSATO DAI DEM ?

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Stefano fogli, nell’edizione on line di “Repubblica”, fotografa perfettamente quella che è una pre-crisi di governo per lo scontro, durissimo, tra i capigruppo del Pd ed il capo politico del M5S sul Mes. Leggete queste significative frasi: “in altri tempi, negli anni della Prima Repubblica, una frattura come quella che divide oggi la maggioranza avrebbe già previsto la caduta del governo e l’avvio della ricerca di un nuovo assetto:”
Aggiunge, comunque: “il fatto che la linea del premier sia stata accantonata dimostra che l situazione è oltre la soglia di guardia”.
Salvini ha provato a sfruttare la situazione, facendo presentare dal suo Riccardo Molinari, nella riunione dei capogruppo alla Camera, un documento sul Mes da mettere in votazione per sancire la rottura nella maggioranza e provocare la crisi con il ritorno dei giallo-verdi sulle stesse posizioni anti-UE e, questa volta, anche anti-interessi italiani. La proposta non è stata accolta, ma certo che martedì prossimo, con comunicazioni di Conte al Parlamento sull’andamento verso la fase due non sarà facile ricomporre la frattura.
Credo proprio che i dem abbiano scelto, di proposito, il rifiuto grillino, avallato dal premier, di prendere 37 miliardi dal Mes senza vincoli per determinare la crisi ed aprire la strada a Draghi.
Il primo ad aprire le ostilità è stato, infatti, il presidente dei senatori del Pd Marcucci, (notoriamante grande amico di Renzi) elogiando il Mes, sostenendo che il governo non rischia sul Salva Stati perchè “è cassa disponibile e bisogna accedervi”, un vero capolavoro questo.
A strettissimo giro di dichiarazione Vito Crimi, capo politico dei grillini e vice-ministro, ha replicato, sostenendo che è “una fregatura che non sarà mai condivisa” dal Movimento, ripetendo con ciò il suo niet con indiretto riferimento a Gultieri “il Mes non è stato attivato e chi lo dice fa male al Paese. Noi non lo accettiamo “. Ad juvandum ecco il vice-ministro allo Sviluppo Buffagni dire: “è un cappio per strozzare l’Italia tra un pò di tempo”.
La replica dem non si fa attendere: questa volta è il presidente dei deputati Graziano Del Rio: “Non comprendo i grillini; non si mette in discussione nulla e il 99% degli italiani capisce che se non ci sono condizioni capestro il nostro Paese deve usare tutte le risorse necessarie. Se ci vengono presentati senza interessi perchè non dobbiamo usarli?”.
La controreplica è immediata e questa volta è un fedelissimo di DiMaio, il sottosegretario agli Esteri Di Stefano: “Stamattina -dice- ho sentito il capogruppo del Pd Del Rio dire “il Mes è una disponibilità, secondo me è un successo averlo ottenuto senza condizionabilità, ammesso che sia così”. In pratica Del Rio ha candidamente ammesso di non sapere nulla sul tema, ma comunque si è lanciato alla cieca sulle linee del Mes diverse da quelle del governo e del presidente Conte”.
Come si vede lo scontro non è tra due parlamentari di secondo piano, ma tra i big grillini e due big dem che sono d’accordo con Gentiloni e Gualteri, un bersaglio, quest’utimo, per Di Maio e soci. E questi sarebbero alleati, con i grillini tornati agli antichi amori leghisti ?
Vedremo ora cosa farà Conte, ma soprattutto cosa farà il Pd0. Questo non è più tempo di galleggiare. di temporeggiare di fare doppi giochi: stiamo rischiando di cadere nel baratro della depressione economica, da un lato, e di fare il gioco di chi, come Salvini, è contro l’UE, senza la quale non avremo speranze di risalita e può cavalcare il disagio sociale e psichico , addirittura gridando, come ha fatto per il rifiuto del voto su un documento riferito al Salva Stati, alla “lesione della democrazia” .
Il PD non vuole rimanere con il cerino in mano della crisi di governo, pur se quella crisi vorrebbe,
e, quindi accetta il rinvio proposto dal premier di rinviare lo scontro sul Mes a dopo il vertice UE del 23 aprile. La motivazione di Conte, molto articolata ed arzigogolata per non smentire il suo no, più volte dichiarato, ma nel contempo lasciare una porta aperta ad un eventuale sì a mezza bocca, è che “non ha senso discuterne ora” e le fibrillazioni provocate dai dibattiti si riflettono sui mercati: E questo è verissimo, visto che lo spread ha chiuso a 235 e la borsa ha perso il 4,78 ed è la peggiore d’Europa. Non è, tuttavia, un dibattito anche vivace ad allarmare i mercati, ma uno scontro durissimo, tra i due maggiori partiti di governo e non è la prima volta. Oltretutto s’erano scontrati oggi i vertici dei grillini ed i due presidenti dei gruppi parlamentari dem, ossia ad alti livelli Andando avanti su questo registro da uno stato di pre-crisi l’altro passo sarebbe stato quello della caduta del governo e poichè il là allo scontro era venuto da due big del Pd il cerino sarebbe finito nelle mani dei dem. Così, probabilmente, Zingaretti è corso ai ripari , sollecitando il premier ad un tentativo di mediazione e Conte l’ha fatto a modo suo con una lunga dichiarazione senza pesce nè carne, che lascia tutto aperto, ma ha consentito ai capi delegazione dei due partiti ,i ministri Bonaffede del m5s e il ministr Franceschini dei dem:, di dare ragione al premier, rinviando le ostilità a dopo il vertice eurpeo del 23 aprile.
Conte, così, ha preso un pò di tempo, ma prima del redde rationem dell’UE dovrà affrontare un passaggio non certo facile martedì prossimo nel riferire alle Camera su quanto fatto nell’emergenza Covid-12 e per la preparazione della fase 2, che già s’annuncia caotica per i diversi movimenti decisi dalle singole regioni. Nè Salvini e la Meloni si lasceranno sfuggire l’occasione per cercare di proporre al Senato quel che è stato loro impedito alla Camera, ossia proporre un documento sul Mes. Se la manovra riuscisse ed anche alla luce dei precedeni no di Conte e del “mai lo voteremo” dei leader grillini, cosa farà il M5S ?